mikesangui ha scritto:Che toglierà lavoro è ovvio.
la robotica e l'automazione sono ambiti che fanno bene all'umanità che sta in una società organizzata per non avere bisogno di lavorare.
in una società dove DEVI lavorare per vivere , e dove la proprietà privata è elemento non messo in discussione , lo stesso per i brevetti, è ovvio che la robotica, l'automazione e quindi l'AI sia un problema perché sostituisce l'uomo in alcune mansioni.
Chi dice che è un bene che certe mansioni avvilenti non siano fatte dall'uomo non considera che in una società come la nostra è più avvilente non avere lavoro che fare un lavoro avvilente.
Sono molto lontano dal luddismo nudo e crudo.
Pensa che - non so se ce la faccio, eh? - sto cercando di capire se riesco a istruire una rete neurale a scrivermi i progetti: faccio leggere alla rete un bel po' di progetti riusciti, le faccio leggere i report statistici e le informazioni raccolte dagli stakeholder, le faccio leggere le form di upload... Aspetto un paio di gg. Quella mi partorisce una bozza di progetto che sarebbe molto più accurata di qualunque bozza potrei fare io. Io correggo le bozze e, bam...
Anziché lavorare 30 gg per essere pagato 500 € e scrivere un progetto che sarebbe approvato nel 20% dei casi, lavorerei 4.-5 gg per presentare un progetto decisamente competitivo.
Qui un articolo divulgativo del 2016 su come si fa:
https://medium.com/deep-writing/how-to-write-with-artificial-intelligence-45747ed073c.
Adesso siamo nel 2018.
Qui un articolo dell'università di Stanford (2016) sui progetti di AI, alcuni open source:
https://www.datamation.com/applications/artificial-intelligence-software-45-ai-projects-to-watch-1.html. Di nuovo, siamo nel 2018.
Su un articolo di ISMU letto oggi (devo essere molto veloce a leggere; un computer impiega pochi decimi di secondo per leggere quello che a me richiede almeno un paio d'ore, con tecniche di lettura veloce), qui (
http://www.ismu.org/wp-content/uploads/2018/03/XXIII-Report-on-migrations-2017.pdf?utm_source=ISMU+Newsletter+1&utm_campaign=c191becb96-EMAIL_CAMPAIGN_2018_03_06&utm_medium=email&utm_term=0_534c9b0acc-c191becb96-64860193), in un report relativo al lavoro come strumento di inclusione sociale dei migranti, si dice che:
1. È fondamentale (l'integrazione sociale via il lavoro), pena l'insorgere di gravi tensioni sociali;
2. Tuttavia è difficile da attuare (i migranti, specie se giovani e donne, hanno poco lavoro, poco pagato e poco qualificato);
3. Quindi, in conclusione, è inutile fare progetti di integrazione dei migranti via inclusione nel mondo del lavoro perché, di lavoro pagato il giusto, non ce n'è.
Questo vale anche per gli italiani: il REI (reddito inclusione attiva), per essere erogato, richiede che il beneficiario (italiano o residente in Italia) si impegni:
1. a essere formato al lavoro;
2. a lavorare, qualora i servizi riescano a trovargli un'occupazione.
Ora, scusa l'eufemismo, ma che casso di lavoro farà il beneficiario del REI, posto che i servizi siano in grado di proporglielo?
- lo spazzino a 1 €/h?
- il progettista, come me, a 10€/h, meno le tasse?
- lo sviluppatore di IA, a 1 mil € annuo?
O ci mettono tutti a fare gli spazzini e i badanti pagandoci vitto e alloggio e poco più (tutti, eccetto gli sviluppatori di IA, i biochimici, i finanzieri, gli armieri e i politici) o non vedo come possa reggere un sistema basato su abbondanza di prodotti a basso costo e abbondanza di consumatori con poco reddito...
Per questo penso, e temo, che qualcuno abbia quanto meno valutato l'opzione di sfoltire il numero di consumatori a basso reddito, considerato che ridurre il numero dei prodotti a basso costo non è più così immediato.
E continuo a pensare che le soluzioni a questo intrico di problemi, oltre ai problemi ambientali e demografici, non siano per niente a portata di mano.
Vabbe'...
Torno a scrivere, 'ché l'AI mi corre dietro...
Ciao
Non cesseremo di esplorare - E alla fine dell'esplorazione - Saremo al punto di partenza - Sapremo il luogo per la prima volta. T.S. Eliot