giorgiolx ha scritto:e comunque visto che lo conoscevi personalmente...potevi raccontarci qualcosa

Difficile raccontare qualcosa di Hrabal così, per iscritto...
Difficile perché ci vorrebbero parecchie pagine per poter inquadrare l'Uomo, lo scrittore ed il suo tempo.
Posso solo dire che andare ad incontrarlo alla sua birreria preferita, U Zlatého Tigra, sulla Husova, a Praha 2 - Staré Město.... Beh, era un qualcosa di incredibile, di indicibile...
Il suo primo saluto può essere riassunto in un "ma vaffanculo, non lo sai che a parlare con me hai solo problemi?"... Riferendosi ai numerosi personaggi che lo seguivano con piuttosto parca discrezione. Non solo a loro, probabilmente anche a quelli che seguivano me, pericoloso uomo dell'Ovest in grado di capirli... Seguito perché andavo ad incontrare Hrabal, la vedova del sommo Holan, il dissidente Havel, che lì a qualche anno sarebbe poi diventato Presidente...
Hrabal era una forza della natura...
Se riuscivi a passare il primo vaffa, se lo guardavi negli occhi e lgi mostravi interesse per quello che ti diceva e non per come lo stesse dicendo... Beh, il passo successivo era invitarti a sedere a tavola con lui...
Il resto sono racconti che rimandano ad una rivisitazione in chiave anni '80 della Praga Magica ripelliniana, o della Praga dorata dei mille racconti mitteleuropei...
Una Praga in cui il Golem di Meyrink, personaggi kafkianie hasekiani si incontrano con altre strane figure della Praga a lui contemporanea, senza soluzione di continuità tra una nefandezza e l'altra, tra una grandezza unica, praghese, e il resto del mondo...
Averlo visto significa aver conosciuto quel timbro di voce... E quello sguardo.
Purtroppo non sono uno scrittore e tanto meno un ritrattista... Non saprei rendere né l'una, né l'altra cosa.
Posso solo invitare a leggere e rileggere tutto ciò che è suo.
Riscoprire Praga dopo essersi letti Hrabal, Hasek, Kafka e Meyrink sarà tutt'altra cosa... Vi permetterà di girare, se vorrete, per le viuzze della Praga ebraica e di vedere, letteralmente vedere il Golem che esce di casa, sorridendovi, per svanire dietro l'angolo della casa natale di Francesco Capretta, alias Frantisek Kavka, alias Franz Kafka...
Allo stesso modo in cui a me, assieme ad un collega, è capitato, girando per Kiev, di vedere uscire dalla casa natale di Bulgakov un enorme gatto nero.... Enorme, bellissimo e sicuro di sé.
Assieme - ed il mio collega all'epoca (1993) aveva passato da tempo i 70 e non era un bevitore come il sottoscritto - esclamammo "Behemot". Giuro che non ero ubriaco, era ottobre 1993, eravamo sull'Andreevskij Spusk (in russo vuol dire Discesa di Sant'Andrea, ma gli Ucraini lo chiamano Andrijivs'kyj Vzviz, che vuol dire salita di Sant'Andrea).... Behemot - lo giuro - si girò e miagolò qualcosa.... Non sono in grado di dire se fosse un miagolio russofono od ucrainofono... Ma quel gatto nero rimase impresso nella mia memorai e fu osì ch emi rilessi, credo per la quinta volta, quel capolavoro del Мастер и Маргарита, il Maestro e Margherita di quello che, forse, assieme a Dostoevskij è il mio romanziere russo preferito, Bulgakov.
Eco, rileggere tutto Bulgakov è un consiglio che darei sempre a chiunque.
Per fortuna sono in pochi ad ascoltarmi...
...Se tuti i bechi gavesse un lampion... Gesummaria che iluminasiòn!
Canto popolare veneto