etica di chiodatura

Arrampicata e alpinismo su roccia in montagna

chiodature

Messaggioda gano70 » mar ago 24, 2004 22:21 pm

Non mi va molto di discutere sull'etica,voglio solo citare una via in Medale a Lecco,che è la Milano 68.
Avendola ripetuta circa 12 anni fa quando era ancora una classica,chiodi inaffidabili da tirare in artificiale,vecchi,rotti nelle fessure dove non ce ne entravano più altri,una via che ormai non andava più a fare nessuno.
L'hò rifatta l'hanno scorso richiodata in ottica moderna dall'apritore,devo dire che l'hò trovata bellissima,mi sono divertito in mondo.La via non a perso il suo impegno,anzi penso che adesso ci sia l'obbligatorio più alto,ma non si rischia più di ammazzarsi.
A mio parere questo è un esempio di come a volte i tempi cambiano e che a volte si possa anche richiodare.
Ciao
gano70
 
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Messaggioda Maurizio » mer ago 25, 2004 8:40 am

marinoroma ha scritto:il dibattito oramai un po' stremato (eufemismo) potrebbe arrichirsi un po' se a prendere la parola fossero anche coloro che le vie le aprono.
se faccio una stima nasometrica direi che un 5 % delle persone che scrivono probabilmente hanno aperto anche qualche via (tra cui naturalmente non ci sono io).
mi piacerebbe sentire anche il loro punto di vista e un confronto tra di loro.
il punto di vista del ripetitore si polarizza troppo spesso sul bisogno o meno di sentirsi sicuri ed indirizzati (nel senso di ricerca dell'itinerario)quando si arrampica. Fa leva sulla paura ancestrale e ci scagliamo, con tutte le sfumature del caso, con chi propone o boccia lo spit alla sosta sulle classiche (ad ex.) a seconda di quanto disprezziamo rispettivamente chi ricerca la sicurezza o chi l'autonomia in montagna.
Sono due scuole di pensiero che possono perfettamente convivere ma di difficile sintesi.
Fra l'altro bisogna dire che la percezione dell'intzera faccenda varia di molto secondo la nostra esperienza e area di arrampicata.
Come dice Maxx, in Svizzera ovest, dove Remy e Piola la fanno da padroni, queste discussioni non esistono e classico e moderno coesistono. Pero' é anche vero che le vie di scalata definite classiche sono spesso direttamente le prime piola o remy, anni 70-80. Normale che coesistano con le successive....
ma anche nel Bianco, dove le classiche non mancavano, le moderne spesso si sono tenute a debita distanza e sono diventate in alcuni casi classiche. anche li' il dibattito sullo spit mi sembra sia attualmente abbastanza pacato e le vie vengono riattrezzate con una certa frequenza.
in dolomite immmagino la situazione sia molto piu' complessa e sfaccettata.


Presente, eccomi ancora una volta a parlare di etica, nonostante dopo un po' perda sempre la voglia, soprattutto in questo forum :( Chiamato indirtettamente in causa con i toni pacati di Marinoroma però sono invogliato a dire la mia, naturalmente dal punto di vista di un apritore, dato che qualche via l'ho aperta.

Sono sostanzialmente d'accordo con i gardenesi, al 95 per cento. E mi fa molto piacere che abbiano pubblicato la lettera. Non dico altro in proposito.

Su quello che scrivi, Marino, dovrei fare una precisazione. E' vero che in Svizzera e Francia poco si discute su questi argomenti ed il classico e il moderno coesistono. Però è anche vero che Piola e Remy, notoriamente molto più i secondi, hanno intersecato e a volte cancellato vie classiche (nel senso di antecendenti), con la convinzione che la linea moderna valesse in qualche modo di più, proprio in quanto "moderna". E altre volte hanno ridotto pareti ad un colabrodo, senza avere il coraggio di dire basta (si veda l'esempio di Sanetsch)... o di scrivere un documento come quello dei gardenesi. Io credo che queste cose, chè se ne dica, pesino sul reale valore di un apertura. Un po' come se fossero penalità. Il modo in cui è stata aperta, l'onestà o meno dell'apritore, l'estetica, etc, etc, regoline e regolette che tanto odiamo, ma che sono necessarie per valutare un'impresa o una semplice apertura...o se non altro per convivere e garantire un furo alle prossime generazioni di alpinisti...ebbene tutte queste cose alle fine forniscono il metro e gli strumenti per distinguere una via bella da una meno bella...e così via...sino al limite con una che merita di essere schiodata, perchè magari rovina una gran via del passato...

Ma l'argomento è complesso e mi ha colpito quel che diceva l'amico Bruno (Vitale) in un altro topic. C'è la pretesa di alcuni di fare alpinismo (o quello che è) non per lasciare il segno, ma per gioco... Ebbene, tutto è lecito, per carità. Però dovremmo ricordare che chiodando lasciamo comunque un segno indelebile che talvolta, anche se esso è un gioco sempza pretese, non potrà facilmente essere cancellato. Noi apritori abbiamo evidentemente una grossa responsabilità e se abbiamo una certa sensibilità, in poche parole "cultura", allora anche giocando non faremo grossi danni... Se invece agiamo senza cultura e senza rispetto più che aprire saccheggiamo, sottraendo egoisticamente uno spazio, sempre più esiguo, a quanti vorranno poterlo utilizzare in futuro, magari con altre modalità. Io sono sicuro che questo non è il caso di Bruno, ma mi preoccupano invece altri, quelli che dell'etica se ne impippano, quelli che non hanno rispetto di nulla, quelli per cui tutto è lecito, per cui l'arrampicata è solo divertimento ed edonismo puro. In mano a queste persone il trapano è effettivamente un attrezzo distruttore da bandire nel modo più assoluto.
Ho letto gli ultimi documenti che come CAAI hanno (abbiamo) redatto in proposito, che probabilmente saranno presentati al centenario, ad ottobre a Torino. La linea in poche parole è questa. Mi sembra una posizione sufficientemente equidistante tra modernità e giusta conservazione della tradizione, una linea che, secondo me, alla fine può essere giudicata più progressista di quella svizzera o francese.

saluti

Maurizio
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Messaggioda Aldino » mer ago 25, 2004 9:02 am

un grazie, di cuore, a Maurizio.
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Messaggioda biemme » mer ago 25, 2004 9:19 am

Maurizio ha scritto: ...............Sono sostanzialmente d'accordo con i gardenesi, al 95 per cento. .... dovrei fare una precisazione. E' vero che in Svizzera e Francia ........................ La linea in poche parole è questa. Mi sembra una posizione sufficientemente equidistante tra modernità e giusta conservazione della tradizione, una linea che, secondo me, alla fine può essere giudicata più progressista di quella svizzera o francese.
saluti
Maurizio


ciao,
complimenti per l'intervento, mi sento di condividere e sottoscrivere in pieno questa tua precisazione (oltre che, come già ho detto in un precedente intervento, il documento dei gardenesi) anche se, guardandomi un po' in giro, ho sempre + il timore che siamo in minoranza.......

ciao
biemme
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Messaggioda quilodicoequilonego » mer ago 25, 2004 10:07 am

...secondo me non sarebbe male, che il CAI (o chi per esso) nominasse delle persone, distribuite nelle varie regioni, qualificate a classificare l'etica delle vie.
Dopo aver ripetuto le vie, potrebbero definirne le caratteristiche in tal senso.
Magari chi apre nel rispetto delle "regole" potrebbe ricavare la giusta soddisfazione anche in questa valutazione. E altri si sentirebbero più responsabilizzati.
enzo
Avè rot le bale, basta spit 'n Dolomiti, tanto i cavan tuti...
In arrampicata, cosa c'è di più artificiale del trapano ?
VIA TUTTTTTT
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Messaggioda LimaMike » mer ago 25, 2004 10:28 am

biemme ha scritto:
Maurizio ha scritto: ...............Sono sostanzialmente d'accordo con i gardenesi, al 95 per cento. .... dovrei fare una precisazione. E' vero che in Svizzera e Francia ........................ La linea in poche parole è questa. Mi sembra una posizione sufficientemente equidistante tra modernità e giusta conservazione della tradizione, una linea che, secondo me, alla fine può essere giudicata più progressista di quella svizzera o francese.
saluti
Maurizio


E' un piacere ritrovarti anche qui.
Purtroppo quest'anno niente Sardegna ma ci si ritornerà questo è poco ma sicuro.
Condivido in toto il tuo intervento e la tua precisazione anche se, come dice biemme la prouccupazione di essere in minoranza è decisamente reale.
Salut
Mauro
Perchè arrampico? Semplice! perchè mi diverto.
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Messaggioda cialtrone » mer ago 25, 2004 11:23 am

Si, occhei occhei, siamo sempre in meno, evviva tutti. Abbasso il trapano in mano agli assassini (che è come dire che le pistole in mano ai delinquenti nuociono...)
Io rispetto le metodiche di apertura dal basso severe, assolutamente, e ci mancherebbe. E rispetto assolutamente le linee originali, ed il fatto che non debbano essere cancellate, nè attraversate da altre 2000 linee. Perfetto. Va bene. (mi sorge il dubbio che però di tutti questi bei problemi di indelebilità, di segni forti, di saccheggio degli spazi, etcetc, un tempo se ne strafregavano: penso al traverso bellissimo del signor Micheluzzi sul volgare Ciavazes, 90 metri di VI- chiodato. Chissà se il signor Micheluzzi aveva in mente che stava fregando 90 metri di parete per le prossime generazioni...)
Ma.
Insisto. Checcacchio vuol dire "Le vie già esistenti dovrebbero mantenere il loro carattere originario e così anche il loro valore alpinistico"? Vuol dire che se non ci è un chiodo, non ne mettiamo neanche uno? Vuol dire che se ci sono chiodi marci, li lasciamo marci? Vuol dire che bisogna andarci a scalare con i calzoni alla zuava e gli scarponi di pelle? Vuol dire che sono un museo in cui si entra con il biglietto? Vuol dire che per arrivare all'attacco si parte da casa nostra con la bicicletta come faceva il professor Buhl?
A me pare di aver detto la mia sulla metodica di riattrezzatura delle vie esistenti. Sulla metodica di apertura delle vie nuove ho semplicemente dato un suggerimento sul materiale da utilizzare per le protezioni non veloci; non ho scritto che si deve mettere un inox ogni 2.5 metri. Poi facciano come credono gli apritori forti e belli. Starà poi a loro giudicare i loro stessi metodi di apertura, con onestà e sincerità.

Ma nessuno si è espresso su come fare "manutenzione" a 'ste benedette vie esistenti che ci sono in montagna. A me piacerebbe che qualcuno mi dicesse, oltre a frasi di convenienza tipo, appunto, "le vie devono mantenere ...blabla...", che cosa, praticamente!
Ho apprezzato moltissimo il commento di Gano70 che ha ripetuto una vecchia via e l'ha trovata molto più bella di prima, dopo un restyling. L'ho apprezzato perchè ha parlato di scalata, e non di fregnacce galleggianti.

Ciao.

A Maurizio, che saluto, dico solo che le linee che ci sono al Sanetch sono tutte estremamente logiche, ed aperte dal basso con un numero limitato di fix. Io ci ho scalato una quindicina di vie, e credo di non aver nulla da dire ai Remy, se non ringraziarli per i capolavori di Cor a Corps, Rock and Roll, Eufrate, Tzingy, Les Chemins etc. etc.
cialtrone
 

Messaggioda pietrodp » mer ago 25, 2004 11:40 am

Il signor Micheluzzi viveva in un'altra epoca storica, dove molte pareti erano ancora intonse e probabilmente mai si sarebbe immaginato di arrivare un giorno alla quasi saturazione delle stesse. Per questo e' importante oggi, e lo sara' sempre di piu' in futuro, cercare di avere "misura" nelle aperture, non strafare, non voler passare per forza, non esagerare con le chiodature: il rispetto di quelli che verranno ce lo impone.

Invece cialtrone solleva la (solita) questione importante della conservazione degli itinerari storici: tanti di quegli integralisti che non vorrebbero vedere neanche un ferretto su una linea di roccia, dimenticano talvolta che l'usura delle classiche puo' a volte essere ridotta proprio se si utilizzano s"trategicamente" protezioni piu' moderne in luogo di certa ferraglia del passato. Cio' non vorrebbe dire per forza snaturazione del carattere alpinstico della via.
mandi
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Messaggioda Aldino » mer ago 25, 2004 11:44 am

Cialtrone ha scritto: mi sorge il dubbio che però di tutti questi bei problemi di indelebilità, di segni forti, di saccheggio degli spazi, etcetc, un tempo se ne strafregavano: penso al traverso bellissimo del signor Micheluzzi sul volgare Ciavazes, 90 metri di VI- chiodato. Chissà se il signor Micheluzzi aveva in mente che stava fregando 90 metri di parete per le prossime generazioni


eh no eh!!! non confondiamo la genialità con il discount!
individuare il meno difficile nel difficile e superarlo con un uso limitato di mezzi è cosa ben diversa dal piazzare una fila di chiodi a pressione o di spit per tirare diritto alla meta...
quasi vent'anni son passati dall'apertura alla prima ripetizione della Micheluzzi. Questo qualcosa vuol dire?
Aldino
 
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Messaggioda cialtrone » mer ago 25, 2004 12:04 pm

Grazie Pietro. La questione è "solita" ma assolutamente irrisolta. Mi preme perchè il succo sta lì, dando per scontato che aprire una via di 300 metri con fix ogni metroemmezzo e che interseca altre n-linee è scontatamente una cacata... E mi preme perchè poi, come diceva qualcuno, la manutenzione che in genere scatena ire di tutti perchè colpisce itinerari da tutti fattibili, viene fatta magari dagli "etici" che lo divengono un pò meno con in tasca n-mila euri donati dalle amministrazioni comunali.

Ad Aldino dico che ha perfettamente ragione, e sono in accordissimo con lui. Micheluzzi era un genio. Come del resto lo sono stati il signor Larcher ed il dottor Vigiani in Marmolada: se ritieni che quello è stato discount dell'alpinismo, direi che tutti e quanti noi dobbiamo darci al minigolf. Quello che voglio dire è che le linee, se sono logiche, anche se intersecano altre linee, logiche, insomma, eccheddiamine, un poco di spazio a tutti quelli che ragionano. O no? (guarda che comunque il caro Buhl, che era andato per ripeterla subito, quella via, si è perso e ne ha aperta un'altra, nel frattempo...vogliamo dire che il signor Buhl ha intersecato troppo?). Oppure: chemmidici della Comici in Lavaredo? Ne parliamo?
:-)
Ciao!
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Messaggioda pf » mer ago 25, 2004 12:17 pm

Cialtrone è provocatorio ma scrive cose da far pensare ( anche sul Sanetsch: secondo me lì le vie sono da belle a bellissime perchè la roccia è spaziale, ma che le linee scelte siano belle...boh, quando uno dal basso può andare a fine parete scalando una combinazione di 5 vie diverse qualche dubbio ce l'ha).
Io ho sempre detto che non vedo differenza sostanziale fra un chiodo e uno spit, e come dopo 15 anni è meglio cambiare lo spit dell'otto superarrugginito con uno del 10 inox ( cosa che fanno in parecchi nel mondo), così non vedo perchè non si possa cambiare un chiodo del '60 con uno attuale, specialmente alle soste. Peraltro non intervenni in un famosissimo post dove praticamente si menarono tutti virtualmente e dove si parlava di etica di ripetizione, ma il mio punto di vista dovrebbe essere chiaro dal post wenden blaue lagune: e l'etica di ripetizione fa il paio con l'etica di manutenzione di una via. Non bisogna aggiungere niente, ma bisogna cambiare quello che il tempo ha reso marcio. I cordini ce li cambiamo noi, ma se qualcuno cambia i chiodi marci o i tubolari delle biciclette degli anni '50 con roba attuale inox, senza aggiungere protezioni aggiuntive, secondo me va bene.
poi, guardandoci bene negli occhi, dobbiamo anche ammettere che le porcate le fanno oggi, ma le facevano anche 30/40 anni fa. Vie aperte con chiodi a pressione ogni metro o con, diciamo alla Gogna in Sentieri verticali, un numero di chiodi uguale al numero di metri di salita, non è che abbiano poi un così gran valore storico...e se al posto di venti chiodi marci in venti metri qualcuno mette due soli spit, e per il resto ci si può proteggere, per me ci può anche stare, su queste vie di valore alpinistico modesto.
Vado a ripararmi dal lancio degli agrumi...
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Messaggioda Maurizio » mer ago 25, 2004 12:23 pm

A Cialtrone, che saluto, vorrei dire che ai Remy di Sanestch non rimprovero certo di aver messo troppi chiodi, ma di aver trasformato una bella parete (che lì vale come l'oro) in un intreccio di vie secondo me non sempre logiche. Ha senso, secondo te, dover utilizzare placchette di diverso colore altrimenti si sbaglia strada? Il problema è che quando loro se ne sono accorti, ed hanno sollevato il problema sulla guida stessa, era troppo tardi. Occorre pensare anche all'effetto inerzia. E' inutile che ad un certo punto esca un Messner qualsiasi e dica "ok, ora sulla Torre del Sella non si apre più, son già troppe le vie...". Devi pensare anche ai 10 che verranno, per cui ciò che ha detto quell'uno non vale niente, ed andranno ad aprire sulla Terza Torre comunque (così come penso che gli spit non spariranno certo dalla Val Gardena dopo la lettera dei gardenesi). Il risultato è che alla fine quella parete sarà rovinata, e la mitica Vinatzer sarà cancellata nel dedalo delle vie successive. Allora, dico io, vogliamo pensare in modo un po' più lungimirante, o vogliamo continuare a fregarcene di tutto e a guardare solo fino alla punta del nostro naso?

Seconda importante questione. Io, Cialtrone, ho affrontato il problema addirittura sulle pagine di Alp. Qualcuno mi ha scritto o telefonato in proposito? Nessuno. Indifferenza totale, o almeno sembra. Ho proposto niente meno che le palestre storiche torinesi vengano riconvertite in un ottica moderna all'uso delle protezioni veloci. A parte che moltissime vie che una volta si facevano solo chiodando ora si possono fare con nut e friend in modo ben più sicuro...quando si pianifica un restauro bisognerebbe instituire una commissione di esperti (a questo punto grasse risate da parte di tutti) che valuta in qualche misura il '"valore storico" delle vie presenti. In base a questo "peso" si può stabilire quale materiale utilizzare. Esempio che facevo io: la Gola di Caprie. Prima considerazione: Grassi utilizzò una montagna di placchette che oggi sono fatiscenti. Seconda considerazione: alcune di queste vie hanno fessure ben proteggibili con gli attuali friend. Terza considerazione: gran parte delle vie vennero aperte da Grassi dall'alto, o da altri in stile tradizionale, misto libera ed artif. Quarta considerazione: il luogo è una parete di bassa valle, senza vie di grande carattere storico, ed oggi quasi abbandonato. Etc, etc. In base a tutte queste considerazioni avanzavo una proposta. Spittiamo le soste e qualche spit sulle placche, dove si possono mettere nut e friend lasciamo libero. Diventerebbe una delle poche "palestre" dove impratichirsi con l'uso di protezioni veloci. Tutto qui.

Immagino, voglio sperare, che chi ha fatto il restauro del Medale si sia posto questi problemi. Ma non ci metterei la mano sul fuoco :D
E' chiaro che oggi, 2004, fa piacere trovare gli spit sulla Bonatti o sulla Pincopalla, e ci si diverte persino. E' tutto così godibile e soft, come vuole la mentalità attuale. Ma siamo sicuri che sia l'unica maniera giusta per restaurarla? E che nel 2010 o 2020 la penseremo ancora così?

ciao

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Messaggioda cialtrone » mer ago 25, 2004 12:36 pm

pf ha scritto:Cialtrone è provocatorio ma scrive cose da far pensare ( anche sul Sanetsch: secondo me lì le vie sono da belle a bellissime perchè la roccia è spaziale, ma che le linee scelte siano belle...boh, quando uno dal basso può andare a fine parete scalando una combinazione di 5 vie diverse qualche dubbio ce l'ha).

Beh, non molto provocatorio. Chiedo semplicemente cosa fare, se non vogliamo ignorare il problem. Altrimenti ignoriamo e liberitutti. Quanto al Sanetch, ti chiedo, ma non è la stessa cosa in Wenden? Le linee del Wenden non sono così solo per la qualità della roccia ebbasta? Ovvero: quando uno passa in placca, la linea, qual'è? Quella di Motto? (dritta precisa da geometra), quella di Piola (leggermente a zigzag), quella di Larcher (la più dura possibile)? Dico anche io: boh? Come commento personale è che Cor a Corps, che sale zizzagando per la parete, è una via grandiosa: passa dove i Remy ai tempi riuscivano a passare, mantenendo l'ingaggio e l'impegno; ci sono traversi mozzafiato su roccia da sballo, placche ripidissime su intrusioni selcidiche nere de paura. Io non avrei mai avuto il coraggio, eppure ripetendo mi sono reso conto che di lì si passava sino al settea, altrove, boh?

pf ha scritto: (...) e se al posto di venti chiodi marci in venti metri qualcuno mette due soli spit, e per il resto ci si può proteggere, per me ci può anche stare, su queste vie di valore alpinistico modesto.
Vado a ripararmi dal lancio degli agrumi...

Ohhh, questa è una proposta: bene. Si discuta! Ma per le arance, ahimè, devi aspettare a dicembre: questo è periodo di angurie ;-)
Ciaoo!
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Messaggioda Aldino » mer ago 25, 2004 13:01 pm

Cialtrone ha scritto: aprire una via di 300 metri con fix ogni metroemmezzo e che interseca altre n-linee è scontatamente una cacata...


Penso che questa sia la prima cosa da evidenziare, che non sia poi così scontata per tutti e che sia però quella più condivisibile da tutti, per amore o per forza. Cominciamo da questa, allora.

Per amore di precisione: la Micheluzzi fu aperta nel 35. Buhl andò "subito" a ripeterla, nel 49, cioè solo 14 anni dopo, e, aprì una variante mediana più difficile del traverso dell'originale, cosa che non fa che confermare il fiuto di Micheluzzi. Ed è una variante, non una via nuova. Piuttosto che della Comici alla Grande, perchè non parliamo della Cassin alla Ovest? mi sembra più significativa, non credi?
Aldino
 
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Messaggioda cialtrone » mer ago 25, 2004 13:12 pm

Maurizio ha scritto: (...) Allora, dico io, vogliamo pensare in modo un po' più lungimirante (...)


Tutte cose giuste. E so che tu di proposte ne fai. E di roba su cui discutere ce ne sarebbe, se solo lo si volesse fare umilmente e democraticamente: il fatto è che questi due avverbi di modo non abitano molto di frequente il carattere del montagnuolo.
Si potrebbe, ad esempio, discutere su chi è esperto, su che cosa è storico, se il Flamm, il Pesce o Topo Pazzo ad Arnad. Se il fondo valle è merda oppure no. Se è corretto, per il futuro dei nostri figli, provare una via quattromilavolte solo per dire che l'hai chiusa, se Motti è esistito per un motivo, e il 68 dei sassisti è servito a qualcosa oppure carta straccia, se è giusto andare a Gajum (Lecco), ed aprire quattro vie a scavi profondi 10 cm di settebipiù quando affianco ci sono vie a strafare, e poi cambiare pure il nome della falesia, tanto siamo in basso.
Insomma. Ce ne sarebbe! E invece, tutti a lanciare angurie: e spit si, spit no, io faccio il setteci, tu il trebbi chepparli affare, io ho aperto duemilavie, tu neppure la porta di casa, a casa mia scali solo come dico io...le solite cose da rifugio e da bar dello sport (ma almeno fosse sport!).
La tua proposta sul fondovalle piemontese è precisa: a me sta bene. Ti butto lì: sarebbe contento il Grassi, di vedersi tolte le piastre per lasciare spazio ai friend? (io si, lo sarei). Sarebbero contenti i piemontesi che frequentano la falesietta, o l'hanno totalmente dimenticata? Se ci fosse qualcuno che, vista la tua proposta, pianificasse col sale, allora, certo, un sito trad tra mille sportivi, secondo me, ci sta benissimo. In Francia ci sono. E guarda che in Francia non è che ti svegli la mattina, vai in falesia, e solo perchè sei in falesia, chiodi dove vuoi: è vietato, legalmente.

Sulla Milano68 il restyling l'ha fatto lo stesso apritore. Ed il lavoro è stato egregio. Sul resto del Medale non ho ancora messo mano, ma non giudico mai prima di provare... :-) Chi ha ripetuto Breakdance mi ha detto che ora è precisa: via stupenda con roccia bellissima, grande ardimento e cappello agli apritori, il Villotta e compagni. Soltanto che su alcuni tiri ci erano i tasselli del sei della fischer, quelli per appendere i quadri...Io l'ho fatta così, cinque anni fa, e, sarò sincero, ho tirato lo stesso la libera. Ma era una via abbandonata.
Salut! :-)
cialtrone
 

Messaggioda cialtrone » mer ago 25, 2004 13:25 pm

Aldino ha scritto:Per amore di precisione: la Micheluzzi fu aperta nel 35. Buhl andò "subito" a ripeterla, nel 49, cioè solo 14 anni dopo, e, aprì una variante mediana più difficile del traverso dell'originale, cosa che non fa che confermare il fiuto di Micheluzzi. Ed è una variante, non una via nuova. Piuttosto che della Comici alla Grande, perchè non parliamo della Cassin alla Ovest? mi sembra più significativa, non credi?

Il termine variante potrebbe far venire la pelle d'oca a qualcuno, non pensi? Ma sono in accordo comunque con te. La Cassin alla Ovest non l'ho mai percorsa, ma guardandola sui soliti libretti da drogato mi pare una impresona. Chiaramente, se non la si vuole incrociare, taglia ogni possibilità alle nuove generazioni :-) (scherzo, ovviamente, lo scrivo e sottoscrivo, scherzo!)
Ciaoo!
cialtrone
 

Messaggioda marinoroma » mer ago 25, 2004 13:40 pm

Avevo tirato in ballo i Remy per sottolineare come l'accettazione o meno di vie spittiate moderne (plaisir vabbé ma non é che le classiche siano solo tristesse) anche in prossimità di vie di stampo classico dipenda dalla percezione e tradizioni locali.
Avrei dovuto forse citare solamente Piola, che ha effettivamente creato linee addirittura nel bel mezzo del Gd Capucin che sono state acclamate e riverite, sapendosi fermare prima di esaurire la roccia o l'ispirazione.
Anzi i Remy, sono forse un esempio di patologia bulimica da roccia, pare che alle Calanques gli sia stato impedito di andare..... e nella massa delle loro creazioni chiaramente vi sono dei gioielli unici.
Le vie su placca possono essere infinite, le fessure no. Non si puo' ignorare questo e chi ha un trapano in mano deve avere la sensibilità per rendersene conto. Non mi sembra un discorso da talibano e non ha niente a che vedere con lo spit sulla sosta di una classica, o la rimozione di chiodi marcia anzi sono proprio due discorsi separati.
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Messaggioda Maurizio » mer ago 25, 2004 14:04 pm

Ciao Cialtrone, tu a dispetto del tuo nick sei un pesce troppo furbo per questi acquari virtuali e ammiro la tua capacità di discernere e di non fare di ogni erba un fascio... Gli argomenti sono tanti, certo, anche a me piacerebbe discuterne. Ma nei forum si finisce sempre male...l'esperienza mi insegna che è assai meglio in pizzeria davanti ad una birra. Il guaio è che le mogli si annoiano a morte... :roll: :wink:

Per le placchette di Grassi niente paura. E' già stato finanziato il progetto e le guide le sostituiranno con scintillante acciaio. Per la palestra trad dovremo ancora aspettare che i tempi siano più maturi e che la massa abbia capito bene cosa vuol dire "moderno"... :roll: :wink:

ciao

Maurizio

PS la Medale 68 mi manca...magari se passo dalle tue parti... :roll: anche io sono uno che finchè non vedo e non tocco non giudico...
Ultima modifica di Maurizio il mer ago 25, 2004 14:05 pm, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda Aldino » mer ago 25, 2004 14:04 pm

Cialtrone ha scritto: Il termine variante potrebbe far venire la pelle d'oca a qualcuno, non pensi?


No, non lo penso: 150 metri indipendenti su un dislivello superiore ai 500 credo che non possano essere definiti che una variante... :wink:
ciao
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Messaggioda pf » mer ago 25, 2004 14:37 pm

Ricordando che quella volta ad Ivrea le arance erano dolorosissime e che quindi è meglio esporsi ora che è tempo di angurie...

L'esempio dei Remy è un buon esempio, non so se esiste qualcuno che ha aperto più di loro in Europa.

Mi parli di Caeur a Corps: senza ancora averla fatta, ho pensato che fosse una gran via, peraltro bella psyco. La stessa cosa, senza averle fatte, penso di poter dire di Trash e Painkiller al Wenden. Per averle fatte, dico che Legacy e Lancelot sono gran vie.
Però...però hanno anche aperto decine di vie senza senso, un zig zag bestiale ad incrocio infinito. Forse se qualcuno glielo avesse detto all'inizio ci avrebbero riflettuto. E qualcuno glielo deve aver detto, perchè cosa hanno fatto negli ultimi 5 anni? Hanno raddrizzato alcune loro vie!! Ne hanno cambiato la chiodatura, e perfino la linea.
Torniamo ad una via degli anni delle direttissime, cima a tutti i costi, anzi a tutti i ferri. Caso A.
Negli stessi anni, qualcuno apriva vie con numero ben limitato di chiodi, oppure tornava indietro. Caso B.
Io dico che su queste ultime vie prima di toccare qualcosa bisognerebbe pensarci cento volte, ed in ogni caso non bisogna aggiungere niente; soltanto sostituire. E se gli apritori fecero sosta sul niente con due chiodini da panico, lasciamo quella sosta e che tutti sappiano che su quella via se voli al 50% ci lasci la pelle.
Se invece su quella via la sosta era fatta con un bel pò di materiale, allora non vedo la differenza rispetto a due spit.
Nel caso A...bah, io non credo di avere voce in capitolo ma non mi farebbe impressione negativa se uno al posto di una ferrata di chiodi ci mettesse uno spit ogni 10 metri, e in mezzo ci si protegge per chi sa.
Sull'aprire in moderno laddove, sulla stessa parete, c'è una classica o una tradizionale che magari va a zig zag, mi sembra molto intelligente quello che decisero Maurizio e Sarti sul Bruncu Nieddu, chiodando dal basso Legittimo Bastardo, ed intersecando una gran via di Bernardi, Spalle al muro. Nella zona di intersezione...non misero niente!! Run out di 10 metri, ad occhio sul 6b ( l'ho visto calandomi). Bernardi salvo, integro, rispettato, e via moderna da attaccare solo con balle d'acciaio. Così il pazzo che va sulla via di Bernardi non ha nessuno spit da puntare, e il pazzo che va sulla via moderna non si accorge nemmeno di essere per un attimo su un'altra via.
P.S. La vera identità di Cialtrone, bazzicando dalle mie parti, è ora un bel ?
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