Poesia e considerazioni...

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Poesia e considerazioni...

Messaggioda Paolo Marchiori » gio mar 23, 2006 17:33 pm

Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi e' infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza
per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge, chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande
sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde
quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà
al raggiungimento
di una
splendida felicità.


quanti di noi allora sono già morti e sepolti? Io, fin da piccolo, ho sempre creduto di dover vivere, girare, ascoltare, conoscere e capire per evitare di trovarmi nel letto di morte e pensare "c***o...ora solo m'accorgo di non aver mai vissuto".
Quanto siete disposti a sacrificare per vivere? E' vero che l'infinito ripetersi dei gesti quotidiani porta alla "morte"? Nella nostra società è ancora possibile seguire gli istinti e le passioni senza ritrovarsi con tasche vuote e per strada?
Quanto la nostra cultura ci frena?
Un giorno Spider disse:" Sasso che rotola non mette la muffa"....è vero o sono solo seghe mentali?
Ultima modifica di Paolo Marchiori il ven mar 24, 2006 12:42 pm, modificato 1 volta in totale.
Paolo Marchiori
 
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Messaggioda Herman » gio mar 23, 2006 17:37 pm

Sasso che rotola non fa muschio please..

E comunque è un proverbio ambivalente in quanto dipende dal valore positivo e negativo che si attribuisce al muschio.

E' un pippa che mi fecero ad una selezione un paio di lustri fa e me ne ricordo ancora...
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Messaggioda Paolo Marchiori » gio mar 23, 2006 18:00 pm

ah, è un proverbio? pensavo Spider fosse un saggio...mi sbagliavo... :?
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Messaggioda Spider » gio mar 23, 2006 18:15 pm

"Forse la giovinezza è solo questo perenne amare i sensi e non pentirsi"

Sandro Penna
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Messaggioda BBB » gio mar 23, 2006 20:18 pm

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Messaggioda Roberto » gio mar 23, 2006 20:28 pm

Scusa Paolo, ma che sono i "poesi"? :?
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Messaggioda Buzz » gio mar 23, 2006 22:20 pm

tutte belle parole ma anche tutte pippe mentali
perchè tanto muori comunque

quella è l'unica certezza che hai
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Messaggioda cozza » gio mar 23, 2006 22:24 pm

Buzz ha scritto:tutte belle parole ma anche tutte pippe mentali
perchè tanto muori comunque

quella è l'unica certezza che hai


vero.
però, in nome del pragmatismo più puro e coerente, dovresti anche togliere la frase di pasolini...
Oggi la vita è bella. Oggi mi sono alzata di buon umore. Oggi è un buon giorno.
Domani ci penserò.
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Messaggioda Buzz » gio mar 23, 2006 22:30 pm

cozza ha scritto:
Buzz ha scritto:tutte belle parole ma anche tutte pippe mentali
perchè tanto muori comunque

quella è l'unica certezza che hai


vero.
però, in nome del pragmatismo più puro e coerente, dovresti anche togliere la frase di pasolini...


no quelle di pasolini "fotografano"
dal suo disincanto non puoi aspettarti altro

d'altro canto sono tratte da "le ceneri di gramsci" versi scritti raccontando la vita a roma... il bello il brutto la noia l'entusiamo l'amore la sofferenza...

pasolini sapeva bene che la vita non è un'ode

quelle di neruda prendono tutto... sono onnicomprensive
tanto è vero che potrebbero essere il manifesto di chiunque

lentamente muore chi non vive ... si potrebbero ridurre

neruda ha scritto splendide cose, ma questa a mio parere è come saltellare cantando la vispa teresa
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Messaggioda trivi » ven mar 24, 2006 2:09 am

Buzz ha scritto:tutte belle parole ma anche tutte pippe mentali
perchè tanto muori comunque

quella è l'unica certezza che hai


questa mi pare una enorme cazzata, perchè seguendo questo tuo pensiero pragmatico qualsiasi speculazione è una pippa mentale, e inoltre neghi un valore a tutto quello che hai fatto finora nella vita. E allora perchè l'hai fatto?
...E riempire la vita di vita, e non di attesa. (Buzz)

Ho qualcosa da dire, ma non so bene cosa
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Re: Poesi e considerazioni...

Messaggioda dogon » ven mar 24, 2006 9:56 am

Paolo Marchiori ha scritto:Quanto siete disposti a sacrificare per vivere? E' vero che l'infinito ripetersi dei gesti quotidiani porta alla "morte"? Nella nostra società è ancora possibile seguire gli istinti e le passioni senza ritrovarsi con tasche vuote e per strada?
Quanto la nostra cultura ci frena?

Dipende solo da te la volontà di riuscirci. Scendere a compromessi è indispensabile, ma ci si può difendere dalla società che ci circonda, senza doversi necessariamente trovare ai margini.
Che poi la morte sia necessariamente la meta è indiscutibile, l'importante è arrivarci vivi.
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Se un uomo non e' disposto a rischiare per le proprie idee, o le sue idee non valgono niente, o non vale niente lui. (E.P.)
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Messaggioda Buzz » ven mar 24, 2006 10:06 am

trivi ha scritto:
Buzz ha scritto:tutte belle parole ma anche tutte pippe mentali
perchè tanto muori comunque

quella è l'unica certezza che hai


questa mi pare una enorme cazzata, perchè seguendo questo tuo pensiero pragmatico qualsiasi speculazione è una pippa mentale, e inoltre neghi un valore a tutto quello che hai fatto finora nella vita. E allora perchè l'hai fatto?


a) non ho detto che qualsiasi speculazione è una pippa mentale ma queste parole di p.neruda si prestano...
prova a disegnare l'uomo contrario di quello delineato... esiste? è un caricatura di cosa?
tutte cose vere certo... ma chi non le fa? chi non ha mai fatto nella vita queste cose? esiste l'uomo così grigio che non fa nulla di tutto ciò?
è un manifesto programmatico buono per tutti e per tutte le stagioni...
e infatti è citatissimo
per contro alcune esortazioni... facili a dirsi ... ma la vita te lo permette?
insomma li dentro c'è tutto e... quando c'è tutto, è come se non ci fosse niente.

b) come fai a far discendere che io neghi un valore a tutto ciò che ho fatto nella vita anche quando dicessi che tutte le speculazioni sono pippe mentali? (e non lo dico)
pur non speculando, resterebbe il valore dell'esperienza in se

c) e se anche negassi il valore a tutto ciò che ho fatto (e non lo faccio) negando il valore della speculazione (e non lo nego) come potrei rispondere alla tua domanda "perchè l'hai fatto?" Rispondere significherebbe interrogarmi sul valore dell'esperienza e quindi, speculare su di essa. Nel momento in cui ti rispondessi, qualunque cosa ti rispondessi, la tua affermazione di partenza che io neghi il valore della speculazione ne sarebbe inficiata.

d) ma prendendo per buona solo la tua ultima domanda: perchè l'hai fatto?
le cose si fanno, non sempre è necessario avere un perchè.
né prima; né dopo.
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Messaggioda s » ven mar 24, 2006 12:39 pm

Buzz ha scritto:tutte belle parole ma anche tutte pippe mentali
perchè tanto muori comunque

quella è l'unica certezza che hai


mbé, e allora che fai: ti siedi e aspetti?

certo, quelle parole sembrano un po' scontate come dici, forse non esiste uno/a talmente grigio/a da non aver mai neppure buttato da parte i buoni consigli.
il senso mi sembra un altro, un'esortazione a non smettere di rotolare per non prendere muschio.
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Messaggioda trivi » ven mar 24, 2006 17:40 pm

Buzz, semplicemente con quel tuo "perchè tanto muori comunque, questa è l'unica certezza che hai" mi pareva che negassi appunto il valore di qualsiasi esperienza, visto che poi tutto sfocia nel nulla (anche se so che non lo pensi).
HAi ragione nel dire che la poesia è un manifesto buono per tutti, però come scrive s (che c***o di nome però :lol: :wink: ) io la leggo più come una esortazione a non lasciarci ingrigire, una esortazione ad avere sempre presente i propri sogni.
La domanda finale del perchè l'hai fatto era ovviamente provocatoria :wink:
...E riempire la vita di vita, e non di attesa. (Buzz)

Ho qualcosa da dire, ma non so bene cosa
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Messaggioda Buzz » ven mar 24, 2006 18:02 pm

Dai trivi... leggiti questa, poi vieni a roma e fatti un giro per quei posti



Il pianto della scavatrice
I


Solo l'amare, solo il conoscere
conta, non l'aver amato,
non l'aver conosciuto. Dà angoscia
il vivere di un consumato
amore. L'anima non cresce più.
Ecco nel calore incantato
della notte che piena quaggiù
tra le curve del fiume e le sopite
visioni della città sparsa di luci,
scheggia ancora di mille vite,
disamore, mistero, e miseria
dei sensi, mi rendono nemiche
le forme del mondo, che fino a ieri
erano la mia ragione d'esistere.
Annoiato, stanco, rincaso, per neri
piazzali di mercati, tristi
strade intorno al porto fluviale,
tra le baracche e i magazzini misti
agli ultimi prati. Lì mortale
è il silenzio: ma giù, a viale Marconi,
alla stazione di Trastevere, appare
ancora dolce la sera. Ai loro rioni,
alle loro borgate, tornano su motori
leggeri - in tuta o coi calzoni
di lavoro, ma spinti da un festivo ardore
i giovani, coi compagni sui sellini,
ridenti, sporchi. Gli ultimi avventori
chiacchierano in piedi con voci
alte nella notte, qua e là, ai tavolini
dei locali ancora lucenti e semivuoti.
Stupenda e misera città,
che m'hai insegnato ciò che allegri e feroci
gli uomini imparano bambini,
le piccole cose in cui la grandezza
della vita in pace si scopre, come
andare duri e pronti nella ressa
delle strade, rivolgersi a un altro uomo
senza tremare, non vergognarsi
di guardare il denaro contato
con pigre dita dal fattorino
che suda contro le facciate in corsa
in un colore eterno d'estate;
a difendermi, a offendere, ad avere
il mondo davanti agli occhi e non
soltanto in cuore, a capire
che pochi conoscono le passioni
in cui io sono vissuto:
che non mi sono fraterni, eppure sono
fratelli proprio nell'avere
passioni di uomini
che allegri, inconsci, interi
vivono di esperienze
ignote a me. Stupenda e misera
città che mi hai fatto fare
esperienza di quella vita
ignota: fino a farmi scoprire
ciò che, in ognun, era il mondo.
Una luna morente nel silenzio,
che di lei vive, sbianca tra violenti
ardori, che miseramente sulla terra
muta di vita, coi bei viali, le vecchie
viuzze, senza dar luce abbagliano
e, in tutto il mondo, le riflette
lassù, un po' di calda nuvolaglia.
È la notte più bella dell'estate.
Trastevere, in un odore di paglia
di vecchie stalle, di svuotate
osterie, non dorme ancora.
Gli angoli bui, le pareti placide
risuonano d'incantati rumori.
Uomini e ragazzi se ne tornano a casa
- sotto festoni di luci ormai sole -
verso i loro vicoli, che intasano
buio e immondizia, con quel passo blando
da cui più l'anima era invasa
quando veramente amavo, quando
veramente volevo capire.
E, come allora, scompaiono cantando.
Buzz
 
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Messaggioda Buzz » ven mar 24, 2006 18:05 pm

ma forse... bisogna aver vissuto un pò... per sentire appieno queste parole
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Messaggioda cozza » ven mar 24, 2006 18:10 pm

Buzz ha scritto:Dai trivi... leggiti questa, poi vieni a roma e fatti un giro per quei posti



Il pianto della scavatrice
I


Solo l'amare, solo il conoscere
conta, non l'aver amato,
non l'aver conosciuto. Dà angoscia
il vivere di un consumato
amore. L'anima non cresce più.
Ecco nel calore incantato
della notte che piena quaggiù
tra le curve del fiume e le sopite
visioni della città sparsa di luci,
scheggia ancora di mille vite,
disamore, mistero, e miseria
dei sensi, mi rendono nemiche
le forme del mondo, che fino a ieri
erano la mia ragione d'esistere.
Annoiato, stanco, rincaso, per neri
piazzali di mercati, tristi
strade intorno al porto fluviale,
tra le baracche e i magazzini misti
agli ultimi prati. Lì mortale
è il silenzio: ma giù, a viale Marconi,
alla stazione di Trastevere, appare
ancora dolce la sera. Ai loro rioni,
alle loro borgate, tornano su motori
leggeri - in tuta o coi calzoni
di lavoro, ma spinti da un festivo ardore
i giovani, coi compagni sui sellini,
ridenti, sporchi. Gli ultimi avventori
chiacchierano in piedi con voci
alte nella notte, qua e là, ai tavolini
dei locali ancora lucenti e semivuoti.
Stupenda e misera città,
che m'hai insegnato ciò che allegri e feroci
gli uomini imparano bambini,
le piccole cose in cui la grandezza
della vita in pace si scopre, come
andare duri e pronti nella ressa
delle strade, rivolgersi a un altro uomo
senza tremare, non vergognarsi
di guardare il denaro contato
con pigre dita dal fattorino
che suda contro le facciate in corsa
in un colore eterno d'estate;
a difendermi, a offendere, ad avere
il mondo davanti agli occhi e non
soltanto in cuore, a capire
che pochi conoscono le passioni
in cui io sono vissuto:
che non mi sono fraterni, eppure sono
fratelli proprio nell'avere
passioni di uomini
che allegri, inconsci, interi
vivono di esperienze
ignote a me. Stupenda e misera
città che mi hai fatto fare
esperienza di quella vita
ignota: fino a farmi scoprire
ciò che, in ognun, era il mondo.
Una luna morente nel silenzio,
che di lei vive, sbianca tra violenti
ardori, che miseramente sulla terra
muta di vita, coi bei viali, le vecchie
viuzze, senza dar luce abbagliano
e, in tutto il mondo, le riflette
lassù, un po' di calda nuvolaglia.
È la notte più bella dell'estate.
Trastevere, in un odore di paglia
di vecchie stalle, di svuotate
osterie, non dorme ancora.
Gli angoli bui, le pareti placide
risuonano d'incantati rumori.
Uomini e ragazzi se ne tornano a casa
- sotto festoni di luci ormai sole -
verso i loro vicoli, che intasano
buio e immondizia, con quel passo blando
da cui più l'anima era invasa
quando veramente amavo, quando
veramente volevo capire.
E, come allora, scompaiono cantando.


stasera tiro giù il libro dallo scaffale e lo rileggo.
Oggi la vita è bella. Oggi mi sono alzata di buon umore. Oggi è un buon giorno.
Domani ci penserò.
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Messaggioda Buzz » ven mar 24, 2006 18:21 pm

a volte... ciò che ti fa apprezzare uno scritto, in qualsiasi forma,
sono i tuoi stati d'animo

in questo momento della mia vita sottoscriverei riga per riga questo scritto.
e lo rileggo e mi commuove.
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Messaggioda Buzz » mer apr 05, 2006 16:23 pm

I
perchè non meramente l'occasione
senza speranze di stillare
parole

meglio non è abortire che essere sterili

plumbee dopo che tu vai via le ore
cominceranno sempre troppo presto
uncinando alla cieca
a dragare il letto del desiderio
recuperando le ossa i vecchi amori
orbite un tempo riempite di occhi come i tuoi
forse che tutto è sempre meglio troppo presto che mai
coi volti bruttati dal nero desiderio
nuovamente dicendo in nove giorni mai riemerse l'amato
nè in nove mesi
nè in nove vite

2
nuovamente dicendo
se non m'insegni non imparerò
nuovamente dicendo ecco vi è un'ultima
volta persino per le ultime volte
ultime volte per mendicare
ultime volte per amare
per sapere di non saper fingere
un'ultima anche per le ultime volte
di dire se non m'ami
non sarò amato se non amo te
non amerò
la zangola di parole stantie nuovamente nel cuore
amore amore amore
tonfo del vecchio pistone a pensare
l'inalterabile
siero di parole

nuovamente atterrito
di non amare
di amare e non te
di essere amato e non da te
di sapere di non sapere fingere
fingere

io e tutti quegli altri che ti ameranno
se ti amano

3
sempre che ti amino

Samuel Beckett
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Messaggioda grip » mer apr 05, 2006 18:25 pm

L'infanzia finisce quando scopri che un giorno morirai :(dal film-ilcorvo-)
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