da EvaK » lun giu 13, 2016 22:33 pm
da crodaiolo » lun giu 13, 2016 22:36 pm
da Eionedvx » lun giu 13, 2016 22:37 pm
da KIKKA-MO » lun giu 13, 2016 22:59 pm
da rocciaforever » lun giu 13, 2016 23:01 pm
da KIKKA-MO » lun giu 13, 2016 23:05 pm
rocciaforever ha scritto:Ma prima o poi anche quella articolazione dolente andrà in ferie e quindi non avrò più scuse valide per lasciare le scarpette in cantina...e lì saranno dolori perchè non avrò più scuse utili con me stessa per non ricominciare ad arrampicare...
da rocciaforever » lun giu 13, 2016 23:21 pm
KIKKA-MO ha scritto:rocciaforever ha scritto:Ma prima o poi anche quella articolazione dolente andrà in ferie e quindi non avrò più scuse valide per lasciare le scarpette in cantina...e lì saranno dolori perchè non avrò più scuse utili con me stessa per non ricominciare ad arrampicare...
e cosa c'è di male?
da lamontagnadiluce » lun giu 13, 2016 23:25 pm
da Danilo » mar giu 14, 2016 1:09 am
da funkazzista » mar giu 14, 2016 8:18 am
EvaK ha scritto:[...] sono anni che faccio sacrifici ad orari molto poco consueti per allenarmi, anni che le vacanze sono per scalare, i week end sono per scalare, la domenica non vedo la famiglia per scalare [...]
da gigiDR » mar giu 14, 2016 8:24 am
da Danilo » mar giu 14, 2016 8:27 am
funkazzista ha scritto:E' il tuo primo infortunio "serio", EvaK?...
da Eionedvx » mar giu 14, 2016 8:29 am
funkazzista ha scritto:Devo dire però che quando sono ripartito (5 mesi la "pausa" più lunga) mi sono sempre sorpreso di essere non solo più motivato (evabbè), ma anche più "forte" di prima, nonostante un po' di inevitabile ruggine.
da coniglio » mar giu 14, 2016 9:14 am
zeta.k ha scritto: Sussulto di un burattino
Ieri sera hai ascoltato il disco degli SleepMakesWaves.
Stasera guarderai un film di Myazaki con la tua donna.
L’altra sera hai fatto una passeggiata lenta. In centro. Osservando le persone di taglio; con in cuffia In Rainbows. Una volta a casa hai letto un po’.
Senti aria dentro. Mista a musica.
Ordine e spazio. Un open space esistenziale.
Cinque giorni consecutivi senza pannello. E non è la settimana di scarico. In palestra si mormora che non ti fai vedere perché sei fuori forma, perché sul progetto sabato scorso hai preso per i denti, perché sei incazzato con F. che ha detto che il tiro potrebbe anche essere mezzo grado più morbido. Perché tu passi un po’ a sinistra. Non rispondi agli SMS.
Sei anche ingrassato. Tre chili.
Niente di estremo, ma per un dissociato paranoide come te sarebbero stati più che sufficienti a compromettere il tuo equilibrio quotidiano.
E invece no.
Invece non ti frega un c***o.
Invece, per una volta, viene prima te stesso. Ma il te stesso vero, non lo strafigo che credi di essere. E che per fortuna non sei. Che ti fa urlare sul passo duro dei tiri o tallonare dove non serve. Che ti rende ridicolo.
Dopo lavoro sei passato in palestra a prendere le Solution risuolate.
Fortunatamente senza gomma sul puntale. Altrimenti avresti dovuto buttare via anche questo paio.
Per un attimo non ti sei sentito parte di questo tutto.
Due saluti in sala, quattro chiacchiere sul 7b+ che sta provando C.
Se è 7c.
Tu dici di si.
Come sempre.
Perché è bene avere molta cautela con chi è felice.
Perché in fondo è sempre meglio mezzo grado in più e un frustrato in meno a questo mondo che un esercito di eroi, ma abbruttiti e nascosti in falesia.
O sulla methode per bassi di quel 7a+ che sta provando quella gran f**a della R.
…che peraltro viene in palestra con quegli short…e prova sempre i blocchi vicino a dove siamo noi.
Se il suo ragazzo non facesse l’8b in tre giri, partirebbe la gang bang in tempo zero.
Là, sui materassi.
Incredibile: il suo ragazzo si tiene? La tipa non gliela tocchiamo.
Questione di rispetto.
Questione di gradi.
Essere fanaticamente subalterni significa anche questo.
Questa meravigliosa ragazza passa interi pomeriggi appesa a questo tiro corto, unto, chiodato male e obbligatorio, boulderoso e morfologico solo perché il suo uomo cade alto sull’8c del secret spot.
La guardo con occhi diversi.
Chissà cosa c’è dentro di lei? Quello spazio vuoto riempito in noi dal testosterone, in lei da cosa viene colmato?
Forse è solo una donna che ama. Che custodisce in sé quell’atavico mistero che muove il tutto.
Che la rende tenera e candidamente indifesa in questo mondo fatto di ego ipertrofici e bassezze morali. Di combattimenti all’ultimo sangue senza muovere un dito.
È una cantilena. Un rito di possessione.
Àleduro… àleduro… àleduro… àleduro… àleduro… àleduro…
Il canto di una tribù. E' delirante conformismo.
Un inno ad un dio pagano che si prende, anch’esso, le domeniche. Le nostre.
Se in falesia non lo sopporto, qui, nel tempio del fitness trapiantato in verticale, lo trovo – appunto – blasfemo.
Eppure vedo cattiveria e determinazione. Vedo quel pizzico di rabbia negli occhi di chi deve lanciare a quel pezzo di plastica con l’adesivo TOP appiccicato sotto.
Ci vedo della sana Motivazione c***o.
Il sacro fuoco.
Passi che su pietra li trovi dal 7c in su.
Eppure è tutta gente che in falesia fa tragedie sui 6b spittati ogni mezzo metro.
Non capisco.
Mi sento immeritatamente superiore. E sbaglio. E lo so perfettamente.
Sto facendo peccato a quel dio di cui poco sopra. Perchè i tipi si tengono. E a te rode il culo.
Perché la verità è che anch’io ho il c***o piccolo. E quindi ho bisogno di simulacri, di sostituti di vita vissuta. Di posticcia portata emotiva degli eventi. Di rimedi apparenti.
Altrimenti non scalerei. Non così per lo meno.
Ma ora ne sono fuori. Ancora per poco. Perché cinque giorni iniziano ad essere troppi.
Ritornerò, ritornerò a urlare e bestemmiare.
A chiedere, senza motivo, se il tizio è passato liscio su quel tiro. A lamentarmi delle tracciature morfologiche. A svegliarmi all’alba il sabato e la domenica per preparare il thè e lo zaino. A scegliere i Pantaloni portafortuna e l'abbinamento cromatico migliore.
Che sia figo, ma che non tradisca uno studio preventivo.
Ma fino a quel momento ho la musica dentro. E voglio ascoltarla fino alla fine.
Naufragare in essa.
Perché il mio corpo me lo chiede.
Perché la vita è una meraviglia.
Perché questo week end scalerò, ok, ma fino al momento della prossima ricaduta voglio respirare a pieni polmoni il senso di leggerezza, l’essermi divincolato dall’oppressione che mi si strozzava in petto e bloccava in gola un urlo di rabbia e verità.
Perché la vita è viaggiare, scrivere, suonare, amare, progettare insieme, passeggiare, godere di un buon pasto, accarezzare la tua donna, dormire abbracciati la domenica mattina, correre in bosco.
Perchè diversamente sarebbe un errore.
Perché per quanto tu ti voglia sottrarre con raffinatezza a certe dinamiche, a tuo modo obbedisci e ti adatti. Accetti il tuo degrado personale. Il tuo rinunciare a questi tesori che la vita ti mette davanti lungo il sentiero di avvicinamento alla felicità. Ma che tu non vedi.
Perché dentro rimbomba il tuo vuoto culturale.
Perché dei surrogati si nutrono gli oppressi.
Scalare è una ricchezza. Una fortuna essercisi imbattuti. È una meraviglia. Un dono.
Dovrebbe essere un qualcosa in più.
Finchè non se ne fa una fredda, vuota e grigia oggettivazione di fenomeni meccanico-muscolari atti a soddisfare insipide e sterili esigenze edonistiche.
Perché l'arrampicata deve rimanere un qualcosa in più.
Non un qualcosa al posto di.
Perché non voglio perderla.
da VYGER » mar giu 14, 2016 9:29 am
coniglio ha scritto:zeta.k ha scritto: Sussulto di un burattino
[...]
http://chegradofai.blogspot.it/2015/11/ ... ttino.html
da Rampegon » mar giu 14, 2016 9:33 am
da ProcioneFalesio » mar giu 14, 2016 10:08 am
da funkazzista » mar giu 14, 2016 10:17 am
gigiDR ha scritto:Signore e signori ebbene si ,esiste una vita al di fuori dell arrampicata,strano a crederci ma è praticata,con vario successo ,da alcuni miliardi di persone
da EvaK » mar giu 14, 2016 10:38 am
funkazzista ha scritto:E' il tuo primo infortunio "serio", EvaK?
(intendendo per "serio" quello che ti costringe a stare ferma per un po')
Quando è toccato a me (solo 3-4 volte: un paio per le dita e una o due per una caviglia... direi che finora sono stato decisamente fortunato) a volte ho avuto l'atteggiamento "non me ne frega niente" e altre volte quello scalpitante.
Devo dire però che quando sono ripartito (5 mesi la "pausa" più lunga) mi sono sempre sorpreso di essere non solo più motivato (evabbè), ma anche più "forte" di prima, nonostante un po' di inevitabile ruggine.EvaK ha scritto:[...] sono anni che faccio sacrifici ad orari molto poco consueti per allenarmi, anni che le vacanze sono per scalare, i week end sono per scalare, la domenica non vedo la famiglia per scalare [...]
Una pausa ogni tanto ci vuole.
Cambiare un po' obiettivi, o non averne nessuno.
La voglia ritornerà.
E se non ritornerà andrà bene lo stesso.
da EvaK » mar giu 14, 2016 10:47 am
funkazzista ha scritto:gigiDR ha scritto:Signore e signori ebbene si ,esiste una vita al di fuori dell arrampicata,strano a crederci ma è praticata,con vario successo ,da alcuni miliardi di persone
Si, beh... però non è che arrampichiamo e basta, eh (magari! )... le bollette in qualche modo tocca pur pagarle.
E, onestamente, se la "vita al di fuori dell'arrampicata" è quella casa-lavoro-casa, film-sul-divano, domenica-pranzo-dai-tuoi-o-dai-miei, allora ne faccio volentieri a meno.
Se non arrampicassi farei dell'altro: mi dedicherei allo studio della musica barocca, imparerei a suonare la tromba, il clarinetto, il fujara, il pianoforte, la batteria... andrei in MTB, farei surf, correrei sui sentieri... ecchediamine!
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