monteleone ha scritto:La risposta che ti ha dato mi sembra molto chiara. Forse non c'è la prova definitiva della bugia di Maestri, ma le prove indiziarie sono talmente tante che non è difficile farsi un'opinione decisa. Il fatto che Salvaterra sia giunto alle stesse conclusioni poi spazza praticamente ogni dubbio.
Non solo la sua risposta (secondo me) non è chiara, ma se NON c'è prova definitiva, non può esserci colpevolezza. Altrimenti, sulla base delle prove indiziarie, il 75% delle grandi imprese alpinistiche del passato può, and DEVE essere messo in dubbio - questione di onestà intellettuale. Perchè Maestri, dato che sta sull'anima ad un sacco di gente per motivi che nulla hanno a che vedere con la salita del 1958, deve essere oggetto di un processo in cui la condanna viene decisa a priori, mentre invece, che so, nessuno mette in dubbio la solitaria di Herman Buhl sul Nanga Parbat? Oppure Gervasutti sulle Jorasses? Sono salite assolutamente senza prova (tranne che la persona in questione era da qualche parte sulla montagna) e quindi non si capisce perchè siano date per scontate.
La domanda invece a cui tutti quelli del partito "la bugia di Maestri è provata" non riescono a rispondere è invece questa:
Se Maestri ha mentito:
1) Perchè ha mentito, quando la morte del suo compagno di cordata gli dava una perfetta scusa per non essere arrivato in vetta?
2) Come mai ha mentito sul Torre ma non su tutto il resto? I bugiardi della montagna in genere sono ampiamente recidivi (caso Cesen...). Maestri poteva crearsi facilmente nei primi anni 60 una carriera di salite iperboliche, invece ha fatto magari un sacco di
3) Perchè, nonostante l'ampio lasso di tempo che ha avuto per inventarsi una balla sostenibile, ha riportato invece una versione dei fatti in teoria facilmente smentibile da chiunque un giorno avesse ripetuto la via? Perchè sostenere la presenza dei chiodi a pressione, i dettagli (in teoria) improbabilie eccetera?
4) Perchè quando è tornato sulla montagna nel 1970 ha deciso di salire la via da un'altra parte, quando una ripetizione - magari su una linea diversa - della stessa parete sarebbe stata un'ottimo sistema per coprire le proprie tracce?
Giorgio Spreafico nel suo libro "Enigma Cerro Torre" alcune di queste domande se le è fatte, ed ha ammesso che fanno a pugni con la tesi di un Maestri diabolico tessitore di bugie.
Questo NON vuol dire che Maestri abbia salito o non salito il Torre nel 58. Questo significa SOLO che è impossibile condannarlo (e di condanna si tratta - l'accanimento con cui alcuni gli si stanno scagliando contro è, a mio parere, degno di miglior causa) sulla base di quanto sappiamo adesso.
In alpinismo le condanne a priori e a "furor di popolo" sono sempre pericolose - un certo Claudio Corti ne ha pagato un prezzo troppo alto.
monteleone ha scritto:C'è qualche alpinista contemporaneo conoscitore del Torre che ancora da ragione a Maestri?
Se per "dare ragione" intendi "non condannarlo con le evidenze attuali" (vedi sopra), Andy Parkins (per esempio) la pensa come me (ne abbiamo parlato solo il mese scorso)