OdinEidolon ha scritto:Parole, parole. Voglio vedere dati, dati seri, dimostrazioni, modelli. MODELLI!
Se volete fare economia divulgativa per convincere le masse, fate pure, ma per quello che mi riguarda sono boiate. Non solo spara un certo numero di sciocchezze (in Cina si vive con 300? come qui con 1200-1500?... si', come no, vallo a dire ai migliaia tirocinanti Foxonn obbligati a lavorare gratis dalle universita'; vai a vedere la qualita' della vita di Pechino), ma non giustifica quasi nulla di quello che dice. E' una catena di ipotesi tutte discutibili. Magari sono quasi tutte vere, ma basta che una sia incorretta e casca la baracca.
Il fatto e' che uno che sa scrivere e sa qualcosa di economia ci mette niente a convincerti di una cosa. O del suo contrario. Se poi fa leva su una tua preconvinzione e' ancora piu' facile
Ciao.
Non ho tempo. Anche perché lavoro, ahimé, quasi aggratis, ormai, per i miei committenti.
Comunque:
1. Visto il link; approccio interessante sotto molti aspetti; uno dei 3 vincitori del Nobel 2013 per l'economia, E. Fama [
http://economia.panorama.it/nobel-economia-fama-hanzen-shiller], pur partendo per un approccio classico e in esso alla fine confluendo, riconosce la caoticità intrinseca dei processi economici e finanziari [maggiori approfondimenti qui:
http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2009/11/20/BORSA-Analisi-tecnica-e-random-walk-due-teorie-di-previsione-a-confronto/50153/];
2. Nella prosecuzione della tesi di cui all'ultimo link, l'autore segnala anche un altro approccio da tenere presente in ambito finanziario, ma anche, più generalmente, economico: la componente emozionale;
3. Secondo me è però limitante equiparare in toto la formalizzazione [tramite frattali o pattern analoghi] tra eventi fisici ed eventi relazionali, i primi con molte meno componenti di retroazione - e quindi con molte meno componenti favorenti l'autoorganizzazione e la coerenza - rispetto ai secondi]; da questo punto di vista trovo più corretta una modellizzazione, anche quantificabile, basata sul concetto di sistema;
4. Questo comporta che, secondo me, la maniera migliore di valutare gli esiti di processi economici e finanziari sia: identificare le macrovariabili coinvolte in un processo, identificare le relazioni sussistenti tra queste variabili, identificare - magari anche misurandoli - gli esiti sulle altre variabili dal modificare il comportamento di 1 variabile.
Quindi, per es., la FED stampa dollari per riacquistare titoli di stato USA; questo ha l'effetto - semplificando molto - di far affluire flussi di denaro nelle casse dello stato federale e di qui nell'economia reale [poco] e in borsa [molto]; risultati: PIL USA dalle parti del 3%, disoccupazione al 7%, S&P in crescita da dopo la crisi del 2008.
D'altro canto la BCE non può stampare euro, ma solo regolare l'inflazione tramite variazioni del tasso base di interesse; conseguenze: gli ? circolanti sono più o meno sempre gli stessi e vengono drenati dalle tasche dei cittadini agli stati e alle banche per lo più tramite fiscalità; quindi PIL area euro al 0,3%, disoccupazione all'11,7, il solo DAX in crescita.
I primi conducono la loro economia sulla base a un gioco a somma maggiore di zero [si può stampare moneta per coprire i debiti], i secondi conducono un gioco a somma zero [i debiti vanno pagati].
Ho semplificato molto, eh?
Comunque, ribadisco, secondo me l'adesione dell'area euro alla moneta unica ha provocato vantaggi evidenti ad alcuni [Germania] e svantaggi evidenti ad altri [buona parte dell'Europa del sud], anche per effetto di altri fattori, è vero.
Non so se altri assetti avrebbero ottenuto effetti diversi.
Così a naso, però, sulla base del modello, dovrei aspettarmi che, conservando la possibilità di stampare moneta, forse l'Italia non si sarebbe trovata così alle strette.
Certo, ora avrebbe un debito pubblico monstre.
Ma, d'altra parte, sembra che, questo, Stati Uniti, Giap e Cina possano farlo.
Perché la povera Italietta no?
Vabbe'...
Basta, che devo lavorare.
I miei due cent.
PS 1 - Io non sono dottorando, eh? E non frequento le università se non occasionalmente.
PS 2 - Nelle scienze sociali [e l'economia è una scienza sociale] i modelli non sono né verificabili, né falsificabili, per la loro complessità e perché non descrivono fatti, ma configurazioni di fatti. Quindi farei poco affidamento anche su modelli quantificati: i numeri danno solo l'illusione della certezza.
Stammi bene...
Non cesseremo di esplorare - E alla fine dell'esplorazione - Saremo al punto di partenza - Sapremo il luogo per la prima volta. T.S. Eliot