Keto da Barp ha scritto:avrei pensato di esser bombardato....
Altro che bombardamento, è una resa incondizionata: è sorprendente e preoccupante che in un forum di appassionati della montagna non si sia levata quasi alcuna voce a difesa dei caprioli e dell?ambientalismo, sia culturale che politico.
Togliamo di mezzo alcuni equivoci. In primo luogo coloro che dichiarano di amare gli animali, nel nostro caso il capriolo Bambi, non sono perciò stesso ambientalisti, l?affezione verso gli animali è diffusa tra le persone più diverse, anche tra i cacciatori.
In secondo luogo le principali associazioni ambientaliste non sostengono l?abolizione della caccia tout court. Chi fosse interessato può verificare la posizione al riguardo della più importante associazione ambientalista italiana, il WWF, sul suo sito, http://www.wwf.it/caccia oppure http://www.wwf.it/lavoro/caccia/posizione.asp . Le giustificazioni della caccia programmata di derivazione malthusiana non sono affatto ignote agli ambientalisti: Laura Conti, grande ecologista italiana, le esponeva in termini convincenti e condivisibili nel bellissimo libro Questo Pianeta (1983,1987).
Porre al centro della discussione l?opportunità o la necessità della caccia quale strumento di controllo della crescita della popolazione di una specie animale, nella specie del capriolo, significa oscurare il vero oggetto del contendere: la prevalenza degli interessi dei cacciatori rispetto alle esigenze di conservazione delle specie animali e della biodiversità. Infatti le associazioni ambientalistiche si sono opposte alle nuove regole che consentono di estendere i periodi e gli orari di caccia agli ungulati al di fuori della legge generale sulla caccia. Regole che non vanno nella direzione della salvaguardia delle specie e che la regione Piemonte è stata tra le prime ad applicare.
La piega che ha preso la discussione nel forum finisce pertanto, anche involontariamente, per legittimare acriticamente quello che è a tutti gli effetti un peggioramento dello stato della caccia in Italia.
Si rappresenta la caccia come una cosa necessaria e perciò stesso positiva. Prendiamo ad esempio l?intervento molto equilibrato e rappresentativo di Luca:
Luca A. ha scritto:La maggior parte delle montagne dalle nostre parti NON SONO allo stato primordiale.
I boschi (basti pensare alle splendide abetaie trentine, cito solo la Foresta di Paneveggio) sono il risultato di secolari equilibri tra azione dell'uomo e della natura (prelievo controllato, pulizia, opere di consolidamento idraulico, rimboschimenti, eccetera).
La flora e la fauna stesse sono profondamente dipendenti da questi equilibri. Basti pensare alle numerose specie vegetali e animali che vivono nelle zone di transizione bosco-radura, e che vanno scomparendo là dove cessa l'alpeggio e i pascoli in quota vengono ri-colonizzati dal bosco.
I predatori naturali del capriolo non ci sono più.
O si pensa a un utopistico e romantico ritorno alla natura "selvaggia e incontaminata" (che non è certo la reintroduzione di 4 orsi), o un prelievo venatorio molto ben calibrato e controllato è non solo accettabile ma necessario. La sovrappopolazione ha notoriamente riflessi negativi non tanto sugli orti degli abitanti (che si vedono mangiata la lattuga o rovinata la corteccia del melo in giardino...) ma proprio sulla popolazione stessa dei caprioli e sul suo rapporto con le altre specie che sono in competizione per il cibo.
In questo schema, l?uomo assume il ruolo di conservatore razionale dell?ecosistema, di garante della coesistenza e dell?equilibrio tra le specie viventi attraverso lo strumento necessario della caccia.
E? una concezione ottimistica ma poco realistica. Dimentica che l?uomo, pur avendo conseguito le conoscenze e i mezzi necessari, non è stato in grado nemmeno di regolare sé stesso. Uno dei principali problemi contemporanei è proprio la sovrappopolazione dell?uomo, che ha comportato lo
sconvolgimento degli ambienti naturali dell?intero pianeta. Considerando soltanto gli effetti della caccia praticata dall?uomo, animale onnivoro per eccellenza, essa ha riguardato numerose specie ed i relativi predatori, visti come concorrenti, ed è stata ed è tuttora una delle cause o concause dell?estinzione o del rischio di estinzione delle specie animali. Il WWF ha pubblicato sul suo sito http://www.wwf.it/ambiente/librorosso.asp gli animali che sono a rischio di estinzione in Italia e che si continuano a cacciare, tra i quali figurano alcuni uccelli tipici della montagna: la coturnice, il gallo cedrone, il fagiano di monte e lo stupendo tordo rampicante.
Se si accetta la teoria malthusiana, la sovrappopolazione non è un accidente negativo ma è la conseguenza di un principio essenziale alla base dell?ecosistema naturale: l?eccesso delle nascite rispetto alle possibilità di sopravvivenza. Se in una specie non ci fosse questa tendenza alla crescita in eccesso della sua popolazione, le conseguenze sarebbero la sua estinzione: in parole povere, se la femmina di una specie animale non riesce nel corso della sua vita a far sopravvivere più di due cuccioli fino alla riproduzione, ebbene quella specie è destinata ad estinguersi. I fattori che limitano la crescita illimitata di una popolazione animale sono, semplificando, la predazione da parte di altre specie, la fame e le malattie. Di nuovo semplificando il fattore limitante la crescita della popolazione degli erbivori è la predazione dei carnivori, il fattore limitante la crescita dei carnivori è la fame. Ma la fame non porta all?estinzione della specie, ma degli individui più deboli, a cominciare dai piccoli. Ci sono meccanismi sociali nell?ambito di ciascuna specie, ad esempio la gerarchia nel pasto, che determinano la vita o la morte dei singoli individui. Ma la specie normalmente continua.
sax ha scritto:Poi se sono troppi prima o poi arriva qualche malattia che li fa secchi tutti.........quindi.......![]()
ric.m ha scritto:Non si può lasciare la situazione così com'è, infatti come ha già fatto notare qualcuno, prima o poi se non sono le doppiette a farli fuori sarà qualche malattia con conseguenze sicuramente peggiori delle fucilate stesse per il mantenimento della specie.
Se ciò fosse vero allora tutte le specie animali, a cominciare dall?uomo, sarebbero già scomparse. Le epidemie non sono causate direttamente dalla fame, anche se è vero che gli individui indeboliti dalla fame sono più facilmente soggetti alla malattie.
Per concludere la caccia, sebbene possa essere considerata vantaggiosa e opportuna per l?uomo, non è affatto necessaria ai fini della conservazione delle specie animali.
Carlo78 ha scritto:ric.m ha scritto: ? la soluzione per me è il predatore a 4 zampe.
e dopo ci sono boschi e monti infestati da orsi lupi e linci.
Ammesso che prolifichino, iniziano gli incontri tra predatori e cittadini.
I primi feriti, i primi morti. Le rappresaglie dei villaggi a stretto contatto con l'habitat dei predatori.
I bracconieri mossi da uno spirito di "protezione dei civili" si sentono ancora più ingolositi dall'abbattere un orso o una lince o un lupo.
Soluzione: si chiudono tutte le aree verdi al pubblico?
?..
Soluzione? Sele controllo sugli stessi predatori.
Censimenti e abbattimenti controllati dei predatori e delle prede.
Allora siamo d'accapo.
Il lupo, la lince e l?orso sono animali in via di estinzione. La scelta di promuovere la crescita del loro numero, oltre che ai fini della salvaguardia della stessa specie, appare valida anche ai fini del controllo delle specie cacciate. Non mi risultano particolari rischi per l?uomo, ma solo per il bestiame. Le aggressioni all?uomo sono dovute principalmente ai cani randagi ed inselvatichiti.
In ogni caso questa scelta merita di essere discussa e valutata con attenzione ed interesse.
Veniamo al caso concreto della caccia al capriolo da cui è nato questo argomento e sul quale rivendico la mia vasta incompetenza. Da quando vado in montagna con assiduità, quattro anni, di caprioli ne ho visti tre o quattro, perché due avvistamenti forse riguardavano lo stesso esemplare. Ogni volta il vederli mi ha dato felicità. Lo trovo un animale molto bello, elegante.
Ribadisco che le associazioni ambientaliste sono insorte contro il provvedimento della regione Piemonte perché l?apertura della caccia al capriolo dal 10 agosto non rientra nell?ambito della normale attività venatoria.
Keto da Barp ha scritto:in questi giorni si parla della decisione della regione piemonte di abbattere un po' di caprioli..
sono una marea è non vedo perchè no...
Nel territorio della regione Piemonte i caprioli da uccidere sono 4996, quanti siano non lo sappiamo nonostante il censimento.
Zio Vare ha scritto:bummi ha scritto:Scommetto che Pecoraro nemmeno sa che in Italia il capriolo è una specie tutt'altro che a rischio estinzione. Lo dico, così a naso...
non mi stupirei se il tuo naso ci avesse azzeccato.
Prima di esprimere un giudizio sulla questione, mi piacerebbe che gli amministratori della regione Piemonte e delle altre regioni italiane rispondessero a queste domande:
1 chi sono i tecnici faunistici ed esperti che effettuano il censimento dei caprioli;
2 come si svolge concretamente il complesso e meticoloso lavoro di censimento che dura mesi;
3 quali sono i criteri che determinano il carico teorico sostenibile dal territorio per le varie specie animali;
4 quali sono le serie storiche annuali relative al numero dei caprioli, ai capi da abbattere, agli incidenti stradali.
Dal tenore del comunicato della regione Piemonte, traggo la conclusione che le preoccupazioni principali degli amministratori pubblici alla base delle loro decisioni, oltre che le sottaciute pressioni della lobby dei cacciatori , siano soprattutto le proteste dei cittadini per i danni alle loro coltivazioni e per gli incidenti stradali.
Keto da Barp ha scritto:Chi vive in montagna (anche senza l'estremo... come AM) e si vede campi e orti distrutti credo capisca meglio la situazione...
Sebbene comprensibili, tuttavia questi non sono i criteri di carattere ecologico, relativi alle risorse alimentari disponibili, agli equilibri tra specie diverse, al rischio di estinzione che dovrebbero presiedere ad una politica programmata della caccia.
Anch?io mi permetto di suggerire la lettura di un buon libro, che aiuti a comprendere che la natura non è solo quella descritta nelle favole: Il suicidio del capriolo e Ho visto piangere gli animali di Giancarlo Ferron.
bummi ha scritto:L'ambientalismo italiano (visto come movimento politico) continua ad essere un'accozzaglia di incompetenti che ha come unico obiettivo quello di partecipare alla spartizione del potere, che nel loro caso riguarda oltretutto una fetta piccolissima. Uomini piccoli piccoli, appunto...
Zio Vare ha scritto:Si chiamano VERDI e di ambiente non ne parlano mai. Quando ne parlano fanno pena. Però poi rompono i coglioni i parlamento facendo i pacifisti ad oltranza. Lo facessero per altre cose, per la miseria. La vera tutela dell'ambiente è optional. Gli stupidi sono di serie.
Non voglio qui difendere gli ambientalisti ed i Verdi, ai quali aderisco. Tuttavia brevemente trovo che la prima asserzione sia qualunquistica, la seconda ingiusta.
Sono convinto che questo mondo abbia bisogno come il pane di ambientalisti, di ecologisti, di vegetariani, di pacifisti, di Verdi.