Enzolino ha scritto:Enzolino ha scritto:Ma secondo voi come dovrebbe essere una guida d'arrampicata?
Bravo Enzolino! Domanda intelligente! Sei proprio un ragazzo simpatico tu!
Per me la guida deve riflettere lo spirito del posto ... alcune falesie hanno poca storia e sembrano create con lo spirito da supermercato "Usa & getta". Per quelle falesie o settori di montagna che invece hanno una storia ... le avventure dei primi salitori ... l'innalzamento delle difficolta' ... l'individuazione di nuove ed audaci linee ... ecco, per questo tipo di falesie/montagne una guida che riporti solo le topos ed i gradi trovo che sia riduttiva ...
Per finire una guida non deve essere esaustiva ma deve lasciare un minimo di spazio al mistero ed alla scoperta, almeno per quanto riguarda le vie di montagna ...
Ciao
Lorenzo
l'approccio storico sulle guide (specie in zone che hanno una storia, un'importanza alpinistica) é fondamentale. Siamo tutti dei maniaci di montagna, si sa'. io voglio sapere tutto, specialmente dopo che ho fatto la via. Chi l'ha aperta, quando come perché, chi era sto tipo, cosa pensava dell'andare in montagna e chi lo seguiva.
Quasi sempre mancano completamente accenni a cosa é stato fatto in inverno (sulla guida di sperlonga ad esempio....

).
Io ho letto la guida sul G Paradiso di Oviglia come se fosse un libro, pagina per pagina....é la cosa buffa é che non ci sono mai andato ad arrampicare.... pero' mi sembra di averne respirato l'aria
Chiaramente una guida come la Damilano-Perroux sul misto al Bianco, se scritta in questo modo occuperebbe 5 tomi....... ma io penso che la leggerei di corsa!!!!
Inoltre non é necessario che ci siano migliaia di foto. L'itinerario certo e qualche foto di gente che ha fatto la storia... le foto dei passaggi é vero che sul momento titillano la curiosità ma in fin dei conti uccidono un po' il fantasticare
....no, non ora, non qui, questa pingue immane frana....