Salvaterra, il Torre e Maestri

Alpinismo sulle Alpi ed extraeuropeo, ghiaccio, cascate ecc.

Messaggioda lucasignorelli » mar dic 27, 2005 15:33 pm

Andrea Orlini ha scritto:Su questa ultima parte non mi trovi d'accordo; non ho mai visto, e lo dico per esperienza personale, un giornale, anzi un giornalista, che rettifichi un articolo pubblicato, anche dopo pressante richiesta. Ne perde la faccia della testata.
Tuttalpiù, ma prprio se non hanno nulla da riempire, comunicano i refusi per quanto riguarda i nomi.
E al massimo riprendono l'argomento cambiando allegramente come niente fosse le righe.
andrea


Qui rispondo in veste professionale - una richiesta formale di rettifica normalmente può essere in qualche modo "evasa" in termini pubblici (cioè, "tacconata" con le famose due righe che citi tu), ma se riferita al titolo di un articolo riportato in copertina (e che in questo caso lascia ben poco spazio alla fantasia), in qualche modo crea una ricaduta (a volte giudiziaria!) che non potrebbe essere nascosta, e che crea, al giornalista "colpevole" delle grane economiche e di relazioni con il resto dell'industria spesso non indifferenti.

In termini meno burocratici: se ricevo una richiesta formale di rettifica su qualcosa che si riduce, sulla carta stampata, ad una serie di insinuazioni o di illazioni, ho ampio spazio di manovra per chiudere l'incidente con qualche modifica all'articolo, che nella sostanza mi salva la faccia, e sicuramente lascia scontento chi ha richesto la rettifica... ma evita nella sostanza qualsiasi conseguenza ulteriore

La cosa però cambia completamente quando un'affermazione viene fatta in modo così perentorio, e soprattutto, se supportata da un giornalista di settore conosciuto ed in qualche modo autorevole. Bisognerebbe pensare che sia Antonella Cicogna (che ha una figura pubblica da difendere, e dubito che si lanci nel pubblicare affermazioni così pesanti se queste non fossero state effettivamente fatte) sia la redazione del giornale abbiano complottato per creare il "caso", e che abbiano deciso di farlo alla faccia e a spese di Salvaterra. Se fosse così, mi aspetterei quanto meno un Salvaterra incazzatissimo che, come minimo in questa sede, esponesse le sue giuste rimostranze. E in questo caso gli estremi per un confronto giudiziario ci sarebbero - eccome.

Così non è stato, per cui (pur non avendo idea dei motivi che lo abbiano spinto a questo "affondo") non ho molti dubbi nel pensare che le affermazioni riportate nel giornale, giuste o sbagliate che esse siano, riflettano di pensiero di Salvaterra.
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Messaggioda bummi » mar dic 27, 2005 15:52 pm

lucasignorelli ha scritto:Qui rispondo in veste professionale - una richiesta formale di rettifica normalmente può essere in qualche modo "evasa" in termini pubblici (cioè, "tacconata" con le famose due righe che citi tu), ma se riferita al titolo di un articolo riportato in copertina (e che in questo caso lascia ben poco spazio alla fantasia), in qualche modo crea una ricaduta (a volte giudiziaria!) che non potrebbe essere nascosta, e che crea, al giornalista "colpevole" delle grane economiche e di relazioni con il resto dell'industria spesso non indifferenti.

In termini meno burocratici: se ricevo una richiesta formale di rettifica su qualcosa che si riduce, sulla carta stampata, ad una serie di insinuazioni o di illazioni, ho ampio spazio di manovra per chiudere l'incidente con qualche modifica all'articolo, che nella sostanza mi salva la faccia, e sicuramente lascia scontento chi ha richesto la rettifica... ma evita nella sostanza qualsiasi conseguenza ulteriore

La cosa però cambia completamente quando un'affermazione viene fatta in modo così perentorio, e soprattutto, se supportata da un giornalista di settore conosciuto ed in qualche modo autorevole. Bisognerebbe pensare che sia Antonella Cicogna (che ha una figura pubblica da difendere, e dubito che si lanci nel pubblicare affermazioni così pesanti se queste non fossero state effettivamente fatte) sia la redazione del giornale abbiano complottato per creare il "caso", e che abbiano deciso di farlo alla faccia e a spese di Salvaterra. Se fosse così, mi aspetterei quanto meno un Salvaterra incazzatissimo che, come minimo in questa sede, esponesse le sue giuste rimostranze. E in questo caso gli estremi per un confronto giudiziario ci sarebbero - eccome.

Così non è stato, per cui (pur non avendo idea dei motivi che lo abbiano spinto a questo "affondo") non ho molti dubbi nel pensare che le affermazioni riportate nel giornale, giuste o sbagliate che esse siano, riflettano di pensiero di Salvaterra.


Aggiungici che in questo caso le affermazioni sono "virgolettate", cioè sarebbero riportate dichiarazioni altrui e non del giornalista che firma l'articolo.
In questo caso se ci fosse una richiesta di rettifica sarebbe quasi un obbligo per la testata pubblicarla. Infatti se le affermazioni riportate non corrispondessero alla realtà sarebbe un gioco da ragazzi ottenere una sentenza di condanna nei confronti della testata e del giornalista.
Rettifiche di questo genere vengono pubblicate molto più spesso di quello che non si creda, basta sfogliare le pagine dei quotidiani. Spesso sono confinate in mezzo alle lettere alla redazione. ;-)
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Messaggioda Andrea Orlini » mar dic 27, 2005 16:00 pm

lucasignorelli ha scritto:Qui rispondo in veste professionale - una richiesta formale di rettifica normalmente può essere in qualche modo "evasa" in termini pubblici (cioè, "tacconata" con le famose due righe che citi tu), ma se riferita al titolo di un articolo riportato in copertina (e che in questo caso lascia ben poco spazio alla fantasia), in qualche modo crea una ricaduta (a volte giudiziaria!) che non potrebbe essere nascosta, e che crea, al giornalista "colpevole" delle grane economiche e di relazioni con il resto dell'industria spesso non indifferenti.

In termini meno burocratici: se ricevo una richiesta formale di rettifica su qualcosa che si riduce, sulla carta stampata, ad una serie di insinuazioni o di illazioni, ho ampio spazio di manovra per chiudere l'incidente con qualche modifica all'articolo, che nella sostanza mi salva la faccia, e sicuramente lascia scontento chi ha richesto la rettifica... ma evita nella sostanza qualsiasi conseguenza ulteriore

La cosa però cambia completamente quando un'affermazione viene fatta in modo così perentorio, e soprattutto, se supportata da un giornalista di settore conosciuto ed in qualche modo autorevole. Bisognerebbe pensare che sia Antonella Cicogna (che ha una figura pubblica da difendere, e dubito che si lanci nel pubblicare affermazioni così pesanti se queste non fossero state effettivamente fatte) sia la redazione del giornale abbiano complottato per creare il "caso", e che abbiano deciso di farlo alla faccia e a spese di Salvaterra. Se fosse così, mi aspetterei quanto meno un Salvaterra incazzatissimo che, come minimo in questa sede, esponesse le sue giuste rimostranze. E in questo caso gli estremi per un confronto giudiziario ci sarebbero - eccome.

Così non è stato, per cui (pur non avendo idea dei motivi che lo abbiano spinto a questo "affondo") non ho molti dubbi nel pensare che le affermazioni riportate nel giornale, giuste o sbagliate che esse siano, riflettano di pensiero di Salvaterra.

Vedo Luca, che nella prima parte del tuo intervento dai ragione alle mie parole.
E comunque ribadisco che molte delle mie richieste di rettifiche a articoli, anche per mezzo di pubblici giornalisti conosciuti, non hanno mai visto le lastre delle rotative.

Per quanto riguarda la parte conclusiva, personalmente non conosco Antonella Cicogna, né Salvaterra, né la redazione di quel giornale; non posso esprimere giudizi (e probabilmente non lo farei in un forum).
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Messaggioda gug » mar dic 27, 2005 16:06 pm

Ma il punto non è quello se l'articolo fosse corretto o meno.
Il punto è che Vegetti è entrato in questo topic in maniera antipatica e scorretta, non tanto perchè ha attaccato èrman, quanto perchè lo ha fatto in maniera saccente e alludendo a chissà quali complotti e sottintendendo fatti poco chiari.
Lui dice che lo ha fatto perchè èrman aveva usato toni analoghi nell'articolo sulla Gazzetta, ma, a parte il fatto che in un forum si dovrebbe usare i toni per ciò che sul forum è scritto (e in questo topic èrman era stato sempre molto pacato), nell'articolo sulla Gazzetta èrman non fa altro che ribadire ciò di cui è convinto e cioè che Maestri non è salito sul Torre nel 59, ergo Maestri è un bugiardo (le due cose sono una conseguenza dell'altra). Questa è la sua convinzione, poi quì in questo topic ha spiegato meglio che tale convinzione lui non piò provarla, e che ognuno può pensarla come gli pare.
Quindi non mi sembra assolutamente che ci sia contrasto fra articolo e affermazioni del forum.
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

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Messaggioda Buzz » mar dic 27, 2005 16:12 pm

ma perchè qualcuno ha capito di che sta parlando bummi?
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Messaggioda bummi » mar dic 27, 2005 16:59 pm

Buzz ha scritto:ma perchè qualcuno ha capito di che sta parlando bummi?


Sono sempre più convinto di essere d'accordo con una minoranza di persone...
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Messaggioda marco.vegetti » mar dic 27, 2005 22:25 pm

gug ha scritto:Il punto è che Vegetti è entrato in questo topic in maniera antipatica e scorretta, non tanto perchè ha attaccato èrman, quanto perchè lo ha fatto in maniera saccente e alludendo a chissà quali complotti e sottintendendo fatti poco chiari.
Lui dice che lo ha fatto perchè èrman aveva usato toni analoghi nell'articolo sulla Gazzetta, ma, a parte il fatto che in un forum si dovrebbe usare i toni per ciò che sul forum è scritto (e in questo topic èrman era stato sempre molto pacato), nell'articolo sulla Gazzetta èrman non fa altro che ribadire ciò di cui è convinto e cioè che Maestri non è salito sul Torre nel 59, ergo Maestri è un bugiardo (le due cose sono una conseguenza dell'altra). Questa è la sua convinzione, poi quì in questo topic ha spiegato meglio che tale convinzione lui non piò provarla, e che ognuno può pensarla come gli pare.
Quindi non mi sembra assolutamente che ci sia contrasto fra articolo e affermazioni del forum.


Sempre alle solite: io sono il saccente che parla di complotti e il buon Salvaterra un povero sprovveduto che non può difendersi da solo...
Riamne il fatto che non ho dato del bugiardo a Salvaterra ma ponevo delle questioni, chiare o non chiare che fossero, alle quali non ho visto risposte.
Ma, chiedo scusa se offenderò qualcuno, è ridicolo affermare che in un forum si possa parlare solo coi toni del forum mentre evidentemente un può essere un "signore" qui e una bestia altrove (nessun riferimento nel modo più assoluto, è retorica).

La contraddizione invece mi pare evidente: se si afferma di non aver MAI detto che poiché non ha trovato prove non sostiene che MAestri non è andato sul Torre, dare poi del bugiardo è esattamente l'opposto.
Altro che "non può provare ecc. ecc."

Ma mi fa sorridere il fatto che qui su questo forum Salvaterra dia dei codardi omertosi a suoi colleghi: spero tanto lo faccia anche in pubblico, magari davanti a un pubblico formato da coloro che lui bolla in questo signorile modo.
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Messaggioda SCOTT » mer dic 28, 2005 7:16 am

marco.vegetti ha scritto:Riamne il fatto che non ho dato del bugiardo a Salvaterra ma ponevo delle questioni, chiare o non chiare che fossero, alle quali non ho visto risposte.


... :?:
...a me sembra... :? ....che sei andato totalmente off-topic... :roll:

...probabilmente a te non interessa approfondire l'argomento...a molti invece interessa, e molto, sapere come sono andate le cose...

...pechè non proviamo tutti a parlare di fatti anzichè tentare di "svaccare" il topic annegandolo in inutili polemiche...



bummi ha scritto:Mi pare che lo specchio ormai sia diventato lucido


... :?: ...

bummi ha scritto:L'articolo in questione era firmato da una giornalista, Antonella Cicogna, che oltre a scrivere ha anche un discreto curriculum alpinistico alle spalle. Antonella, per chi non lo sapesse, è la compagna di Mario Manica (con il quale ha effettuato diverse spedizioni esplorative extraeuropee) ed è stata curatrice dell'ufficio stampa nonchè membro del direttivo del Festival di Trento per molti anni. Direi che siamo dinnanzi una volta tanto ad una giornalista che sa di cosa sta scrivendo.


Grazie per la precisazione...
...a parte il fatto che per trascrivere delle dichiarazioni "virgolettate" non occorre il curriculum... ...in ogni caso una risposta l'avevo già data nel post sopra quello da cui ho quotato...
...ovvero...
èrman, a differenza di molti di noi, ha un'idea molto precisa dei fatti....e la espone.


...non penso che tutto ciò che dice èrman sia oro colato ... ma ritengo che sull'argomento Cerro Torre siano in pochi a tenergli testa ... ora, dopo molti anni di Patagonia e di Torre ci stà raccontando a che conclusioni è giunto in merito all'annosa questione Torre-Maestri... dubito che si metterà la parola fine e che tutti noi concorderemo su un'unica posizione... ma almeno ascoltiamo ciò che èrman ha da dire...poi... :? ...a ognuno le proprie conclusioni... :?

...per quanto riguarda gli argomenti quotati sopra, riguardanti l'etica giornalistica, credo trovino una migliore collocazione in Parole in libertà... ecco il link... :wink:

http://www.forum.planetmountain.com/phpBB2/viewforum.php?f=30

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Messaggioda SCOTT » mer dic 28, 2005 7:41 am

èrman ha scritto:...Per tracciato però intendevo tutta la salita non solo gli ultimi circa 300 metri. Anche dal nevaio al colle ci possono essere delle belle discussioni ma nessuno ne ha mai parlato. Altro pezzo di parete e molto da discutere.


...non sono riuscito a reperire una veduta N-E del Torre... :( ...se non nel sito di èrman... :) ...

http://www.salvaterra.biz/

...aggiungo uno schizzo per i tracciati degli itinerari... :wink:

Spero sia utile per riprendere l'argomento da dove è stato lasciato prima di Natale...

ImmagineImmagine

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Messaggioda Stefano80 » mer dic 28, 2005 9:46 am

Seguendo il consiglio di SCOTT??..credo che guardando questa foto (anche se piccola) e le didascalie nello schizzo affianco bisogna dire che nel tratto dal nevaio triangolare al colle ci sono poche possibilità di passaggio?.E sono tutte state esplorate più volte?Se il primo diedro è alto 300 m, guardando la foto, quanto sarà la larghezza della parete dove può essere passato Maestri? 100 m? E qui tutti concordano sul fatto che le difficoltà descritte sono totalmente differenti (almeno così mi sembra di aver capito dai vari aricoli, inteventi ecc.)? Soprattutto qui non c?erano le incrostazioni di ghiaccio, trovate dal colle in su? Correggetemi se sbaglio?
Ciao
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Messaggioda Buzz » mer dic 28, 2005 10:06 am

Stefano80 ha scritto:Seguendo il consiglio di SCOTT??..credo che guardando questa foto (anche se piccola) e le didascalie nello schizzo affianco bisogna dire che nel tratto dal nevaio triangolare al colle ci sono poche possibilità di passaggio?.E sono tutte state esplorate più volte?Se il primo diedro è alto 300 m, guardando la foto, quanto sarà la larghezza della parete dove può essere passato Maestri? 100 m? E qui tutti concordano sul fatto che le difficoltà descritte sono totalmente differenti (almeno così mi sembra di aver capito dai vari aricoli, inteventi ecc.)? Soprattutto qui non c?erano le incrostazioni di ghiaccio, trovate dal colle in su? Correggetemi se sbaglio?
Ciao


esatto

questo è proprio uno dei punti più controversi

riporto da Garibotti: (http://www.colmar.it/patagonia/LAMONTAGNASVELATA.pdf )

Verso il Colle della Conquista

....

Maestri scrive:

?Arriva cosi il 28 gennaio quando in silenzio Fava, Egger ed io ci leghiamo alla base della parete est? Fava, che era lì per aiutare a portare l?attrezzatura, descrive la scalata con le corde fisse lasciate sul posto dieci giorni prima: ?? a braccia saliamo su per le corde del gran diedro assicurati con un prussik.?

Maestri illustra una tecnica un po? più complicata: ?Saliamo insieme fino alla base del diedro poi, sempre usufruendo delle corde fisse, lo superiamo. Io salgo, assicuro Cesarino, il quale assicura Toni, mentre io salgo lungo le corde fisse per poi ripetere le operazioni precedenti?.

Queste due descrizioni rendono bene l?idea dell?attrezzatura e delle tecniche laboriose che i tre uomini avevano a disposizione nel 1959 ? le corde di canapa da 12 mm, le sfiancanti e lente tecniche del prussik, e le manovre di assicurazione durante la risalita - e quindi indicano un processo molto lento.

Maestri riferisce che arrivati al nevaio triangolare alla sommità del diedro inferiore, ?Lo tagliamo e ci portiamo con una traversata diagonale alla base di quella serie di fessure che partono dal bordo del nevaio e portano fino sotto ad un gran diedro strapiombante ?. Fin qui, dal nevaio, sono
circa 150 metri di quarto e quinto grado (chiodi usati 15-20)?.

La descrizione riportata, per quanto vaga, indica chiaramente che il trio presumibilmente ha scalato la roccia sopra il nevaio triangolare, e
non l?ovvia gola centrale. Le cordate che fino ad allora avevano scalato questa parte, compresi
Bragg/Donini/Wilson, Wyvill/Campbell-Kelly e Proctor/Burke, avevano notato che il terreno in questa zona centrale è molto più difficile di come lo descrive Maestri.

Dalla base del grande diedro sovrastante del versante est fino al Colle della Conquista, Maestri dice di essere salito su tratti di ??quarto, quinto e un tratto di sesto grado?.

In un altro resoconto dice di questi tratti: ?Ora la parete si fa sensibilmente più difficile e ogni tanto presenta passaggi di sesto grado?.

Entrambe le citazioni, una volta confrontate con la sua descrizione del paragrafo precedente, indicano chiaramente che Maestri ha trovato il terreno tra la base del grande diedro est e il colle più difficile della parte subito sotto.

Ancora una volta ciò contraddice le impressioni di quelli che finora hanno scalato fino al Colle della Conquista per la stessa via. Le difficoltà tecniche sono molto più pronunciate nella sezione direttamente al di sopra del nevaio triangolare, mentre la cosiddetta ?traversata? dalla base del grande diedro est fino al colle, che Maestri descrive come difficile, è in realtà molto facile.

John Bragg, Jim Donini e Jay Wilson hanno scalato il tratto rivendicato da Maestri fino al Colle della Conquista durante la loro prima scalata della Torre Egger del 1976.

Tempo dopo Donini commentò, ?guardi dietro il bordo del diedro e c?è una serie di pendii che vanno verso il colle lunghi circa 120 metri, e lì è il punto che Maestri aveva descritto come molto difficile per traversare, da sotto sembra un muro liscio, mentre in realtà giri a destra e c?è una rampa facile, non è affatto difficile...da sotto non puoi vedere la rampa? .

Fava e Maestri sostengono di aver scalato a velocità supersonica i 700 metri fino al Colle. Maestri dice: ?Verso le tre di pomeriggio arriviamo sul
colle?.

Così sarebbero state 11 ore da quando hanno cominciato a salire. Tenendo conto delle tecniche e dell?attrezzatura usata nel 1959, sarebbe senza precedenti se fossero riusciti a muoversi così velocemente. Le contemporanee scalate del Fitz Roy e delle Torri del Paine suggeriscono che tempi così veloci con attrezzi degli anni cinquanta erano virtualmente impossibili.

::::::

Quello che noto è anche che questa zona della parete sopra il nevaio la via del 59 (quale che sia) è intersecata, ricalcata, o comunque corre vicina alle vie di diverse spedizioni. E in questa zona fra nevaio e colle mai è stato rinvenuto alcunchè.
Giusto?
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Messaggioda Stefano80 » mer dic 28, 2005 10:35 am

A quanto ho letto era stato rinvenuto un chiodo con uno spezzone, che inizialmente era stato attribuito a Maestri, ma che poi è stato rivendicato dagli inglesi....
In ogni caso secondo me sono le difficoltà trovate da chi ci è stato che lasciano perplesso....Fino al colle sono arrivati relativamente in molti...sicuramente il tratto dove dice di essere passato Maestri è stato percorso!
èrman dice che è molto più difficile del diedro, smentendo Maestri...e in questo caso non si parla di pendenze o incrostazioni o condizioni mai più presentatesi...ma di difficoltà, che anche se opinabili trovano secondo me più riscontro....chiedo a èrman, se legge ancora, conferma su questo...
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Messaggioda .:eZy:. » mer dic 28, 2005 10:59 am

Immagine
Riassumendo:

La linea blu è la via ?El Arca de los Vientos'

Tracciati rossi: sono le varianti sopra il nevaio triangolare.
Complessivamente:
- Salvaterra e compagni
- Bonapace e c.
- goulotte degli austriaci, Bonapace-Dunser-Ponholzer, 1994
- una variante sul pilastro di mezzo (e se non sbaglio :roll:).

I tracciati:
gialli
1 Burke-Proctor, 1981;
2 Ponholzer-Steiger, 1998.
(le due vie non raggiunsero la cima!!)

verde
3 Giarolli-Orlandi, 1998.

Cerchiati di bianco:
A- il deposito di Maestri verso la fine del diedro di 300 metri
http://www.salvaterra.biz/gallarca/images/09.jpg
B- box usato dagli Inglesi nel 1978 e 1981 alla base del gran diedro e sesto bivacco in discesa di Maestri-Egger
http://www.salvaterra.biz/gallarca/images/17.jpg
C- Colle della conquista

Considerazioni
La via Maestri-Egger è in realtà un luogo 'conosciuto', che ha visto all'opera decine di cordate, in diverse varianti e molti tentativi.
Oltre il sito del deposito di Maestri verso la fine del diedro di 300 metri (A) (sono gli ultimi ritrovamenti certi del passaggio della cordata), si sviluppano dal nevaio triangolare ben 4 varianti che raggiungono la base del gran diedro, dove gli inglesi installarono il loro Whillans-Box per le spedizioni del 1978 (tentativo di Wyvill/Campbell-Kelly) e del 1981(Burke/Proctor), già luogo del sesto bivacco in discesa di Maestri-Egger.
Oltre, una ?facile rampa? (come fa notare anche Buzz: "Diversamente da Wilson, Donini non è ancora convinto che Maestri, Egger e Fava abbiano mai raggiunto il colle. È sempre stato turbato dalla descrizione di Maestri della "grande traversa" dalla parete est al colle. La relazione della scalata scritta da Maestri descrive questa parte come molto difficile, mentre dice Donini, "La traversa è sicuramente la parte più facile dell'intera scalata al colle - arrampicata molto molto facile, totalmente in contrasto con quello che disse Maestri" "da Synnott in Rendena Sedici) conduce verso il colle della Conquista.
Siamo ormai alla base della parete nord, dove parte la via degli austriaci Panholzer-Steiger, linea seguita in discesa dalla Cordata Maestri e che vide i tentativi di Giarolli e c.
http://www.salvaterra.biz/gallarca/images/18.jpg
Erman in questa spedizione non ha calcato il Colle della Conquista, si è tenuto più a sx http://www.salvaterra.biz/gallarca/images/21.jpg
Sul colle c'era già stato nel 1992 con Guido Bonvicini e Adriano Cavallaro e come anche la cordata Donini-Bragg-Wilson nel 1976, in transito verso la torre Egger.
Nella parte superiore della parete nord ormai i tracciati si sfiorano: altro che centinaia di metri?siamo sull?ordine della decina...
http://www.forum.planetmountain.com/php ... &start=300

Solo la cordata di Erman, Garibotti e Beltrami raggiunge la cima.
:wink:
Ultima modifica di .:eZy:. il gio dic 29, 2005 11:10 am, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda steazzali » mer dic 28, 2005 19:15 pm

volevo aggiungere / chiedere una cosa riguardo all'ipotetico tracciato seguito nel '59 fino al colle della conquista.

sto attento a come scrivo 'chè non vorrei offendere nessuno ma questa cosa la voglio chiedere a ermanno o chi comunque voglia esprimere un parere.

leggendo il libro di maestri si evince che i tre arrivano al colle molto velocemente e che poi Fava rientra alla base del torre da solo, ora io ho incontrato Cesarino in Brenta un paio d'anni fa e le amputazioni che ha subito ai piedi sono veramente invalidanti. questo fa di lui un personaggio ancora più singolare nella stroria dell'alpinismo, che merita rispetto anche per le difficoltà che la sua menomazione gli ha senz'altro comportato nella vita di tutti i giorni oltre che a quella in parete.
però alla luce della discussione mi chiedo se sia possibile che un alpinista forte ma non certo a livello di egger e maestri con questa limitazione all'uso dei piedi, se sia credibile che possa essere arrivato al colle seguendo l'andatura "indiavolata" dei compagni e poi ridisceso da solo.

altra cosa, non so se l'avete già scritto. stamattina sulla gazzetta dello sport in ultima pagina c'è la lettara di un triestino di cui non ricordo il nome perchè un po' complicato.
il riassunto della lettera è:
"io che ho scalato una cifra di 8000 posso dire che sul torre ci sono arrivati nel '59" :roll: :roll: :?:
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Messaggioda Stefano80 » mer dic 28, 2005 20:46 pm

Anche io sono rimasto stupito quando ho letto che Fava aveva i piedi amputati e chiaramente questo non è di aiuto nel credere ad una simile impresa........

ogni tanto penso anche ad un altra cosa....Forse un giorno il ghiacciaio alla base del Torre restituirà la macchina fotografica di Egger..magari solo un pezzo si rullino....è quasi fantascienza, ma mi piace pensarlo...
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Messaggioda èrman » mer dic 28, 2005 22:08 pm

Ciao. Volevo fare qualche precisazione, piccole imprecisioni, in merito alla foto ultima con i tracciati. Prima di tutto complimenti per il lavoro svolto. Metterei anch?io una foto ma scusatemi non sono capace di farlo. Allora cercherò di farlo a parole basandomi sulla foto con gli itinerari.
La linea rossa all?estrema destra è quella seguita dagli americani per andare poi alla Egger.
Verde, Giarolli-Orlandi oltre il nevaio hanno seguito + o ? la linea degli americani fino a poco prima del colle e quindi sono saliti lungo la linea di Ponholzer sulla nord per altri tre tiri.
Dopo lo spigolo alla base del diedro inglese ci si cala per una decina di metri e si sale un tratto di misto non difficile e poi si prosegue per altri due tiri per una rampa (pendenza non oltre i 50°). Al termine della rampa sale il diedro di Ponholzer che per il primo tiro è assolutamente verticale e sembra molto difficile. Oltre il primo tiro la parete perde un po? la sua verticalità ma noi l?abbiamo vista solo alla nostra sinistra. Alla fine della rampa noi ci siamo spostati verso destra ed abbiamo salito un tiro e mezo di misto. A metà tiro il colle era alla nostra destra forse una ventina di metri, ma la nostra logica ci ha portato a non raggiungerlo per salire su una spalla poco sopra lo stesso.

Le linee gialle:
1 Burke-Proctor, 1981;
2 Ponholzer-Steiger, 1998. ( non 1998 ma l?ultimo tentativo risale all?estate australe 2005)
arrivano sicuramente un tiro più in basso.

Maestri dal suo libro oltre il primo nevaio dice:
? Al termine della neve si alza una serie di fessure. Prendiamo la principale, in parte libera e in parte ricoperta di ghiaccio. Scambiamo ancora una volta le posizioni e i sacchi, e cominciamo a salire. Le difficoltà si aggirano sul quarto e quinto grado, ci alziamo abbastanza velocemente. Arrampichiamo in un ambiente severissimo; pareti lisce e strapiombanti corrono ai nostri lati dal cielo fino alla neve, levigate, senza fessure né terrazze?.

Descrizione completa di Maestri sul Bollettino della SAT di marzo-aprile 1959 dalla base del Torre fino al Colle della Conquista:
?Fava è carico come un mulo. Risaliamo velocemente usufruendo delle corde fisse: il primo diedro e poi il secondo arrivando dopo 11 ore alla piccola forcella a nord del Torre. Da qui possiamo vedere tutta la pare nord e nord ? ovest?.

Fava dal suo libro Patagonia terra di sogni infranti:
?Attraversiamo in diagonale il nevaio pensile fin sotto il liscio diedro trasformato in un ampio camino dalla neve incrostata sulla roccia. Senza esitazione, Toni fissa lo zaino al cordino di recupero e parte, dimostrando subito che se Maestri, da autentico maestro, sulla roccia fa tutto quello che vuole, sul ghiaccio il maestro è lui. Arrampica con la scioltezza e l?armonia di movimenti di una gazzella in corsa.
Cesare ed io, attenti alla sicura, lo osserviamo meravigliati salire con quei suoi ramponi rigidi a dodici punte, la piccozza nella mano destra e un chiodo speciale nella sinistra, veloce e sicuro. Mi sembra che con quel mantello di neve assodata sulla parete, il Torre volenteroso ci abbia spianato molti ostacoli?.

Dal Bollettino della SAT marzo-aprile 1959. Dal diario di Cesarino Fava raggiunto il Colle:
?Spigoli affilati, lustri come balaustre incombono sopra le nostre teste, ci sfiorano e si perdono nel vuoto. Strapiombi paurosi; diedri senza fessure né appigli, compatti come il metallo, coperti a tratti dalla neve che il vento vi smalta con inaudita violenza prima, e lavora in strani arabeschi poi?.

Oltre il primo nevaio sulla linea di sinistra seguita da me nel ?92 al primo tentativo in quanto la parete era piena di neve le difficoltà non sono molto alte. Forse in un tentativo anche Tommy Bonapace è passato di lì. Roccia fino al VI e ghiaccio fino a 90°.
La linea centrale seguita per la prima volta da me nel ?92 e ripresa quest?anno si svolge su placche con difficoltà non tanto basse e difficilmente superabili a quell?epoca. Maestri, vedi sopra, parla di una seri di fessure.
La roulotte degli austriaci, vista di fianco da una distanza che poteva essere dai 15 ai 30 metri, è piuttosto impressionante con pendenze che andranno da 80° a 90°. Questo è il diedro che viene descritto come più facile del diedro inferiore il nevaio. O quel diedro che potrebbe essere il canale di neve descritto da Fava.
La linea di destra, degli americani, dalle loro relazioni parla di difficoltà oltre il 5.10.

Al colle non ci sono mai stato, nemmeno nel ?92, perché uno che vuole salire il torre è illogico, alpinisticamente parlando, che si allontani dallo stesso. Dal colle, se si volesse salire la nord si dovrebbe comunque fare una doppia e molto in diagonale.
Domanda: che tipo di imbracatura usavano a quei tempi?

Riguardo agli omertosi o codardi l?ho già dichiarato anche su giornali e conosco gente così e preferisco essere ciò che io sono. Se ci sono domande da fare non fatevi problemi a porle.

Spero di non essere stato troppo noioso ma credo che per qualcuno le cose sopra possano far pensare e possa uscire dell?altro. Ciao e grazie, ermanno
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Messaggioda bummi » gio dic 29, 2005 9:21 am

Stefano80 ha scritto:Anche io sono rimasto stupito quando ho letto che Fava aveva i piedi amputati e chiaramente questo non è di aiuto nel credere ad una simile impresa........

ogni tanto penso anche ad un altra cosa....Forse un giorno il ghiacciaio alla base del Torre restituirà la macchina fotografica di Egger..magari solo un pezzo si rullino....è quasi fantascienza, ma mi piace pensarlo...


Fava a 81 anni arrampicava ancora sul V° grado. Credo non ci sia bisogno di aggiungere altro...
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Messaggioda .:eZy:. » gio dic 29, 2005 11:08 am

èrman ha scritto:Ciao. Volevo fare qualche precisazione, piccole imprecisioni, in merito alla foto ultima con i tracciati
... ermanno

Ci mancherebbe...è un piacere.
La scarsa bibliografia e anche i siti.... :roll: sono così pieni di incongruenze..
Ho aggiunto una foto della goulotte che mostra l'ambiente e che conferma la tua 'impressione' 8O
Spero adesso vada un po' meglio.

Immagine

La linea blu è la via ?El Arca de los Vientos'
  1. il deposito di Maestri verso la fine del diedro di 300 metri clicca
  2. box usato dagli Inglesi nel 1978 e 1981 alla base del gran diedro e sesto bivacco in discesa di Maestri-Egger clicca
  3. Colle della conquista

    Varianti sopra il nevaio triangolare
  4. Salvaterra, '92 primo tentativo (probabilmente anche Bonapace)
  5. Salvaterra, 1992/2005
  6. goulotte degli austriaci, Bonapace-Dunser-Ponholzer, 1994 clicca (foto Pitelka)
  7. pilastro di mezzo, Donini-Bragg-Wilson, 1976
    I tracciati
    gialli
  1. Burke-Proctor, 1981;
  2. Ponholzer-Steiger (ultimo tentativo nel 2005);
    (le due vie non raggiunsero la cima!!)
    verde
  3. Giarolli-Orlandi, 1998 (oltre il nevaio, approssimativamente lungo la via degli americani fino a poco prima del colle e quindi lungo la linea di Ponholzer sulla nord per altri tre tiri)


:wink:
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Messaggioda Buzz » gio dic 29, 2005 11:47 am

bello ezy :-)
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Messaggioda steazzali » gio dic 29, 2005 12:27 pm

fantastico. veramente bravo.

oh ezy prima o poi fatti vedre perchè io ho conosciuto tuo fratello e così applico il suo viso alla "vace" dei tuoi post. labirintite :roll:
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