Patrick Berhault é morto!

Area di discussione a carattere generale sull'arrampicata.

Messaggioda Mago del gelato » gio apr 29, 2004 17:48 pm

Addio Patrick, sei una persona davvero speciale, spero di poterti rincontrare un giorno...
Prego per te e per la tua famiglia.
Il tuo Amico Andrea
Ultima modifica di Mago del gelato il gio apr 29, 2004 17:51 pm, modificato 1 volta in totale.
La liberazione dello spirito generò la liberazione del gesto, e nacque il Free Climbing
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Messaggioda dademaz » gio apr 29, 2004 17:50 pm

NOOOOOO!!!!!
se n'e' andata veramente una grande e bella persona!!!!!

che tristezza...il pensiero subito va alla sua famiglia, alle sue figlie.

che brutta notizia.
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Messaggioda zeo saverio » gio apr 29, 2004 17:51 pm

:cry: :cry: :cry: :cry: :cry: :cry: :cry: :cry:
"WHAT WE GOT TO SAY
POWDER TO THE PEOPLE NO DELAY !!!
FIND THE POWDER !!!! "
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Messaggioda Fokozzone » gio apr 29, 2004 18:09 pm

A forza di salire hai raggiunto il cielo.
Prosit.
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Messaggioda Lorenz » gio apr 29, 2004 20:04 pm

Una giornata molto triste :cry:

Un ricordo molto recente, domenica scorsa sulla Dent d'Hérens

Immagine

Lorenz
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Messaggioda alison » gio apr 29, 2004 20:23 pm

quante persone ti ricordano...
quante persone NON ti dimenticheranno....
Addio grande Patrick
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Re: Patrick Berhault é morto!

Messaggioda flaviop » gio apr 29, 2004 23:33 pm

bepositive ha scritto:
gion ha scritto:Il grande alpinista e guida alpina Patrick Berhault é morto ieri cadendo dalla cresta tra il Täschhorn e il Dom nel vallese durante la traversata di tutti i 4000 delle alpi che aveva intrapreso con Philippe Magnin in marzo.
Il sogno si é interrotto bruscamente.

Oggi é un giorno triste per gli amanti della montagna.


...torno dopo una lunga assenza... son tutto contento di rileggervi...e invece?... merda... che merda....

una cresta, una c***o di cresta: io berhault avrei giurato avesse superato la morte...o meglio la morte in montagna. me lo immaginavo come un immortale cassin-due o arditodesio-due. credevo che solo un ufo, solo un alieno sarebbe riuscito a piegarlo, e invece una c***o di cresta...vaffanculo...

mi direte che son cinico, ma avrei preferito non lo ritrovassero il giorno dopo, vedere freddo e fermo colui che del movimento e dell'azione è stato il massimo esponente... non è giusto, ecco.
scomparso. non morto.
scomparso me lo immagino ancora a vagare per le alpi, come immaginavo casarotto tra i ghiacciai del k2, egger in cima al cerro torre, mio 'nonno' in russia, mallory in vetta all'everest, senna sul podio di imola

berhault è scomparso, non morto.


Ecco spiegato benissimo quello che non mi usciva
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Messaggioda quilodicoequilonego » ven apr 30, 2004 8:38 am

ZERMATT (Svi), 29 aprile 2004 - Tra i colleghi e gli amici della rinomata scuola di alpinismo di Chamonix, Patrick Berhault andava celebre per la prudenza. Per l'attenzione meticolosa che metteva in ogni sua mossa in montagna fin dall'inizio della carriera, quando era ancora ragazzino e con l'amico d'infanzia Patrick Edlinger aveva tentato le prime ascensioni in Slovenia. Da escludere insomma che possa essere stato qualcosa di diverso da una imponderabile fatalità l'origine della tragica caduta di ieri mattina, mentre con l'amico Philippe Magnin era ormai a pochi metri dalla cima del Taeschhorn (4491 m.)
Ieri mattina si erano già lasciati alle spalle la cima Mischabeljosh Bivouac a 3.851 metri d'altezza, e dopo tre chilometri di cammino, attorno alle 11.20 erano saliti fino a quota 4100, con l'intento di raggiungere il Taeschhorn, quindi il Dom (4545), il Lenzspitze (4294) e il Nadelhorn (4327). Un cammino in quel tratto facile, lungo un sentiero, nulla di nemmeno apparentemente pericoloso. Tanto che nemmeno due esperti come loro, nonostante la scarsa visibilità, hanno ritenuto necessario indossare le imbragature. Camminavano lungo le pareti della montagna, tranquilli, quando il terreno ha cominciato a cedere. Il lastrone sul quale era Berhault si è staccato.
Sempre sorridente e amichevole, Berhault era ben voluto da tutti. Innumerevoli le sue scalate e le vie aperte in tutto il mondo, in Himalaya, sulle Ande, e perfino in Africa. Anche se, come racconta Jean-Michel Asselin, giornalista della rivista d'alpinismo francese, 'Glenat Presse': "Amava tutte le montagne del mondo, ma le Alpi sono sempre state il suo giardino. Le ha attraversate in lungo e in largo". E proprio il periplo dell'arco alpino compiuto tra l'agosto del 2000 e il febbraio 2001 è stata limpresa che lo ha fatto conoscere in tutto il mondo. In quell'occasione, in compagnia ogni volta di alpinisti diversi, ha scalato 22 vette, partendo dalla Slovenia e arrivando a Mentone, in Francia.
Un'altra sua impresa memorabile è stata quella del febbraio dello scorso anno, quando, con il solito Philippe Magnin, facendo base sul versante italiano, a quota 3850 m., in 9 giorni ha scalato le otto più belle vie ghiacciate del Monte Bianco ad una temperatura media di -25°.
Non ti dimenticheremo mai
enzo
Avè rot le bale, basta spit 'n Dolomiti, tanto i cavan tuti...
In arrampicata, cosa c'è di più artificiale del trapano ?
VIA TUTTTTTT
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Messaggioda Rob87 » ven apr 30, 2004 9:03 am

Ieri sera alla Sciorba di Genova si era un pò tutti + silenziosi, poi qualcuno ha messo un pò di video di Patrick sulla piccola Tv della palestra. Risultato?
Nessuno arrmapicava +, eravamo tutti a contemplare il video, strabigliati dalla classe di questro Grande.

Ciao Patrick nessuno ti dimenticherà mai!
Ciao Rob87
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Messaggioda Camel » ven apr 30, 2004 9:48 am

A volte racconto alle mie bimbe che talvolta alcuni alpinisti non tornano dalle cime perchè incontrano la Fata della Montagna che li tiene con lei, là sulla cima, sul puro limpido culmine, per guardare tutti gli altri che saliranno, per aiutare chi si troverà in difficoltà.

Anche per Patrick ho raccontato questo alle mie bimbe. Mi piace pensare che sia proprio così, che Patrick sia insieme alla Fata della Montagna, sul puro limpido culmine, per aiutare tutti coloro che, come lui, cercheranno di spostare più avanti i confini del "bello" e dell'"umanamente possibile".
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Messaggioda alex.x » ven apr 30, 2004 10:05 am

La grandezza di Patrick era che a conoscerlo e sentirlo parlare ti sembrava uno di noi, non un superuomo, un personaggio irraggiungibile.
Addio Patrick
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Messaggioda 5.13 » ven apr 30, 2004 11:21 am

:( :( :( :( :( :( :( :( :( :( :( :(
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Messaggioda Fanto » ven apr 30, 2004 12:19 pm

Lo ho incontrato per la prima e l'ultima volta a cuneo in novembre durante la presentazione di una pubblicazione per il centenario del Corno Stella nelle marittime (il terreno alpinistico, insieme alla Cougourda dove si è innamorato della montagna ed ha cominciato a fare le imprese che tutti noi conosciamo).
Che dire...sono andato a cercare il numero di ALP su cui mi fece una dedica... :cry: "a mon amì Stefano"
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Messaggioda alfaomega » ven apr 30, 2004 12:40 pm

..............

:cry: :cry: :cry: :cry: :cry: :cry:
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Messaggioda Fokozzone » ven apr 30, 2004 13:03 pm

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il luogo dove hai mosso i tuoi ultimi passi, di questa vita mortale.
Adesso.....
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Messaggioda gug » ven apr 30, 2004 13:40 pm

....è un giorno triste! :cry: :cry:
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

Traguardi Effimeri
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Messaggioda scaltro » ven apr 30, 2004 13:47 pm

addio Patrick, ora da lassù proteggi tutti noi...
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Messaggioda Andrea Orlini » ven apr 30, 2004 14:13 pm

L'ho scritta per Sara, sei anni, e la sua sorellina, che scalpitava per vedere la vita, quando papà Niki ha intrapreso il suo viaggio.
Sento di dedicarla adesso a Patrick e a tutti i miei, i vostri amici lassù.

C'era una volta una valle? E già, le storie iniziano sempre così, ma questa volta bisognerebbe dire?C?è una valle? perché la storia sta continuando da tanto tempo.
E allora ricominciamo.

C'è una valle in cui, contrariamente a tante favole, non vivono draghi, né buoni né cattivi, ma è abitata da tanti Elfi un pò bricconi e chiassosi. In genere gli Elfi, come i loro cugini gnomi, cercano le pentole d?oro là dove l?arcobaleno bacia il terreno, oppure scavano diamanti e pietre preziose negli anfratti della terra, oppure ancora ne fanno di tutti i colori agli uomini. Ma questi no, non fanno tutte queste cose, ma si trovano in gruppo, fanno baldoria, cantando e ridendo, eppoi, la loro più grande passione è quella di arrampicarsi sulle rocce.
In questa valle, chiamata Rosandrella, attraversata da un bellissimo torrente e tante cascatelle, ce ne sono tanti di questi Elfi e tutti con nomi strani; ma si sa, gli Elfi sono creature un pò particolari.
In genere si incontrano in un posto chiamato ?casello? ma anche in tanti altri. Quando si trovano, all?inizio non hanno molta voglia di fare qualcosa, e allora, posate le loro gerle piene di corde e ferri strani, iniziano a prendersi in giro e a cantare. C?è sempre Jubel che con Tart tira fuori una bellissima chitarra, ovviamente piccola ma magica, e iniziano a suonare per tutti. Gli altri prima li guardano sorpresi e insonnoliti, ma poi si fanno prendere dalle note che si spargono nell?aria e iniziano a cantare, un po? stonati a dire il vero. Anche Baldo è un musicista ma è più riservato degli altri e inizia a suonare sempre più tardi. Le femminucce di questi Elfi, dopo aver tirato fuori tanti manicaretti preparati per i loro compagni, iniziano anche loro a cantare e saltare e, a dire il vero, talvolta sono veramente ridicole.
Pian pianino però, le note scemano, e i nostri Elfi allora iniziano ad arrampicarsi sulle rocce, la loro passione più grande. Se ne vanno a gruppetti di due o più, ognuno su qualche paretina, ridendo e scherzando anche quando volteggiano alti nel cielo. Purgo, un Elfo che mangia tante molle e si muove continuamente, si arrampica annusando e accarezzando tutti i chiodini che trova nelle fessure delle roccie; ma preferisce solo guardarli senza toccarli, perché così, dice, non può fargli del male. Da sotto, Resira lo guarda poco convinto, ma sa che Purgo è molto bravo e così rimane lì, paziente.
Ovviamente ce ne sono tanti altri lì attorno; Sirocan lo si nota benissimo visto il suo stravagante abbigliamento come anche Turki. Baldo in genere se ne va a salire con Andrean e qualche volta con Gnanetto. Aldin si sforza di insegnare ad arrampicare al suo cagnetto Edin, ma senza grande risultato.
Lady Marin, lady Liscan, come anche lady Sbrisan, lady Manu e tante altre ancora si accodano ai nostri Elfi bricconi, ma quando questi diventano troppo scherzosi, allora se ne vanno da sole e ne combinano anche loro di tutti i colori.
Gli animaletti del bosco attorno li guardano divertiti. Sanno che questi piccoli Elfi fanno tanta confusione con il loro vociare, chiamandosi di continuo, ma che non sono pericolosi come i cacciatori. Il capriolo, come anche il passero e il suo amico pettirosso, li spia da vicino, nascosto da qualche cespuglio, pronto ad andare a prendersi le briciole che i nostri amici lasciano sul terreno dopo i loro pasti. Lady Lucertola e Mister Ramarro hanno imparato a farsi da parte quando le manine degli Elfi si spingono sulle roccie fino ad arrivare talvolta dove ci sono le loro tane, ma non sono preoccupati perché sanno che non vogliono fargli del male.
Eppoi dall?alto Sir Falco Hawk controlla tutto e se c?é qualche problema con un rapido grido mette in allarme tutti gli abitanti del bosco.
Così le giornate trascorrono allegre.
In alto il sole riscalda tutti, ma alla fine del suo volo, anche lui, stanco, si abbassa per far posto alla sorella Luna.
Bisogna sapere che questa allegra compagnia alla fine della giornata ama ritrovarsi per festeggiare, e allora tutti gli scherzi e divertimenti fatti finora sono niente rispetto a quello che riescono a combinare.
In genere si ritrovano al Castello del conte Moccò, chiamato così perché ha sempre il raffreddore e dal naso gli cola sempre un moccolone grande, proprio come ai bambini.
Accendono un gran fuoco, e vi cuociono una quantità enorme di cibo. Non si riesce mai a capire come nelle loro pancine ci stia tutto quel ben di Dio. E poi aprono una gran numero di botticelle di un liquido di color bruno o anche giallino. Quando ne bevono troppo allora si che diventano ancora più scherzosi. Giocano tra loro, saltando sulle note che Baldo, Tart e Jubel seminano nell?aria, continuando a mangiare e a bere.
Quando la sera è piena delle note della musica, tanto che sbattono sulla testa dei nostri, allora l?aria diventa magica e frizzante.
Come per magia dalla penombra si vedono arrivare le corte ombre, visto che gli Elfi sono piccoli, degli Elfi Speciali. Arrivano solo quando c?è grande allegria e tutti si sentono bene nell?essere accanto ai propri amici. Li precede quasi sempre Rikki ma saltellandogli dietro ecco apparire Pastoliv, Tuddi e Nicchi e tanti altri ancora.
Abbiamo detto che sono gli Elfi Speciali, speciali in tutto, bravissimi ad arrampicarsi sulle roccie, e soprattutto a stare in compagnia con gli altri.
Allora la festa diventa ancora più grande, fino a quando tutti presi dall?euforia lasciano il loro cibo e gli strumenti musicali e ritornano ad arrampicarsi al chiaro della luna.
Dobbiamo essere sinceri, Nicchi e Pastoliv sono i più belli a vedersi quando volteggiano alti sulle pareti, sembrano non fare mai fatica, e sempre lì a scherzare anche quando la roccia sembra essersi stancata del loro solletico e vuole scrollarseli da dosso.
Sono davvero bellissime queste feste. E ci sono anche tanti umani che le vengono a vedere e, sebbene i nostri Elfi sono un?po? riservati, li accettano ugualmente.
Poi la festa si conclude con una grande bevanda, il Gran Pampurio, che fatta con fuoco e fiamme manda tutti a nanna.
Il mattino, che fa sentire il cuculo svegliare tutti assieme ai raggi timidi del sole, rende però un?pò tristi gli Elfi.
Gli Elfi Speciali se ne sono dovuti andare, loro non possono rimanere alla luce del sole.
Di Elfi Speciali ce ne sono pochi, e lo si diventa per meriti particolari che però non tutti possono capire, e allora loro che sono un pò timidi cercano di nascondersi.
Ma qualcuno dei loro amici ha scoperto che anche gli Speciali si possono vedere di giorno, mentre arrampicano sempre o se ne stanno fermi a chiacchierare.
Basta mettersi buoni, fermi fermini in certi punti della valle, in silenzio ad ascoltare, chiudendo magari anche gli occhi. Allora pian pianino si iniziano a sentire le loro vocine e dopo un pò si possono anche aprire gli occhi, e pure vederli.
Nicchi, Pastoliv, Tuddi e Ricchi e tutti i loro compagni, non lasciano mai la valle quando vedono un loro amico Elfo seduto su un masso con gli occhi chiusi.
Arrampicano anche per il loro amico, ma lo seguono sempre, anche quando alla sera ritorna nella propria casetta.
Li ritrovi vicini quando guardi una vecchia corda e annusi il suo odore, oppure mentre giochi con i cuccioli dei tuoi amici Elfi.

Sono gli Elfi Speciali, quelli che non ci lasciano mai soli.
Mio piccolo lettore, questa favola, come tutte del resto, è proprio vera. Però bisogna fare in modo di rileggerla spesso, per ricordarsela sempre e così i nostri amici Elfi Speciali potranno continuare ad arrampicare anche di giorno e seguirti ovunque tu vada. Se poi non ricorderai tutto, allora chiedi a chi questi Elfi li conosce bene.
Ti racconteranno tante altre belle storie.
Buone storie a te.
Andrea Orlini
 
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Messaggioda Nupterix » ven apr 30, 2004 15:48 pm

Con i tuoi video e i tuoi libri mi hai sempre trasmesso gioia e passione.
Ciao Patrick, leggenda dell'arrampicata....

GRAZIE PER LA TUA UMANITA' !!!!!!!!!!!!
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Messaggioda pietrodp » ven apr 30, 2004 20:01 pm

Dico solo una cosa: e' grazie a persone come Patrick Berhault se uno come me ama tanto la montagna e l'arrampicata.
Non lo dimenticheremo mai!!
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