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17/11/2005 MISSIONE COMPIUTA!!!!
Abbiamo aspettato tanto in questi giorni nuove notizie dal trio, ma alla fine la pazienza ci ha ripagato! Ebbene si, i nostri amici hanno compiuto l'impresa.. ma a voi tutti i dettagli!
10 novembre
Il tempo è sempre brutto. Ci dedichiamo un po' al bucato ed i nostri sguardi si rivolgono sempre alle montagne avvolte dalle nubi. Ah, la Patagonia! Risuona l'eco di leggende fantastiche quando Butch Cassidy e Sundance Kid si rifugiarono in Patagonia per sfuggire alle pistole dell'Agenzia Pinkerton. Noi non fuggiamo dalla polizia, non fuggiamo dalla nostra realtà, non fuggiamo da qualcuno ma, semplicemente ci piace venire quì per vivere momenti che ormai, nella nostra vita, facciamo fatica a trovare.
11 novembre
Siamo andati a dormire che il tempo era brutto e quindi ci siamo alzati con tutta calma. Il cielo sembra si schiarisca e, anche se avremmo fatto volentieri ancora un giorno di riposo, quasi controvoglia, decidiamo di partire.
Alle ore 10.35 partiamo. Non parliamo molto durante il cammino ma le gambe rispondono bene ed in meno di 6 ore siamo alla truna. Subito ci prepariamo, io e Rolo andiamo all'attacco della parete e ne risaliamo i primi cinque tiri e come la volta precedente fissiamo le nostre 3 corde. In poco più di due ore siamo di ritorno alla casa e con Ale terminiamo di fare il nostro buco più accogliente. Il nuovo posto della nostra villetta è veramente carino e molto più sicuro del precedente. Il tempo è fantastico e non c'è un filo di vento e la carica in noi si sente e va aumentando. Ale, senza dire niente, tira fuori due birre dallo zaino. L'ultima volta con la birra era andata male. Ce ne beviamo una e l'altra la lasciamo per festeggiare la salita. Siamo molto ottimisti. Questa volta, come abbiamo programmato dopo il precedente tentativo, saliremo più leggeri. Viveri per tre giorni: barrette energetiche, frutta secca, venti biscotti al cioccolato, 3 cioccolate, brodo in bustine, alcuni dadi di verdura e thè. Sono quasi le ore 23 quando ci infiliamo nei sacchi a dormire.
12 novembre
La sveglia del vecchio èrman suona alle ore 3.45. La colazione è ridicola, il tempo è bellissimo e non bisogna perdere tempo. Alle ore 4.45, con le frontali sul casco, ci attacchiamo alle corde con le jumar. Facciamo altri due tiri e molto presto raggiungiamo il nevaio triangolare. Il sole ci riscalda già poco dopo le sei. Continuiamo veloci ripercorrendo metro su metro, quanto salito pochi giorni fa. Alle ore 12 siamo già al Colle della Conquista.. Facciamo la breve corda doppia per portarci sulla parete nord-ovest e proseguiamo. Rolo sale come un missile. Ogni volta che arriviamo alla sosta lui è già oltre molti metri.
Incredibilmente alle ore 16.30 siamo al comodo terrazzino raggiunto la volta precedente in due giorni. Decidiamo che sarà il nostro posto per il bivacco. Una breve pausa ed èrman sale il primo tiro sulla parete nord. La parete è ormai all?ombra ed il freddo alle mani si fa sentire. Poi Rolo continua su un altro tiro difficile e quindi ci troviamo a sistemare la cengia. Ale e Rolo dormiranno sdraiati sul filo dello spigolo ed il vecchio seduto su un gradino.
Il posto è incredibilmente affascinante. Di fronte a noi la Egger, a destra il Fitz ed a sinistra lo Hielo Continental. Il freddo è abbastanza pungente ma il cielo incredibilmente stellato. La notte trascorre velocemente e riusciamo anche a dormire un po'.
13 novembre
La sveglia non è troppo presto. Iniziamo i preparativi alle ore 6 e solo alle 8 riprendiamo la salita. Per fortuna, poco dopo, il sole inizia a riscaldare i nostri corpi infreddoliti. La parete è quasi verticale e molto difficile. Con altre due lunghezze su roccia e scalando fra le incrostazioni di ghiaccio riusciamo a saltare fuori dalla parete nord. Con un altro tiro raggiungiamo la Via dei Ragni di Lecco. E' soltanto mezzogiorno e sopra i noi gigantesche strutture di ghiaccio schiumoso ci preannunciano una difficile continuazione della salita. La Torre Egger è ormai molto sotto di noi ma la vetta del Torre ancora non si può vedere. Iniziamo una serie di tiri molto impegnativi che a turno cerchiamo di salire. Il ghiaccio non ha consistenza ed a volte siamo obbligati a crearci un varco prima di trovare una certa consistenza della neve o del ghiaccio. Abbiamo solo due fittoni e siccome i chiodi da ghiaccio non tengono le protezioni sono quasi inesistenti. Sappiamo che oltre metà delle cordate che hanno salito la via sulla ovest, la Via dei Ragni di Lecco, hanno rinunciato alla vetta proprio in questo punto. Noi non dobbiamo mollare. Costi quel che costi.
Intanto il cielo si è coperto e comincia a tirare anche un po' di vento. L'ultimo tiro lo facciamo a pezzi, salendone un po' ciascuno. Il freddo si fa pungente ma alle ore 23.15 siamo sul punto più alto del Cerro Torre.
"CUMBRE!" Ale mi ricorda che un anno fa, il 13 novembre raggiungevamo la stessa cima dopo la salita alla parete est. Lo scorso anno erano le ore 21. Momenti intensi d'emozione ma, dopo qualche foto, scendiamo dal fungo e sotto un strapiombo ghiacciato ci sediamo per aspettare il passare della notte. Ci facciamo da bere e da mangiare. Con il sacco a pelo ci avvolgiamo le gambe ed aspettiamo.
14 novembre
Verso le 4 siamo intirizziti e decidiamo di scendere prima che albeggi. Scendiamo molto lentamente e più tardi il sole ritorna. Quando raggiungiamo la spalla fa molto caldo e continuiamo la discesa fra scariche continue e slavine. Sul ghiacciaio la neve è bagnatissima ed affondiamo molto per raggiungere la nostra casetta. Il cielo si è di nuovo coperto e non possiamo asciugare i nostri sacchi a pelo fradici dalla notte. Quando arriviamo a "casa" iniziamo a renderci conto di cosa siamo riusciti a fare. Siamo veramente distrutti. Facciamo fatica a camminare, le mani dolgono ed i piedi di Ale e di èrman sono in uno stato pietoso. Siamo soddisfatti di quanto siamo riusciti a portare a termine ed anche a noi sembra sia stato un sogno. Mangiamo voluttuosamente e festeggiamo con la nostra lattina di birra. Questa è la prima via nuova aperta sul Cerro Torre in perfetto stile alpino. Decidiamo di chiamare la nostra via "El Arca de los Vientos" (L'Arca dei Venti) e la dedichiamo alla memoria di due cari nostri Amici, lo spagnolo Pepe Chaverri e l'argentino Teo Plaza.
Questi due grandi uomini già nel 1994 sposavano lo stile alpino, facendo una grande salita sulla Standhardt. Purtroppo a distanza di breve tempo la bella e gioiosa vita di Teo fu interrotta da una valanga. Qualche anno più tardi anche quella di Pepe fu smorzata in montagna.
La nostra via si sviluppa salendo lungo il diedro iniziale salito da Egger, Fava e Maestri nel '59. Dal punto più alto raggiunto da loro abbiamo continuato al Colle della Conquista lungo placche a sinistra della via Americana alla Torre Egger. A questo punto abbiamo girato a destra, salendo lungo la parete nord-ovest per parecchi tiri, per poi portarci allo spigolo nord. Da qui ci siamo spostati sulla parete nord, salendo diritti ad una ventina di metri dallo spigolo. Alla fine della parete nord abbiamo raggiunto lo sperone ovest lungo il quale siamo andati in cima. In tutto abbiamo fatto 37 tiri per coprire i 1200 metri di parete.
15 novembre
Ci alziamo alle ore 6 ed il tempo sta peggiorando. Prepariamo tutta la roba e verso le 8 iniziamo l?ultima discesa sul ghiacciaio. Arrivati sulla morena sotto il Mocho, ci cambiamo le scarpe e raccogliamo anche gli sci. Con noi siamo riusciti a portare tutto e quindi non dovremo ritornare. Questo ci rallegra un po' ma non ci fa diminuire il dolore alle spalle per il peso degli zaini. Solo dopo le ore 4 siamo di ritorno al Chalten. Piove e sicuramente in alto nevica. Il vento accompagna il tutto, ma ormai la cosa non ci riguarda più. Ora la via è proprio finita. Ci rilassiamo ed una stanchezza incredibile ci assale. Le dita delle mani sono ancora gonfie ed i piedi gridano vendetta.
16 novembre
Credevo di dormire fino a chissà che ora ed invece alle 6 mi sono alzato. Niente neve attorno al mio sacco a pelo, né roccia, né pareti verticali. Un caldo pavimento in legno, un vetro che mi permette di guardare fuori senza sentire il vento in faccia.
Il vento è diventato rabbioso questa notte; ma ormai la cosa non ci può infastidire.
17/11/2005 17 NOVEMBRE: RINGRAZIAMENTI
17 novembre Il tempo prosegue brutto ed il vento non diminuisce. Ormai però noi siamo a posto e molto soddisfatti di quanto realizzato. Tra pochi giorni saremo di ritorno in Italia. Ciao a tutti e grazie di averci seguito fino a qui.
"...le vere difficoltà non sono gli ostacoli della vità, ma la nostra incapacità di vivere ciò che vorremmo vivere..." P.Berhault