Storia dell'arrampicata piemontese.

Area di discussione a carattere generale sull'arrampicata.

Messaggioda berni » mer nov 29, 2006 18:05 pm

Devo dire che all'epoca ero molto "arrabbiato", e....partii per levare gli spit da Itaca, solo che la maggior parte era già stata levata...

Scrissi un altra lettera, questa volta pubblicata, contro alcune Guide Alpine del Cuneese, "Aspittando le Guide" si intitolava, scatenando un putiferio...era la mia rivoluzione, piccola piccola, ma nessuno mi segui. Volevo in realtà stimolare i grandi, quelli che han voce in capitolo, ma nessuno intervenne, solo mail private di approvazione, esporsi non da tutti...
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Messaggioda alter-ego » mer nov 29, 2006 19:06 pm

sai che quella lettera mi è tornata in mano l'altro giorno quando cercavo le lettere di Grassi? La scelta di non pubblicarla fu del direttore, non assolutamente mia.
Io ho cercato di spiegare le ragioni di quel gesto, ma sono questioni di lana caprina per la maggioranza. Diciamo che, senza voler scaricare il barile, io ero partito per sostituire qualche pressione di Itaca e poi il mio amico mi forzò la mano, perchè lui la vedeva così. Andò in quel modo, e non ho paura a dirlo pubblicamente, anche se a Valerio mi lega un'amicizia profonda e sugellata in situazioni anche difficili. Certo oggi non lo rifarei, anche se per me Itaca non rimane l'esempio e non avevo compreso francamente l'alzata di scudi. Perchè motti aprì la via con largo uso di chiodi a pressione, e mi dava fastidio che i suoi pressione fossero mitici, mentre i miei erano invece "sporchi" spit. Era quindi un gesto emblematico che però nessuno capì, anzi, non ho paura a dire che fu un boomerang. Concordo che il mio fu un "cattivo esempio" e forse aprì la strada ad altre riattrezzature, effettuate poi nell'ombra, molto più subdole della mia, che era stata alla luce del sole, anzi pubblicizzata di mio pugno. Parlando poi con Motto del fatto, lui mi disse "quando fai queste cose, falle con il più ampio consenso possibile, altrimenti non farle". Aveva ragione ma io ero sinceramente incazzato del riconoscimento che si dava ad un Pedrini, ad esempio, quando il suo era l'esempio eclatante di ciò che non andava fatto in Valle dell'Orco. Non sto discutendo del valore di Pedrini, ma in Val dell'Orco sbagliò, e nessuno lo diceva. Anzi, alcune autorevoli penne continuavano a tesserne le lodi. Il primo a dirlo chiaramente fu Berthod, nell'intervista che gli fecei su Up. ma non glielo feci dire io, intendiamoci. Al di là che si possa o meno condividere, lui è uno che ha coraggio. Lui è l'unico che osa dire che Piola sta esagerando, e che oggi potremmo avere un Monte Bianco diverso. E pochi sanno che ha fatto in libera gli strapiombi delle visioni di Grassi. Lui sì che ha già indicato la strada per il futuro.
Molti altri hanno fatto degli errori, ma nessuno ha scritto lettere. Sono state scavate prese, riattrezzate delle classiche, anche da persone che in valle sono dei miti. Io non mi voglio nascondere dietro ad un dito, ma bisognerebbe dire le cose come stanno veramente.

ciao

M
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Messaggioda Redpoint » mer nov 29, 2006 19:38 pm

Secondo me, come peraltro emerge dagli interventi precedenti, ripulire una, cento, mille vie e riportarle al loro "presunto" stato originario non può portare l'arrampicata in nessuna direzione... perchè non è una condizione sufficente la presenza di vie definiamole "tradizionali" per creare un ritorno verso un'altro modo di arrampicare...

è vero che l'offerta crea la domanda, almeno nella nostra economia consumista... ma non credo che possa funzionare anche con l'arrampicata...

personalmente sono tra quelli che credono che prima debbano cambiare gli arrampicatori e poi le vie... per il semplice motivo che se poi non ci sono più arrampicatori in grado di salirle quelle vie che senso ha schiodarle...

ma cambiare gli arrampicatori o cercare di imporre una nuova "scuola" nell'arrampicata non è cosa per niente facile...

per come la vedo io il limite più grande ad una rivoluzione del genere sta nel fatto che c'è sempre meno gente che frequenta la montagna in modo completo ed intensivo...

io sono tra quelli fermamente convinti che non si possono fare due vie "serie" all'anno ed il resto delle domeniche passarle al centro commerciale... la montagna io credo vada visuta con intensità... con ore di passeggiate, magari a vedere un po' gli avvicinamenti, a studiare la parete... magari facendo prima delle vie facili in zona... insomma vada conosciuta... non semplicemente leggendo delle righe stringate di una relazione fotocopiata e stropicciata...

è un ambiente che per la mia esperienza non si presta assolutamente a delle "sveltine" o degli exploit...

per farvela breve... siamo un po' al solito discorso che per fare una via di un bel V da proteggere integralmente o parzialmente occorra macinare un bel po' di centinaia di metri di roccia all'anno... sia su vie ben protette dove si alza il grado, sia di vie più facili d'ambiente...

ora a me sembra che in giro non ci sia tutta sta gente che dedica così tanto alla montagna... me incluso... :oops: :oops:
e di conseguenza il numero dei potenziali ripetitori va riducendosi al solo gruppo dei "fedelissimi" mangiaroccia...


la mia esperienza di quest'anno mi porta a fare queste considerazioni...
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Messaggioda berni » mer nov 29, 2006 19:45 pm

Quanto dice l'ho capito con il tempo, parlando cone te e leggendo...di sicuro apprezzai, sempre con il tempo, il fatto che tu ti fossi esposto pubblicamente, anche se per alcune cose non ero e non sono daccordo.

L'esempio di Alison, mi rendo conto ora, era proprio cazzone! Anche perché ne conservo un ricordo bellissimo, pensa che raggiunsi gli amici al Rifugio alle 5.00 di mattina, dopo essere partito a 1/2notte da Saluzzo senza neanche conoscere l'accesso al rifugio stesso. Sveglia alle 6.00 e via...all'attacco, senza calze e con le scarpe da ginnastica, avendo dimenticato il "necessaire" alla macchina. Poi, una volta terminata la Via decidemmo di scendere per la normale del Grampa, risultato: enormi vesciche ai piedi, distrutto ma felice, una delle più belle Vie moderne che ho fatto, paragonabile ad Aurora nucleare al Pic Sans Nome...

Buffo che il direttore dell'epoca, credo fosse Giglio, ad una mia chiamata disse che aveva perso il fax e di...rimandarglielo... :lol:
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Messaggioda alter-ego » mer nov 29, 2006 19:57 pm

Redpoint ha scritto:Secondo me, come peraltro emerge dagli interventi precedenti, ripulire una, cento, mille vie e riportarle al loro "presunto" stato originario non può portare l'arrampicata in nessuna direzione... perchè non è una condizione sufficente la presenza di vie definiamole "tradizionali" per creare un ritorno verso un'altro modo di arrampicare...

è vero che l'offerta crea la domanda, almeno nella nostra economia consumista... ma non credo che possa funzionare anche con l'arrampicata...

personalmente sono tra quelli che credono che prima debbano cambiare gli arrampicatori e poi le vie... per il semplice motivo che se poi non ci sono più arrampicatori in grado di salirle quelle vie che senso ha schiodarle...

ma cambiare gli arrampicatori o cercare di imporre una nuova "scuola" nell'arrampicata non è cosa per niente facile...

per come la vedo io il limite più grande ad una rivoluzione del genere sta nel fatto che c'è sempre meno gente che frequenta la montagna in modo completo ed intensivo...

io sono tra quelli fermamente convinti che non si possono fare due vie "serie" all'anno ed il resto delle domeniche passarle al centro commerciale... la montagna io credo vada visuta con intensità... con ore di passeggiate, magari a vedere un po' gli avvicinamenti, a studiare la parete... magari facendo prima delle vie facili in zona... insomma vada conosciuta... non semplicemente leggendo delle righe stringate di una relazione fotocopiata e stropicciata...

è un ambiente che per la mia esperienza non si presta assolutamente a delle "sveltine" o degli exploit...

per farvela breve... siamo un po' al solito discorso che per fare una via di un bel V da proteggere integralmente o parzialmente occorra macinare un bel po' di centinaia di metri di roccia all'anno... sia su vie ben protette dove si alza il grado, sia di vie più facili d'ambiente...

ora a me sembra che in giro non ci sia tutta sta gente che dedica così tanto alla montagna... me incluso... :oops: :oops:
e di conseguenza il numero dei potenziali ripetitori va riducendosi al solo gruppo dei "fedelissimi" mangiaroccia...


la mia esperienza di quest'anno mi porta a fare queste considerazioni...


red, io vedo la montagna come passione, non come passatempo. Per cui la passione non si ferma al fatto che ci sia un chiodo in più o in meno. Quando ero incidentato o avevo la tendinite, non ho smesso di scalare, ma andavo sui quinti. Si chiede di riconsiderare ciò che si è convinti di fare ed eventualmente di riconquistarselo. Per uno che ha passione questa è una sfida che motiva, non un ostacolo. io la vedo così. Sulle difficoltà della rivoluzione ti dò ragione, nessuna rivoluzione è facile. Non era facile neanche per Motti e soci cambiare il modo di pensare
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Messaggioda paolo s4 » mer nov 29, 2006 20:05 pm

...
Ultima modifica di paolo s4 il gio set 18, 2008 21:27 pm, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda Redpoint » mer nov 29, 2006 20:08 pm

alter-ego ha scritto:Si chiede di riconsiderare ciò che si è convinti di fare ed eventualmente di riconquistarselo. Per uno che ha passione questa è una sfida che motiva, non un ostacolo. io la vedo così. Sulle difficoltà della rivoluzione ti dò ragione, nessuna rivoluzione è facile. Non era facile neanche per Motti e soci cambiare il modo di pensare
Sai è questo riconquistarselo che non riesco proprio a capire...
io quei tempi non li ho vissuti... e conosco ben poco anche le vie di cui si sta parlando... ma non riesco proprio a capire... probabilmente questa cosa è spiegabile con l'affezione verso certe vie e certi luoghi... ed è anche comprensibile...

io penso di frequentare la montagna con passione... anche se leggendo le tue righe devo dire che mi hai fatto venire un dubbio... sul concetto di "passione"...
di certo non la considero un passatempo... ma abitando in montagna m sembra che faccia parte della mia vita... anche se francamente non penso di appartenere alla montagna...
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Messaggioda alter-ego » mer nov 29, 2006 20:40 pm

Redpoint ha scritto:
alter-ego ha scritto:Si chiede di riconsiderare ciò che si è convinti di fare ed eventualmente di riconquistarselo. Per uno che ha passione questa è una sfida che motiva, non un ostacolo. io la vedo così. Sulle difficoltà della rivoluzione ti dò ragione, nessuna rivoluzione è facile. Non era facile neanche per Motti e soci cambiare il modo di pensare
Sai è questo riconquistarselo che non riesco proprio a capire...
io quei tempi non li ho vissuti... e conosco ben poco anche le vie di cui si sta parlando... ma non riesco proprio a capire... probabilmente questa cosa è spiegabile con l'affezione verso certe vie e certi luoghi... ed è anche comprensibile...

io penso di frequentare la montagna con passione... anche se leggendo le tue righe devo dire che mi hai fatto venire un dubbio... sul concetto di "passione"...
di certo non la considero un passatempo... ma abitando in montagna m sembra che faccia parte della mia vita... anche se francamente non penso di appartenere alla montagna...


parliamo su due piani diversi, forse sarebbe bello parlarne a voce, qui si va sul complesso. Sarebbe un piacere...poi se vivi in montagna ancor meglio! :wink: :wink:
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Messaggioda Redpoint » mer nov 29, 2006 20:51 pm

alter-ego ha scritto:parliamo su due piani diversi, forse sarebbe bello parlarne a voce, qui si va sul complesso. Sarebbe un piacere...poi se vivi in montagna ancor meglio! :wink: :wink:
Più che da piani diversi, mi sa che siamo ad un confronto generazionale... :wink:
Noi, parlo di alcuni della mia generazione, vi abbiamo sempre guardati e continuiamo a considerarvi come dei punti di riferimento... vie e personaggi continuano ad essere dei punti di riferiento...

ciò che penso sia cambiato, non sia tanto la montagna o l'arrampicata, ma tutto il resto... noi non abbiamo vissuto il vostro tempo e non conosciamo come si cresceva in quegli anni... ma vediamo cosa avete fatto... però cresciamo in un mondo che penso sia molto cambiato... e certe cose che provavate all'ora, probabilmente noi ora non le proviamo più...

poi hai perfettamente ragione... si sta andando sul complesso... :wink:
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Messaggioda Payns » mer nov 29, 2006 21:51 pm

E' il tempo a scandire le cose che facciamo.

E sempre il tempo a dirci se cosa abbiamo fatto è bene o male.


Capisco cosa intende Redpoint (dove cavolo eri? :roll: )

Apprezzo molto Maurizio (scusa ma trovo difficile ora usare il tuo nick) e Marco. Chi mette in discussione se stesso, le scelte ed espone questo in un forum aperto a tutti, dimostra cultura, sensibilità e innocenza, nel senso nobile della parola.

Personalmente sono contento ed incantato come un bambino che guarda i cerchi nell'acqua dopo aver lanciato un sasso, di aver indirettamente fatto partire delle bellissime pagine.






Ora basta. Torniamo alle cose serie.
Marco, mi devi 0,60 ?uro! :evil:
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Messaggioda lucasignorelli » gio nov 30, 2006 0:22 am

alter-ego ha scritto: Aveva ragione ma io ero sinceramente incazzato del riconoscimento che si dava ad un Pedrini, ad esempio, quando il suo era l'esempio eclatante di ciò che non andava fatto in Valle dell'Orco. Non sto discutendo del valore di Pedrini, ma in Val dell'Orco sbagliò, e nessuno lo diceva. Anzi, alcune autorevoli penne continuavano a tesserne le lodi.


Il problema del "gesto" di Pedrini (anzi, più precisamente, il problema della pubblicità che ebbe e continua in un certo senso ad avere) è che, molto spesso, si ha paura a stigmatizzare qualcosa se lo si percepisce come "trasgressivo", perchè (soprattutto qui in Italia) nessuno vuole essere dalla parte della tradizione, dei "vecchi barbogi".... anche se i vecchi barbogi hanno ragione. Questo, per inciso, è un discorso che vale per entrambi i lati della barricata - quante opinioni od azioni nettamente conservatrici e reazionarie (sto parlando del contesto arrampicatorio, ma non solo) sono vendute come "trasgressive" e "controtendenza" per farle digerire al pubblico e renderle più appetibili?
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Messaggioda Redpoint » gio nov 30, 2006 0:26 am

Payns ha scritto:(dove cavolo eri? :roll: )
...ma che domanda... ero in montagna a scalare, camminare e cercare stelle cadenti... 8) 8) :wink:

...questa sera sono stato alla biblio di sezione... ero alla ricerca di qualche parola di Grassi che potesse guidare la mia ricerca di ghiaccio in quest'inverno che non vuole mostrare il suo freddo abbraccio... e le ho trovate in un articolo che parla della "ricerca di fantasmi"... ve le riscrivo perchè meritano, sono off topic ma leggetele:

"A chi ancora mi domanda se non mi annoio a trascorrere tutto il mio tempo libero sulle cascate ghiacciate e sui canali fantasma, rispondo che ogni giorno ritrovo lo specchio di me stesso sempre diverso."

il pezzo è tratto da una delle riviste che ho preso in prestito... stasera comincio questo viaggio nel passato... :wink:
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Messaggioda lucasignorelli » gio nov 30, 2006 0:53 am

Payns ha scritto:La maturazione verrà qualche tempo dopo.
L?incontro con Giancarlo Grassi ma soprattutto, dal punto di vista umano, con Gianni Comino.

I gradi, la libera, le cavalcate sulla pietra (ma anche le sbronze e il primo spinello) in valle dell?Orco, subito dopo.


Un paio di settimane fa il Luzi, che era d'umore nostalgico, ha fatto una rievocazione, assieme a Roberto Bonelli (che era d'umore Bonelliano) del corso di arrampicata fatto assieme a Giancarlo nel 1976. Si badi bene - corso di base!

Prima uscita - Via dei Camini al Caporal
Ultima uscita - Spaventosa via di artif alla Tenailles
In Mezzo: L'apocalisse.

Bonelli ha ricordato come, nel superamento di un tetto durante la salita alle Tenailles, il ragazzo che gli faceva sicura (17 anni) sia svenuto e l'abbiano dovuto recuperare. Ha poi aggiunto "Ci divertivamo veramente da bestia!", e non ho dubbi a credergli. Uno si chiede solo come diavolo doveva essere il corso avanzato!

Tenete presente che io lo stesso anno ho fatto un po' di uscite didattiche con l'UGET, e la cosa più dura che abbiamo fatto sono stati i massi alle Courbassere con Danilo Coral (che, no, non usava gli scarponi)...
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Messaggioda alter-ego » gio nov 30, 2006 9:00 am

lucasignorelli ha scritto:
alter-ego ha scritto: Aveva ragione ma io ero sinceramente incazzato del riconoscimento che si dava ad un Pedrini, ad esempio, quando il suo era l'esempio eclatante di ciò che non andava fatto in Valle dell'Orco. Non sto discutendo del valore di Pedrini, ma in Val dell'Orco sbagliò, e nessuno lo diceva. Anzi, alcune autorevoli penne continuavano a tesserne le lodi.


Il problema del "gesto" di Pedrini (anzi, più precisamente, il problema della pubblicità che ebbe e continua in un certo senso ad avere) è che, molto spesso, si ha paura a stigmatizzare qualcosa se lo si percepisce come "trasgressivo", perchè (soprattutto qui in Italia) nessuno vuole essere dalla parte della tradizione, dei "vecchi barbogi".... anche se i vecchi barbogi hanno ragione. Questo, per inciso, è un discorso che vale per entrambi i lati della barricata - quante opinioni od azioni nettamente conservatrici e reazionarie (sto parlando del contesto arrampicatorio, ma non solo) sono vendute come "trasgressive" e "controtendenza" per farle digerire al pubblico e renderle più appetibili?


perfettamente d'accordo
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Messaggioda alter-ego » gio nov 30, 2006 9:06 am

Redpoint ha scritto:
alter-ego ha scritto:parliamo su due piani diversi, forse sarebbe bello parlarne a voce, qui si va sul complesso. Sarebbe un piacere...poi se vivi in montagna ancor meglio! :wink: :wink:
Più che da piani diversi, mi sa che siamo ad un confronto generazionale... :wink:
Noi, parlo di alcuni della mia generazione, vi abbiamo sempre guardati e continuiamo a considerarvi come dei punti di riferimento... vie e personaggi continuano ad essere dei punti di riferiento...

ciò che penso sia cambiato, non sia tanto la montagna o l'arrampicata, ma tutto il resto... noi non abbiamo vissuto il vostro tempo e non conosciamo come si cresceva in quegli anni... ma vediamo cosa avete fatto... però cresciamo in un mondo che penso sia molto cambiato... e certe cose che provavate all'ora, probabilmente noi ora non le proviamo più...

poi hai perfettamente ragione... si sta andando sul complesso... :wink:


beh, non esageriamo, mica son così vecchio! La nuova generazione ha subito una sorta di "intossicazione", secondo me, da cui forse si saprà liberare lei stessa. Ma l'uomo non è cambiato, con i suoi sentimenti e le sue paure, e si emoziona ancora per le stsse cose. E' che se la generazione prima della mia (quella dei Motti, Bonelli, Grassi) ha conosciuto una vera rivoluzione, la mia ha colto i frutti di questo terremoto, la vostra deve in un certo senso ri-scoprire. Ma non è che tutto quello che si è vissuto sia inutile, anzi
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Messaggioda Redpoint » gio nov 30, 2006 10:43 am

alter-ego ha scritto:Ma l'uomo non è cambiato, con i suoi sentimenti e le sue paure, e si emoziona ancora per le stsse cose. E' che se la generazione prima della mia (quella dei Motti, Bonelli, Grassi) ha conosciuto una vera rivoluzione, la mia ha colto i frutti di questo terremoto, la vostra deve in un certo senso ri-scoprire. Ma non è che tutto quello che si è vissuto sia inutile, anzi
...lo so che non sei così vecchio... :wink: il mio Voi era più generale, si rivolgeva un po' a tutti i personaggi che hanno contribuito alla storia alpinistica...

tu dici che le nuove generazioni hanno subito una sorta di intossicazione... boh... io l'ho sempre semplicemente inteso come il guardare in un'altra direzione... forse è un guardare troppo in basso, il non voler coltivare dei valori solo perchè avere delle idee costa impegno e sacrificio... ma non siamo certo tutti così intossicati... almeno lo spero per chi verrà dopo di noi...

tutto quello che si è vissuto non è assolutamente inutile... ma penso che se si è arrivati alla situazione di oggi è perchè quel vissuto è andato in questa direzione...

chiedere alle nuove generazioni di ri-scoprire e non semplicemente di vivere il proprio tempo è un po' come chiedergli di cambiare delle cose che noi non abbiamo fatto...

per chi è adesso cresciuto con l'arrampicata sportiva, super protetta e sicura, chiedere di abbandonare "l'ambiente" in cui è cresciuto per ri-scoprire come dici un nuovo "ambiente" è una richiesta molto impegnativa... non dico affatto che sia impossibile... io stesso vorrei andare in questa direzione, ma probabilmente non ho tutta questa "motivazione" per abbandonare la via dell'arrampicata plaisir per affrontare dei mostri sacri...

...poi potrei proseguire col discorso, ma andremmo sul personale... e sarebbe meglio parlarne di persona... :wink:
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Messaggioda Payns » gio nov 30, 2006 12:08 pm

Nella "storia" ci sta anche questo.....Oramai sono passati anni, come detto il tempo stempera molte cose, è ora di racconatare anche questo episodio.

La famosa "chiodatura" di Pedrini....

Siamo in tre al Caporal. Io sono aggregato all'ultimo minuto. Ho appena finito la naja e il gruppo di amici con cui arrampicavo, per un motivo o per l'altro si è sciolto.

I nomi degli altri non li ricordo ed è un bene perchè l'episodio non è di quelli di cui vado più orgoglioso.

Primo tiro della via dei camini, poi Orecchio del Padiderma con l'intenzione di proseguire con Itaca e Tempi.

Restammo tutti sconcertati ed anche un po' imbufaliti nel vedere gli spit sull'Orecchio. Non certo una fila. Due o tre. Sufficienti però a banalizzare uno dei tiri più temuti del Caporal.

Il ragazzo che tirò da primo l'Orecchio era veramente forte, lo salì pulito. proteggendosi a nut. Nut non friends che come detto a quel tempo erano rari e molto costosi.

Il più incazzato ero io. Salii per ultimo non solo pulito, ma levando i nut senza scaricare peso sulla corda.

Alla fine del tiro, ci calammo e con il martello spaccammo tutti gli spit.

C'è da dire che non ci rendevamo conto di quello che stavamo facendo. Eravamo giovani di età, ma anche di cervello. Non sapevamo chi era Pedrini, per noi era uno "straniero", pensavamo anche che avremmo avuto l'apprezzamento di tutto l'ambiente.

Non fu così. Poco tempo dopo uscì un articoletto sulla RdM che parlava di quel che era successo. Eravamo vandali e non eroi. L'articoletto scatenò un putiferio con polemiche non indifferenti.

Mi sentii un pò in colpa ed intimidito nel aver creato un evento molto più grande di me.

I tempi cambiano. Recentemente è stata aperta una via al Caporal dove sono state scavate delle prese con nuovamente gran polemica, questa violta sul portale di Gulliver.

Ero di nuovo incazzato, come quella volta sull'Orecchio. Volevo salire al Caporal da solo, fare il primo tiro della via dei Camini, calarmi e chiudere le prese scavate. Poi sono arrivato a casa. E mi sono reso conto che ci sono cose più importanti. Una moglie e una figlia a cui avevo promesso di portarle al museo Pietro Micca di Torino. Così ho fatto.
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Messaggioda rocco » gio nov 30, 2006 12:36 pm

payns ha scritto:Nella "storia" ci sta anche questo.....Oramai sono passati anni, come detto il tempo stempera molte cose, è ora di racconatare anche questo episodio.

La famosa "chiodatura" di Pedrini....

Siamo in tre al Caporal. Io sono aggregato all'ultimo minuto. Ho appena finito la naja e il gruppo di amici con cui arrampicavo, per un motivo o per l'altro si è sciolto.

I nomi degli altri non li ricordo ed è un bene perchè l'episodio non è di quelli di cui vado più orgoglioso.

Primo tiro della via dei camini, poi Orecchio del Padiderma con l'intenzione di proseguire con Itaca e Tempi.

Restammo tutti sconcertati ed anche un po' imbufaliti nel vedere gli spit sull'Orecchio. Non certo una fila. Due o tre. Sufficienti però a banalizzare uno dei tiri più temuti del Caporal.

Il ragazzo che tirò da primo l'Orecchio era veramente forte, lo salì pulito. proteggendosi a nut. Nut non friends che come detto a quel tempo erano rari e molto costosi.

Il più incazzato ero io. Salii per ultimo non solo pulito, ma levando i nut senza scaricare peso sulla corda.

Alla fine del tiro, ci calammo e con il martello spaccammo tutti gli spit.

C'è da dire che non ci rendevamo conto di quello che stavamo facendo. Eravamo giovani di età, ma anche di cervello. Non sapevamo chi era Pedrini, per noi era uno "straniero", pensavamo anche che avremmo avuto l'apprezzamento di tutto l'ambiente.

Non fu così. Poco tempo dopo uscì un articoletto sulla RdM che parlava di quel che era successo. Eravamo vandali e non eroi. L'articoletto scatenò un putiferio con polemiche non indifferenti.

Mi sentii un pò in colpa ed intimidito nel aver creato un evento molto più grande di me.

I tempi cambiano. Recentemente è stata aperta una via al Caporal dove sono state scavate delle prese con nuovamente gran polemica, questa violta sul portale di Gulliver.

Ero di nuovo incazzato, come quella volta sull'Orecchio. Volevo salire al Caporal da solo, fare il primo tiro della via dei Camini, calarmi e chiudere le prese scavate. Poi sono arrivato a casa. E mi sono reso conto che ci sono cose più importanti. Una moglie e una figlia a cui avevo promesso di portarle al museo Pietro Micca di Torino. Così ho fatto.

Dovresti andarne fiero, invece...
Sia della scelta 1 che della scelta 2.
In entrambi i casi secondo me hai dato il giusto peso alle priorità.
Riguardo alla scelta 2...tanto penso (spero) che a breve qualcuno provvederà.
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rocco
 
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Messaggioda alter-ego » gio nov 30, 2006 19:58 pm

Redpoint ha scritto:chiedere alle nuove generazioni di ri-scoprire e non semplicemente di vivere il proprio tempo è un po' come chiedergli di cambiare delle cose che noi non abbiamo fatto...


Red, io non ho voglia di chiedere nè di imporre. Io penso che sarà un processo di cambiamento spontaneo, che verrà proprio dalle nuove generazioni, tale e quale come ad un certo punto hanno riscoperto il boulder dopo anni di stasi. E' claro che ora sembra una bestemmia e un non senso, perchè si è affermato (e io dico che si è arrivati all'intossicazione) il concetto plaisir. spit o chiodi non è questo il problema, perchè anche chi va a fare una via classica superchiodata va senza l'incertezza, sa che in qlc modo arriverà in cima. Dico che l'uomo ciclicamente si stanca delle cose e vuole cambiare. la difficoltà è il sale della nostra attività, e quando una cosa diventra troppo facile, banale, massificata...si cerca altro. Dal 1985 in poi abbiamo ricercato la difficoltà pura, sempre più, dimenticandoci dell'altro lato della medaglia, pensando di poterne fare a meno. Si diceva che l'arrampicata sportiva è diversa dall'alpinismo. Se tu vai a leggerti la monografia di Caprie di Motti, dice le stesse identiche cose, solo che lui le diceva 23 anni fa, perchè prevedeva succedesse proprio questo. Ed è successo. hanno pure spittato le sue vie alla Rocca nera, che erano l'emblema ed il manifesto di quell'articolo. L'arrampicata sportiva non è male, anzi è bene, è essenziale. E' parte integrante della moderna scalata. Guai a negarlo, a pensare di poterne fare a meno. Ma non deve fagocitare tutto. Io penso che a poco a poco l'ago si risposterà dall'altra parte, e per merito di giovani cresciuti proprio con l'arrampicata sportiva. Comprendo che a te sembri strano ed improbabile. Finanche inutile. Comprendo che questo dia fastidio e mi si dia dell'imbecille e del narcisista con manie da supereroe. Ma io dico quello che penso, non vedo perchè dovrei tapparmi la bocca. Proprio perchè la nostra società è sempre più governata dalla comodità e dall'abitudine al pre-confezionato, che ci sarà sempre di più chi cerca altro. Ti sembra così fantascentifico? :roll:

ciao

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Messaggioda berni » gio nov 30, 2006 20:09 pm

alter-ego ha scritto:
Redpoint ha scritto:chiedere alle nuove generazioni di ri-scoprire e non semplicemente di vivere il proprio tempo è un po' come chiedergli di cambiare delle cose che noi non abbiamo fatto...


Red, io non ho voglia di chiedere nè di imporre. Io penso che sarà un processo di cambiamento spontaneo, che verrà proprio dalle nuove generazioni, tale e quale come ad un certo punto hanno riscoperto il boulder dopo anni di stasi. E' claro che ora sembra una bestemmia e un non senso, perchè si è affermato (e io dico che si è arrivati all'intossicazione) il concetto plaisir. spit o chiodi non è questo il problema, perchè anche chi va a fare una via classica superchiodata va senza l'incertezza, sa che in qlc modo arriverà in cima. Dico che l'uomo ciclicamente si stanca delle cose e vuole cambiare. la difficoltà è il sale della nostra attività, e quando una cosa diventra troppo facile, banale, massificata...si cerca altro. Dal 1985 in poi abbiamo ricercato la difficoltà pura, sempre più, dimenticandoci dell'altro lato della medaglia, pensando di poterne fare a meno. Si diceva che l'arrampicata sportiva è diversa dall'alpinismo. Se tu vai a leggerti la monografia di Caprie di Motti, dice le stesse identiche cose, solo che lui le diceva 23 anni fa, perchè prevedeva succedesse proprio questo. Ed è successo. hanno pure spittato le sue vie alla Rocca nera, che erano l'emblema ed il manifesto di quell'articolo. L'arrampicata sportiva non è male, anzi è bene, è essenziale. E' parte integrante della moderna scalata. Guai a negarlo, a pensare di poterne fare a meno. Ma non deve fagocitare tutto. Io penso che a poco a poco l'ago si risposterà dall'altra parte, e per merito di giovani cresciuti proprio con l'arrampicata sportiva. Comprendo che a te sembri strano ed improbabile. Finanche inutile. Comprendo che questo dia fastidio e mi si dia dell'imbecille e del narcisista con manie da supereroe. Ma io dico quello che penso, non vedo perchè dovrei tapparmi la bocca. Proprio perchè la nostra società è sempre più governata dalla comodità e dall'abitudine al pre-confezionato, che ci sarà sempre di più chi cerca altro. Ti sembra così fantascentifico? :roll:

ciao

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E Dio voglia, credo nella salita in cui non è scontata la riuscita, e non solo per mancata capacità fisica... Spero il Verbo si divulghi.
...NUOVI SORRISI, HANNO L'ANIMA BIONDA COME I CAPELLI DI CHI LI INDOSSA...
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