Ci interessa questo alpinismo?

Area di discussione su argomenti di montagna in generale.

Ci interessa questo alpinismo?

Messaggioda valassina95 » gio dic 05, 2019 10:01 am

Stiamo vivendo un rapido degrado del modo di pensare l’alpinismo guardando al futuro.

Basti pensare alle ultime vicende di Nirmal Purja – che dopo aver raggiunto le cime dei 14 ottomila utilizzando in ogni occasione (tranne sul Dhaulagiri) l’ossigeno supplementare, i trasporti in elicottero e ogni altro sussidio – ha portato in cima all’Ama Dablam un bandierone di 100 metri (per il quale è anche sotto investigazione) il tutto per coprirsi di sponsor e di dollari.

Già da diversi anni le montagne più alte sono preda delle spedizioni commerciali che, con il solo obbiettivo del ricavo economico, massimizzano le entrate con gruppi numerosissimi (anche di 80 alpinisti al K2) e minimizzano le spese sottopagando gli sherpa, ai quali sarebbe più corretto a questo punto cambiare il nome in “schiavi”.

Ora ci mancava la spedizione di Simone Moro e Tamara Lunger, che hanno deciso di utilizzare un acclimatamento artificiale in camera ipobarica seguendo un protocollo molto “raffinato” per prepararsi ai Gasherbrum in invernale. In passato altri alpinisti (tra cui Kilian Jornet per l’Everest o Adam Bielecki per il K2 invernale) avevano usato in allenamento maschere ipossiche.

Ormai non c’è più limite: andare in montagna segue delle logiche che nulla hanno più a che vedere con l’“Alpinismo”. Che cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi anni? Magari fra un po’ si arriverà in elicottero sotto la cima e si saliranno solo gli ultimi 500 metri. Intanto, col denaro si può fare di tutto e magari anche morire perché si seguono delle logiche non naturali.

Certo, ci si nasconde dicendo che l’alpinismo non è uno sport e quindi non si può parlare di pratiche riconducibili al doping, sebbene in Italia per la legge sportiva l’uso della camera ipobarica è vietata non solo prima della gara, ma anche in allenamento. E fare certe cose sulle alte montagne in maniera continua e strutturata è come dire che Adam Ondra sale una via di 10a e una di 11a in meno di dieci minuti, ma con la corda dall’alto. Per fortuna l’arrampicata sportiva rientra nel mondo dello sport e almeno lì le regole sono chiare e ci sono i controlli antidoping. Nell’arrampicata in falesia già siamo nel limbo.

Oggi siamo arrivati a un vero e proprio circo sostenuto da media, social e sponsor. Non siamo più in montagna, siamo altrove. La domanda è: ci interessa questo alpinismo? A me sinceramente no e penso che anche molti altri siano della stessa idea.

L’alpinismo, per sopravvivere alla “maledizione” pronunciata da Messner già diversi anni fa quando diceva che “è morto”, deve rinnegare questi approcci e riscoprire le salite vere quelle di ricerca e di avventura.

Se fossi nelle aziende ci penserei due volte a sponsorizzare spedizioni così fuori da ogni etica corretta.
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https://www.montagna.tv/151646/etica-e- ... g04qG1O9zU
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Re: Ci interessa questo alpinismo?

Messaggioda ciocco » gio dic 05, 2019 11:27 am

Concordo pienamente

Nient’altro da aggiungere
Non c’è sconfitta nel cuore di chi se ne sbatte il ca.zzo
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Re: Ci interessa questo alpinismo?

Messaggioda bustomail » gio dic 05, 2019 13:11 pm

Chi decide di "lavorare" con la montagna deve per forza scendere a compromessi.
Basta guardare Corona come si è ridotto...
L'alternativa è andare a timbrare il cartellino come tutti e dedicarsi a imprese più vicine a casa
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Re: Ci interessa questo alpinismo?

Messaggioda tatone » gio dic 05, 2019 13:45 pm

non vorrei dire una castroneria ma anche Messner facesse qualcosa di simile ... mi pare di ricordare che andasse in aereo senza pressurizzazione per allenarsi alla mancanza di ossigeno

è penosa la storia della bandiera, per il resto.....
* * * *
Alex
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Re: Ci interessa questo alpinismo?

Messaggioda scairanner » gio dic 05, 2019 23:42 pm

L'alpinismo non è uno sport, ogni esperienza è personale e non è confrontabile con le le altre, ognuno può fare e raccontare qualsiasi cosa, secondo la propria etica (e i schei). Quindi qual è il problema? Io di sicuro non ho comprato il libro di Moro sui 71 gradi sottozero e non comprerò quello sul Gasherbrum.
Aldilà di questo, già negli anni sessanta piantavano 360 chiodi per fare le ferrate direttissime sulle pareti delle Dolomiti (rubando tra l'altro il terreno alle generazioni successive) e scendere come eroi, eppure continuano a chiamarlo alpinismo.

Alla fine cià raggion piedone: l'alpinismo marottilcazzo.
-Come sarà la scalata di Adam Ondra nel 2030?
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Re: Ci interessa questo alpinismo?

Messaggioda Ziggomatic » ven dic 06, 2019 14:15 pm

valassina95 ha scritto:. La domanda è: ci interessa questo alpinismo? A me sinceramente no"



Ecco, bene. L'amico si è risposto da solo.

Se non gli interessa, potrebbe cominciare col non parlarne, che intanto la questione non si sposta di un millimetro e al contrario, i discorsi su etica alpinistica, approcci da rinnegare e salite vere quelle di ricerca e di avventura mi provocano orchite fulminante.

A me e a molti altri, per fortuna.

Riducendo la questione al nocciolo, senza pontificare su etica e morale, mi piacerebbe che qualcuno di questi custodi del significato ultimo del dogma alpinistico mi spiegasse perché gente come Moro & C. non sono liberi, volendolo, di farsi tutti gli ottomila in giornata sfruttando una turbina a reazione conficcata su per il gulliver.

Se fosse un problema di terminologia, facciamo che Messner ed epigoni li chiamiamo Alpinisti™ mentre i Moro li chiamiamo Razzinguloalpinisti® e chiudiamola lì
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Re: Ci interessa questo alpinismo?

Messaggioda monaco » ven dic 06, 2019 14:39 pm

scai, hai ragione da vendere.
pero' la verita' va detta tutta.
anche allora c'erano varie cassandra che non solo ragliavano contro le direttissime
ma davano anche il buon esempio: Messner, Cozzolino, la banda Mariacher, Casarotto...

purtroppo qualcuno e' invecchiato male, qualcuno non e' invecchiato per niente, qualcuno e' passato ad altro...

ci sono e ci sono stati pure tanti alpinisti anonimi che fanno un bel alpinismo pulito, sulle alpi e altrove...ragliano solo con amici e conoscenti...e non cercano la visibilita' di magazines-media-social-sponsor...nani, puttane e ballerine

fa strano che una ragliata sul turismo i-malaiano venga appunto da una testata che in genere promuove nani, puttane e ballerine

va detto che appena l'alpe ti da il pane, la moto e le pene...le regole si adattano facile,
pena non pagare il mutuo.
esemplare una critica di Conrad Anker ad uno degli Huber:
Anker envisaged leading up this wall with traditional gear, honouring the philosophy of Shipton or Mugs Stump. ‘Alex said no. He’d failed in 1995 climbing in alpine style. Without the proceeds from a successful climb, he could lose his house. We’d take every guarantee we could find: fixed ropes, bolts, a power drill.’ And then later ... ‘the fine orange granite seemed to welcome our gear, our portaledges, our camps. But when a hook blew, Alex got out the power drill, and “with a little hole, the move was outwitted”. We lived on the wall for eight days and the hole count grew to 70. But in my mind we were killing the dragon.’

https://www.alpinejournal.org.uk/Conten ... 20Game.pdf

va bhe, ci sono esempi positivi/positivissimi tra i professionisti/semi-professionisti, pure in i-maiala
basti pensare ai vecchietti arzilli inglesi e, come mi ricordavi tu, i galletti francesi...la roba recente degli Huber, dei Ragni, delle nuove leve russe

il piolet d'or sara' una manifestazione di elitisti soloni, ma e' dalla controversa premiazione dei russi per lo Jannu (old/siege style)
(al tempo fu House a ragliare) che prende in considerazione solo ed esclusivamente salite alpine-style
(niente campi, niente fisse, niente portatori, niente spitti...l'alpinismo pulito che si fa sulle alpi in versione andina/i-maialana)

ma al grande pubblico che glienefrega...vuole eroi facili, mica gente disposta a rinunciare...
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Re: Ci interessa questo alpinismo?

Messaggioda funkazzista » ven dic 06, 2019 15:46 pm

monaco ha scritto:[...] ma al grande pubblico che glienefrega...vuole eroi facili, mica gente disposta a rinunciare...

In più (o forse di conseguenza?) per gli eroi di professione la tentazione di rinunciare alla rinuncia può essere molto forte (vedi l'Huber di cui sopra).
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Re: Ci interessa questo alpinismo?

Messaggioda scairanner » ven dic 06, 2019 16:16 pm

monaco ha scritto:scai, hai ragione da vendere.
pero' la verita' va detta tutta.
anche allora c'erano varie cassandra che non solo ragliavano contro le direttissime
ma davano anche il buon esempio: Messner, Cozzolino, la banda Mariacher, Casarotto...

purtroppo qualcuno e' invecchiato male, qualcuno non e' invecchiato per niente, qualcuno e' passato ad altro...

ci sono e ci sono stati pure tanti alpinisti anonimi che fanno un bel alpinismo pulito, sulle alpi e altrove...


Ma infatti, però alla fine si finisce lì: l'alpinismo è un grande blob dove tutti hanno diritto di sguazzare, e poco importa se c'è chi raglia e chi ha la voce di Lucianone (pace alla voce sua), quello che conta è il pubblico pagante (oggi anche cliccante).
E la differenza di questo meccanismo satanico dei clic con l'era anteinternet è che prima solo gli appassionati acquistavano le riviste e il materiale, oggi gli eroi sono seguiti anche dall'ex compaesana di Tacchino, la nota casalingua di Voghera. E poi ti attirano in questa spirale con l'inganno e anche se esci subito dopo aver cliccato, ormai la conta è andata avanti.
Per dire, anch'io cliccai per leggere la troiata dell'ultima "spedizione" di Moro in Siberia.
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Re: Ci interessa questo alpinismo?

Messaggioda Danilo » ven dic 06, 2019 19:43 pm

ma secondo voi ad essere legati con un determinato sponsor veramente induce a premere di più la tavoletta dell'acceleratore :?:

A) sì

B) dipende

C) no
il forum è morto
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Re: Ci interessa questo alpinismo?

Messaggioda wolf jak » ven dic 06, 2019 20:21 pm

Danilo ha scritto:ma secondo voi ad essere legati con un determinato sponsor veramente induce a premere di più la tavoletta dell'acceleratore :?:

A) sì

B) dipende

C) no


questa è veramente una bella domanda.

io dico B), perché dipende dalla persona. C'è chi si convince di dover rischiare sempre di più per mantenere lo sponsor (anche senza che quest'ultimo necessariamente richieda imprese troppo ardite), e chi invece non aspettava altro che di essere finanziato per dar libero corso alla sua immaginazione.

Non mi hanno mai convinto troppo quelle argomentazioni che concentrano tutta la "colpa" sugli sponsor per i casi in cui l'alpinista si è spinto troppo (ma chi lo decide che era troppo?) oltre...
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