da Herman » lun set 18, 2006 0:20 am
da Donatello » lun set 18, 2006 0:34 am
Herman ha scritto:Uhm... non è un esempio calzante, non ci sono attraversatori di manica che si attrezzano con le boe e poi le tolgono...
da Herman » lun set 18, 2006 0:46 am
Donatello ha scritto:Herman ha scritto:Uhm... non è un esempio calzante, non ci sono attraversatori di manica che si attrezzano con le boe e poi le tolgono...
Semplicemente perchè chi lo fa è in grado di gestire la situazione senza bisogno di boe.
Comunque la domanda che mi pongo è:
io, pinco pallino voglio fare la cosa X (con x intendo un'attività non fondamentale per la sopravvivenza) ma non sono in grado, cosa faccio?
- Mi alleno per esserne in grado.
- Non la faccio
- Addomestico la cosa in modo che diventi alla mia portata.
Io reputo esatte due risposte...
da ivalle » lun set 18, 2006 0:55 am
Herman ha scritto:mi sono dimenticato di specificare che parlavo in terza persona, ossia: se un arrampicatore sportivo dicidesse, nell'ambito della sua evoluzione, di dedicarsi alle vie lunghe con lo stesso....
Io al momento non ho alcun interesse per l'arrampicata in montagna e credo che per un bel po' di tempo sarà così
da Herman » lun set 18, 2006 1:01 am
ivalle ha scritto:Herman ha scritto:mi sono dimenticato di specificare che parlavo in terza persona, ossia: se un arrampicatore sportivo dicidesse, nell'ambito della sua evoluzione, di dedicarsi alle vie lunghe con lo stesso....
Io al momento non ho alcun interesse per l'arrampicata in montagna e credo che per un bel po' di tempo sarà così
beh allora questa ipotetica terza persona dovrà prendere coscienza che sta evolvendo verso un'attività che non gli garantitrà mai lo stesso terreno di cofronto che ha in palestra. questo indipendentemente dal tipo di protezioni che troverà sulla via.
scusa ma ritiene (parliamo sempre di una terza persona) di poter affrontare una via in montagna come fa in palestra?
- è in montagna e manda avanti il suo socio a montare i rinvii sul tiro, perché c'è qualche moschettonaggio duro
- sul tiro chiave (il decimo) prova e riprova i movimenti, per due ore buone e di lì fa una doppia per rifare il tiro, altrimenti non è in libera, e il socio intanto? ha fumato un pacchetto di MS
- le vie come le concepisce lui, prevedono soste esclusivamente su larghe cenge, dove l'arrampicatore affaticato possa comodamente riposare tra un tiro e l'altro
- ritorna in palestra, se riesce a fare venticinque tiri, va bene, se al ventitreesimo è prossimo allo sfinimento, che fa? si cala in doppia?
e potrei andare avanti ancora, ma mi accorgo che è quasi mezzanotte...
da Donatello » lun set 18, 2006 1:25 am
Herman ha scritto:Donatello ha scritto:Herman ha scritto:Uhm... non è un esempio calzante, non ci sono attraversatori di manica che si attrezzano con le boe e poi le tolgono...
Semplicemente perchè chi lo fa è in grado di gestire la situazione senza bisogno di boe.
Comunque la domanda che mi pongo è:
io, pinco pallino voglio fare la cosa X (con x intendo un'attività non fondamentale per la sopravvivenza) ma non sono in grado, cosa faccio?
- Mi alleno per esserne in grado.
- Non la faccio
- Addomestico la cosa in modo che diventi alla mia portata.
Io reputo esatte due risposte...
Sono d'accordo se le risposte sono le prime due, come chi in falesia armeggia con A0 o cordini o staffate per passare da un fix all'altro.
Ma se io, in montagna, vedo un bel pilastro e questo pilastro non è proteggibile se non a fix e non vi corrono altre vie ed io decido di aprirci sopra una via a spit non dovrei farlo perchè....
da checco 1987 » lun set 18, 2006 11:55 am
Donatello ha scritto:Herman ha scritto:Uhm... non è un esempio calzante, non ci sono attraversatori di manica che si attrezzano con le boe e poi le tolgono...
Semplicemente perchè chi lo fa è in grado di gestire la situazione senza bisogno di boe.
Comunque la domanda che mi pongo è:
io, pinco pallino voglio fare la cosa X (con x intendo un'attività non fondamentale per la sopravvivenza) ma non sono in grado, cosa faccio?
- Mi alleno per esserne in grado.
- Non la faccio
- Addomestico la cosa in modo che diventi alla mia portata.
Io reputo esatte due risposte...
da Mago del gelato » lun set 18, 2006 13:21 pm
Donatello ha scritto:Herman ha scritto:Uhm... non è un esempio calzante, non ci sono attraversatori di manica che si attrezzano con le boe e poi le tolgono...
Semplicemente perchè chi lo fa è in grado di gestire la situazione senza bisogno di boe.
Comunque la domanda che mi pongo è:
io, pinco pallino voglio fare la cosa X (con x intendo un'attività non fondamentale per la sopravvivenza) ma non sono in grado, cosa faccio?
- Mi alleno per esserne in grado.
- Non la faccio
- Addomestico la cosa in modo che diventi alla mia portata.
Io reputo esatte due risposte...
da Keto da Barp » lun set 18, 2006 13:35 pm
Roberto ha scritto:Scalate fast-food, o meglio "fast-climbing", è questa la tendenza degli scalatori moderni, sempre più presi dalla fretta, dall' eviatare imprevisti e dal consumare un prodotto preconfezionato, facile da "digerire", che costa poco in termini di sorprese e fatica. Un prodotto però insipido e senza fascino, un prodotto di altri, preconfezionato per te, senza un minimo di possibilità di "ricrearlo".
Gogna, nel suo "Cento nuovi mattini", aveva coniato il termine "ri-creare" per intendere la salita della via, che diventava una vera ri-creazione, visto che bisognava proteggerla, interpretarla, trovarla... intuirla.
Ora, con la mania delle vie preconfezionate, ben protette a file di spit, dove nulla è lasciato alla fantasia dello scalatore, che non deve "ri-creare" nulla, visto che la sua strada è già inesorabilmente segnata dal materiale lasciato in parete dall' attrezzatore, tutto questo sta per finire.
Masse di scalatori affrontano queste vie sterili con l' unico intento di salire in modo fine a se stesso, tutta la poetica della scalata è finita, svanita nella prestazione, spesso presunta, più che vera.
Le vie da "ri-creare", che ancora esistono e ancora vengono aperte (anche se questo sempre più raramente accade), non hanno che poche ripetizioni, spesso sono dimenticate ancor prima di essere ripetute.
Sono i nostri anni, la nostra società tutta tesa al consumo, meglio se veloce, che hanno cambiato l' alpinismo. Da attività piena di fascino, dove nulla poteva essere sicuro e tutto bisognava guadagnarsi, dove nessuno si sentiva in diritto di fare qualsiasi salita, oggi l' alpinismo è diventato un prodotto di consumo, dal quale i "consumatori" esigono certe caratteristiche e se non le trovano sono capaci di criticare il "produttore", che dovrebbe aver ben chiare le richieste del mercato, se non vuole restarne fuori!
da Herman » lun set 18, 2006 14:10 pm
Keto da Barp ha scritto:mentre per i primi è più importante l'aspetto sportivo/tecnico e sono spesso tecnicamente più portati e forti
per i secondi la cosa più importante è la scoperta la ricerca...
mentre i primi cercano il punto più difficile per passare (spesso in qualunque modo) i secondi cercano di scoprire il modo più facile per passare senza lasciare tracce.....
da .Fratello. » lun set 18, 2006 14:17 pm
Il problema non è che mi stanco,e non sono neanche 3 tiri o dieci tiri,tanto meno il chiodo,lo spit,lunghi o corti che siano,non mi sembra di essermi mai lamentato,il problema è che mi diverto di più in falesia.Mi piace di più.In montagna ci vado anche troppo con lo snowboard .ivalle ha scritto:Herman ha scritto:No so, l'evoluzione in questo senso mi pare inevitabile, al di là della presunta necessità/opportunità della montagna di mettere in sicurezza, io che amo l'arrampicata sportiva in quanto tale avrò voglia, in futuro, da grande, domani di spostare il mio terreno di confronto su vie lunghe, in ambiente, ma garantendomi (grossomodo) lo stesso terreno di confronto che ho in falesia. Credo che l'unica soluzione sarà il compromesso, che potrebbe essere quello di evitare alcune pareti, di rispettare l'esistente. Allo stesso modo ci vorrà rispetto da parte degli integralisti no spit.
Mah gattone, il tuo intervento mi lascia un po' perplesso...
Due interventi in questo topic, quello tuo e quello di .Fratello., fatti da due persone che, almeno in questa fase della loro esistenza, non dimostrano nessun interesse per l'andare in montagna.
Per quanto riguarda .Fratello., già tre tiri a Brentino sono il limite della sua capacità di sopportazione in fatto di lunghezza della via (e il problema non è certo che si stanca...).
Non so come sia per te, ma dai discorsi che fai in giro per il forum...
Perché tra i proponimenti per la vecchiaia non metti anche quello di provare ad imparare ad andare in montagna e non solamente quello di andare ad arrampicare in montagna. Potrebbe anche piacerti!
da the_serpent2006 » lun set 18, 2006 15:33 pm
Roberto ha scritto:Scalate fast-food, o meglio "fast-climbing", è questa la tendenza degli scalatori moderni, sempre più presi dalla fretta, dall' eviatare imprevisti e dal consumare un prodotto preconfezionato, facile da "digerire", che costa poco in termini di sorprese e fatica. Un prodotto però insipido e senza fascino, un prodotto di altri, preconfezionato per te, senza un minimo di possibilità di "ricrearlo".
Gogna, nel suo "Cento nuovi mattini", aveva coniato il termine "ri-creare" per intendere la salita della via, che diventava una vera ri-creazione, visto che bisognava proteggerla, interpretarla, trovarla... intuirla.
Ora, con la mania delle vie preconfezionate, ben protette a file di spit, dove nulla è lasciato alla fantasia dello scalatore, che non deve "ri-creare" nulla, visto che la sua strada è già inesorabilmente segnata dal materiale lasciato in parete dall' attrezzatore, tutto questo sta per finire.
Masse di scalatori affrontano queste vie sterili con l' unico intento di salire in modo fine a se stesso, tutta la poetica della scalata è finita, svanita nella prestazione, spesso presunta, più che vera.
Le vie da "ri-creare", che ancora esistono e ancora vengono aperte (anche se questo sempre più raramente accade), non hanno che poche ripetizioni, spesso sono dimenticate ancor prima di essere ripetute.
Sono i nostri anni, la nostra società tutta tesa al consumo, meglio se veloce, che hanno cambiato l' alpinismo. Da attività piena di fascino, dove nulla poteva essere sicuro e tutto bisognava guadagnarsi, dove nessuno si sentiva in diritto di fare qualsiasi salita, oggi l' alpinismo è diventato un prodotto di consumo, dal quale i "consumatori" esigono certe caratteristiche e se non le trovano sono capaci di criticare il "produttore", che dovrebbe aver ben chiare le richieste del mercato, se non vuole restarne fuori!
da cuorpiccino » lun set 18, 2006 17:05 pm
Herman ha scritto:ma garantendomi (grossomodo) lo stesso terreno di confronto che ho in falesia.
da giudirel » lun set 18, 2006 17:51 pm
cuorpiccino ha scritto: Oppure si può andare un Wenden e viaggiare su bei runout
da FREESTYLE77 » lun set 18, 2006 18:11 pm
da cuorpiccino » lun set 18, 2006 19:00 pm
giudirel ha scritto:cuorpiccino ha scritto: Oppure si può andare un Wenden e viaggiare su bei runout
E va bene o non va bene? Pensa che nella mia pochezza il cervello rischiava di evaporarmi... su quei runout...
da Fokozzone » lun set 18, 2006 19:09 pm
checco 1987 ha scritto:
1) Sembra che ormai lo scopo sia "lo sconfiggere la parete", senza preoccupazione per i mezzi e il modo, ma guardando solo alla meta.
2)Ormai c'è chi non sente il diverso sapore, il gusto differente che lascia una via non-a-spit rispetto a una a spit.
3)C'è sempre meno quella parte romantica, quel senso di avventura nell aprire vie e nell'andare a ripeterle
da checco 1987 » lun set 18, 2006 20:00 pm
Fokozzone ha scritto:checco 1987 ha scritto:
1) Sembra che ormai lo scopo sia "lo sconfiggere la parete", senza preoccupazione per i mezzi e il modo, ma guardando solo alla meta.
2)Ormai c'è chi non sente il diverso sapore, il gusto differente che lascia una via non-a-spit rispetto a una a spit.
3)C'è sempre meno quella parte romantica, quel senso di avventura nell aprire vie e nell'andare a ripeterle
1) Quello è esattamente il modo in cui è nato l' alpinismo: all' epoca delle prime salite sul monte bianco, scale per superare i seracchi, spedizioni con 20 guide, all' epoca della conquista delle dolomiti lanci di corda e altre invenzioni, alla scoperta della yosemite c' è chi ha inventato attrezzi nuovi per l' epoca...
2) Dipende dalla via: in effetti esistono vie non-a-spit, che hanno meno sapore di altre vie a-spit e viceversa.
3) Se la via è in condizioni tali per cui ripeterla è affine all' aprirla di nuovo, la via esiste? Conosco pochi esempi di vie siffatte, ma non sono molto ripetibili in quanto (oltre a necessitare di un bel pelo) sarebbe possibile fare un tracciato completamente diverso senza accorgersene. Alla fine restano "ipotesi di vie". Per chi sa di cosa parlo esemplifico con le vie di Colzada sulla nord della sfinge e del ligoncio (ha ammesso che lui stesso non se la sentirebbe di ripeterle) o certe vie del Guerini.
Fokozzone ha scritto:Già la scelta della roccia rispetto all' alta montagna e al misto mi senbra molto significativa.
Fokozzone ha scritto:In più spesso ho il forte sospetto, quando sento parlare di romanticismo e avventura, che si tratti di gente che le avventure le vede al cinema
da Roberto » lun set 18, 2006 20:07 pm
da Mago del gelato » lun set 18, 2006 20:24 pm
voler andare in montagna senza impegnarsi si può, basta andare a fare sciopping a Cortina
A PU---NE!l' alpinismo dove va?
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