Andrea Orlini ha scritto:Su questa ultima parte non mi trovi d'accordo; non ho mai visto, e lo dico per esperienza personale, un giornale, anzi un giornalista, che rettifichi un articolo pubblicato, anche dopo pressante richiesta. Ne perde la faccia della testata.
Tuttalpiù, ma prprio se non hanno nulla da riempire, comunicano i refusi per quanto riguarda i nomi.
E al massimo riprendono l'argomento cambiando allegramente come niente fosse le righe.
andrea
Qui rispondo in veste professionale - una richiesta formale di rettifica normalmente può essere in qualche modo "evasa" in termini pubblici (cioè, "tacconata" con le famose due righe che citi tu), ma se riferita al titolo di un articolo riportato in copertina (e che in questo caso lascia ben poco spazio alla fantasia), in qualche modo crea una ricaduta (a volte giudiziaria!) che non potrebbe essere nascosta, e che crea, al giornalista "colpevole" delle grane economiche e di relazioni con il resto dell'industria spesso non indifferenti.
In termini meno burocratici: se ricevo una richiesta formale di rettifica su qualcosa che si riduce, sulla carta stampata, ad una serie di insinuazioni o di illazioni, ho ampio spazio di manovra per chiudere l'incidente con qualche modifica all'articolo, che nella sostanza mi salva la faccia, e sicuramente lascia scontento chi ha richesto la rettifica... ma evita nella sostanza qualsiasi conseguenza ulteriore
La cosa però cambia completamente quando un'affermazione viene fatta in modo così perentorio, e soprattutto, se supportata da un giornalista di settore conosciuto ed in qualche modo autorevole. Bisognerebbe pensare che sia Antonella Cicogna (che ha una figura pubblica da difendere, e dubito che si lanci nel pubblicare affermazioni così pesanti se queste non fossero state effettivamente fatte) sia la redazione del giornale abbiano complottato per creare il "caso", e che abbiano deciso di farlo alla faccia e a spese di Salvaterra. Se fosse così, mi aspetterei quanto meno un Salvaterra incazzatissimo che, come minimo in questa sede, esponesse le sue giuste rimostranze. E in questo caso gli estremi per un confronto giudiziario ci sarebbero - eccome.
Così non è stato, per cui (pur non avendo idea dei motivi che lo abbiano spinto a questo "affondo") non ho molti dubbi nel pensare che le affermazioni riportate nel giornale, giuste o sbagliate che esse siano, riflettano di pensiero di Salvaterra.