Sinceramente, non si capisce dove uno vuole andare a parare con questi discorsi.... vuoi dire che te eri piu' bravo di quelli che ci passano ora??? Ti dispiace che meno bravi di te ora ci possano passare senza rischiare la morte?? Non si capisce.... Dal momento che metti un chiodo, se poi ne metti dieci non cambia proprio niente! Solo che te puoi dire che ci sei passato con un chiodo: bravo! Ma una volta che ti sei detto bravo da solo, finisce li... perchè le questioni sono due: o si arrampica slegati o ci si protegge.
Inoltre le pareti non sono di chi ci è passato la prima volta... certo noi rispettiamo chi ha aperto la via, ma questa non è niente piu' che una pratica accettata dalla maggior parte degli alpinisti, non è una legge... per cui - secondo me - dovremmo invece essere assai contenti che - fino ad ora - siamo riusciti a mantenere un certo "rispetto" delle vie di salita originarie, e anche un piccolo rispetto all'ambiente e alla natura su certe pareti.
Dopodiché, quando uno decide di salire, puo' adottare diverse pratiche, dalla piu' pura di andare slegato,a quella piu' compromettente di proteggere la progressione con chiodi a lama, a pressione, a espansione, friends, nut etc etc... Anzi diro' che ripetere oggi una via degli anni venti con ancora i chiodi dell'epoca è molto piu' azzardato di quello che hanno fatto gli apritori.
Ci sono molti tiri di aritficiale con chiodi a pressioni nelle vie "classiche".... che hanno di piu' nobile rispetto agli spit?? Ci si appende sopra come salami, nella maggior parte dei casi.
Quindi pietà.... basta con questi discorsi da sfigati..
VECCHIO ha scritto:Dopo più di 20 anni sono ripassato in Marmolada qua e là, anche sulle vie che già avevo salito ed ho trovato tantissimi chiodi e spit ed incroci e vie di fuga.
Era il mio grande amore, ci andavo quando potevo, ora mi sembra quasi "addomesticata", si sale e si scende quasi comodamente dove si vuole sulle vie (quelle abbordabili che ho salito).
Ovvio che ci sono anche vie durissime, ma quasi sempre vicine ed evitabili ( sulla Venezia, per esempio, a destra di rondò c'è una fila di pressione ogni 80-100 centimetri di distanza).
Ci sono pochi misteri, c'è poca avventura, si, si arrampica bene, mi diverto molto, ma non trovo più il fascino dello scalare una grande parete.
In Civetta, in San Lucano sento ancora quella che chiamo paura, ma è il senso ed il rispetto dell'immensità della natura e l'evidenza della mia piccolezza.
Non riesco a scalare solo per divertirmi, solo per fare una spece di zapping, per me scalare fa ormai parte del mio vivere, anche se non scalo nulla di eclatante, mi basta scalare qua e là.
Non capisco perchè si debba passare a tutti i costi.
Se io non riesco a passare, so che qualcuno più bravo di me, se non è già passato, ci passerà sicuramente.
Perchè devo intervenire e modificare la natura, cosa penso di fare?
Ma Aste e Solina avevano aperto l'Ideale con 6 bivacci, noi nell'83 in dieci ore col temporale e ora si esce dai camini del Pesce, qualcuno la salirà tutta da solo prima o poi e prima dell'80 già la salivano in giornata......questi dati non hanno importanza.
Per me sono importanti solo le idee che si riescono a comunicare.
Io penso che l'uomo non possa cambiare la sua natura, ma se cerca di comprendere la Natura ed i suoi simili riesca ad evolversi ed a fare delle belle cose.