l'alpinismo d'antan - i miei ricordi

Arrampicata e alpinismo su roccia in montagna

Messaggioda danielegr » sab dic 29, 2007 18:25 pm

Un breve inciso, richiamando i post di Piobis e di Granparadiso:
E' un vero alpinista anche chi come ha fatto Granparadiso, sa rinunciare a una salita, perchè le condizioni meteorologiche o quelle delle neve sono intanto cambiate, o perchè si rende conto che il suo equipaggiamento non è adatto e correrebbe dei rischi inutili, o perché... o perché... ci sono tanti motivi che possono giustamente consigliare di rinunciare ad una meta: si possono però, secondo me, riassumere in un'unica frase: perché ha rispetto per la montagna.
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Messaggioda danielegr » mer gen 02, 2008 12:23 pm

Girovagando per il Web ho visto una notizia che certo non mi ha fatto piacere: riguardava il Rifugio che era la sede della scuola estiva Parravicini, cioè il Tartaglione-Crispo. Un rifugetto piccolo piccolo: al piano terra, appena entrati a destra, c'era una sala che veniva usata per tutto: mangiare, chiacchierare, fare casino (perchè no...) e nella quale c'era una bella stufa che serviva a tenere caldo l'ambiente. Di fianco la cucina, nella quale la mitica Celesta preparava una polenta taragna degna del paradiso. Oltre alla polenta ricordo il salame e il prosciutto che ci serviva: mai più mangiati di così buoni. Girando intorno al rifugio si arrivava alla fontanella, con acqua che arrivava direttamente dal ghiacciaio: bisognava tenerla sempre in funzione per evitare che ghiacciassero i tubi. Vicino c'era il cesso, beh, le comodità non erano quelle delle città...
Al piano di sopra una cameretta, nella quale di solito dormivano le ragazze, con, se ricordo bene quattro letti a castello. I maschietti invece dormivano nello stanzone: c'era un tavolato, anche lui a castello, con una quindicina di posti sui materassini in gomma.
Il rifugio era stato costruito dai miei predecessori: tutti o quasi i soci della SUCAI di Milano facevano le corvèe per dare una mano nella costruzione, soprattutto per portare su il materiale, perline, cemento e l'arredamento.
La mia generazione invece contribuì all'ampliamento del rifugio, cioè alla costruzione di quella parte che si vede sulla sinistra, anche noi portando su la roba e dandoci da fare per cercare i finanziamenti per la costruzione.
Ecco il rifugio:

http://www.waltellina.com/valmalenco/ta ... tartag.jpg

Qui si sta facendo lunga: il seguito a più tardi.
[/img]
Ultima modifica di danielegr il mer gen 02, 2008 14:46 pm, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda granparadiso » mer gen 02, 2008 13:24 pm

il link non si apre


danielegr!!!!!
babbo....
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Messaggioda dadomago » mer gen 02, 2008 13:50 pm

danielegr ha scritto:Immagine


eccoti quì la foto grampa :wink:
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Messaggioda danielegr » mer gen 02, 2008 14:42 pm

Riuscimmo infatti (merito soprattutto dei fratelli Maestri, Angelo e Beppe) a far aprire i cordoni della borsa alla Cariplo, a diversi Rotary Club e a diversi altri enti, racimolando i soldi sufficienti per l'ampliamento. Però le corvèe le dovevamo fare lo stesso per limitare i costi, portando su soprattutto per quanto mi ricordo le perline per il rivestimento interno. Non era pensabile allora (fine anni '50) che il materiale fosse portato dall'elicottero o da un altro mezzo meccanico: c'erano le gambe e le spalle e si usavano quelle. E poi l'ultimo pezzo per arrivare al rifugio era parecchio scosceso e sconnesso: lì ci sarebbe passato forse solo il mulo, però in quella zona non mi ricordo di aver mai visto muli: ci dovevamo caricare proprio noi.
Alla fine anche l'ampliamento fu concluso: adesso il ?nostro? rifugetto era diventato ancora più accogliente. Era, come ho detto, anche la sede della scuola estiva della Parravicini: dopo un breve corso sui sassi scuola nella Val Mallero, gli allievi venivano portati sul ghiacciaio del Ventina e da lì spesso sulla Punta Kennedy, al Bivacco Taveggia, sul Pizzo Cassandra. Si impratichivano così del ghiaccio e incominciavano a capire le sue varie insidie, le sue particolarità, imparavano insomma a ?leggere? almeno un po' la Montagna.
Ma il Rifugio Tartaglione Crispo era soprattutto la ?nostra? casa di montagna. Quando non si avevano in programma particolari salite, si andava lì. A fare cosa? Qualche volta si andava ad arrampicare, qualche altra volta si stava semplicemente lì a parlare con gli amici, qualche altra volta, invece (e di questo NON mi vergogno) ci si andava semplicemente a bere e a mangiare. Una volta successe che l'Ispettore del Rifugio (non ricordo il nome) aveva portato su una dozzina di bottiglie pregiate (con fatica, suppongo) e le aveva lasciate lì, in uno sgabuzzino del quale credeva di essere il solo ad avere la chiave... in vista di una riunione con i suoi amici.
Purtroppo (per lui, ovviamente) siamo arrivati prima noi: eravamo pochi, ma ben determinati. Gli abbiamo però lasciato i vuoti, caso mai avesse dovuto recuperare la cauzione...
Quel rifugio, il NOSTRO rifugio, è stato venduto dal CAI di Milano. Non so a chi e non mi interessa saperlo. A un privato, suppongo, forse al custode che lo gestiva e che lo terrà aperto due o tre mesi in estate.

Strano che il link non si aprisse, avevo provato e funzionava. Comunque vedo che dadomago ha già provveduto.
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Messaggioda granparadiso » mer gen 02, 2008 15:00 pm

dadomago ha scritto:
danielegr ha scritto:Immagine


eccoti quì la foto grampa :wink:




:smt023
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Messaggioda granparadiso » mer gen 02, 2008 15:18 pm

hei daniele.....

ma perche non avete provato.....non so....magari tu e qualche tuo socio di allora ad aquistare o affittare il rifugio......
magari poi lo davate in gestione...non so...a qualcuno che abbia anche la voglia di tenerlo aperto in inverno.
è cosi bella la montagna in inverno!
senza la ressa e la confusione di quei 3 0 4 mesi estivi.

ritengo che in montagna d'inverno gli unici che sono disposti a sfacchinare su per un sentiero o sulla neve sono quelli che amano davvero la montagna(e non lo dico perche a me piace farlo) e un rifugio aperto che ti accoglie con un po di calore è sempre gradevole.

purtroppo la montagna sta diventando sempre piu come le spiagge in estate :(

è giusto che tutti ne godano sia chiaro
ma farlo con un po di fatica......e di amore..........
sarebbe molto piu gratificante!
babbo....
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Messaggioda kala » mer gen 02, 2008 16:39 pm

Orpo!, m'ero perso parecchie puntate :(
Eccomi qui, mi siedo tranquillo vicino al caminetto e ti ascolto ben volentieri, danielegr, mi fa piacere stare a sentire i tuoi racconti ;)

Se posso solo interromperti ogni tanto:

- mi sembrava di ricordare (un libro?? boh) che Comici fosse uso scendere in doppia come nessuno avrebbe mai osato fare, con balzi piuttosto lunghi e bloccaggi improvvisi della corda, e che qualcuno avesse imputato anche a questo la rottura improvvisa della corda;

- qualche aneddoto sul Bramani lo ricorderebbe volentieri anche mio nonno, io ricordo solo che la prima piccozza gliela regalò proprio lui...;

- tra i mezzi di trasporto non vedo figurare la gloriosa bicicletta: si usava o era solo per pochi matti? In realtà a me piacerebbe riprenderne l'uso: treno + bicicletta mi sembra un approccio più consono piuttosto che "auto fino all'ultimo metro prima del divieto", che dite? ;)

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Messaggioda granparadiso » mer gen 02, 2008 16:51 pm

kala ha scritto:Orpo!, m'ero perso parecchie puntate :(
Eccomi qui, mi siedo tranquillo vicino al caminetto e ti ascolto ben volentieri, danielegr, mi fa piacere stare a sentire i tuoi racconti ;)

Se posso solo interromperti ogni tanto:

- mi sembrava di ricordare (un libro?? boh) che Comici fosse uso scendere in doppia come nessuno avrebbe mai osato fare, con balzi piuttosto lunghi e bloccaggi improvvisi della corda, e che qualcuno avesse imputato anche a questo la rottura improvvisa della corda;

- qualche aneddoto sul Bramani lo ricorderebbe volentieri anche mio nonno, io ricordo solo che la prima piccozza gliela regalò proprio lui...;

- tra i mezzi di trasporto non vedo figurare la gloriosa bicicletta: si usava o era solo per pochi matti? In realtà a me piacerebbe riprenderne l'uso: treno + bicicletta mi sembra un approccio più consono piuttosto che "auto fino all'ultimo metro prima del divieto", che dite? ;)



treno + bicicletta mi sembra un approccio più consono piuttosto che "auto fino all'ultimo metro prima del divieto", che dite? ;)

[/quote]

daccordissimo.....

ma te quanto tempo hai per andare in montagna :?:
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Messaggioda kala » mer gen 02, 2008 17:04 pm

granparadiso ha scritto:daccordissimo.....

ma te quanto tempo hai per andare in montagna :?:


Ehmmmm :roll: :roll: :roll:

Eppure voglio provare almeno una volta: partenza col primo treno da Mestre, MTB fin.... (già fin dove??) e poi a piedi.
Così su due piedi mi vengono in mente Val Cajada, Val Cimoliana, Val dei Ross, Val d'Oten, Pian dei Buoi...
Mah, si farà, si farà...
Uno di questi anni... ;)

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Messaggioda kala » mer gen 02, 2008 17:09 pm

Eccolollì, il mio treno, il solito partenza Mestre alle 6 e arrivo Calalzo alle 8, trasporto bici: non è proprio presto ma può andare.. 8)

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Messaggioda danielegr » mer gen 02, 2008 17:35 pm

kala ha scritto:
- mi sembrava di ricordare (un libro?? boh) che Comici fosse uso scendere in doppia come nessuno avrebbe mai osato fare, con balzi piuttosto lunghi e bloccaggi improvvisi della corda, e che qualcuno avesse imputato anche a questo la rottura improvvisa della corda;

- qualche aneddoto sul Bramani lo ricorderebbe volentieri anche mio nonno, io ricordo solo che la prima piccozza gliela regalò proprio lui...;

- tra i mezzi di trasporto non vedo figurare la gloriosa bicicletta: si usava o era solo per pochi matti? In realtà a me piacerebbe riprenderne l'uso: treno + bicicletta mi sembra un approccio più consono piuttosto che "auto fino all'ultimo metro prima del divieto", che dite? ;)


Sì, credo anch'io che Comici scendesse a quel modo (mi pare anche di aver visto secoli fa qualche filmato) e non escluderei che fra le cause del suo incidente ci possa essere anche quel particolare modo di calarsi, che indubbiamente sottopone la corda e il chiodo ad un tormento maggiore. Infatti è stato Comici a introdurre quel modo di fare una corda doppia (prima si usava il metodo Piaz, la corda faceva più attrito e richiedeva che fosse allentata bracciata per bracciata). Noi, pur usando il metodo Comici, evitavamo assolutamente gli sbalzi, preferendo lasciarci "scivolare" lungo la corda.
Per quanto riguarda la bicicletta, no, io non l'ho mai usata per andare in montagna. In proposito mi ricordo di aver letto, sempre secoli fa, un racconto del grande Hermann Buhl, che era partito in bicicletta dall'Austria, sua nazione di origine per andare a ripetere (mi pare fosse la prima ripetizione ma non sono certo) la Cassin sulla Nord Est del Badile. Arrivato in Svizzera e risalito fin dove poteva con la bici la lasciò lì e partì per la sua impresa. Ora mi ricordo, non era la prima ripetizione ma la prima salita in solitario: scusate l'intermezzo. Fece la salita, anche con una variante, discese per lo Spigolo Nord (sempre in solitaria, ovviamente), tornò giù al paese dove aveva lasciato la bici e, sempre senza fermarsi balzò in sella e ripartì verso casa sua. Naturalmente senza fermarsi a riposare un po', probabilmente aveva dei tempi da rispettare per il ritorno.
Alla fine però anche lui, il grandissimo Hermann Buhl dovette soccombere al sonno, chiuse un momento gli occhi pedalando... e si ritrovò in un fosso...
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Messaggioda kala » mer gen 02, 2008 17:44 pm

danielegr ha scritto:...
Alla fine però anche lui, il grandissimo Hermann Buhl dovette soccombere al sonno, chiuse un momento gli occhi pedalando... e si ritrovò in un fosso...


Bella! :D
Questa la racconto ad un mio amico - acerrimo nemico della due ruote - che tornando a casa di sera tardi dopo un giro assurdo sulle Marmarole si addormentava ogni tanto camminando lungo il mesto ritorno sulla strada della Val d'Ansiei... Si consolerà. :D

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Messaggioda danielegr » ven gen 04, 2008 16:35 pm

Il mio angelo custode, avevo detto, era molto attento, ma anche lui temeva di prendersi un esaurimento nervoso. Un giorno mi ha chiamato e mi ha detto: "senti un po' ragazzino, io mica sempre ce la posso fare a tirarti fuori dai pasticci nei quali ti vai a cacciare: o incominci a fare le cose seriamente, oppure io me ne lavo le mani."
Forse non sono le parole esatte, ma il senso era certamente quello, quindi decisi di fare le cose seriamente. Mi iscrissi al CAI e lì seppi che esisteva una scuola che, appunto, insegnava a andare in Montagna: la Parravicini, gestita dalla SUCAI (Sottosezione Universitaria del CAI). Mi iscrissi e incominciai: teoria (pallosa, talvolta. ma indispensabile) Tra gli altri mi ricordo che alcune lezioni vennero tenute dal Prof Nangeroni (chi non ha studiato sui suoi libri di Geografia?) un ometto piccolo, tutto nervi e simpaticissimo. Poi, finalmente, la selezione sui sassi intorno al rifugio SEM ai Piani Resinelli: si incominciava a vedere la roccia. Calma, però. Prima di correre devi imparare a camminare quindi attenzione: marce sul sentiero, qualche breve passaggino di roccia e poi discussione sul perchè avevi fatto bene (o fatto male) quella determinata cosa. In breve però si passò alla fase successiva: finalmente la ROCCIA, quella vera... I Magnaghi, l'Angelina, la Segantini. Tutte vie che avevo già percorso nella mia beata incoscenza e insipienza, ma che adesso venivano salite con l'assistenza di un istruttore pronto a correggerti, a bacchettarti anche (grazie Valerio anche per quelle bacchettate) se la facevi grossa. Anche l'istruttore della cordata successiva ti teneva gli occhi puntati addosso, così anche se Valerio non avesse visto qualcosa (molto, molto, molto improbabile...) quello dopo ci avrebbe pensato lui a farti il cazziatone.
In poche settimane comunque, sette mi pare, la scuola era riuscita a darmi una impostazione, soprattutto rivolta alla sicurezza ma anche alla tecnica di arrampicata, che poi non ho più dimenticato e che avevo affinato negli anni successivi.
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Messaggioda n!z4th » ven gen 04, 2008 17:09 pm

dadomago ha scritto:
danielegr ha scritto:Immagine


eccoti quì la foto grampa :wink:


Bellissimo il tartaglione...una gitarella pomeridiana da fare quando si ha una gran voglia di frittelle calde...

Ogni estate ci vado (portando su qualche bambino del condominio vicino casa)ed è fantastico! 8)

=D> :smt004

:smt016 :smt016 :smt016 :smt016
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Messaggioda costocost » ven gen 04, 2008 17:12 pm

n!z4th ha scritto:Ogni estate ci vado (portando su qualche bambino del condominio vicino casa)ed è fantastico! 8)



disgraziato...guarda che dopo i bambini gli raccontano tutto ai genitori quando tornano a casa.... :D :D :D :D :D
La vita non è perfetta, le vite dei film sono perfette, belle o brutte, ma perfette. Nei film non ci sono tempi morti, la vita è piena di tempi morti.
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Messaggioda n!z4th » ven gen 04, 2008 17:14 pm

si andava ad arrampicare[Al tartaglione]


dove :?: 8O :wink:
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Messaggioda danielegr » ven gen 04, 2008 18:05 pm

n!z4th ha scritto:
si andava ad arrampicare[Al tartaglione]


dove :?: 8O :wink:


Beh, intorno c'è tutta una corona di montagne: i nomi non me li ricordo più ma, per esempio mi viene in mente una gita su uno spigolo abbastanza vicino al rifugio***. Certamente c'è il Torrione Porro, la Punta Kennedy...
Hai voglia ad arrampicare in zona... Gli approcci non sono comodissimi ma l'ambiente è favoloso.

*** L'ho trovata! E' la Cima di Valbona. Salita non eccessivamente impegnativa ma di ambiente stupendo. Un po' lunghetta, se ricordo bene.
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Messaggioda danielegr » dom gen 06, 2008 15:11 pm

Ho preso spunto da questo:
http://www.forum.planetmountain.com/php ... highlight=

Si giorgiolx, hai ragione, sarebbe meglio evitare certe cose: una cagata, magari recente, proprio all'attacco di una via è perlomeno spiacevole. C'è tanto spazio intorno per fare i propri bisogni, magari poi coprendoli, senza necessariamente usarli per indicare con gli stessi il punto preciso d'attacco. Comunque non è una novità, anche ai miei tempi succedeva qualcosa di simile. E anche di peggio. Alcuni esempi? eccoli:
In Grigna, la prima doppia di discesa da Fungo che, se ricordo bene è in buona parte nel vuoto. E possibile farla (non la corda doppia, quell'altra) proprio al termine della doppia, in modo che i capi della corda stessa sballonzolando facciano una frittata della recentissima cagata stessa? Anche perchè poi c'è un'altra doppia da fare...
Sempre in Grigna: salendo dal Canalone Porta c'è un paretina e un diedro che conducono alla sella che è l'attacco del Sigaro e della Albertini.. E' possibile che un tuo amico, calatosi i calzoni si sporga, tenuto dalla corda e, puntate le gambe contro le pareti del diedro. lanci l'urlo fatidico a cui far seguire subito il ?prodotto?? Non mi ricordo di aver mai arrampicato tanto velocemente quanto quella volta: l'ho evitata per un pelo... Giorgio(non giorgiolx, quel mio amico), quella volta l'hai proprio fatta grossa... in tutti i sensi...
Sul Badile: via Molteni Valsecchi. E' possibile che uno della cordata che ti precede faccia i suoi bisogni proprio nell'unico punto obbligato nel quale, per forza o per amore devi passare tu e soprattutto le corde? Vi garantisco che dopo fare la sicurezza era diventato un problema...

Sì, va bene, è un po' OT ma succede anche questo.
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Messaggioda kala » dom gen 06, 2008 19:47 pm

danielegr ha scritto:...


E qui il topic si fa graziosamente profumato... :mrgreen:

Distinguerei comunque due pessime abitudine ben distinte:

- quella di fare i propri bisogni in luoghi non opportuni, la qual cosa mi lascia semplicemente perplesso, per utti i motivi riportati nell'altro forum;

- quella di lasciare ben altri segni del proprio passaggio, siano essi fazzolettini di carta, lattine, bucce, cartacce o quant'altro, abitudine quest'ultima assolutamente deprecabile!!! :evil: :evil:

A tutti quelli che han voglia di recepire io faccio sempre presente che con un sacchettino al seguito in ogni escursione e con un pizzico di buona volontà si può sempre contribuire non già a non sporcare ma anche a ripulire un po' le nostre montagne (e qui mi riferisco ovviamente ai soli rifiuti solidi ;) ).

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