Gian Piero Motti

Area di discussione su argomenti di montagna in generale.

Re: Gian Piero Motti

Messaggioda giudirel » lun dic 01, 2014 17:42 pm

pisolo ha scritto: la storia ci insegna che molti, troppi animi sensibili, tra quelli parecchio avanti, capita che poi non ce la fanno perchè incapaci di ricomporre un puzzle difficilissimo, anzi impossibile, per mancanza dei pezzi. Ma quello che però ci hanno lasciato nel tentativo di ricostruirlo, quel puzzle, è tanta roba


Altrochè.
Storia direi talmente ricorrente da essere da manuale.
Ho frequentato persone che lo hanno conosciuto molto bene.
Ne ho sentito parlare con rispetto e ammirazione. Forse persino un po' troppo perchè la cosa non mi sembrasse quasi sospetta. Un modo per allontanarlo e isolarlo. Ma io penso male.

tacchinosfavillantdgloria ha scritto:la spinta a praticare attività come l'alpinismo ha le sue radici non solo in uno specifico contesto socio culturale, ma è anche legato a una certa tendenza personologica (propensione al sensation seeking ecc. ecc.). È però un dato di fatto che la pratica diffusa dell'alpinismo è storicamente caratteristica delle società "occidentali" (o comunque di élite occidentalizzate); e in particolare il recente boom dell'arrampicata sportiva, sono convinto che abbia a che fare con un certo clima culturale che valorizza l'individualismo competitivo e la propensione al rischio come caratteristiche positive.


Su questo un po' dissento. L'alpinismo della generazione dei Bonatti non è stato quello dei Mummery e dei Sella, borghesi e intellettuali, ma è stato alpinismo operaio, come lo è stato quello dei duri dell'est. Molto meno consapevoli dei colti borghesoni che li avevano preceduti ma indubbiamente molto più animati da desideri di riscatto, innanzitutto sociale, quasi come pugili cresciuti nel Bronx.
In fondo l'armamentario deteriore della retorica dell'eroismo e una scarsa autoironia sono stati più retaggio loro. Più lammeriani di Lammer, senza averne l'amoralità ed il titanismo di autoproclamati uomini superiori.
Per quello che riguarda l'arrampicata sportiva alla fine le motivazioni sono abbastanza diverse.
O meglio sono declinate in quella realtà liquida di cui parlavo prima, quella nata dal tramonto della mentalità borghese del merito ergo sum forse sostituita dall' appaio ergo sum.
I tratti fondamentali dell'alpinista che erano e restano sociopatia e narcisismo nel free climber diventano onanismo ed esibizionismo, ripetizione ossessiva e compulsiva del gesto e necessità di un pubblico su cui riflettersi.
Si perde la compostezza impacciata e pretenziosamente schiva dell'alpinista per confluire nel mass market della prestazione misurabile col regolo calcolatore. In questo senso il percorso breve che ha portato dal Nuovo mattino alle Gare di Bardonecchia è stato una conseguenza del tramonto di una cultura borghese elitaria, poi proletariamente rimasticata, per confluire nella post modernità.
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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda ncianca » lun dic 01, 2014 18:13 pm

giudirel ha scritto:Ne parliamo un casino, ce la raccontiamo in lungo ed in largo e ci aggiungiamo l'orgoglio di essere un po' out o molto in, con qualche brandello di filosofia pop e pure un po' indie se non green... ma in fondo sempre un po' neocajanazzi (se non vetero) e un po' tronfietti di supporci immaginificamente e romanticamente differenti.
Ci facciamo pippe a due mani sulle nostre sensazioni, esperienze, sogni.
Ben che vada in un delirio egotico che Narciso in confronto non era nessuno.
E dal medesimo delirio attingiamo meglio che da una cornucopia giustificazioni elegiache per la nostra sociopatia.
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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda funkazzista » lun dic 01, 2014 18:51 pm

VECCHIO ha scritto:[...]
Lui non ha trovato una sua soluzione, non ha saputo vivere la realtà che teorizzava, si è dichiarato un fallito e si è suicidato.
Questo per me in qualsiasi forma di alpinismo è una enorme contraddizione, non riesco a definirlo un alpinista.
Lui col suo gesto ha negato la pratica di qualsiasi forma di alpinismo.
[...]

Lungi da me giudicare e/o tentare di capire il suicidio di Motti, però volevo almeno tentare di capire questa provocazione di VECCHIO.
Puoi spiegarti meglio?
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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda funkazzista » lun dic 01, 2014 19:03 pm

espo ha scritto:[...] non ho manco mai capito bene perchè si definiva fallito...

Beh, lo spiega in quello scritto.
Poi ovviamente si può essere d'accordo o no, ma quello è il suo personale bilancio.
espo ha scritto:... e voleva che lo fossimo tutti.

Non direi proprio.
A me sembra che dica: "chi è come me, per me è a sua volta un fallito".
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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda PIEDENERO » lun dic 01, 2014 19:30 pm

funkazzista ha scritto:
VECCHIO ha scritto:[...]
Lui non ha trovato una sua soluzione, non ha saputo vivere la realtà che teorizzava, si è dichiarato un fallito e si è suicidato.
Questo per me in qualsiasi forma di alpinismo è una enorme contraddizione, non riesco a definirlo un alpinista.
Lui col suo gesto ha negato la pratica di qualsiasi forma di alpinismo.
[...]

Lungi da me giudicare e/o tentare di capire il suicidio di Motti, però volevo almeno tentare di capire questa provocazione di VECCHIO.
Puoi spiegarti meglio?

Infatti. Mi pare un pensiero troppo alpinismocentrico.
Vene prima l'uomo dell'alpinista.
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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda espo » lun dic 01, 2014 19:38 pm

funkazzista ha scritto:
espo ha scritto:[...] non ho manco mai capito bene perchè si definiva fallito...

Beh, lo spiega in quello scritto.
Poi ovviamente si può essere d'accordo o no, ma quello è il suo personale bilancio.
espo ha scritto:... e voleva che lo fossimo tutti.

Non direi proprio.
A me sembra che dica: "chi è come me, per me è a sua volta un fallito".


appunto....
massimo

Ci sono nomadi che si sentono a casa ovunque
altri che non si sentono a casa da nessuna parte

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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda Danilo » lun dic 01, 2014 20:27 pm

Chiederei mestamente agli admin di rimuovere gli ultimi commenti.

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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda VECCHIO » lun dic 01, 2014 22:04 pm

funkazzista ha scritto:
VECCHIO ha scritto:[...]
Lui non ha trovato una sua soluzione, non ha saputo vivere la realtà che teorizzava, si è dichiarato un fallito e si è suicidato.
Questo per me in qualsiasi forma di alpinismo è una enorme contraddizione, non riesco a definirlo un alpinista.
Lui col suo gesto ha negato la pratica di qualsiasi forma di alpinismo.
[...]

Lungi da me giudicare e/o tentare di capire il suicidio di Motti, però volevo almeno tentare di capire questa provocazione di VECCHIO.
Puoi spiegarti meglio?



Sì volevo che si parlasse delle illusioni fallite e mi sembra che se ne stia parlando.

Per me l'alpinismo è come una lotta intelligente per tentare di garantire la propria sopravvivenza in ogni follia che si decide di tentare nella natura.
Il suicidio è la negazione.
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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda giudirel » lun dic 01, 2014 22:13 pm

PIEDENERO ha scritto:Viene prima l'uomo dell'alpinista.


Dovrebbe.
Ma a volte è talmente inconsistente, l'uomo intendo, che si prende la questione dalla coda.
Ho conosciuto alpinisti che se gli togliessi il fatto di essere tali poi non resterebbe niente... poveri cristi.
Il che è un po' triste considerato che di materiale da trasferire ce ne sarebbe pure.
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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda PIEDENERO » lun dic 01, 2014 23:02 pm

ncianca ha scritto:
giudirel ha scritto:Ne parliamo un casino, ce la raccontiamo in lungo ed in largo e ci aggiungiamo l'orgoglio di essere un po' out o molto in, con qualche brandello di filosofia pop e pure un po' indie se non green... ma in fondo sempre un po' neocajanazzi (se non vetero) e un po' tronfietti di supporci immaginificamente e romanticamente differenti.
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Anche il dissacrare e il ridicolizzare sono atteggiamenti "indie", "snob". Ma benvengano!
Resta il fatto che scalare, incontrare altri simili sociopatci, "alzarsi quando gli spagnoli finiscono di cenare", immaginare la "la linea dei sogni" , scendere con la frontale, svegliarsi il mattino a pezzi dopo aver "portato a casa il vione", incrociare lo sguardo del "socio" e capire tutto senza dire niente, accettare umilmente che ncianca passeggia sereno dove PN ha visto la morte in faccia e potrei continuare coi pensierini da "libro cuore". Ebbene porcozzio tutto ciò è bellissimo. Evviva la fuga dalla realtà, bisognerebbe farne l' elogio.
Ah, dimenticavo, ieri, domenica, con compagna e bimbo al centro commerciale. Che figata :mrgreen:
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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda VYGER » lun dic 01, 2014 23:50 pm

giudirel ha scritto:I tratti fondamentali dell'alpinista che erano e restano sociopatia e narcisismo nel free climber diventano onanismo ed esibizionismo, ripetizione ossessiva e compulsiva del gesto e necessità di un pubblico su cui riflettersi.


Ottimamente scritto...
Però...
Dài, lasciamelo dirmelo.
"Sociopatico" implica una tendenza distruttiva - in senso aggressivo - verso "gli altri" che vedo con una certa fatica nell'alpinista "tipo" [wiki: http://it.wikipedia.org/wiki/Disturbo_a ... alit%C3%A0].

Però è anche vero che, leggendo la defn DSM del disturbo, mi ci sono ritrovato abbastanza.
Il problema è che mi ritrovo più o meno in tutte le defn DSM.
E non so se è per ipocondria o perché, in effetti, sono un manuale ambulante di diagnostica psichiatrica.

:mrgreen:

Peccato che non sia più nemmeno un alpinisten.

:roll:

Apparte tutto, concordo con Blackfoot: arrampicare resta una gran bella cosa.
E, se umilmente posso dire la mia, è decisamente meglio che andare al centro commerciale.
Non cesseremo di esplorare - E alla fine dell'esplorazione - Saremo al punto di partenza - Sapremo il luogo per la prima volta. T.S. Eliot
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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda Danilo » mar dic 02, 2014 0:02 am

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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda sergio-ex63-ora36 » mar dic 02, 2014 0:37 am

giudirel ha scritto:Il problema di Motti era una declinazione (una delle tante) del problema che era stato di Rossa e più tardi fu di Manera che scrisse il famoso ed un po' irritante Settimogradisti parassiti sociali.
Chi più chi meno ce la spippazziamo tutti abbastanza bene a sdrucirci le brache su e giù per bricchi.
Ne parliamo un casino, ce la raccontiamo in lungo ed in largo e ci aggiungiamo l'orgoglio di essere un po' out o molto in, con qualche brandello di filosofia pop e pure un po' indie se non green... ma in fondo sempre un po' neocajanazzi (se non vetero) e un po' tronfietti di supporci immaginificamente e romanticamente differenti.
Ci facciamo pippe a due mani sulle nostre sensazioni, esperienze, sogni.
Ben che vada in un delirio egotico che Narciso in confronto non era nessuno.
E dal medesimo delirio attingiamo meglio che da una cornucopia giustificazioni elegiache per la nostra sociopatia.
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Però purtroppo per noi la realtà prima o poi irrompe in questa torre d'avorio e ci si rende conto che là fuori c'è il mondo e che il mondo è un bel pentolone di merda.
Che rispetto al fatto che il mondo sia appunto tale qualche responsabilità e qualche dovere ce l'abbiamo e che circoscrivere i nostri interessi e le nostre attenzioni ad un giardino fatato molto più artificiale di quello che ci piacerebbe ammettere, è una cosa un po' meschina.
E allora quel bel gioco, quella felice illusione, ti si rivolta contro e devi rimettere a posto tutti i pezzi, magari ridefinire pesi e misure, trovare un nuovo equilibrio ed una nuova consapevolezza.
Può anche capitare che poi non ce la fai.


mi sa che in tanti cercano sto giardino fatato più o meno artificiale...non solo gli "alpinisti"...se mi sento differente non lo è con chi non fa alpinismo ma con chi nella vita si annoia...
e quando la vita mi ha rullato per bene l'avere anche questa passione, se pur trasformata, mi ha aiutato non poco con i pezzi...

comunque la tua "tirata" va benone per non perder la misura...e sarebbe adatta a tante attività umane...
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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » mar dic 02, 2014 8:23 am

La premessa credo condivisa da tutti è: ognuno si diverte come vuole (o può). C'è chi colleziona francobolli, chi ama farsi frustare da signorine vestite di latex, che si rilassa nelle beauty farm...finché non si fa male a nessuno, non c'è problema (o meglio, il problema magari può porsi quando l'investimento di tempo ed energie nell'arrampicata diventa talmente totalizzante da configurare una situazione di addiction, penalizzando altre importanti sfere dell'esistenza, ma questo è un altro discorso).

Sul tema del "parassitismo sociale", beh, mi sembra ingeneroso appioppare quest'accusa solo ad alpinisti e climber: a questo punto il discorso dovrebbe valere per tutte le attività umane che non abbiano una diretta ricaduta positiva sul prossimo (tanto per dire, tutti gli sport nessuno escluso).

Quello che eventualmente può suscitare qualche perplessità, sono proprio le sovrastrutture più o meno filosofeggianti con cui, talvolta, gli alpinisti tendono a infiorettare la pratica di andar per crode. Mi sovvengono alcuni passi di mostri sacri dell'alpinismo, penso a Gervasutti, Messner, lo stesso Bonatti, dove si percepisce ancora un tendenza al superomismo che trovo francamente poco condivisibile (e chiedo venia per il pipponesco peccato di lesa maestà). E comunque l'impressione è che abbia ragione Motti, sul fatto che lo spirito della "lotta con l'alpe" sia tutt'altro che defunto, e rifaccia capolino anche nei contesti più impensati.

Salud
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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda PIEDENERO » mar dic 02, 2014 9:27 am

sergio-ex63-ora36 ha scritto:........e quando la vita mi ha rullato per bene l'avere anche questa passione, se pur trasformata, mi ha aiutato non poco con i pezzi...

...

ulteriore motivo per amare questa/e attività.
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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda funkazzista » mar dic 02, 2014 9:37 am

VECCHIO ha scritto:Per me l'alpinismo è come una lotta intelligente per tentare di garantire la propria sopravvivenza in ogni follia che si decide di tentare nella natura.
Il suicidio è la negazione.

Io invece non vedo questa antitesi.
Chi è bravissimo a "lottare nella natura per garantire la propria sopravvivenza" può non essere altrettanto bravo a lottare nella vita di tutti i giorni, o addirittura essere incapace/impreparato a farlo.
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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda funkazzista » mar dic 02, 2014 9:40 am

espo ha scritto:
funkazzista ha scritto:
espo ha scritto:[...] non ho manco mai capito bene perchè si definiva fallito...

Beh, lo spiega in quello scritto.
Poi ovviamente si può essere d'accordo o no, ma quello è il suo personale bilancio.
espo ha scritto:... e voleva che lo fossimo tutti.

Non direi proprio.
A me sembra che dica: "chi è come me, per me è a sua volta un fallito".


appunto....

Ma appunto che?
Siamo tutti come Motti?
Parla per te! :mrgreen:
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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda VECCHIO » mar dic 02, 2014 10:28 am

Bello e interessante !
Ora, come già qualcuno ha fatto, potremmo allargare il discorso alla società italiana, che si è evoluta dai tempi successivi alle guerre mondiali e l'alpinismo l'ha seguita, direi che molto è cambiato dopo gli anni settanta, direi dal Pesce.
"""Igor e Sustr non erano usciti dal "culo", ma dalla bocca, ore tranne due tutti escono dal culo :lol: :lol: :lol: """
Edonismo, bisogno di riconoscimento, consumo pianificato da altri, esibizionismo, poca responsabilità diretta.....
Magari così ci chiariamo molte cose dell'ambiente italiano di noi mangiasassi e mangia plastica.
E forse capiamo la nostra distanza dal resto del mondo.
Siamo in ritardo o siamo in anticipo ?
Sicuramente siamo più ignoranti di prima, ma forse più divertiti :lol: :lol: :lol:
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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda giudirel » mar dic 02, 2014 10:32 am

sergio-ex63-ora36 ha scritto:........e quando la vita mi ha rullato per bene l'avere anche questa passione, se pur trasformata, mi ha aiutato non poco con i pezzi...


Anche a me se per quello.

PIEDENERO ha scritto:Anche il dissacrare e il ridicolizzare sono atteggiamenti "indie", "snob". Ma benvengano!


Indubbiamente... Ci ho inzuppato perchè lo trovavo divertente. Speravo che qualcuno si incazzasse... :wink: :wink: :wink:

PIEDENERO ha scritto:...tutto ciò è bellissimo[/b]. Evviva la fuga dalla realtà, bisognerebbe farne l' elogio.
Ah, dimenticavo, ieri, domenica, con compagna e bimbo al centro commerciale. Che figata :mrgreen:


Eccome se è bellissimo. Ed è bellissimo proprio in quanto fuga dalla realtà. Per un giorno ci si dimentica delle grane, delle tasse, del mutuo e del capo stronzo. Ma è nel trovare un giusto equilibrio (ripeto soggettivo... ha ragione tacchino quando dice che ognuno si diverte come gli pare) la ricetta della sua sopravvivenza. Hai una compagna ed hai un bambino. Sei abbastanza furbo (e mi auguro coinvolto) da capire che c'è la domenica di pioggia che tutto sommato è meglio dedicare al centro commerciale. Rinunci senza problemi come si rinuncia ad un gelato perchè mangiarlo è un piacere e non una missione...

VYGER ha scritto:"Sociopatico" implica una tendenza distruttiva - in senso aggressivo - verso "gli altri"


Io questa tendenza distruttiva l'ho ravvisata in molti convintoni per i quali l'arrampicata e l'alpinismo erano diventate missioni e ragione di vita. Hanno devastato l'esistenza di quelli che li circondavano, non tanto per il forse troppo tempo che gli hanno sottratto, ma per la loro intransigenza messianica e totalizzante. Talmente tale da necessitare di costruirci sopra qualcosa che la giustifichi:

tacchinosfavillantdgloria ha scritto:Quello che eventualmente può suscitare qualche perplessità, sono proprio le sovrastrutture più o meno filosofeggianti con cui, talvolta, gli alpinisti tendono a infiorettare la pratica di andar per crode.


Un conto è quindi essere consapevoli che abbiamo giocato ad un bel gioco, gioco che ci dovrebbe aver riempito di gioia e soddisfazione. Un altro è tornare a casa magari frustrati di non avere centrato la propria sacra missione al cento per cento.
Tornate stravolti dalla montagna? Per la compagna e i figli che vi aspettano a casa siete andati a divertirvi. Vi perdoneranno di essere stanchi ma non vi guarderanno come qualcuno che è andato a sconfiggere il drago e soprattutto non l'ha fatto per loro.

Nella mia vita è la montagna stata una cosa molto importante, voltandomi indietro persino un po' troppo, avrei potuto esprimermi meglio in altri campi (e magari ora avere più grano, o almeno un po' meno troppo poco :wink: :wink: :wink: ), ma perlomeno l'ho vissuta coinvolgendo la mia famiglia e le persone che amo. Con le figlie piccole ho chiuso con la montagna per quindici anni, perchè scalare due ore in falesia per poi camminare nel bosco o fare un bagno in un bel posto di mare conciliava le due cose. Quando le figlie sono cresciute sono diventate le mie socie di elezione. Forse con un socio che non fosse stato una ragazzina di 11, poi 12, poi fino a 18, avrei un curriculum più nerboruto, ma è stato un bel fare cose insieme. Ora ovviamente mi vergogno di scalare con mia figlia maggiore perchè mi fa a tocchi e mi accontento della mia vecchia e come me parecchio arrotondata mogliera. Il declino delle attività fisiche è inesorabile dopo una certa età ma ho coltivato altri interessi... sopravviverò, con qualche rimpianto, alla fine della mia carriera ed ho perfettamente metabolizzato il lutto di essere la caricatura di me stesso quando mi trascino ciccio e sbuffante dove una volta passeggiavo con le mani in tasca. Però leggo libri e giornali, il mio lavoro non mi dispiace, le visite culturali mi appassionano e temo che se avrò dei nipotini (lo spero bene) li porterò a richiesta, anche al centro commerciale, cercando di dirottarli però su qualche bella passeggiata in montagna... ;-)

Ma non basta.

Mi sento delle responsabilità nei confronti della mia famiglia (anche materiali, far la spesa, cucinare, tenere ordinato) e nei confronti di quella dei miei genitori anziani e di mio fratello malato. Due mezze giornate alla settimana penso siano doverose. Ed il dovere viene prima del piacere. E soprattutto l'educazione snob e borghese che ho ricevuto (quella era) mi ha insegnato che il piacere si gusta solo quando si è a posto coi propri doveri.

Ci sta. Ci sta tutto. E non c'è fortunatamente tempo per annoiarsi.
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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda pisolo » mar dic 02, 2014 10:47 am

VECCHIO ha scritto:Bello e interessante !
Ora, come già qualcuno ha fatto, potremmo allargare il discorso alla società italiana, che si è evoluta dai tempi successivi alle guerre mondiali e l'alpinismo l'ha seguita, direi che molto è cambiato dopo gli anni settanta, direi dal Pesce.
"""Igor e Sustr non erano usciti dal "culo", ma dalla bocca, ore tranne due tutti escono dal culo :lol: :lol: :lol: """
Edonismo, bisogno di riconoscimento, consumo pianificato da altri, esibizionismo, poca responsabilità diretta.....
Magari così ci chiariamo molte cose dell'ambiente italiano di noi mangiasassi e mangia plastica.
E forse capiamo la nostra distanza dal resto del mondo.
Siamo in ritardo o siamo in anticipo ?
Sicuramente siamo più ignoranti di prima, ma forse più divertiti :lol: :lol: :lol:


Devi aver avuto una vita molto triste se è stato l'alpinismo a "responsabilizzarti" e farti sentire una spanna sopra l'italiano medio
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