Roberto ha scritto: In effetti è dura aprire vie lunghe su pareti corte, almeno non di fare lunghi traversi a dx e sx, con anche qualche pezzo in discesa







da gug » gio nov 27, 2003 19:16 pm
Roberto ha scritto: In effetti è dura aprire vie lunghe su pareti corte, almeno non di fare lunghi traversi a dx e sx, con anche qualche pezzo in discesa
da Roberto » dom mar 26, 2006 18:52 pm
da gug » dom mar 26, 2006 22:39 pm
Roberto ha scritto:Accidenti che bel 3D, pieno di riflessioni interessanti. Me lo sono riletto come fosse un trattato di alpinismo.
da Buzz » lun mar 27, 2006 0:02 am
Roberto ha scritto:In effetti è dura aprire vie lunghe su pareti corte, almeno non di fare lunghi traversi a dx e sx, con anche qualche pezzo in discesa
da FEDERICO PIAZZON » mar mar 28, 2006 13:22 pm
da elvio » mar mar 28, 2006 18:13 pm
da Roberto » mar mar 28, 2006 20:52 pm
da ivalo2006 » mar mar 28, 2006 22:14 pm
da Roberto » mar mar 28, 2006 22:24 pm
Secondo me si, sbagli, perchè io il letto di casa mia me lo sogno spesso in parete e mi chiedo tutte le volte (ma proprio tutte) chi me lo fa fare a rischiare la pelle, con a casa una familglia che mi aspetta e fa affidamento su di me.ivalo2006 ha scritto:sono daccordo con la tua ultima risposta, le vie vanno salite senza forzature senza strafare cercando di salvagurdare il piu' possibile la propria incolumita' e quella degli altri, in poche parole bisogna divertirsi ed integrarsi il piu' possibile con l' ambiente circostante e' inutile provare una via al di sopra delle nostre possibilita' che ti fa cagare addosso e che quando sei nel casino sogni casa il letto e pensi ma chi c***o me lo fa fare, devo divertirmi dal primo all' ultimo minuto salvo strane sorprese, io la penso cosi sbagliero'.....
da ivalo2006 » mar mar 28, 2006 23:02 pm
da Aldino » mer mar 29, 2006 13:57 pm
Roberto ha scritto: Secondo me si, sbagli, perchè io il letto di casa mia me lo sogno spesso in parete e mi chiedo tutte le volte (ma proprio tutte) chi me lo fa fare a rischiare la pelle, con a casa una familglia che mi aspetta e fa affidamento su di me.
Credo che porsi queste domande sia normale, come tornare a sognare la salita successiva, appena si è al sicuro, lontano dai guai.
Sono certo che anche i top del mondo, mentre sono impegnati in una mega salita, magari in solitaria, si dicono le stesse cose e non sanno che rispondersi.
Il fatto di capire che si sta cagando fuori dal vaso e che ci si può rimettere la pelle per una strana malattia che è l' alpinismo a livelli sostenuti, non significa che non ci si senta anche perfettamente all' altezza della situazione. E ' questione di rendersi conto del colossale egoismo che porta gli alpinisti che rischiano, a fregarsene della propria pelle e di chi resta a casa ad aspettarli.
da Roberto » mer mar 29, 2006 14:43 pm
da gug » mer mar 29, 2006 19:10 pm
Roberto ha scritto:Sentirsi preparati, pronti, all' altezza della salita che si sta facendo, non significa sentirsi tranquilli, ciò potrebbe essere fatale.
Quando sono impegnato in una scalata, specie se in solitaria, non ho certo il tempo e la testa di mettermi a riflettere su chi aspetta la mia telefonata a fine giornata, con la quale saprà che tutto va bene, in quei momenti tutto orbita intorno a quei pochi metri di roccia intorno a me, ma dentro, in fondo, come un rumore di fondo, ci sono loro, i miei cari, le solite domande senza risposta e i soliti buoni propositi fasulli.
Come sono al sicuro e rifletto sulla salita appena compiuta, mi ritrovo a complimentarmi con me stesso (se ce l'ho fatta) e a immaginare una prossima scalata. Ma, chissà perché, raramente mi viene in mente la possibilità di ritornare a fare quello che ho fatto. Troppo spesso la maggior soddisfazione che ho è la consapevolezza di aver archiviato la scalata, di sapere che potevo farla e che l' ho fatta, ma certo non rifarei.
da Roberto » mer mar 29, 2006 20:22 pm
No e su alcune non ci tornerei neppure se mi pagassero, una volta è più che sufficentegug ha scritto:Roberto ha scritto:Sentirsi preparati, pronti, all' altezza della salita che si sta facendo, non significa sentirsi tranquilli, ciò potrebbe essere fatale.
Quando sono impegnato in una scalata, specie se in solitaria, non ho certo il tempo e la testa di mettermi a riflettere su chi aspetta la mia telefonata a fine giornata, con la quale saprà che tutto va bene, in quei momenti tutto orbita intorno a quei pochi metri di roccia intorno a me, ma dentro, in fondo, come un rumore di fondo, ci sono loro, i miei cari, le solite domande senza risposta e i soliti buoni propositi fasulli.
Come sono al sicuro e rifletto sulla salita appena compiuta, mi ritrovo a complimentarmi con me stesso (se ce l'ho fatta) e a immaginare una prossima scalata. Ma, chissà perché, raramente mi viene in mente la possibilità di ritornare a fare quello che ho fatto. Troppo spesso la maggior soddisfazione che ho è la consapevolezza di aver archiviato la scalata, di sapere che potevo farla e che l' ho fatta, ma certo non rifarei.
Non hai mai rifatto una salita impegnativa che avevi già fatto?
da ivalo2006 » gio mar 30, 2006 0:55 am
da Roberto » gio mar 30, 2006 8:53 am
Grazie Aldino, le tue parole mi gratificano più di un apprezzamento per una via nuovaAldino ha scritto:A volte Roberto sa dire così, semplice e scarno, serio e diretto, cose che vanno controtendenza.
Il fatto di dirle partendo dalla sua personale esperienza le rende ancora più incontestabili.
Non sono certo io che può dire se è così o colà, ma posso dire che in queste poche parole non ci sento quell'odore di ipocrisia e di mitomania che ho sentito tante volte. E questo, a me, piace troppo.
Un po' come il capitolo di Pierino dal Prà su I solitari, per chi l'ha letto.
Non ci vendono sogni a buon mercato e questa è una bella cosa. Per me.
da yinyang » gio mar 30, 2006 14:23 pm
Roberto ha scritto:quale è il modo più elegante per aprire una via lunga in montagna e per lunga intendo di oltre 15 tiri, sui 500 metri?
da Aldino » gio mar 30, 2006 14:42 pm
Roberto ha scritto: Grazie Aldino, le tue parole mi gratificano più di un apprezzamento per una via nuova
da Roberto » gio mar 30, 2006 15:52 pm
Non leggo quasi nulla che riguardi la montagna (a parte le riviste), non è che mi piaccia troppo la letteratura di questo genere, di certo mi perdo qualcosa.Aldino ha scritto:Roberto ha scritto: Grazie Aldino, le tue parole mi gratificano più di un apprezzamento per una via nuova
e non esagerare adesso!sennò ritiro tutto
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(hai riletto il capitolo del Pierino solitario?)
da Roberto » gio mar 30, 2006 15:53 pm
Avevi un futuro come scalatore di bigwall e hai preferito i monotiriyinyang ha scritto:Roberto ha scritto:quale è il modo più elegante per aprire una via lunga in montagna e per lunga intendo di oltre 15 tiri, sui 500 metri?
col ginzo!
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