Luca mi scrive e mi ricorda che mercoledì è il suo giorno libero, sicché finiamo per metterci d’accordo per un’uscita insieme.
Abbiamo entrambi notato l’apertura di una nuova via in Piccole Dolomiti, sul Mesole, Russian Circus, che ci sembra abbordabile e divertente, M4 e 80°, con soste in loco e buone protezioni, sicché, dopo aver attentamente analizzato altre opportunità, ci troviamo d’accordo sull’obiettivo: vogliamo portare a casa la prima ripetizione di questo itinerario.
Da lunedì a mercoledì il tempo passa in fretta e alle 5.15 ci troviamo a Padova, con meta Casare Asnicar, luogo di partenza per il Mesole e i suoi vaji; fatti gli zaini, ci incamminiamo lungo quello che pensiamo essere il sentiero 120, in direzione di una cima che ricorda vagamente il nostro obiettivo, con i suoi vaji e guglie innevate a ricalcare la via che dovremmo salire.
Ben presto ci troviamo all’attacco del vajo che ci dovrebbe portare sotto Russian Circus, il Diagonale, e cominciamo a salire: al primo bivio “identifichiamo” il vajo Berlick, che ancora deve essere vinto, e ci mettiamo alla ricerca della diramazione di Russian Circus, senza trovarla, continuando, invece, a salire.
Le pareti ai lati del vajo che percorriamo cominciano a stingersi sempre di più e i passaggi si fanno più verticali, tanto da costringerci ad abbandonare la conserva in favore della progressione a tiri.
I risalti sono tutti scoperti e secchi, mentre il fondo è duro e con pochi centimetri di ghiaccio, perciò siamo costretti a fare largo utilizzo delle tecniche di dry tooling, spesso e volentieri su toppe d’erba e protezioni un po’ precarie, tipiche delle Piccole Dolomiti.
“Luca, ma siamo sicuri che sia il Diagonale questo?”
“Hai visto altri canali?”
“No, no, ma dovrebbe essere D- e 50°… Vabbè saliamo e vediamo”
Ma le difficoltà non fanno altro che aumentare...
Dopo quattro tiri ci troviamo ormai all’uscita, quasi in cima alla montagna, e di fronte a noi si palesa un salto strapiombante di una decina di metri; sembra attrezzato con una corda fissa e decido di sostare nella nicchia formata dal tetto che occlude la via di salita.
Ci sembra impossibile che il passaggio sia di IV, come dovrebbe essere vicino all’uscita del Diagonale, e nemmeno vediamo gli spit che da relazione dovrebbero esserci.
Ancora non abbiamo visto alcuna diramazione, né l’attacco di Russian Circus, ma siamo convinti di averla semplicemente mancata e di aver proseguito sul Diagonale, ormai fino alla sua conclusione, nei pressi della vetta del Mesole.
Luca supera abilmente il passaggio strapiombante, che gradiamo circa M5, e, sfruttando i resti della corda fissa, riesce ad arrivare sino ad un punto di sosta, da cui mi recupera.
Parto anche io, ma la corda fissa decide di cedere poco dopo, regalandomi un pendolo poco simpatico, ma con un piccolo aiuto anche io arrivo in sosta.
Infine, l’uscita ci riserva una sorpresa: non siamo vicini ad alcuna vetta e non sappiamo come scendere, giacché non ci sono tracce di alcun tipo.
Fortunatamente riusciamo ad allestire tre doppie su alberi, che ci depositano quasi alla base di un canalone, da cui riusciamo finalmente a rivedere la strada asfaltata per casare Asnicar.
Ormai è evidente: non abbiamo percorso il Vajo Diagonale, né siamo sul Mesole. Qualcosa non torna…
Domandiamo ad un paesano, che ci informa “quello non è il Mesole, zioboia! E’ il Campetto”
Abbiamo sbagliato montagna… Ma cosa abbiamo salito?
E’ Tarcisio a sciogliere i nostri dubbi: abbiamo fatto la quarta ripetizione del Vajo del Ciclope, irripetuto dal 2016, anno in cui ha visto tre di queste quattro salite.
Noi l’abbiamo gradato TD, con passaggi di misto fino all’M5 e neve fino ai 70°. (In linea con le altre valutazioni tranne una, con mooolta più neve, che dà D+; ma nel 2015-16 la fissa era nuova e sana...)
La cosa più divertente era la mia convinzione di veder tracce: cosa può fare la suggestione!
Una bellissima salita, con la giusta difficoltà e una buone dose di avventura a renderla pepata qb!







