Ciao Paolo

Arrampicata e alpinismo su roccia in montagna

Ciao Paolo

Messaggioda joecasello » lun set 12, 2016 11:40 am

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Re: Ciao Paolo

Messaggioda Pié » lun set 12, 2016 13:00 pm

ma no...
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Re: Ciao Paolo

Messaggioda Eionedvx » lun set 12, 2016 13:10 pm

Prima o poi, tocca a tutti...
Nonostante sia naturale, si sta sempre male. :cry:
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Re: Ciao Paolo

Messaggioda Pié » mar set 13, 2016 10:06 am

Come omaggio a Paolo, che avevo avuto la fortuna di incrociare una volta e quindi di potermi congratulare con lui di persona per la via dei 5 muri, ripesco dagli archivi del forum questi pensieri che avevo pubblicato qualche anno fa.

Ciao Paolo, eri veramente "oltre".

Attesa

<<Cosa dici, andiamo anche noi?>> Il mio amico mi passa in mano due relazioni : una di una guida e l'altra di Alp. Lo guardo allibito: <<ma stai scherzando?!>>
Faccio un passo indietro. Tutto comincia una decina d'anni fa, quando due amici ci raggiungono in vacanza in Val di Fassa. Loro sono fortissimi, e sono venuti con l'intenzione di provare a ripetere una via della quale né il nome né gli apritori mi dicono niente. Questo almeno fino a quando non mi vengono date in mano le relazioni. Fanno paura. Anche guardando quella delle due più ottimistica, le difficoltà sono elevatissime. Al di là delle difficoltà tecniche e di quell'insufficiente scritto da parte alle voci soste e materiale in loco, quello che mi preoccupa veramente è la frase con cui il compilatore della guida descrive la via in questione: "ottimo banco di prova per la più lunga, ma non più difficile, via Attraverso il Pesce in Marmolada". La via del Pesce la conoscevo, invece, eccome. E questa frase mi spaventa parecchio. Il mio amico però mi rassicura: dice di non preoccuparmi perché lui si sente di tirarla, di non preoccuparmi dei gradi più alti perché c'è scritto che è possibile anche in artificiale e quindi sarà un "tiraciodi", poi che in caso di necessità ci saranno gli altri amici ecc.. ecc..
Va beh, piuttosto titubante accetto: <<ok, però tiri tu!>>.
La mattina seguente partiamo di buon ora, e ci avviamo lungo il sentiero che ci dovrà portare prima ad un bivacco e poi alla parete.

Sbucati fuori dal bosco ci troviamo in un bellissimo anfiteatro, al cui centro è posto il bivacco. Meraviglioso. Sulla sinistra la nostra parete, mamma che muro. Il freddo è pungente, saremo qualche grado sopra lo zero, così approfittiamo del ricovero per coprici e per individuare il punto d'attacco. La zona dell'attacco è evidente, quello che mi preoccupa è la compattezza della parete. Più ci avviciniamo, più la placconata si rivela ricca di buchi di ogni dimensione, ma di fessure, linee di debolezza e chiodi neanche l'ombra. Solo delle cenge interrompono la continuità delle placche. Un cordone in una clessidra, una quindicina di metri sopra noi indica la strada. Mi inizio a render conto che le difficoltà tecniche cominciano a non esser l'unico problema, e che quello vero della giornata sarà l'impossibilità di proteggersi. Intanto che rimugino i miei pensieri, parte il primo dei due amici: scala guardingo, ma elegante e deciso su questa lavagna verticale. Che bravo! Passa il primo cordone ed una sequenza di buchi lo porta ad una microclessidra, dentro la quale riesce a passare un cordino aperto che riannoda con una mano, sempre in libera. Fantastico! Il freddo si fa sentire, eccome, solo che ho finito le cose da mettermi su. Lo osservo cambiare mano sull'appiglio, mentre alternativamente si scalda la punta delle dita e cerca di intuire dove si debba salire. Sempre in libera. Il punto di arrivo è evidente, un diedro appena accennato, ma la placca compatta offre diverse possibilità. Alla fine parte e senza ulteriori protezioni arriva in sosta. Cavoli! un tiro, due protezioni..
Tocca ora al mio compagno a salire, in modo da arrampicare con la sicurezza di aver la loro corda vicino in caso di necessità. È bravo, molto bravo e lentamente arriva in sosta senza riuscire nemmeno lui ad aumentare il numero di protezioni.
Parte il secondo dei due amici e poi finalmente io. Non appena tocco la roccia le dita diventano insensibili per il freddo.. ma come cavolo hanno fatto a scalare?! Le difficoltà sono molto sostenute. Ai miei amici tutta la mia ammirazione, ma soprattutto tutta la mia ammirazione agli apritori, quei Maffei e Leoni, in questa occasione senza il terzo componente del trio, Frizzera, che allora neanche sapevo chi fossero. Non conoscevo neppure la storia di quegli alpinisti, di quelle salite, della loro filosofia, non immaginavo neanche che dietro quei nomi ci fossero gli autori di alcune delle più difficili vie delle Dolomiti. Buttarsi su una placca del genere, senza spit, solo con la propria determinazione, il proprio intuito e le proprie capacità è veramente qualcosa al di fuori dell'ordinario, da fuoriclasse. Arrivo al kevlar annodato dal mio amico nella clessidra.. ma come diavolo avrà fatto in libera?! Se non l'avessi visto coi miei occhi non ci avrei creduto!

Cercando di individuare le sequenze di movimento più facili arrivo in sosta. La placconata sopra noi prosegue verticale e compatta. Il mio sguardo si incrocia con quello del mio compagno, senza parlare ci siamo già detti tutto. Faccio un cenno per dire che si va giù, lui è d'accordo. Gli amici generosamente ci dicono che se vogliamo continuare ci possono aspettare, ma non avrebbe senso: questa è la loro via, per noi è troppo. Il mio compagno è molto più forte di me, ma qui esser forti non basta, bisogna esser fortissimi. Piantiamo un bong artigianale per rinforzare la sosta, salutiamo gli amici e ci caliamo. Arrivati al bivacco, li guardiamo passare il tiro chiave, li salutiamo a gran voce e ci avviamo verso il fondo valle dove ci attendono le nostre amiche. Al pomeriggio andiamo con loro ad arrampicare alla Città dei Sassi tanto per mantenerci un po' in allenamento.

Tra un tiro e l'altro, ogni tanto lo sguardo si ferma a guardare il cellulare, per vedere se compare il concordato squillo, ma niente. Il tempo passa, le occhiate al cellulare si fanno sempre più frequenti ma lo squillo non arriva. Torniamo a casa ed il silenzio del telefono si fa sempre più rumoroso, ma d'altra parte ci diciamo, mica è scritto da nessuna parte che debba esserci per forza campo. Il giorno inizia a far spazio all'imbrunire, il telefono continua a tacere e noi ora siamo preoccupati, è inutile nascondercelo. Alla fine ci guardiamo col mio amico, ok gli andiamo incontro, può esser che abbiano avuto problemi. Mentre parcheggiamo e ci avviamo lungo la forestale l'imbrunire cede il passo al buio. Dopo dieci minuti, un quarto d'ora che camminiamo vediamo due lumicini nel bosco, iniziamo a correre e ci troviamo con gran sollievo davanti ai nostri amici.
Ci raccontano dei problemi che hanno avuto in discesa con una doppia incastrata che gli ha fatto perdere un sacco di tempo, della salita che è stata bella, impegnativa e continua ma che è andata alla grande.. e del telefono si era scaricato col freddo! Mentre gli facciamo i complimenti, chiamiamo le nostre amiche per dirle di aspettarci in pizzeria perché ci sarà da festeggiare!

Era la prima volta che mi capitava di vivere l'altra faccia della medaglia della nostra passione, quella che vive chi aspetta a casa, e mi sono reso conto in quel momento che non è sempre facile.
Questo racconto vuole esser un piccolo omaggio a chi ci aspetta ed a quei meravigliosi Alpinisti che di nome fanno Graziano Maffei, Paolo Leoni e Mariano Frizzera.


http://www.forum.planetmountain.com/phpBB2/viewtopic.php?t=45108
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Re: Ciao Paolo

Messaggioda crodaiolo » mar set 13, 2016 14:25 pm

che dire...
proprio un triste epilogo.
da quanto leggo mi ricorda tanto la fine di Claudio Barbier.

Pié ha scritto:...

bello.
grazie, me l'ero perso.
inciampa piuttosto che tacere
e domanda piuttosto che aspettare
...
alla fine, è solamente un gioco
a cui a volte tendiamo a dare troppa importanza.
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Re: Ciao Paolo

Messaggioda VECCHIO » mar set 13, 2016 14:39 pm

Strano che qui si scriva poco di Paolo Leoni.
Al suo attivo ha delle vie che a tutt'oggi non sono state ancora ripetute.
E parlo di vie sulle grandi pareti delle Dolomiti, come Marmolada e Civetta, non di quelle da 100 o 200 metri che vengono osannate per la massa.
Basta pensare che per salirne alcune con uno stile più moderno hanno impiegato mesi, ma dopo averle ben attrezzate e altre sono dei miti dell'arrampicata estrema senza spit.
Lui si lamentava perché faceva fatica a salire sull'8a a vista..........aveva passato i 70 anni.
Era serissimo negli allenamenti: tutti i giorni per quasi tutta la vita.
Maffei, la mente, Leoni, il liberista, Frizzera, il piccolo indomabile....... che cordata ineguagliata forse ancora oggi qui da noi !
Ultima modifica di VECCHIO il mer set 14, 2016 13:42 pm, modificato 1 volta in totale.
....ALPINISTA......NO GUIDA....... questa mi scombussola
Scalare con gli esperti del cai... son sempre dei grossi guai...... questa mi piace
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Re: Ciao Paolo

Messaggioda scairanner » mar set 13, 2016 14:48 pm

A prescindere dal fatto che si sia scritto poco o no, tutti i commenti che si trovano sulle sue vie sono sempre di grande ammirazione e rispetto (a proposito, bravo piè!), per lo stile e la difficoltà degli itinerari da lui aperti.
E questo non è poco. :wink:
-Come sarà la scalata di Adam Ondra nel 2030?
-Arrampicherò di certo. Spero di non scalare peggio di quanto non faccia ora...


-meno internet, più cabernet
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Re: Ciao Paolo

Messaggioda giordano metta » mer set 14, 2016 15:57 pm

uno dei più grandi alpinisti dolomitici negli ultimi 50 anni a mio parere... persona schiva e oltremodo modesta, quanto disponibile...
notizia molto triste che mi fa sobbalzare sulla sedia...
spiace peraltro constatare che PM non dia risalto ad una notizia del genere dopo due giorni....

condoglianze alla famiglia e ai tanti amici alpinisti trentini per i quali egli è tuttora un caposcuola
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Re: Ciao Paolo

Messaggioda crodaiolo » mer set 14, 2016 16:11 pm

giordano metta ha scritto:...
spiace peraltro constatare che PM non dia risalto ad una notizia del genere dopo due giorni....

troppo presi a correr dietro ai "geants"...
per accorgersi che un Gigante é scomparso
inciampa piuttosto che tacere
e domanda piuttosto che aspettare
...
alla fine, è solamente un gioco
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Re: Ciao Paolo

Messaggioda basi » gio set 15, 2016 10:44 am

ciao Paolo ....un mito di una cordata mitica per noi trentini
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Re: Ciao Paolo

Messaggioda tu » gio set 15, 2016 16:34 pm

VECCHIO ha scritto:...
Maffei, la mente, Leoni, il liberista, Frizzera, il piccolo indomabile....... che cordata ineguagliata forse ancora oggi qui da noi !




detto anche il passaggista
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Re: Ciao Paolo

Messaggioda alberto60 » ven set 16, 2016 8:38 am

bravo Piè.

Bel ricordo per una grande quanto modesta persona.
Quasta estate avevo pensato di ritornare in Vallaccia per salire una sua via. Per vari motivi non siamo andati. Ma dopo questo dovrò farlo.
Maffei, Frizzera, Leoni. Ce ne siamo accorti in ritardo ma sono stata una cordata di riferimento. Altro che carpentieri delle Dolomiti.
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Re: Ciao Paolo

Messaggioda Achille_piè_veloce » ven set 16, 2016 11:41 am

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Re: Ciao Paolo

Messaggioda VECCHIO » ven set 16, 2016 14:32 pm

=D> :cry: =D> :cry: =D> :cry: =D> :cry:
ma sopratutto
=D> =D> =D> =D> =D> =D> =D> =D>
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Re: Ciao Paolo

Messaggioda scairanner » ven set 16, 2016 15:03 pm

Achille_piè_veloce ha scritto:http://www.planetmountain.com/it/notizie/alpinismo/paolo-leoni-se-n-e-andato-il-ricordo-di-pietro-dal-pra.html


Il cerchio si è chiuso dove aveva avuto inizio... :|
-Come sarà la scalata di Adam Ondra nel 2030?
-Arrampicherò di certo. Spero di non scalare peggio di quanto non faccia ora...


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