Giulio Gabrielli: mai sentito?

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Giulio Gabrielli: mai sentito?

Messaggioda Siloga66 » sab feb 12, 2005 11:16 am

Chi si interessa di storia dell'alpinismo avrà sentito parlare di un alpinista di altri tempi di nome Giulio Gabrielli. Che poi c'era un altro Giulio Gabrielli che arrampicava (quello che ha costruito il rifugio Santner, ora gestito dalla sua graziosa nipote). Il Giulio Gabrielli di cui parlo invece è nato a Predazzo (TN) il 1 agosto 1932, e morto sulla via Soldà in Marmolada il 12 agosto 1959 durante un tentativo di ripetizione in condizioni drammatiche con la montagna sommersa da metri di neve in piena estate. Pochi sanno però che Giulio era anche un poeta, dilettante, ma pur sempre poeta. Queste sue poesie sono state raccolte in un librettino stampato solo in 400 copie, di cui sono fortunato possessore di una copia regalatami molti anni fa da un signore di Trento, di cui ora non ricorderei neanche il nome. A chi interessa, voglio postarne una che a me piace molto:

LA MONTAGNA

Un giorno
la montagna
si è rivestita di ghiaccio.

E l'uomo
- con le mani nude -
ha guardato in alto
e ha detto:
- Non si può -

Ed è tornato.

Un altro giorno
l'uomo si è fermato
- ansante -
sotto la placca in strapiombo
senza un appiglio
nè una fessura.

Non si può.

Ed è tornato.

Un altro giorno
all'imbocco di un canalone
sentiva la folata della valanga.

Ancora non si può.

Ed è ancora tornato.

Cosi per anni.
Cosi da sempre.

La gente nella valle
ha imparato a levare lo sguardo
alla montagna
con rispetto
come a cosa più forte.

E
- quando
cammina sul suo sentiero -
guarda prudente il tempo
pronto a cambiare strada.

La montagna
- che da sempre sovrasta
gli abitanti della valle -
ha inciso cosi
il loro carattere.

In ognuno la coscienza del limite.

In ognuno un atto di umiltà.

Nella recente guerra
ad un mio amico montanaro
- partigiano -
comandarono:
- Uccidilo -

Rispose:
- non si può -

Ebbe grane
ma non obbedì.

Perchè aveva sentito
il limite della montagna.
Come sotto la placca in strapiombo
o sul canalone
passato dalla valanga.

Forse è proprio cosi.

Sopra la testa del montanaro
il cicolpico profilo del monte
rimase immobile
per tutti gli anni
ch'egli vide
attorno a sè
le cose e gli uomini
muoversi
e consumarsi.

Ogni giorno.

A notte.

Dopo aver guardato
la macchia scura della montagna
- immensa
fino alle stelle -
egli si coricava
con la paura
e la muta preghiera
che niente crolli
e travolga la sua baita.

Inavvertitamente
- quindi -
imparava il montanaro
che ci sono cose più immobili
di quelle umane
e più forti della sua forza.

Gli è nata dentro un ombra di
umiltà
la coscienza del limite.

Per questo - penso -
la gente di montagna
non costruirà
la bomba d'esterminio
ne allestirà
campi di annientamento.

Lasciate voi
- allora -
al regno della mia fantasia
pensare che una montagna
severa e immobile
utile sarebbe
sui grattacieli del progresso umano.
Passano le mode ma in Germania la moda dei calzini con i sandali passerà mai.
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Messaggioda Feo » sab feb 12, 2005 14:05 pm

Gli han dedicato il Pilastro alla Mandrea?
Feo c'è! ... o ci fa?
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Messaggioda Siloga66 » dom feb 13, 2005 9:56 am

Infatti, il Pilastro Gabrielli.
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Messaggioda Rampegon » dom feb 13, 2005 10:26 am

se non sbaglio porta il suo nome la ferreta in Cima d'Asta che porta al rif. Brentari
Bellissima poesia
incantevole nella sua semplicità
Rampegon
 

Messaggioda Siloga66 » dom feb 13, 2005 18:27 pm

Ah.Questo non lo sapevo.
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Messaggioda MROZ » dom feb 13, 2005 20:13 pm

Io sapevo questa:

" Piangono forte intorno, tacete.

Amava il silenzio della montagna,
ora vi è entrato.

Un sasso fra i sassi della grande pietraia della vita.
e dappertutto silenzio."

( G. Gabrielli )


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Messaggioda steazzali » lun feb 14, 2005 10:49 am

nel libro di Maestri "arrampicare è il mio mestiere" c'è un capitolo dedicato a Giulio Gabrielli, credo sia lo stesso gabrielli... Maestri tornato dal torre nel '59 deve subire la perdita del caro amico a cui dedica il capitolo che comincia con:
"Giulio Gabrielli era l' Amico...."
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Messaggioda marinoroma » mer feb 16, 2005 14:24 pm

No non l'avevo mai sentito :oops:

grazie Siloga per questo topic :wink:
....no, non ora, non qui, questa pingue immane frana....
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Messaggioda Davide62 » mer feb 16, 2005 19:37 pm

steazzali ha scritto:nel libro di Maestri "arrampicare è il mio mestiere" c'è un capitolo dedicato a Giulio Gabrielli, credo sia lo stesso gabrielli... Maestri tornato dal torre nel '59 deve subire la perdita del caro amico a cui dedica il capitolo che comincia con:
"Giulio Gabrielli era l' Amico...."

Esatto, volevo citare la stessa cosa.
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Messaggioda Davide62 » mer feb 16, 2005 19:37 pm

steazzali ha scritto:nel libro di Maestri "arrampicare è il mio mestiere" c'è un capitolo dedicato a Giulio Gabrielli, credo sia lo stesso gabrielli... Maestri tornato dal torre nel '59 deve subire la perdita del caro amico a cui dedica il capitolo che comincia con:
"Giulio Gabrielli era l' Amico...."

Esatto, volevo citare la stessa cosa.
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Messaggioda Siloga66 » lun feb 21, 2005 12:47 pm

MROZ, quella che hai citato tu infatti c'è sul libretto e si intitola "morte dell'alpinista". Gia che ci sono ne posto un'altra. sempre di Giulio Gabrielli. Si intitola:
PORTA FORTUNA

Il giorno del mio compleanno
bivaccai
su l'alta parete nord
del Civetta.

L'acqua gelida
portava via il calore del corpo
e la vita.

Presi di tasca un gettone
da cinquanta lire
portafortuna.

Mi sfuggì dalla mano ghiacciata
e cadde in basso
tintinnando.

Poco dopo Luciano mi chiese:
- come va? -

Risposi: - bene -.
Invece piangevo.
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