PIEDENERO ha scritto:Ma lo so perfettamente, (...)
PIEDENERO.
te sei una persona ragionevole e so che sai. e per questo rassegnati alla tua sconfitta.
nessuno fa alcun tipo di sforzo; l'uomo è grande animale perchè adattivo. e i tempi non sono ancora maturi affinchè l'addattabilità viri verso altre direzioni.
se ci pensi, i grandi cambiamenti nella cultura (e quindi nel modo di vivere) sono spesso stati discontinui e mai graduali. rivoluzioni: a un certo punto qualcuno si è incazzato ed ha cominciato a menare mani.
del resto, prima dei grandi cambiamenti (penso tra medioevo e fine 800) chiunque avesse guardato da posizione privilegiata avrebbe capito che qualcosa doveva accadere. il vantaggio, di quei tempi, è che c'erano ancora tanti modelli distribuiti culturali, assai diversi tra loro.
ora invece è tutto interconnesso, ed i modelli culturali sono diventati pochi e non equamente distribuiti. da qui conseguono un sacco di svantaggi, e pochissimi vantaggi, anzi, nessuno, se non quello voyeristico di vedere la propria scrittura esposta al mondo intero (leggi internèt).
qualsiasi persona dotata di intelletto minimo, che riflettesse oggi sul decorso ontologico umano, e credesse in una qualsivoglia crescita dell'uomo in quanto essere cogitante costruttivo, si accorgerebbe della assurdità della cultura dominante attuale: economia egemone, tutto il resto ridotto in schiavitù; nessuna idea del futuro, solo bieco sfruttamento; nessuna crescita morale, ma la solita ed antica supremazia di oligarchie, perpetrata invece che a suon di cannonate o randellate con i bond e le speculazioni.
insomma, da 2500 anni a questa parte nessun apparente cambiamento o direzione mutata nel modello sociale umano, a fronte di una crescita pressochè esponenziale del genere umano stesso. siam passati dalla rivoluzione francese con la fine delle classi sociali ed economiche, e ci siam ritrovati in una dittatura sociale, dove facendo finta di essere tutti socialmente uguali e con gli stessi diritti-doveri, abbiamo permesso invece una stratificazione economica senza precedenti, governata da un mercato che ha perso qualsiasi connotato pratico e, virtualizzatosi, è divenuto il nuovo fucile per imporre egemonia ed ordine.
alla banalissima domanda: "perchè delocalizzare la produzione?" nessuno ha mai risposto (che non sta bene): per pagare almeno la metà la manodopera, ammettendo quindi che i mercati soprattutto adesso vengono alimentati da una forma di schiavismo subdolo, il più subdolo mai visto nella storia dell'uomo. il mercato oggi è tutto: domina su qualsiasi altra categoria di pensiero. il mercato oggi è ovunque: impossibile astenersi: son riusciti, PIEDE, e so che lo sai, ad esportare i mercati anche in popolazioni lontane millenni da questa forma; penso al sud Africa, con impianti di produzione occidentali, e negri pagati qualche soldo al giorno (così con quei soldi "comprano" qualcosa, tipo una birra od una cocacola, mentre prima non potevano farlo, discorso culturalmente aberrante, che si connota da sè, e che attualmente è stigmatizzato solo dal papa, che è tutto da dire...).
insomma, PIEDE, come vedi, discorsi da filosofi da 2 soldi. c'è qualcos'altro oltre il mercato? chissenefrega, sei anacronistico.
e, con tutto rispetto per i filosofi del forum, manco i filosofi ci sono più; quindi mi rassegno a quel pensiero antico che nel contrasto c'è cambiamento, ed aspetto fiducioso il contrasto. quello fisico.
ed aspetto che il mercato detti qualche altra nuova regola, totalmente illogica, antidemocratica, privativa e insostenibile, ma che venga accolta con felicità e trionfo)
tibacioilculo