Quale il modo migliore per aprire vie lunghe in mantagna?

Arrampicata e alpinismo su roccia in montagna

Messaggioda gug » gio nov 27, 2003 19:16 pm

Roberto ha scritto: In effetti è dura aprire vie lunghe su pareti corte, almeno non di fare lunghi traversi a dx e sx, con anche qualche pezzo in discesa :!:



:lol: :lol: :lol: :lol: bella questa! :lol: :lol: :lol:
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Messaggioda Roberto » dom mar 26, 2006 18:52 pm

Accidenti che bel 3D, pieno di riflessioni interessanti. Me lo sono riletto come fosse un trattato di alpinismo.
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Messaggioda gug » dom mar 26, 2006 22:39 pm

Roberto ha scritto:Accidenti che bel 3D, pieno di riflessioni interessanti. Me lo sono riletto come fosse un trattato di alpinismo.


Questo è uno dei tre o quattro topic più belli di tutto il forum (insieme a quello sulle vie alpine sportive, quello sulla via di Bubu alla Torre Trieste e quello di Fabio sull'apertura). Io me lo sono salvato sul pc: c'è più sostanza in una di queste discussioni che in un anno di riviste di alpinismo.
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Messaggioda Buzz » lun mar 27, 2006 0:02 am

Roberto ha scritto:In effetti è dura aprire vie lunghe su pareti corte, almeno non di fare lunghi traversi a dx e sx, con anche qualche pezzo in discesa :!:


è su questi particolari, in effetti, che si vede la stoffa del grande alpinista

oggi, per esempio, su una via di 18 metri tocci è riuscito a ricavare uno sviluppo di 36 ... zigzagando a destra e a sinistra come fosse inseguito da malfattori e volesse far perdere le sue traccie... :roll:
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Messaggioda FEDERICO PIAZZON » mar mar 28, 2006 13:22 pm

Secondo me non c'è un sistema migliore a priori...dipende da ciò che si vuole fare!Una cosa è aprire una via che rimanga come "grande sfida" per i ripetitori,un altra è cercare di lasciare un "prodotto finito" che entusiasmi i ripetitori per bellezza..
una cosa è certa lo stile alpino è eticamente e tecnicamente superiore ,come scriveva Messner il vero progresso è affrontare pareti sempre più alte e difficili in stile alpino non trasportare lo stile himalajano sulle alpi ma il viceversa..
Certo che bisogna poi considerare come si vuole passare in relazione alle proprie capacità:se non si vuole fare tanto artif o comunque si vuole rendere possibile passare in libera in un secondo momento affrontare grandi pareti con lo stile alpino diventa davvero un'impresa proibitiva!!
Se riesco a completare la preparazione(siamo davvero indietro!!!)volevo aprire una via su una parete non ancora percorsa,sicuramente non molto solida,sicuramente dura,500 metri con una linea diretta da capogiro che ho studiato per ore sulle foto ingrandite..io avevo pensato ad uno stile misto,campo base alla base della parete ed apertura in due puntate risparmiandomi i bivacchi a salame... ore sulle punte dei piedi a mettere giù protezioni decenti meno artif possibile ma piuttosto libera con i resting tanto poi chi me la va a liberare ce l'ho già!!!
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Messaggioda elvio » mar mar 28, 2006 18:13 pm

Il metodo migliore per aprire una via in montagna e'
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:D
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Messaggioda Roberto » mar mar 28, 2006 20:52 pm

Se guardiamo al modo in cui Bole ha aperto la sua via alle Jorasses (un sacco di gg spalmati in qualche settimana, con corde fisse per gran parte della via), dovremmo rimanere inorriditi, ma se proviamo ad andarla a ripetere, copn i 4 spit sul tiro chiave di 7C .... forse rimarremmo ammirati.
Insomma, tutto è relativo al risultato.
La via alle Jorasses, forse la si poteva aprire con un assedio in stile alpino, con molti giorni di abrutimento in parete, sul genere russi o slovacchi, ma il risultato sarebbe stato diverso, avremmo avuto una grande impresa alpinistica, ma una via con un macello di artificiale.
E' una scelta legittima salire in un modo o nell' altro, importante e fare una cosa nel modo più adatto alle proprie capacità e non voler forzare una salita oltre la dimensione atletica e tecnica della cordata, perché il risultato sarebbe ben diverso.
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Messaggioda ivalo2006 » mar mar 28, 2006 22:14 pm

sono daccordo con la tua ultima risposta, le vie vanno salite senza forzature senza strafare cercando di salvagurdare il piu' possibile la propria incolumita' e quella degli altri, in poche parole bisogna divertirsi ed integrarsi il piu' possibile con l' ambiente circostante e' inutile provare una via al di sopra delle nostre possibilita' che ti fa cagare addosso e che quando sei nel casino sogni casa il letto e pensi ma chi c***o me lo fa fare, devo divertirmi dal primo all' ultimo minuto salvo strane sorprese, io la penso cosi sbagliero'.....
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Messaggioda Roberto » mar mar 28, 2006 22:24 pm

ivalo2006 ha scritto:sono daccordo con la tua ultima risposta, le vie vanno salite senza forzature senza strafare cercando di salvagurdare il piu' possibile la propria incolumita' e quella degli altri, in poche parole bisogna divertirsi ed integrarsi il piu' possibile con l' ambiente circostante e' inutile provare una via al di sopra delle nostre possibilita' che ti fa cagare addosso e che quando sei nel casino sogni casa il letto e pensi ma chi c***o me lo fa fare, devo divertirmi dal primo all' ultimo minuto salvo strane sorprese, io la penso cosi sbagliero'.....
Secondo me si, sbagli, perchè io il letto di casa mia me lo sogno spesso in parete e mi chiedo tutte le volte (ma proprio tutte) chi me lo fa fare a rischiare la pelle, con a casa una familglia che mi aspetta e fa affidamento su di me.
Credo che porsi queste domande sia normale, come tornare a sognare la salita successiva, appena si è al sicuro, lontano dai guai.
Sono certo che anche i top del mondo, mentre sono impegnati in una mega salita, magari in solitaria, si dicono le stesse cose e non sanno che rispondersi.
Il fatto di capire che si sta cagando fuori dal vaso e che ci si può rimettere la pelle per una strana malattia che è l' alpinismo a livelli sostenuti, non significa che non ci si senta anche perfettamente all' altezza della situazione. E ' questione di rendersi conto del colossale egoismo che porta gli alpinisti che rischiano, a fregarsene della propria pelle e di chi resta a casa ad aspettarli.
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Messaggioda ivalo2006 » mar mar 28, 2006 23:02 pm

forse e' proprio quello lo stimolo che dovrebbe portarci a fare le cose alla nostra altezza, chi ci aspetta a casa, e cercare di essere meno egoisti riflettendo e pensando a chi e' a casa, ma a parte la casa rispettare la propria vita e' forse il piu' grande stimolo ammenoche' non la si voglia donare per un figlio o qualcosa di importante, a tutti piacerebbe essere apprezzati ricercati per quel che si fa e a volte questo esibirsi puo' portare a non vedere tutto il contorno che la vita ci offre e a fare dei sbagli che possono costare molto, ovviamente ogni persona conosce i propri limiti e per esibizione o per una via di settimo quando faccio il quinto non darei mai la mia vita(ovviamente parlo di me), per quanto riguarda la fatidica domanda cosa faccio qua? penso faccia parte proprio dell' alpinismo, un conto pero' e' intuire che ce la puoi fare un altro e' infilarti in una incognita.
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Messaggioda Aldino » mer mar 29, 2006 13:57 pm

Roberto ha scritto: Secondo me si, sbagli, perchè io il letto di casa mia me lo sogno spesso in parete e mi chiedo tutte le volte (ma proprio tutte) chi me lo fa fare a rischiare la pelle, con a casa una familglia che mi aspetta e fa affidamento su di me.
Credo che porsi queste domande sia normale, come tornare a sognare la salita successiva, appena si è al sicuro, lontano dai guai.
Sono certo che anche i top del mondo, mentre sono impegnati in una mega salita, magari in solitaria, si dicono le stesse cose e non sanno che rispondersi.
Il fatto di capire che si sta cagando fuori dal vaso e che ci si può rimettere la pelle per una strana malattia che è l' alpinismo a livelli sostenuti, non significa che non ci si senta anche perfettamente all' altezza della situazione. E ' questione di rendersi conto del colossale egoismo che porta gli alpinisti che rischiano, a fregarsene della propria pelle e di chi resta a casa ad aspettarli.

A volte Roberto sa dire così, semplice e scarno, serio e diretto, cose che vanno controtendenza.
Il fatto di dirle partendo dalla sua personale esperienza le rende ancora più incontestabili.
Non sono certo io che può dire se è così o colà, ma posso dire che in queste poche parole non ci sento quell'odore di ipocrisia e di mitomania che ho sentito tante volte. E questo, a me, piace troppo.
Un po' come il capitolo di Pierino dal Prà su I solitari, per chi l'ha letto.
Non ci vendono sogni a buon mercato e questa è una bella cosa. Per me.
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Messaggioda Roberto » mer mar 29, 2006 14:43 pm

Sentirsi preparati, pronti, all' altezza della salita che si sta facendo, non significa sentirsi tranquilli, ciò potrebbe essere fatale.
Quando sono impegnato in una scalata, specie se in solitaria, non ho certo il tempo e la testa di mettermi a riflettere su chi aspetta la mia telefonata a fine giornata, con la quale saprà che tutto va bene, in quei momenti tutto orbita intorno a quei pochi metri di roccia intorno a me, ma dentro, in fondo, come un rumore di fondo, ci sono loro, i miei cari, le solite domande senza risposta e i soliti buoni propositi fasulli.
Come sono al sicuro e rifletto sulla salita appena compiuta, mi ritrovo a complimentarmi con me stesso (se ce l'ho fatta) e a immaginare una prossima scalata. Ma, chissà perché, raramente mi viene in mente la possibilità di ritornare a fare quello che ho fatto. Troppo spesso la maggior soddisfazione che ho è la consapevolezza di aver archiviato la scalata, di sapere che potevo farla e che l' ho fatta, ma certo non rifarei.
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Messaggioda gug » mer mar 29, 2006 19:10 pm

Roberto ha scritto:Sentirsi preparati, pronti, all' altezza della salita che si sta facendo, non significa sentirsi tranquilli, ciò potrebbe essere fatale.
Quando sono impegnato in una scalata, specie se in solitaria, non ho certo il tempo e la testa di mettermi a riflettere su chi aspetta la mia telefonata a fine giornata, con la quale saprà che tutto va bene, in quei momenti tutto orbita intorno a quei pochi metri di roccia intorno a me, ma dentro, in fondo, come un rumore di fondo, ci sono loro, i miei cari, le solite domande senza risposta e i soliti buoni propositi fasulli.
Come sono al sicuro e rifletto sulla salita appena compiuta, mi ritrovo a complimentarmi con me stesso (se ce l'ho fatta) e a immaginare una prossima scalata. Ma, chissà perché, raramente mi viene in mente la possibilità di ritornare a fare quello che ho fatto. Troppo spesso la maggior soddisfazione che ho è la consapevolezza di aver archiviato la scalata, di sapere che potevo farla e che l' ho fatta, ma certo non rifarei.


Non hai mai rifatto una salita impegnativa che avevi già fatto?
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Messaggioda Roberto » mer mar 29, 2006 20:22 pm

gug ha scritto:
Roberto ha scritto:Sentirsi preparati, pronti, all' altezza della salita che si sta facendo, non significa sentirsi tranquilli, ciò potrebbe essere fatale.
Quando sono impegnato in una scalata, specie se in solitaria, non ho certo il tempo e la testa di mettermi a riflettere su chi aspetta la mia telefonata a fine giornata, con la quale saprà che tutto va bene, in quei momenti tutto orbita intorno a quei pochi metri di roccia intorno a me, ma dentro, in fondo, come un rumore di fondo, ci sono loro, i miei cari, le solite domande senza risposta e i soliti buoni propositi fasulli.
Come sono al sicuro e rifletto sulla salita appena compiuta, mi ritrovo a complimentarmi con me stesso (se ce l'ho fatta) e a immaginare una prossima scalata. Ma, chissà perché, raramente mi viene in mente la possibilità di ritornare a fare quello che ho fatto. Troppo spesso la maggior soddisfazione che ho è la consapevolezza di aver archiviato la scalata, di sapere che potevo farla e che l' ho fatta, ma certo non rifarei.


Non hai mai rifatto una salita impegnativa che avevi già fatto?
No e su alcune non ci tornerei neppure se mi pagassero, una volta è più che sufficente 8)
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Messaggioda ivalo2006 » gio mar 30, 2006 0:55 am

in quei momenti in cui si scala ovviamente si pensa a poco ma ogni persona e' diversa ogni persona e' motivata in modo diverso c'e' chi pensa alla casa chi pensa al fatto di poter raccontare la propria impresa secondo me non si puo' generalizzare una motivazione che porta a compiere certe imprese per me e' semplicemente il piacere di farlo l' arrampicare in montagna e' l' unico modo di entrare in essa di vedere posti che altrimenti si vedrebbero solo in fotografia di vivere le sue emozioni ovviamente cercando di calcolare il calcolabile i pericoli nella vita sono ovunque non solo in montagna, e' piu' pericoloso andare in moto
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Messaggioda Roberto » gio mar 30, 2006 8:53 am

Aldino ha scritto:A volte Roberto sa dire così, semplice e scarno, serio e diretto, cose che vanno controtendenza.
Il fatto di dirle partendo dalla sua personale esperienza le rende ancora più incontestabili.
Non sono certo io che può dire se è così o colà, ma posso dire che in queste poche parole non ci sento quell'odore di ipocrisia e di mitomania che ho sentito tante volte. E questo, a me, piace troppo.
Un po' come il capitolo di Pierino dal Prà su I solitari, per chi l'ha letto.
Non ci vendono sogni a buon mercato e questa è una bella cosa. Per me.
Grazie Aldino, le tue parole mi gratificano più di un apprezzamento per una via nuova :D
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Re: Quale il modo migliore per aprire vie lunghe in mantagn

Messaggioda yinyang » gio mar 30, 2006 14:23 pm

Roberto ha scritto:quale è il modo più elegante per aprire una via lunga in montagna e per lunga intendo di oltre 15 tiri, sui 500 metri?


col ginzo! 8)
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Messaggioda Aldino » gio mar 30, 2006 14:42 pm

Roberto ha scritto: Grazie Aldino, le tue parole mi gratificano più di un apprezzamento per una via nuova :D


e non esagerare adesso! :evil: sennò ritiro tutto :wink:
(hai riletto il capitolo del Pierino solitario?)
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Messaggioda Roberto » gio mar 30, 2006 15:52 pm

Aldino ha scritto:
Roberto ha scritto: Grazie Aldino, le tue parole mi gratificano più di un apprezzamento per una via nuova :D


e non esagerare adesso! :evil: sennò ritiro tutto :wink:
(hai riletto il capitolo del Pierino solitario?)
Non leggo quasi nulla che riguardi la montagna (a parte le riviste), non è che mi piaccia troppo la letteratura di questo genere, di certo mi perdo qualcosa.
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Re: Quale il modo migliore per aprire vie lunghe in mantagn

Messaggioda Roberto » gio mar 30, 2006 15:53 pm

yinyang ha scritto:
Roberto ha scritto:quale è il modo più elegante per aprire una via lunga in montagna e per lunga intendo di oltre 15 tiri, sui 500 metri?


col ginzo! 8)
Avevi un futuro come scalatore di bigwall e hai preferito i monotiri :roll:
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