Alpinisti italiani dispersi in Francia

Alpinismo sulle Alpi ed extraeuropeo, ghiaccio, cascate ecc.

Messaggioda undertaker777 » ven nov 30, 2012 18:45 pm

porca p...., speriamo in un miracolo
mi.llumino, di.mmenso
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Messaggioda Kliff 62 » sab dic 01, 2012 12:51 pm

Speriamo che si trovino al rifugio Temple Ecrins
http://www.bergamosera.com/cms/?p=109304
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Messaggioda christian71 » sab dic 01, 2012 15:16 pm

Il Temple des Ecrins è stato sorvolato ieri e non vi è segno di vita.
Conosco personalmente Francesco, è un ottimo alpinista, preparato e prudente.
Chi va a fare vie così sa cosa rischia, e lui lo sapeva bene.
Han fatto una valutazione, è andata storta.
Chi arrampica, chi frequenta la montagna, corre dei rischi che non sono azzerabili.
Chi scala, può anche morirne.
Il resto sono chiacchiere da bar, che fareste meglio a risparmiarci in questo momento.
Beethoven era talmente sordo che per tutta la vita ha creduto di essere un Pittore

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Messaggioda delendais_18 » sab dic 01, 2012 15:21 pm

Passata quasi una settimana :cry:

Noi confidiamo sempre nella buona sorte :D

Un abbraccio alle famiglie,

N.A.
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Messaggioda Kliff 62 » sab dic 01, 2012 16:13 pm

christian71 ha scritto:Il resto sono chiacchiere da bar, che fareste meglio a risparmiarci in questo momento.
Scusami se stò continuando a sperare in un esito positivo. Damiano è il cardiologo di un mio collega che ha avuto problemi seri e grazie a lui è riuscito a sistemarsi .
Da qui è nata un amicizia che li ha portati spesse volte in montagna insieme.
Un amicizia molto importante per il mio collega.
Bar o non bar io continuerò sempre a esternare le mie speranze per questa cordata dispersa.
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Messaggioda christian71 » sab dic 01, 2012 20:40 pm

La speranza è un sentimento struggente e più che legittimo. Anche Francesco è stato vicino ad alcuni miei amici in un momento molto duro. E' una persona con una grande umanità
Spero con voi, anche se l'alpinista sa che resistere anche solo ad un bivacco in quelle condizioni è un'impresa terribile.
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Messaggioda North Face » dom dic 02, 2012 0:00 am

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Messaggioda n!z4th » dom dic 02, 2012 1:01 am

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Ultima modifica di n!z4th il dom dic 02, 2012 16:04 pm, modificato 2 volte in totale.
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Messaggioda tu » dom dic 02, 2012 15:28 pm

per dovere di cronaca, almeno sta volta, era meglio se te ne stavi zitto
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Messaggioda Kliff 62 » dom dic 02, 2012 15:42 pm

Le parole molto rispettose ed equilibrate di Tà nel suo blog riguardo a questo triste epilogo..
http://corda-doppia.blogspot.it/2012/12 ... vvero.html
Io non ho parole...
Solo tanta tristezza...
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Messaggioda paolo56 » dom dic 02, 2012 23:54 pm

Con estrema modestia e rispetto dell'argomento trattato vi riporto (purtroppo) il "condensato" scritto da Enrico Camanni in una situazione molto simile avvenuta poco tempo fa, personalmente è molto angoscioso riportarla ma credo ci siano nelle sue parole similitudini che possono in qualche modo "giustificare" molte cose.
Non sono molto attivo nel forum (anche se lo seguo regolarmante) ma mi sento comunque di unirmi a voi per un FORTE abbraccio ai familiari.


"Ogni alpinista convive con un incubo: essere anticipato dalla perturbazione. Partire con la montagna amica e cadere nel gorgo della bufera.

Te lo sogni la notte quel fronte di nuvole grigie che si affaccia all?orizzonte e ti prende alle spalle, tu che scappi e lui che corre sempre più veloce, finché ti raggiunge e t?inghiotte. Come l?onda che bracca il navigante. Non è la fatalistica attesa delle perturbazioni di una volta, quando la meteorologia era scienza vaga e inattendibile, e si affrontava la montagna con lo spirito di chi, per forza di cose, era disposto a subire i capricci del tempo. No, è la spietata precisione delle nostre perturbazioni, oggi che le previsioni non sbagliano quasi più e puoi conoscere l?ora precisa in cui arriveranno le nebbie e scenderà il primo fiocco di neve, oggi che se sei veloce puoi far fesso anche il cattivo tempo a patto di non sbagliare, di non fermarti, di non voltarti indietro.

La guida francese Olivier Sourzac era forte e determinata, molto esperta, forse un po? troppo sicura di sé. Olivier arrampicava con una cliente che conosceva molto bene: Charlotte De Metz. Insieme avevano fatto le vie più difficili del Monte Bianco. Erano già stati anche sulla parete Nord delle Grandes Jorasses, che è tetra, difficile e meravigliosa, e offre agli alpinisti bravi una specie di accesso facilitato: il Linceul, lenzuolo in italiano. Immaginate un fazzoletto di neve e ghiaccio appiccicato alle verticali della grande Nord, ma senza roccia, senza strapiombi, così liscio e regolare che con le piccozze di oggi si può salire leggeri, anche molto veloci, raggiungendo la vetta delle Jorasses in meno di una giornata. Un giorno era il tempo che aveva messo in conto Olivier, senza dubbi evidentemente: così potevano uscire prima della tempesta e scendere in serata al rifugio Boccalatte, sul versante italiano. Scalare leggeri ed evitare il bivacco sulla montagna: quello era il piano.

Ora sarebbe facile scrivere che Sourzac si sbagliava perché su una grande parete è sempre possibile fare tardi, basta un imprevisto, un piccolo incidente, un cedimento fisico, e se sta arrivando una bassa pressione così organizzata come quella che ha alluvionato la Liguria e mezza Italia bisognerebbe tenersi un buon margine per poter scappare o tornare indietro. Sarebbe facile ma ingeneroso, perché non abbiamo diritto di giudicare chi ha perso la propria vita senza risparmiarsi. Nonostante sia stata una specie di «morte in diretta» non sapremo mai che cosa sia successo sul candido Lenzuolo, che quando sono partiti dal ghiacciaio doveva sembrare un velo da sposa che scintillava sotto il sole d?autunno e dopo poche ore si è trasformato in un sudario senza speranza. Non sapremo mai perché abbiano fatto tardi e perché si siano lasciati braccare dalla perturbazione, sappiamo solo che sono arrivati in cima in un?alba che non è mai diventata giorno.

I soccorritori che ieri hanno raccolto le salme dei francesi sotto uno spuntone di roccia splendidamente ricamato dal gelo sulla via normale delle Grandes Jorasses, raccontano di quanto la morte appaia come l?esito più paradossale, prima ancora che crudele, per chi salga in una mattina di sole su una montagna splendente di luce e neve fresca. Bellezza e tragedia si toccano e misteriosamente convivono: non si può dire nient?altro. Chi ha provato la confusione della nebbia, del vento e dell?angoscia in alta montagna può vagamente immaginare la ragione di certe scelte estreme, di certi abbandoni, ma solo i protagonisti potrebbero raccontare. Per bravo ed esperto che sia, quando un alpinista viene inghiottito dalla bufera entra in una realtà separata, fatta di bisogni e reazioni elementari o di sentimenti inesprimibili. Il freddo e la debilitazione dell?organismo allontanano gradualmente le persone dalla vita e si entra piano in un mondo a parte. I pensieri si dissociano dal corpo, il tempo perde il suo valore e anche la paura svanisce in un limbo senza dolore, bianco come la neve che sta attorno.

Così raccontano quelli che sono sopravvissuti."
Enrico Camanni
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Messaggioda Kinobi » lun dic 03, 2012 9:44 am

paolo56 ha scritto:...


Bello il sunto di Enrico.
Nella speranza di non volere offendere nessuno aggiungo che, purtroppo, Enrico Camanni si è dimenticato di un aspetto cruciale del rapporto soccorso-soccorritori.
Nella società moderna, è sostanzialmente vietato decidere su cosa fare di se se stessi. Il fatto stesso che in molte nazioni sia vietato decidere sull'eutanasia, ne è l'emblema.
Chunque va per monti sa che, volente o nolente, se si trova nei guai, ti verranno a cercare. Che chiami dal cellulare o che non chiami non cambia: verranno lo stesso.
Nemmeno se lo scrivi sulla giacca o sul testamento "non venitemi a cercare", rispetteranno la tua volontà.

La responsabilità che ogniuno di noi porta sulle spalle quando va in motagna, non è solo la sua ma è anche quella di chi, se per caso capitasse, ti viene a cercare. L'alpinista è in grado di decidere tutto della sua salita, incluso i rischi da prendere, ma non può decidere per i soccorritori.

Sono aspetti su cui riflettere, specialmente quando, come in questo caso, ai soccorritori non è successo nulla.
Ciao,
E
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Messaggioda a&f » lun dic 03, 2012 13:42 pm

Sembra che oggi facciano un altro tentativo, a quanto riporta montagna.tv
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Messaggioda Pié » lun dic 03, 2012 14:30 pm

Ho incrociato solo il Barbarossa (ma poi chissà, il nostro mondo è piccolo..) anni fa su una cascata..
Ricordo ancora oggi il suo entusiasmo per quel mondo non ancora immobilizzato completamente dal gelo, si intuiva che aveva una gran passione..
quanta angoscia in questi giorni e che tristezza adesso.

ciao Pié


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Messaggioda simo il 4 CG » mer dic 05, 2012 15:03 pm

Ciao a tutti.

Ho il triste compito di comunicare a tutti voi quanto segue:

"Portiamo a conoscenza che il Dipartimento Cardiovascolare farà celebrare giovedì 13 dicembre p.v. alle ore 16.00 presso la Cappella dell'Ospedale "A. Manzoni" di Lecco una S. Messa per ricordare il nostro collega Dr. Francesco Cantù."
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Messaggioda nuvolarossa » ven apr 26, 2013 19:25 pm

I corpi di Luca Gaggianese e di Damiano Barabino finalmente tornano a casa, speriamo che a breve anche quello di Francesco Cantù possa essere portato ai suoi cari. :(

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_aprile_26/alpinisti-cadaveri-alpi-francia-212860468884.shtml
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Messaggioda Pié » sab apr 27, 2013 17:49 pm

nuvolarossa ha scritto:I corpi di Luca Gaggianese e di Damiano Barabino finalmente tornano a casa, speriamo che a breve anche quello di Francesco Cantù possa essere portato ai suoi cari. :(

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_aprile_26/alpinisti-cadaveri-alpi-francia-212860468884.shtml


Grazie della segnalazione,
poveretti
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Messaggioda granparadiso » sab apr 27, 2013 22:30 pm

Mi è tornata la tristezza :(

Non avevo letto lo scritto di Camanni al tempo, mi ha colpito, quanta verità c'è in quelle parole!
babbo....
è....
quindi le montagne tengono su il cielo!

(mio figlio dopo aver visto Bonatti e Messner)

Mitakuye oyasin
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Messaggioda *omar* » ven mag 03, 2013 16:43 pm

condivido quanto riportato su On-Ice da Climberland:

http://www.on-ice.it/onice/viewtopic.ph ... &start=150

omar
..."Speriamo che duri", disse quello che barullava dal tetto...
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