alter-ego ha scritto:seriamente parlando, perchè questo è un forum serio

.... sono consapevole di quel che dici, ma tuttavia credo che questo atteggiamento derivi spesso dal fatto di non conoscere... piuttosto che da un rifiuto
Io chiamerei a testimoniare Enzolino, che ci racconti senza omissis di come sia riuscito a portare in montagna alcune ragazze

che non l'avevano mai vista (la montagna), cresciute comunque in ambiente "falesistico" e di come esse ne siano uscite entusiaste

Chi meglio di lui può dirci?
io credo che andare in montagna, provare vie di una certa ampiezza e ambiente, in fondo sia una cosa che possa piacere ed attirare tutti. A meno che tu non sia un irriducibile topo da città...o meglio da bunker! Il problema è che molti pensano che sia una cosa comunque pericolosa e fuori dalla loro portata. Ma spesso basta la persona giusta e tac...il gioco è fatto! Poi nessuno chiaramente ti obbliga, ma il più delle volte è una questione di approccio e di prime esperienze... oppure di giro di amicizie
Mi sento un po' chiamato in causa.
Fondamentalmente l'iniziativa di scalare a Natale una classica di 650 metri, V+ in cinque non e' stata mia, ma di una bella fanciulla che scrive anche nel forum. La cosa che mi ha sorpreso e' che alla fine, quella che per me doveva rivelarsi una salita scontata, si e' rivelata una bellissima esperienza perche' l'entusiasmo e l'euforia delle due ragazze, una delle quali non aveva mai fatto vie di piu' tiri, era contagioso. Il solo sentire di riflesso il loro stupore per me e per gli altri compagni era piacevole ed appagante.
Ma credo che questo sia potuto succedere solo perche' loro la montagna e la verticalita' ce l'hanno gia' dentro, ma dovevano trovare l'occasione e l'opportunita' per viverla ed esprimerla. Se cosi' non fosse stato, per loro si sarebbe rivelata un'esperienza traumatica.
Insomma, non credo che siano gli altri a indurre in noi la passione per la montagna, ma lei e' gia' dentro di noi, magari seppellita dalla vita cittadina, e ci vuole un qualcosa che la inneschi per uscire fuori.
Un'immagine, un'incontro o semplicemente la voglia di vertigine.
Il fatto e' che l'omologazione collettiva, come ad esempio accade in questi tempi con la corsa al "grado", rischia di seppellire queste passioni latenti, allora diventa importante creare del contraddittorio stimolante ed alternativo e mostrare che non esiste solo un modo di salire.
Leggendo anche qualche post precedente, mi vien da dire che le nostalgie non hanno senso. Alla fine i cambiamenti avvengono quando devono avvenire.
Scusate l'intromissione.
Ciao
Lorenzo