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Messaggioda Odin Eidolon » ven nov 22, 2013 23:19 pm

tacchinosfavillantdgloria ha scritto:Sulla vexata quaestio del pomodoro e della mucca: chiedo venia se ogni tanto mi spazientisco, ma dopo anni non smetto di stupirmi che tante persone intelligenti continuino a prendere sul serio paragoni così evidentemente privi di fondamento. Non solo dal punto di vista scientifico - non serve essere neurofisiologi o etologi per rendersene conto: basta aver visto una volta ammazzare un maiale o un vitello, o anche solo aver giocato con un cane.

Vedi, a me sembra che continui a non capire cosa intendo dire. Forse hai già sostenuto questa conversazione decine di volte, e posso capire che stanchi. Specie perché probabilmente l'interlocutore medio con cui hai discusso disprezzava e ridicolizzava le tue argomentazioni a prescindere, come purtroppo è uso fare quando si parla di questi argomenti.

È ovvio che piante e animali sono profondamente differenti. Mi sembra di capire che quello che è importante per te è il non arrecare sofferenza e dolore agli animali. Non agli altri regni, ma solo agli animali (animalia), in quanto gli unici dotati di un apparato neurologico sufficientemente sviluppato da poter provare, riconoscere e evitare queste sensazioni.
Diverse cose mi lasciano perplesso di questo ragionamento, e cercherò ora di esplicitarle. Posto naturalmente che per te il ragionamento di cui sopra è e resta valido: quello che vado ora a dire è personale e si applica solo a come io vedo le cose.

Uno: quanto può essere effimera questa suddivisione! Animalia contiene esseri monocellulari (rispondono agli stimoli ma non dotati di sistema nervoso) ma anche pluricellulari. Forse allora tu ti riferisci solo agli essere appartenenti al sottoregno Eumetazoa. Anche qui qualche dubbio ci viene: insetti e lobopodi, crostacei e mammiferi, trematodi e rotiferi, cefalocordati e clitellati: le differenze sono enormi.
Fare una cernita è difficile e sfiora il ridicolo. Vogliamo scendere ancora nella piramide delle suddivisioni? Rischiamo inevitabilmente di lasciare fuori qualcuno di importante: se scegliamo i Cordati becchiamo i maiali, ma dimentichiamo insetti, polpi, molluschi e chissà cos'altro. Insomma quale è il criterio sul quale si basa la "suddivisione vegetariana"? Come può questo criterio essere universale,condivisibile ed accettato da tutti? Su quali basi?

Due: io potrei non essere d'accordo che infliggere dolore e sofferenza sia la cosa peggiore. Potrei ritenere che uccidere,anche in modo cruento, sia di gran lunga preferibile che allevare una mucca in una stalla di 1m². Potrei pure dire (ecco l'esempio banale, scusa) che l'uovo, essendo animale in potenza, non va mangiato, e il latte della mucca non bevuto. Bene, e ora? È lecito? Cosa è lecito e cosa non lo è? Dove sta il limite?
Non è forse che il limite è dentro tutti noi, ognuno ha il suo, e non abbiamo diritto di criticare il limite che gli altri si pongono?

tacchinosfavillantdgloria ha scritto:...paragoni così evidentemente privi di fondamento. Non solo dal punto di vista scientifico - non serve essere neurofisiologi o etologi per rendersene conto: basta aver visto una volta ammazzare un maiale o un vitello, o anche solo aver giocato con un cane.

Non capisco quale sia questo punto di vista scientifico. La scienza non si interessa di queste questioni, per fortuna: la scienza è amorale e imparziale: mai potrebbe classificare l'esistenza di una specie sopra quella di un'altra.
Ancora una volta, con l'ultima frase di cui sopra, dimostri di non aver capito che la tua posizione è prettamente personale: per te, veder ammazzare un maiale è terribile e ti spinge ad una riflessione in questo senso. Altre persone, meno sensibili di te su questo argomento, potrebbero non condividere questo tuo scandalo.

Ora faccio una piccola divagazione, ma restando in tema, almeno per chi vuol capire. Io personalmente ho una cultura di base scientifica e, se col cuore posso rimanere colpito (per l'indubbia somiglianza del maiale all'uomo), col cervello la cosa non mi tange più che l'abbattimento di una quercia o il disgregamento di una montagna. E io bado al cervello, non al cuore, tranne che in rari casi. È una visione più generale, non peggiore o migliore.
Questo può sembrare un punto di vista distaccato e asettico, triste, grigio, buio. All'artista, o all'uomo comune, può sembrare che lo scienziato, sezionando tutto ciò che ha di fronte, ne distrugga la bellezza e l'armonia. Per uno scienziato, invece, la bellezza e il significato delle cose assumono un contorno e un valore più profondo. Egli coglie e comprende un livello semantico (mi si passi il termine) in più: la bellezza di quello che sta sotto quello che vediamo e sentiamo, l'armonia della legge fisica, il fascino del rapporto tra gigantesco e microscopico, ma anche lo stupore di fronte all'ignoto.
Riguardo a ciò, il mio pensiero ricalca abbastanza quello di un fisico famoso: Feynman. Credo di aver visto e letto tutto di lui: lo consiglio vivamente, e molta della sua produzione è perfettamente accessibile anche a chi non avesse alcuna base scientifica. Egli era ed è il mio modello di scienziato ideale. La sua capacità di stupirsi come un bambino di fronte alle meraviglie della natura, tutte e su tutte le scale, è straordinaria. Dopo aver letto per la prima volta un suo libro, piansi scoprendo che era morto molti anni prima, tale è l'ampiezza dell'insegnamento che quell'uomo mi ha dato.

Naturalmente, tutti abbiamo un limite su cosa accettare e cosa no. E questo limite, almeno per me, è posto da quello che ritengo essere giusto e condiviso: non sono le regole che io solo ritengo essere corrette (esse esistono, ma capisco bene come gli altri possano non condividerle), ma le "regole" che sono generalmente accettate dalla società (occidentale) di cui ho accettato di fare parte. E qui torniamo al discorso di qualche post fa.
La società cambia nel tempo le sue regole, per fortuna. Nulla vieta di tentare di cambiarle dall'interno.

In linea di massima ritengo che entrare in conflitto su questa cosa sia controproducente (è improbabile che si riesca a convincere l'interlocutore, che anzi tende a incaponirsi nel suo punto di vista) e anche poco coerente con i principi di non violenza che si vogliono proporre.

D'accordissimo, però parlarne così amichevolmente è, almeno per me, molto interessante ed istruttivo.

i nostri amici pennuti e pelosi (e anche squamati).

Vedi: un altro esempio di come possiamo essere diversi. Per me un animale non è un amico tanto quanto non lo è l prima persona che incontro per strada. Forse qualcuno può diventarlo, ma nessuno lo è a priori. Per te gli animali sono tutti "amici" a prescindere, per me sono solo come altri esseri viventi (e non?!?), né più, né meno.
Questo naturalmente come avrai capito non significa che provi sentimenti negativi verso gli animali, ovviamente, né che non resti spesso affascinato dalla loro bellezza o dal loro comportamento, come ho già spiegato prima.[/quote]
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Messaggioda rf » ven nov 22, 2013 23:34 pm

http://www.amazon.it/Dove-vento-grida-più-forte-ebook/dp/B00FXDNRWC

consigliatissimo, si parla tanto e in maniera interessante di ecologia, di animali, di cibo, di greenpeace.

aiuta a schiarirsi le idee senza dietrologie, falsi perbenismi, finti moralismi.
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Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » ven nov 22, 2013 23:50 pm

Parlando di scienziati, una posizione che trovo molto interessante, e personalmente condivido, è quella di Frans de Waals, uno dei più importanti studiosi del comportamento dei primati. Ha scritto un libro, "il bonobo e l'ateo", che mi sentirei di consigliare a tutti quelli che si interessano all'argomento.

Per il resto, mi regolo in questo modo. Per me è inevitabile stabilire una gerarchia fra le varie specie: quanto più un animale ha un sistema nervoso evoluto, tanto più ritengo sia capace di soffrire e provare emozioni. Se una zanzara tenta di pungermi tendo a spiaccicarla, anche se un jainista mi disapproverebbe. Se lo s*#¥onzo pinscher del vicino fa per addentarmi una caviglia, raccomando al padrone di tenerlo chiuso ma non mi sognerei di farlo fuori (parlo del cane, non del vicino).

Magari è una posizione specista, ma mi sembra uno specismo ragionevole. Altri punti di vista, scusate se mi ripeto, ma mi sanno tanto di reductio ad absurdum, un confondere le acque per evitare di dover trarre conclusioni scomode.

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Messaggioda Callaghan » ven nov 22, 2013 23:56 pm

tacchino, vedi?
non c'è verso.
e quindi, per tua buona pace, e per tutti quelli che ci hanno lavorato sopra, il pomodoro, visto che ho già usato la metafora, una volta che gli infili un dito nel culo, si comporterà come il solito rottweiler.

mettiti tranquillo: non se ne esce. è incredibile, ma non se esce. i vegetali come gli animali. certo. infatti facendo l'autopsia ad una patata, si trovano le stesse strutture proteiche, la stessa struttura cardiocircolatoria, ed infine, neurologicamente parlando, le stesse componenti sinaptiche di un rottweiler.

sicuramente qualcuno, qui, ora, in questo forum, se opportunamente imbeccato, dimostrerà, dati alla mano, che il sole gira attorno alla terra, con orbita quadrada (7a, finale, flaviano bessone, durissimo).

anzi arriva lo scienziatone che consiglia la fisica di feynman, che fa figo, lancia il messaggio che lui la conosce e che quindi è intelligente, anzi, visto che è un fisico, è molto intelligente, visto che conosce la fisica, e conoscendo la fisica ci illumina sulla differenza tra un insetto ed un lobopode, lui, che si occupa di metereologia dell'apparato digerente, e che quindi conosce l'accatagliatonu dello scroto. un genio.
la scienza non si interessa di sinapsi? ah si? la scienza non si interessa di neurotrasmettitori? ah si? questa mi è nuova. pensa te: ed io che credevo che, addirittura, qualcuno avesse iniziato a parlare di fenomeni quantistici per i neurotrasmettitori, ed invece mi accorgo, e me lo spieghi tu, che la scienza di questo non si occupa. quindi, se intanto che recidi la giugulare di un cane il suo apparato neurologico, digiamo, si imbizzarrisce come quello di un uomo, e, digiamo, qualcuno misura anche quanto, ed invece quando apri in due una patata non si imbizzarrisce nulla, ah, no, certo, non sto facendo classifiche, hai ragione. non esiste una scala gerarchica sul numero di sinapsi, e, quindi, del pensiero, della scatola cranica, no. esiste solo la tavola di mendeleiev e l'operatore aggiunto.
bisognerà avvertire quelli che fanno esperimenti sui topolini. e dirgli: ragazzi, provate coi cetrioli, è lo stesso, anzi, meglio! anzi, provate con un faggio. siamo tutti uguali, non esistono per la scienza scale gerarchiche.

a genio: scala di più e fai risuolare le scarpette, che se le buchi, soprattutto in punta, poi le usi per gli esperimenti al cern, quelli elettrostatici, e ti si potrebbero bruciare vieppiù le tue di sinapsi, se te ne restano. e preciso: io sono politically clear, quindi me ne fotto delle discussioni con toni pacati. se uno dice stronzate, sta dicendo stronzate, anche se cita feynman. ne ho i coglioni piene di discussioni pacate piene di minchiate.

e figurati, tacchino: se non se ne esce dal punto di vista scientifico, immaginati il resto. ormai qualcuno che legge, si documenta, studia, ascolta e, dunque, apprende, o ammette di non sapere, non ce n'è più. la gara è a giustificare il proprio comportamento, a prescindere. perchè il più delle volte ci si comporta, e non si sa il perchè, ma ammetterlo fa troppo pirla, e quindi meglio raccontare cazzate.

fai così: magna tranquillo la tua melanzana. tanto pomodori, cavalli, piadine, ontani e vulcani sono uguali ma stupiscono a differenti livelli e quindi, per la legge dei grandi numeri, me li magno tutti e non ci penzo più.

la fisica di feynman, diocaro cosa devo sentir dire.

bau.
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Messaggioda VYGER » sab nov 23, 2013 10:15 am

tacchinosfavillantdgloria ha scritto:Sta scritto (mi pare che sia la Bhagavad gita, ma cito a memoria): "lotta, come se lottare servisse a qualcosa. Lavora, come se il tuo lavoro servisse a qualcosa".

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Chiedo venia, Tac.
Riassunto della Gita, a uso di quanti poco amano i testi sacri induisti.

Arjuna: "Ue', Krshna, ma davero devo far fuori cugini, zii, parenti e amici che là, davanti a me, mi si oppongono sul campo di battaglia?".
Krshna: "Sì, sì. Dio lo vuole".
Arjuna: "Sì, ma... Se faccio una roba del genere, accumulo tanto di quel karma negativo che passerò le mie prossime 450 mila rinascite a strisciare come verme".
Krshna: "No te preocupe, hombre. Se agisci distaccato, niente karma. Niente anellide per sempre. Vai, vai..."

http://it.wikipedia.org/wiki/Bhagavadg%C4%ABt%C4%81

Sì, lo so...
È tutta 'na metafora.

:roll:
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Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » sab nov 23, 2013 10:36 am

Trovato in rete, lo riporto.

Equal Rights for Plants?

A third argument seeks to reduce ethical vegetarianism to absurdity. If vegetarians object to killing living creatures (it is argued), then logically they should object to killing plants and insects as well as animals. But this is absurd. Therefore, it can't be wrong to kill animals.

Fruitarians take the argument concerning plants quite seriously; they do not eat any food which causes injury or death to either animals or plants. This means, in their view, a diet of those fruits, nuts, and seeds which can be eaten without the destruction of the plant that bears their food. Finding a theoretically significant line between plans and animals, though, is not particularly difficult. Plants have no evolutionary need to feel pain, and completely lack a central nervous system. Nature does not create pain gratuitously but only when it enables the organism to survive. Animals, being mobile, would benefit from having a sense of pain. Plants would not.

Even if one does not want to become a fruitarian and believes that plants have feelings (against all evidence to the contrary), it does not follow that vegetarianism is absurd. We ought to destroy as few plants as possible. And by raising and eating an animal as food, many more plants are destroyed indirectly by the animal we eat than if we merely ate the plants directly.

What about insects? While there may be reason to kill insects, there is no reason to kill them for food. One distinguishes between the way meat animals are killed for food and the way insects are killed. Insects are killed only when they intrude upon human territory, posting a threat to the comfort, health, or well-being of humans. There is a difference between ridding oneself of intruders and going out of one's way to find and kill something which would otherwise be harmless.

These questions may have a certain fascination for philosophers, but most vegetarians are not bothered by them. For any vegetarian who is not a biological pacifist, there would not seem to be any particular difficulty in distinguishing ethically between insects and plants on one hand, and animals and humans on the other.

Mi sembra abbastanza ragionevole.

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Messaggioda Odin Eidolon » dom nov 24, 2013 13:52 pm

tacchinosfavillantdgloria ha scritto:Parlando di scienziati, una posizione che trovo molto interessante, e personalmente condivido, è quella di Frans de Waals, uno dei più importanti studiosi del comportamento dei primati. Ha scritto un libro, "il bonobo e l'ateo", che mi sentirei di consigliare a tutti quelli che si interessano all'argomento.

Per il resto, mi regolo in questo modo. Per me è inevitabile stabilire una gerarchia fra le varie specie: quanto più un animale ha un sistema nervoso evoluto, tanto più ritengo sia capace di soffrire e provare emozioni. Se una zanzara tenta di pungermi tendo a spiaccicarla, anche se un jainista mi disapproverebbe. Se lo s*#¥onzo pinscher del vicino fa per addentarmi una caviglia, raccomando al padrone di tenerlo chiuso ma non mi sognerei di farlo fuori (parlo del cane, non del vicino).

Magari è una posizione specista, ma mi sembra uno specismo ragionevole. Altri punti di vista, scusate se mi ripeto, ma mi sanno tanto di reductio ad absurdum, un confondere le acque per evitare di dover trarre conclusioni scomode.

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Credo che la tua posizione sia del tutto comprensibile, penso anche sia il punto di vista della maggior parte delle persone. Credo che, se tutti agissero seguendo la propria coscienza, ci sarebbero molti più vegetariani.

Altri punti di vista possono essere, forse, delle reductio ad absurdum (anche se definirli così è riduttivo), come dici tu. Ma è un processo di ragionamento, secondo me, perfettamente corretto. Non è vero, almeno nel mio caso (o così io credo! :lol: ), che si tratti di una scappatoia. Personalmente cerco di applicare una mentalità simile a tutto quello che faccio. Può risultare fastidioso e sembrare presuntuoso, a volte. Anche la mia compagna si infastidisce non poco a volte per quest'atteggiamento dubbioso su tutto. Da anni si è dovuta abituare... :lol: Personalmente ho trovato che sia per me un buon modo di comportarsi, generalmente coerente, anche se può irritare non poco molte persone. Ad ogni modo, conosco persone molto più estremiste della logica... un fastidio! :lol:

Come ho detto, comunque, ritengo che la maggior parte delle persone, se fosse coerente, sposerebbe molte delle tue tesi.

Il bonobo e l'ateo, me lo segno e vedo se ce l'hanno in biblio. Sempre che prima o poi riesca a finire Tilman...
Ultima modifica di Odin Eidolon il dom nov 24, 2013 14:11 pm, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda Odin Eidolon » dom nov 24, 2013 14:06 pm

tacchinosfavillantdgloria ha scritto:Trovato in rete, lo riporto.

Equal Rights for Plants?

A third argument seeks to reduce ethical vegetarianism to absurdity. If vegetarians object to killing living creatures (it is argued), then logically they should object to killing plants and insects as well as animals. But this is absurd. Therefore, it can't be wrong to kill animals.

Fruitarians take the argument concerning plants quite seriously; they do not eat any food which causes injury or death to either animals or plants. This means, in their view, a diet of those fruits, nuts, and seeds which can be eaten without the destruction of the plant that bears their food. Finding a theoretically significant line between plans and animals, though, is not particularly difficult. Plants have no evolutionary need to feel pain, and completely lack a central nervous system. Nature does not create pain gratuitously but only when it enables the organism to survive. Animals, being mobile, would benefit from having a sense of pain. Plants would not.

Even if one does not want to become a fruitarian and believes that plants have feelings (against all evidence to the contrary), it does not follow that vegetarianism is absurd. We ought to destroy as few plants as possible. And by raising and eating an animal as food, many more plants are destroyed indirectly by the animal we eat than if we merely ate the plants directly.

What about insects? While there may be reason to kill insects, there is no reason to kill them for food. One distinguishes between the way meat animals are killed for food and the way insects are killed. Insects are killed only when they intrude upon human territory, posting a threat to the comfort, health, or well-being of humans. There is a difference between ridding oneself of intruders and going out of one's way to find and kill something which would otherwise be harmless.

These questions may have a certain fascination for philosophers, but most vegetarians are not bothered by them. For any vegetarian who is not a biological pacifist, there would not seem to be any particular difficulty in distinguishing ethically between insects and plants on one hand, and animals and humans on the other.

Mi sembra abbastanza ragionevole.

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Trovo due principali punti deboli nell'argomentazione precedente. Un po' complicati da trattare, però.

Il primo, è che il punto di vista sugli insetti è un po' strano. Sappiamo bene come si possa in effetti (porto miliardi di persone a testimone) nutrirsi di insetti, fino anche a renderli un importante elemento della propria dieta. Questo non è il caso della consuetudine occidentale, ovviamente. Ma se lo fosse, il ragionamento come cambierebbe?

Il secondo punto invece è ben più filosofico e nasce forse da una certa ignoranza. O forse dal fatto che non ho mai discusso queste cose a fondo con una persona di idea differente che volesse davvero discuterne serenamente, indi non ho avuto modo di affilare (o affinare?) le mie idee, un po' abbozzate. Cerco di spiegarmi al meglio. Continuo a non capire appieno se non si può, secondo i vegetariani, uccidere animali, o "solo" causare loro dolore. O entrambi. E l'allevamento per sfruttamento dei prodotti, dove ricade? Ancora una volta, questa scelta secondo me è fortemente dipendente dalle sensibilità personali, più che dettata da un'ovvietà evidente. In tal caso, uno potrebbe anche obiettare ampliando ancora il discorso, sul significato del dolore e della felicità (sensazione ben più difficile da codificare rispetto al dolore e per questo -?- spesso ignorata). Alcuni pensano che gli uomini, essendo dotati di un intelletto superiore (?), abbiano la responsabilità morale di fare quello che gli altri animali non fanno: evitare completamente il dolore altrui. Questo ragionamento, su cui si potrebbe discutere per anni, è comunque un po' parziale: la scelta di una sensazione particolare (il dolore) sembra a me un'asimmetria dipendente un po' troppo dal singolo e dalla sua personale morale.
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Messaggioda meki » dom nov 24, 2013 19:33 pm

nel dubbio stringi.Immagine
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Messaggioda Sbob » lun nov 25, 2013 11:41 am

Che figata la mietitrebbia per polli! :lol:
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Messaggioda EasyMan » lun nov 25, 2013 12:25 pm

terribile
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Messaggioda coniglio » lun nov 25, 2013 13:04 pm

Sbob ha scritto:Che figata la mietitrebbia per polli! :lol:

:lol: :lol: :lol:

eh già
poveri polli esticazzi delle condizioni dei lavoratori...


ps. son d'accordo con tutto. ma imho il concetto di sofferenza degli esseri viventi nella produzione va esteso, perchè no, anche ai lavoratori.

pps. per questo son sempre un pò scettico sui pipponi etici...anche se di fatto son quasi sempre d'accordo (ho un passato anche vegan).
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Messaggioda al » lun nov 25, 2013 13:04 pm

Video molto interessante, che non si esaurisce in una critica al sistema industriale di produzione del cibo animale (sarebbe altresì interessante un video analogo in cui si mettono i scena i nuovi schiavi neri dell'agricoltura).
al
 
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Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » lun nov 25, 2013 14:06 pm

coniglio ha scritto:
Sbob ha scritto:Che figata la mietitrebbia per polli! :lol:

:lol: :lol: :lol:

eh già
poveri polli esticazzi delle condizioni dei lavoratori...


ps. son d'accordo con tutto. ma imho il concetto di sofferenza degli esseri viventi nella produzione va esteso, perchè no, anche ai lavoratori.

pps. per questo son sempre un pò scettico sui pipponi etici...anche se di fatto son quasi sempre d'accordo (ho un passato anche vegan).


Premesso che i polli stanno persino peggio dei lavoratori che li squartano, preoccuparsi degli uni non implica disinteressarsi degli altri. Anzi.

Se non ricordo male, Marco d'Eramo ricordava come il filo spinato fosse stato inventato per ingabbiare gli animali. Poi l'hanno usato nelle trincee e alla fine nei campi di concentramento.

Un atteggiamento compassionevole e non violento può, e forse dovrebbe, essere esteso a tutti gli esseri.

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Messaggioda Odin Eidolon » mar nov 26, 2013 21:29 pm

Solo in parte pertinente, ma molto interessante:
LINK TED TALK

Sul cervello dei primati, cosa lo differenzia dal cervello di altri animali, cosa lo differenzia dal cervello di altri primati e un'ipotesi di come quest'ultima differenziazione abbia avuto luogo.
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Messaggioda MarcoS » mar nov 26, 2013 22:38 pm

Oplà! Ora mi ripeto un po', anche perché a quanto pare fan più presa le seghe filosofiche che i dati hardcore su allevamento e pesca intensiva. Forse perché sulle prime generalmente ci si può confrontare a botte di opinioni più o meno sensate mentre coi numeri è un po' più difficile?
Cioè, quando ci si magna la bistecca, il wurstel, il pescechefatantobene, oltre alle sofferenze di esseri viventi (divertente la mietitrebbia per il pollame, vero? ti ci farei fare un giro) ricordiamo anche alcune trascurabili quisquilie accessorie che renderanno il nostro pasto più gustoso.

Buoni i gamberetti, vero? ogni kg di gamberetti che viene pescato coinvolge 24 (si, ventiquattro) kg di altre bestiacce marine che vengono ributtate a mare morte o morenti vengono chiamate "prede accessorie". Si, rientrano nella catena alimentare ma forse sono un po' troppe. Nel senso che i gamberetti sono il 2% del pescato globale ma il metodo di pesca causa il 33% delle P.A. globali.
O il tonno! No, le classiche tonnare praticamente non esistono più. L'attuale metodo di pesca del tonno causa la morte contemporanea di circa 145 (centoquarantacinque) altre specie di pesce. Ho trovato un'immagine simpatica che dà l'idea delle quantità: "immagina che ti servano un piatto di sushi ma che cntenga anche tutti gli animali uccisi per ottenere QUEL sushi. Ti servirebbe un piatto di un metro e mezzo di diametro."

Secondo l'ONU l'allevamento è responsabile del 18% dellle emissioni di gas serra. Non sembra molto, vero? Beh, è il 40% in più dell'intero settore dei trasporti. Sembra che si contribuisca di più all'inquinamento sgranocchiando quel pollastro che ciucciandosi quegli X km a weekwnd per andare ad arrampicare.

L'allevamento intensivo di animali è responsabile poi del 37% delle emissioni di metano "man made" (non vi ricordo l'importanza del metano nell'effetto serra, 23 volte suoeriore a quello del CO2), ma c'è di più: è responsabile anche del 65% delle emissioni di ossido nitroso, che cavolo è sta roba? No, niente, una robetta tipo il metano ma circa 300 volte più potente del CO2, come causa di riscaldamento globale.

Oh, e gli antibiotici. E MERS. Si, quelle infezioni ospedaliere antibiotico-resistenti che secondo alcuni medici (che addirittura dichiarano che l'era degli antibiotici è alla fine), probabilmente contribuiranno presto ad uno sfoltimento di questa specie folle .. Che c'entrano? Uno dei principali motivi dell'aumento delle specie di batteri resistenti agli antibiotici è proprio l'abuso di questi nell'allevamento intensivo.

E l'inquinamento da liquami, suini soprattutto che figata. Pensiamoci mentre ci ingozziamo di mortadella, o di speck, o di quegli stupendi wurstel bavaresi...http://www.slowfood.it/sloweb/2f27db42770f487c862d86f3b9a4b16d/fame-di-carne L'articolo parla di germania ma qua non è che sia poi tanto diverso, anzi, considerando certe peculiarità italiche potrebbe essere anche peggio.

Vaben, è tardi e per ora mi fermo qua.
Insomma, l'allevamento e la pesca intensiva, oltre a tutta una serie di problematiche etiche ed umanitarie (diciamo così) che presentano, hanno dei costi ambientali e sanitari altissimi e generalmente sottovalutati, soprattutto nella percezione del cittadino medio e - usualmente mal o disinformato. Costi che - in un modo o nell'altro - alla fine vengono a ricadere anche in termini economici sulla comunità intera.

Godetevi i prossimi pranzi e cene, soprattutto se a base di pezzi di bestie morte (malamente).
Se sei mona e credi in Dio, crederai nel Dio dei mona
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Messaggioda Odin Eidolon » mar nov 26, 2013 23:49 pm

MarcoS,
alcuni dei tuoi dati, di cui non citi le fonti, sono errati. Con questo NON voglio commentare le conclusioni, mi limito a citare i dati corretti per completezza.

I migliori dati a disposizione, finché non verrà reso pubblico il V report dell'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) 2013/14, sono del report numero 4, datato 2007.

In particolare cito:
1)La percentuale totale di emissione di gas serra da parte dell'agricoltura (attenzione, l'IPCC intende sia l'allevamento animale che la produzione di vegetali!) ammonta al 14% del totale. I trasporti al 13%. L'industria al 19%, l'approvvigionamento di energia al 26%.
Fonte: IPCC 2007
Per semplicità si veda il riassunto dell'EPA.

2) Per quanto riguarda l'emissione di CH4, la percentuale collegabile all'agricoltura varia a seconda dello studio. La questione è dibattuta. Si vedano i report dell'IPCC III (citato da wikipedia nella pagina del metano) e IV. Inoltre esistono anche studi più recenti a riguardo secondo cui l'emissione globale di metano da collegare all'allevamento e all'agricoltura ammonta al 50% del totale. È importante però sottolineare che di questo 50% una grossa fetta è legata all'agricoltura; in particolare, il solo riso contribuisce con il 10% di emissioni di metano. Maledetti cinesi...
Fonte: EPA ed IPCC ed altri, per semplicità riassunto in parte (EPA) qui.

3)N2O. Anche qui la questione è MOLTO dibattuta, ma non so il dato che dici tu da dove salti fuori. L'emissione di N20 da attribuire all'agricoltura varia fortissimamente tra il 20 e il 70% circa.
Si veda l'IPCC4 in proposito. Ad ogni modo, gran parte dell'emissione di N20 è da attribuirsi ai fertilizzanti utilizzati per la coltura di piante, non di animali. Si veda qui per un resoconto sull'N2O negli USA. Eliminare l'allevamento di animali indi non risolverebbe affatto questo problema, anzi forse lo aggraverebbe fortemente, a seconda di quale percentuale di piante coltivate vogliamo attribuire poi al consumo animale.

EDIT: ho parlato solo dei dati relativi al cambiamento climatico perché sono quelli che conosco, sugli altri taccio umilmente.
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Messaggioda Sbob » mer nov 27, 2013 10:00 am

Una curiosità su come sono calcolati quei dati: le emissioni di quella quota di agricoltura destinata all'allevamento sono contabilizzate sotto l'agricoltura o sotto l'allevamento?
E' un dato di non poco conto, se si considera che la resa in termini di calorie dell'allevamento e' intorno al 10% (cioè da ogni 100 calorie da cereali che mangia una bestia si ricavano 10 calorie di carne).
Ultima modifica di Sbob il mer nov 27, 2013 14:25 pm, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda Odin Eidolon » mer nov 27, 2013 10:55 am

Sbob ha scritto:Una curiosità su come sono calcolati quei dati: le emissioni di quella quota di agricoltura destinata all'allevamento sono contabilizzate sotto l'agricoltura o sotto l'allevamento?
E' un dato di non poco conto, se si considera che la resa in termini di calorie dell'allevamento e' intorno al 10% (cioè da ogni 100 calorie da cereali che mangia una bestia si ricava 1 caloria di carne).


Ho citato studi diversi: a quale studio ti riferisci? IPCC, EPA, altro?

Se vai ai link "spiegati" che ho messo sopra comunque dovresti trovare la risposta. In generale agricoltura e allevamento sono messe tutte nella stessa categoria. Sottolineo però che gli studi dell'IPCC non fanno altro che raccogliere eda volte approfondire tutti gli studi più all'avanguardia in materia, quindi a volte può essere difficile far combaciare le categorie di uno studio con quelle di un altro. Per questo si usano macrocategorie tipo "trasporti" e non "auto", "camion", "treno", "aereo" ecc...

Per favore, correggi quel 10% di 100 che farebbe 1, fa male al cuore :lol:
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Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » mer nov 27, 2013 11:11 am

Da ignorante non entro nel merito delle stime di cui sopra.

Mi limito a tentare un ragionamento di senso comune.

La maggior parte degli animali di allevamento sono alimentati con mangimi, che sono prodotti agricoli

(Eccettuate poche mucche fortunate dell'altopiano di Asiago che pascolano felici nella piana di Marcesina, e poche - spero - sfortunate costrette a mangiare farine animali, vedi mucca pazza)

Ne consegue che il mais che viene coltivato O viene destinato a sfamare noi umani O viene ammannito a mucche e C. (Salvo alternative ancora più insensate come usarlo per produrre carburanti).

Nel primo caso si ha una resa tot, nel secondo una resa che non so quantificare ma è sicuramente MOOLTO più bassa.

Quindi mi sembra ovvia la conclusione che mangiare la mucca comporti un impatto ecologico maggiore rispetto a mangiare direttamente il mais.

Forse mi sfugge qualche passaggio, ma ora come ora non riesco proprio a capire come di possa contestare questa cosa.

Limitati saluti
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