pietrodp ha scritto:Cialtrone ha scritto:[..]Mi pare di intuire che una tua questione *basilare* sia quella del livello, e, di conseguenza, di una scala di merito, esterna.
Nessuno ha mai pensato di fare questioni di merito su cose di diletto.
.
Con tutto il rispetto, Cialtrone, mi pare proprio che tu non abbia centrato il punto.
(snip)
Non è *strettamente* necessario centrare un punto. E' sufficiente andarci vicino, in maniera sensibile... :-))
pietrodp ha scritto:Cialtrone ha scritto:[..]
Questo per dire che, alla fine, se ti diverti in montagna, e (snip)
Con tutto il rispetto, non vedo la logica di questo ragionamento.
Se ti diverti, ti diverti, punto, ma essere un "genio" e' proprio un'altra cosa.
(snip)
Guarda. Io cosa sia un genio non lo so. Io certo sono, nel senso occidentale del termine, una vera mmerda, ma, con rispetto parlando, fatemi un elenco di tutti questi genii e ditemi cosa è un genio.
Io immagino che condizione necessaria per parlare di genio è che costui possieda una familiarità spaventosa con un qualsiasi formalismo, con un linguaggio, appunto. E questa cosa, temo, sia propria di coloro che non si accorgono di ciò. E per tale motivo non riescono a valutarsi "esternamente" nel merito. Tanto per fare esempi del put, Schumann per cercare di diventare un talentuoso e geniale pianista, si è massacrato tutti e due gli anulari, cercando di potenziarli. E non si era accorto che il suo genio non era certo nella tecnica, ma nella costruzione armonica, che del resto gli pareva scontata...Ma guarda. Tale Julius Reubke, figlio di organista fine 800, causa estrema familiarità con tecnica strumentale nel senso stretto del termine (ha sempre e solo visto il babbo maneggiare con mantici e canne), ha composto in vita sua un pezzo uno, poi è morto. Ma in questo pezzo ci è scritta una delle pagine più spettacolari della musica tardo-romantica, per complessità d'uso dello strumento. Un genio. E non lo sapeva neppure...
pietrodp ha scritto:Cialtrone ha scritto:[..]
Ma mi fa veramente paura continuare a sentir cose dove alla fine si fa a chi è il più bravo di tutti.
(snip)
Veramente paura? Ma perche'? Non ti sembra di essere un po' eccessivo?
Anche questo e' gioco: la competizione puo' essere divertimento, e mi appare cosi' strano che a molti questo sfugga.
(snip)
Guarda. Io ho anche recentemente postato che lo sport mi piace tantissimo. E mi piace la lealtà con cui un atleta affronta la gara. E mi piace il senso di giustizia per cui tutti vengono messi nella stessa condizione di gara. Lo sport mi ha insegnato duro impegno e regole belle. Poi ho scoperto, gareggiando, che potevo fare a meno della gara per confrontarmi con me stesso. Ed ho smesso.
Il problema, IMHO, è che nello sport alpino non esistono attualmente ne' sono mai esistiti parametri rigorosi di valutazione sportiva. Proprio perchè l'alpinismo, NON è uno sport. Ma, te guarda, molti di coloro che lo praticano vogliono per forza introdurre delle scale di merito dove non sono, ripeto, necessarie.
Come ho già detto, attaccatevi un numero dietro la schiena, e fate la coppa italia di arrampicata. Se vi tenete, e siete forti, vincerete, altrimenti nada. Sport. Niente altro che sport.
E infatti siamo qui a chiederci se Huber ha fatto la cosa più bella del mondo oppure no, se il free solo vuole dire più che 8c, se un fix in meno conta di più di un grado in più, se è alpinismo 'sta roba qui oppure no...tutte queste baggianate, concedetemi, perchè non si sa come *valutare* una azione alpina.
E' un problema di sempre, e dell'alpinismo nato in Germania, con il fondo che già l'andare per monti fa essere un *superiore*, eppoi per essere grande devi mostrare qualcosa, qualcosa di più, di esterno, ad esempio la morte. Senti il cupo suono delle campane? eccoti nel regno del sesto grado. Hai usato due chiodi in 1000 metri? sei un figo. Hai concatenato 7 salite in inverno in mutande e ne sei uscito in barella? allora entri nell'olimpo. Potrei continuare.
Ma. Non vi sorge il dubbio che siano tutti parametri assolutamente demenziali, questi, per valutare la grandezza di un gesto? Uno deve per forza superare "qualcosa" che è altro da sè, per dimostrare grandezza? Sono questi i genii dell'alpe, quelli che sono "manifestamente" (leggi davanti ad una telecamera) sul filo del rasoio? E' questa la vostra scala di valutazione?
Se si, domani vado a ripetere nudo il Pesce con una bombola del gas attaccata al birillo. Perche, sapete, nel caso mi vada bene (ed una remota possibilità ci è, pur essendo io una merda, una ci è, ad esempio quella di mentire, di fare il *cialtrone*...), io divento un genio dell'alpinismo.
E' per questo che mi fa paura nell'alpinismo fare classifiche: de che?
Ripeto. Se Huber ci è *dentro* a questa logica dello slegato, è un grande. Se ci fa, è semplicemente uno a cui piace apparire, e per tale motivo deve stare molto in campana. Gli sbagli non sono dei genii, ma dei metodici.
Ricordo che Vinatzer Giovannibattista (un gigante, se non avessi paura, direi un genio...) è morto nel suo lettino. Mai fatto lo sborone. Mai detto nulla. Mai sfide da bar dello sport. Ha solo scalato. E basta. E nel resto della vita picchiava sull'incudine. Non è un caso che pochi, molto pochi, troppo pochi lo conoscano.
Saludos e chiedo scusa per la sbrodolata.