Si tratta di "Burne Out", aperta dall'amico Lionel Catsoyannis e soci. Il nome é un classico gioco di parole a sfondo sessuale, tema caro agli amici d'oltralpe, che qui giocano sull'ambiguità fonetica e ortografica tra l'inglese "burn" e il francese "burne" (testicolo).
Comincio dicendo che é senza ombra di dubbio una figata pazzesca, e soprattutto la via dall'itinerario più caotico che abbia mai percorso. Infatti lo schizzo assomiglia più ad un ottovolante disegnato da un bambino, che ad una via d'arrampicata.
La via si trova in riva sinistra delle gole, precisamente al ponte sull'Artuby.
L'Artuby é un fiume effimero, che per una particolare situazione idrogeologica é parzialmente sotterraneo per gran parte dell'anno. La via é quasi inaccessibile se c'é acqua nel letto visibile del fiume (quando scorre in superficie, é che é un attimo in piena...!). Controllate dal ponte prima di iniziare! In periodi non estivali il fiume può essere in secca ma presentare comunque qualche pozza di acqua stagnante, bagni obbligatori.
Avvicinamento a piedi seguendo il sentiero usato dai clienti del bungee jumping per risalire: il sentiero parte dal ponte in riva destra orografica dell'artuby (estremità sud est del ponte). Si deve prima andare verso monte (sud) per poi trovare questo sentiero attrezzato con corde fisse e ben segnalato, che scende nel canyon dell'artuby tra salti di roccia e cengie. Una volta sotto il ponte continuare verso valle per circa 200m fino alla grotta, enorme ed evidentissima, in riva sinistra. La via attacca sulla sinistra della grotta.
la via é adatta all'arrampicata estiva o comunque in periodi molto asciutti, dato che una lunghezza si svolge su di un soffitto con numerose risorgenze. In più l'inizio della via non vede mai il sole e la seconda metà é all'ombra dalle 13 in estate. Livello massimo 7a/b, obbligatorio sul 6b+/c. Come tutte le vie attrezzate di Lionel, é chiodata "per i ripetitori", cioé come una normale falesia transalpina (s2 in scala versante sud?). Essendo il primo ripetitore i gradi li abbiamo dati insieme, nel mio parere ho cercato di essere in linea con le altre vie dello stesso apritore, ovvero di dare valutazioni "contemporanee" sulla maggior parte dei tiri e al limite essere un pelo più "old school" sui passaggi di puro stile verdon. L'incertezza sull'ultimo tiro dipende da questo dilemma: sarebbe 7b nel 90% delle falesie contemporanee, ma all'escalés si trovano 7a analoghi e più rognosi...
Dato l'itinerario "un po' tortuoso" la ritirata diventa complicata dopo la quinta lunghezza, inoltre alcuni tiri all'inizio sono abbastanza fisici e possono spompare molto se non li si capisce...l'ultima lunghezza é sia la più dura che la più obbligatoria (un passetto un po' stronzo, il chiodo non é lontano ma non si azzera). Insomma val la pena andarci senza essere tirati al limite sul 7b. Da notare la vicinanza con la ramirole, tempio dell'alto livello in falesia su canne...
Attenti al tiro del soffitto nella grotta (terzo tiro nel mio schizzo):
1) se bagnato le enormi stalattiti che si usano come prese possono essere fragili! In tal caso meglio evitare sia L2 che L3, e dalla S1 dirigersi direttamente a S3 seguendo una rampa fangosa con un muretto di III (tiro completamente sprotetto, facilissimo anche se la fanghiglia "tipo speleo" non rassicura troppo).
2) se volate sul tiro del soffitto, vi ritrovate appesi in pieno vuoto. Non sognatevi di "pompare" la corda come in falesia, troppi attriti, assicuratore in configurazione non ideale. O siete capaci di fare il numero da contorsionisti che consiste nel mettere un piede sulla corda e camminarci sopra, oppure meglio avere all'imbrago un kit da risalita (cordini e bloccanti vari).
3) nel caso in cui si rompesse una stalattite, o durante un volo si sfregase la corda contro una di esse, sarebbe moooolto meglio scalare con due mezze. Io il tiro l'ho fatto con una corda singola e un po' me la sono fatta sotto.
schizzo e altre foto qui