E' giusto rischiare per la montagna?

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Messaggioda flaviop » mar mar 29, 2005 21:30 pm

Roberto ha scritto:In parete il rischio è tangibile, anche un cretino incosciente capisce che se gli si rompe un appiglio o esce una piccozza e non ha protezioni sotto, si rompe qualcosa; sulla strada, al volante della propria auto, si ha la falsa sensazione di sentirsi protetti, all'interno della scatola metallica con le ruote, bel legati al sedile dalle cinture, rassicurati da innumerevoli airbag, ed invece, dietro una curva, ti può aspettare la "comare secca"!


Non sono daccordo, tutti noi sappiamo dell'esistenza di determinati rischi, non penso che siamo tutti teste di c@@@o che non vediamo niente, ma lìabitudine, il saperci padroni dei nostri mezzi, ci nasconde questa realta.
Questo è chiaro per i pericoli soggettivi, per quelli oggettivi, comunque pensiamo di poterli evitare.
Nessuno di noi, penso, va in montagna con addosso la paura, non riuscirei a capirlo!

L'esempio delle moto calza a pennello, io non lo vedo in strada ma ad esempio, nel motocros, un al di fuori vede in un triplo un grande pericolo,chi corre lo fa tranquillamente e magari ci fa anche qualche acrobazia, perche è padrone ( o pensa di esserlo) di quello che fa.
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Messaggioda Roberto » mar mar 29, 2005 21:39 pm

flaviop ha scritto:
Roberto ha scritto:In parete il rischio è tangibile, anche un cretino incosciente capisce che se gli si rompe un appiglio o esce una piccozza e non ha protezioni sotto, si rompe qualcosa; sulla strada, al volante della propria auto, si ha la falsa sensazione di sentirsi protetti, all'interno della scatola metallica con le ruote, bel legati al sedile dalle cinture, rassicurati da innumerevoli airbag, ed invece, dietro una curva, ti può aspettare la "comare secca"!


Non sono daccordo, tutti noi sappiamo dell'esistenza di determinati rischi, non penso che siamo tutti teste di c@@@o che non vediamo niente, ma lìabitudine, il saperci padroni dei nostri mezzi, ci nasconde questa realta.
Questo è chiaro per i pericoli soggettivi, per quelli oggettivi, comunque pensiamo di poterli evitare.
Nessuno di noi, penso, va in montagna con addosso la paura, non riuscirei a capirlo!

L'esempio delle moto calza a pennello, io non lo vedo in strada ma ad esempio, nel motocros, un al di fuori vede in un triplo un grande pericolo,chi corre lo fa tranquillamente e magari ci fa anche qualche acrobazia, perche è padrone ( o pensa di esserlo) di quello che fa.
Guarda che diciamo la stessa cosa :wink:
Io ho detto che in parete il rischio lo si vede meglio, uno si rende conto che sotto il culo c'è il vuoto e se cadi di rompi le ossa, mentre in auto non ci si pensa, o almeno ci si pensa meno e l'incidente ti capita quando meno te lo aspetti.
Ovvio che anche in montagna ci sono pericoli nascosti (ti può cadere un sasso in testa senza che te ne rendi conto), ma l'esposizione aiuta ad alleratare i nostri sensi ed ha fare attenzione, siamo più coinvolti ed anche se è una vita che scali, non abbassi la soglia di guardia.
Infatti, molti incidenti accadono proprio mentre si è sul facile o in discesa, quando la tenzione ed il "rischio tangibile" sono passati, quando si torna a fare le cose in automatico, convinti che la routine sia senza pericolo.
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Messaggioda Fokozzone » mer mar 30, 2005 13:18 pm

La domanda comunque era "è giusto rischiare"...
Al di là di come li possiamo vedere, esistono statistiche dei rischi.
Al giorno d' oggi l' arrampicata classica e sportiva sono sicure, checché ne dicano le assicurazioni (rimaste indietro con i dati).
L' arrampicata alpinistica estrema la fanno ben in pochi, direi che sia materia che non riguarda la maggioranza di noi. Sulle cascate invece ho qualche dubbio: io ne faccio e un mio amico è morto e tutti i cascatisti che conosco hanno un amico morto (non sempre lo stesso ovviamente).
Questo per dire che un conto è quello che si immaginano a casa (dove non vogliono spesso capire cosa stiamo realmente facendo) un conto è ciò che davvero affrontiamo.
Alla fine per dire se "è giusto" concordo con buzz. Solo aggiungerei che è importante che la passione che ci muove sia quella della montagna e non quella del rischio fine a sè stesso.

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