SPIT IN MARMOLADA!!!!!

Arrampicata e alpinismo su roccia in montagna

Messaggioda grimpeur » mer set 13, 2006 18:53 pm

pf ha scritto:Perchè chiudi, Antonio?
Esempi? Del mondo, sarebbe facilissimo ( qualche sosta della via di Doseth o di quelle di Gullich-Albert sono a spit e forse con l'elicottero non ne esci nemmeno), la maggior parte di quelle che ha citato Matteo.
Che poi a dir la verità siamo fuori strada tutti e due, perchè più è una parete è verticale più l'elicottero non riesce a salvarti. Su caminando, al Wenden, che è pure una via secondo me con spit non troppo lontani, sono morte due persone per infortuni in seguito a cadute e soccorso troppo lento ( dissanguamento dell'infortunato), perchè hanno dovuto calarsi per centinaia di metri prima di raggiungere l'infortunato a metà parete. C'è anche questo da considerare, sai? Il cadere...su certe vie, si può cadere ma non si deve...ti trovi nella zona morta, troppo lontano per tornare indietro e troppo debole per andare avanti. Credimi, bastasse un maillon...
Ma siamo davvero fuori strada, lo siamo di più, in strada, con gli esempi di vie, perchè sia quelle che citi tu che quelle che ha citato matteo sono vie dove la tua definizione di incerto è valida all'ennesima potenza. Credimi, all'ennesima potenza. Non c'entra niente l'8a o il 6c, e tantomeno la via che citi di aver fatto, solo da quello che descrivi ti rispondo che c'entra con le vie citate da matteo come una ferrata sul Brenta con una via di roccia.
Comunque ormai siamo lontani dal topic, è allora meglio consegnarlo all'archivio. Ripeto che non sarebbe male trovarci sotto la marmolada l'anno prossimo e fare insieme due vie per renderci conto insieme.



e tutto questo è bellissimo..
già, ma di mezzo c'è l'etica..
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Messaggioda alfpaip » mer set 13, 2006 19:35 pm

Mago del gelato ha scritto:Che bella notizia!

http://www.planetmountain.com/News/shownews.lasso?l=1&keyid=35265


e dove l'ha trovata la meteo per aprire una via così questo agosto?! 8O
head first then foot... then heart sets sail...
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Messaggioda Maurizio » mer set 13, 2006 19:54 pm

Mortimer ha scritto:forse non mi sono spiegato molto bene, e risulterò sicuramente logorroico e palloso. :oops: è che sulle cose che mi stanno a cuore mi lascio trascinare.... :roll: :roll:


no, no, direi che hai fatto un grandissimo intervento, molto acuto e intelligente. Hai centrato tutto, pregi e difetti, trucchi e trucchetti, contraddizioni e paradossi. Anche il concetto della relatività, che e la cosa più fuorviante nella valutazione delle imprese oggi, e di cui mai nessuno si rende conto. A questo punto mi piacerebbe veramente conoscerti :wink: :wink: Ma pensandoci è meglio che tu rimanga anonimo, uno qualunque che ha tante cose da insegnare agli addetti del mestiere :wink:

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Re: Si, ma... 2.56994????

Messaggioda Drugo Lebowsky » mer set 13, 2006 20:01 pm

the_serpent2006 ha scritto:1 INTRODUCTION
....
Contemporary Math, no.172


:roll: ... ma vainmona, và... :roll:
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Messaggioda Mago del gelato » mer set 13, 2006 20:07 pm

Mortimer ha scritto:aprire esclusivamente a spit, per di più per scelta, ha in se quel plasir che si tenta di lavare via con l'alto ingaggio e la distanza delle protezioni. per me (opinione personale) le vie di larcher, di pf hanno solo il grado, impossibile per la massa, a renderle diverse dalle vie plasir. esempio?
7° tiro via spirit, cima dell'auta orientale. 35 metri, 7c+. 5 spit.
3° tiro la grande onda, torre sprit. 40 metri, 7c. 8 spit. 3° tiro 40 metri, 7c, 5 spit.
1° tiro tempi modernissimi, marmolada sasso undici, 35metri, 7c+, 9spit.
a parità di grado è più alpinistico chi mette meno spit?pardon?chi pone l?obbligatorio più lungo??


Il fatto di non ammazzarsi (tra l'altro anche questo non è garantito su certe vie a spit) non penso giustifichi l'aggettivo "plasir" da te usato.
In secondo luogo la difficoltà non penso possa passare così in secondo piano per definire una salita alpinismo o meno, penso sia più alpinistico un 7c di 40m con 5 spit (che non mi pare definibile plasir nemmeno per la distanza tra i chiodi) di un VII grado proteggibile anche poco e con soli mezzi tradizionali. Un arrampicatore con un elevato livello di esperienza e allenamento avrà sicuramente meno problemi (anche psicologici) nel secondo caso.
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Messaggioda Drugo Lebowsky » mer set 13, 2006 20:12 pm

Maurizio ha scritto:
Mortimer ha scritto:forse non mi sono spiegato molto bene, e risulterò sicuramente logorroico e palloso. :oops: è che sulle cose che mi stanno a cuore mi lascio trascinare.... :roll: :roll:


no, no, direi che hai fatto un grandissimo intervento, molto acuto e intelligente. Hai centrato tutto, pregi e difetti, trucchi e trucchetti, contraddizioni e paradossi. Anche il concetto della relatività, che e la cosa più fuorviante nella valutazione delle imprese oggi, e di cui mai nessuno si rende conto. A questo punto mi piacerebbe veramente conoscerti :wink: :wink: Ma pensandoci è meglio che tu rimanga anonimo, uno qualunque che ha tante cose da insegnare agli addetti del mestiere :wink:

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Messaggioda sergio-ex63-ora36 » mer set 13, 2006 23:18 pm

però mortimer!

è la quiete del becchino che ispira cotanti pensieri.... :lol:
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Messaggioda pf » gio set 14, 2006 10:24 am

Caspita, Mortimer, non risponderti sarebbe come fuggire da un interrogatorio!! Complimenti per la pazienza di aver scritto tutte le tue domande, che sono ( direi ovviamente) quelle che abbiamo un pò tutti ( perlomeno io le ho).
creazioni tutti uguali? Mah, qui non sono d'accordo. Tanto è vero che se vai a ripetere una via di quelle che hai citato, e magari la fai bene, non è assolutamente detto ( ANZI) che riuscirai su un'altra. Almeno per me è così. Tanto per farti un esempio, al Wenden sono andato per ripetere oltre 30 volte e ho salito 18 vie. E, sulle vie che ho aperto, lo stile è molto diverso. Abbiamo finito una via in ratikon che ha incontrato molte fessure, e siamo andati avanti a Friend. Alcuni tiri sono tutti a friends, altri sono misti, tipo 35 metri due spit e il resto un paio di friends fino al 6b+. Non so se può servirti come esempio: c'è un tiro, penso il più expo, in cui sono partito e 3 metri sopra la sosta ho messo un FR, buono ( anche se su calcare non sai mai...). Ho fatto un altro metro, difficile, e lì ho messo uno spit. Potevo osare, ma ero sul 7a e al Ratikon non ci si ferma mai bene. Poi ho proseguito con un FR in un buco, pensavo fosse così così ma ci sono volato sopra cinque volte e ha tenuto, se non teneva arrivavo in sosta ( dove, con le giacche a vento e il saccone, mi avevano preparato un crash pad...). A quel punto mi sono fidato e sono passato, ma poi è stato terrore perchè dove sono arrivato non era come pensavo, nessuna possibilità di cliff e FR. Ci ho messo 30 minuti per recuperare il trapano stando sui piedi su piccoli appoggi e mettere il secondo e ultimo spit del tiro, di 25 metri, e se cadevo penso sarebbe stato un grosso guaio, il FR non interveniva più. Nella relazione il secondo FR non lo metto perchè la sua posizione dà più corda ed è meglio arrivare al secondo spit, un ripetitore calmo lo rinvierà. Ma non si deve sbagliare. Su un tiro sopra, Dodo ha fatto un pendolo piuttosto lungo e impressionante, arrivi ad uno spigolo e di là prendi qualcosa di sfuggente, ti ristabilisci ( sarà 6c obb almeno) e se sbagli il ristabilimento...boh...Un amico mi ha subito criticato perchè così questa via non segue i "canoni" delle vie a spit, peraltro liberare quel pendolo è un gigantesco punto di domanda così che forse rimarrà sempre quell'artificiale lì...ma a me va bene così, è una via di carattere, anche in Perù c'è un tiro di A1 su FR e un pendolo, e 13 tiri su 15 in libera.
Altro esempio: le vie su granito del mio socio-amico Dodo ( Soldarini) hanno gli spit ma anche a oltre 15-20 metri, lui è un mago nell'uso dei nuts e friends, si protegge davvero con maestria e l'ho visto mettere dei micronuts su calcare che hanno stupito uno come Ari Quaglia che scala da 20 anni. Che vie sono le sue? Secondo me sono vie, e stop. Secondo me MOLTO alpinistiche alcune, e la maggior parte arrivano fino al 7a max. Se non sai proteggerti, sei fottuto.
In sardegna di FR e nuts ne puoi mettere su tratti fino al 6a, ma noi non li abbiamo messi. Da un racconto di un tentativo di ripetizione ( fallito), c'è un tiro di 7a+ della grande onda dove devi solo proteggerti. La grande onda è una via espostissima, mi dicono. Rolando ha trovato qualche partenza di sosta di E non la vogliono capire pericolosa, ma su Coitus interruptus e la grande onda fonti affidabilissime mi hanno detto che è molto, molto peggio. In tutti i casi, secondo me non si deve parlare di vie sportive, e sicuramente io mi sento più sicuro con un chiodo o un FR dopo due metri da una sosta che non con uno spit a 5 e il secondo a 10.
Personalmente, se in apertura trovassi un albero o una clessidra bomba ti assicuro che non metterei spit ( catene non ne metto mai). Aggiungo una cosa: se io usassi una clessidra per proteggermi, la segnalerei. Ne ho scoperta una nascosta su Blau Lagune che ha completamente annullato l'expo di questa via mito, tanto che il dubbio che in apertura fosse stata usata l'ho avuto. Comunque ho messo un kevlar bomba e l'expo non c'era più. Ovviamente poi in discesa il kevlar l'ho tolto perchè sono contrario alla pur minima modifica della chiodatura originaria ( solo sostituzione con lo stesso materiale)
In Perù, su granito, ci sono soste solo a chiodi, un chiodo e un FR...
Il grado...mah, io dico che il livello, purtroppo per me e per tutti, conta, eccome. Non è tutto, visto che due amici da 8c in falesia hanno fatto tirare a me e poi hanno chiesto di tornare indietro, e si era sul 6c, però è chiaro che ciò che per me è rischioso, expo, alpinistico, e così via, per Huber è passeggiata. Con buona pace di tutti, Huber si rilassa sulle vie che io considero superalpinistiche, d'altronde ha salito Fortuna a 16 anni...
E' vero che ci sono vie dove è sola arrampicata, magari il cuore ti batte forte ma se voli è un circo volante. Ma non tutte le vie con spit sono così. Ne hai citate alcune tu, che non lo sono. Di quelle che ho aperte io, quella di Kalymnos è una via sportiva, quella del Wenden molto alpinistica indipendentemente dal livello e con rischi oggettivi ( da me, Matteo e Erik mai incontrati su nessun'altra via di qualunque chiodatura delle Alpi), quella della sardegna impegnativa ma dipende dal livello, e quella del ratikon...boh, secondo me è impegnativa, ma se sul 6b cammini i FR non li usi e se hai testa nei due punti dove non devi cadere scali e basta. Certo, io 3 anni fa mi sarei fatto male se fossi andato a farla.
Liberi in libera ( nome inventato sul momento al telefono perchè mi era stato richiesto un nome e non c'era...) è una volontà, e non c'è niente di preconfezionato. Tanto è vero che in Perù non ce l'abbiamo fatta del tutto. Tanto è vero che nella volontà sono previsti tentativi di libera di vie artificiali come quella liberata da Pierino. E così via. Hai ragione, però, ci sono apritori che guardano SOLO alla libera, aprendo in funzione di quello. Sono sfumature caratteriali. D'altronde molti decenni fa c'era Wiessner che faceva così, se solo doveva fare un A0 tornava indietro!!!!
Per il resto, onestamente non azzardo opinioni su vie non fatte, troppo...aleatorio! I miei due attuali compagni di apertura in Wenden sulla variante Italia in Marmolada hanno scalato veloci e senza alcun problema, e così è stato sul Pesce, ma NON su altre vie a spit. Ma non mi permetto di dire che la variante italia è plaisir rispetto a Portami Via!!!! Sono due vie. Punto.
Infine, quella definizione di Antonio sull'incerto e difficile secondo me va anche legata all'ambiente. Per esempio una via al Ratikon è certamente più rilassante, come ambiente, che una in tantissime altre parti delle Alpi.
Ora stiamo aprendo in un posto dove se ci sono temporali non puoi andare via dalla parete, si formano cascate enormi in 5 minuti ai lati. Questa cosa a me rende nervosissimo al primo accenno di nuvola, e di per sè rende il posto già alpinistico, e alla grande!! Quando ero alla rocca di Baiedo a fare le mie prime viette a chiodi non mi sentivo certo alpinista, con la strada sotto ( raggiunta sempre al buio perchè ero lentissimo).
Vabbè, non so se ti ho risposto bene, forse no. Mi piace però la tua premessa, mischiare pere con mele. Non perchè l'aveva fatto Enzolino, anzi, lui è uno curioso e che senza preconcetti fa riflessioni sulle cose che sale. Ma perchè secondo me confrontare le vie a gruppi genera caos ( da qui il mio accenno al numero di Feigenbaum), e d'altronde pare che sia così anche su misto, e sugli 8000. Se chiedi a Steve House se è alpinismo la salita, nel 2006, di un 8000 per via normale usando anche un solo metro di corda fissa ( non parlo di ossigeno, sennò...), vedrai la risposta che ti dà.....
Scusa se non sono stato sempre preciso.
Fabio

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Re: Si, ma... 2.56994????

Messaggioda the_serpent2006 » gio set 14, 2006 11:29 am

Drugo Lebowsky ha scritto:
the_serpent2006 ha scritto:1 INTRODUCTION
....
Contemporary Math, no.172


:roll: ... ma vainmona, và... :roll:


Dovremo ben spiegare da dove vien fuori quel 2.5... citato

T_S
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Messaggioda pf » gio set 14, 2006 11:43 am

OT
Eh, vecchi ricordi...avevo tentato di applicare la teoria del caos alla terapia del dolore, me l'aveva chiesto un compagno di liceo che era in ricerca sulla teoria del dolore. Ci avevo studiato su qualche mese, mi era perfino tornata la voglia di studiare matematica e fisica. Credo 15 anni fa.
Stupenda la storia del Caos, e le teorie. Splendido come la matematica sia davvero così legata alla vita, al comportamento umano. Ci sto scrivendo su, recentemente, così mi sono ripreso in mano un libro. Le formule non le capisco più, ma i concetti sono chiari. Applicati a questo topic, mi fanno dire che l'etica di apertura è un attrattore strano, ma chissà che forma è equale è la sua equazione. Se tu ci lavori ancora su e ne scopri la forma, diccela, sapremmo meglio dell'evoluzione delle vie.
Il grande Feigenbaum, che fu richiamato perchè faceva troppi viaggi in aereo, e non erano motivati. Come potevano capire che li faceva per vedere le nuvole e studiarne le forme...c***o, mi fai emozionare, a ricordare che lavoravo su cose intelligenti e interessanti, un tempo...ora, se non ci fosse la scrittura e la lettura ogni tanto, il mio cervello sarebbe ad attività piatta, col lavoro che faccio.
Fabio

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Messaggioda VYGER » gio set 14, 2006 11:43 am

Finalmente la discussione è rientrata su toni più civili.
Meno righe possibile, con argomentazione stringata, per quotare in toto quello che scrive Mortimer e per aggiungere, in commento a quanto scrive PF, che, in effetti, persone abituate ad arrampicare al Wenden, in Marmolada - anche su vie expo a chiodatura tradizionale - salirebbero in scioltezza.
Domenica, su "Tempi Moderni" noi, in 3, con zaini e materiale da bivacco, in parete dal giorno precedente, siamo stati superati da una cordata di svizzeri tedeschi partiti la mattina dalla base e usciti circa 3 ore prima di noi. Andavano come treni... :roll:

In aggiunta all'intervento di Mortimer, scrivo solo che ritengo comunque arbitraria la schiodatura de "La Spada nella Roccia": era una via a fix con tratti esposti per chi aveva il suo limite dalle parti del VI/VI+ (gradi Marmolada).
Essendoci altre vie a fix su quella stessa parete,

* se il criterio di eliminazione doveva essere: "Eliminamo le vie a spit", dovevano essere cancellate anche "Fram" e "Variante Italia";
* se il criterio di eliminazione doveva essere: "Eliminiamo le vie che incrociano alte vie", doveva essere cancellata anche "Fram";
* se il criterio di eliminazione doveva essere: "Eliminiamo le vie con spittatura seriale", andava definito il concetto di spittatura seriale; nel caso de "La spada nella roccia" il criterio usato è stato, più o meno, seriale dal VIII- in su.

Ma la mia personale sensazione è che la schiodatura sia avvenuta anche perché gli apritori non facevano parte del giro giusto, di quella rete di relazioni che lega persone, forti, che dettano le regole dell'arrampicata, nella fattispecie in Marmolada.
Questo non tanto per dietrologia, ma per evidenziare le componenti soggettive e intersoggettive (gli accordi tra persone, l'effetto "massa") che influiscono nel determinare la "relatività" - quoto UP - dei valori su cui si basano le regole di chiodatura. Solo per esserne consapevoli...

Concludo.
Secondo me, sarebbe comunque opportuno ribadire: "In Marmolada, niente spit", lasciando "in vita" le vie già aperte in questo stile, ma chiedendo a futuri apritori, anche fortissimi, di non usate un approccio di apertura di questo genere.
Vie a spit, anche rarefatti, creano precedenti. E i precedenti renderanno possibile, un domani, quando tutti noi saremo... altrove, accompagnati dal buon Mortimer o da un suo omologo, che si faccia impiego di spit anche dove oggi non ce ne sono.

I paradigmi, modelli di pensiero e di azione organizzati in totalità - spiega Kuhn, uno studioso di come evolvono le scienze (mi scuso per la citazione :oops: ) - scompaiono per essere sostituiti da altri - e in questo il vituperato grimpeur si dimostra lungimirante - quando scompaiono coloro che li sostengono...
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Messaggioda Enzolino » gio set 14, 2006 12:25 pm

Dopo tante parole non saprei come rispondere ai tanti interventi. Quindi scrivo un po' come capita.

Mi piace il discorso sui paradigmi di Vyger, preso da Khun. Ma non credo che Grimpeur proponga nuovi paradigmi. I suoi, quelli dell'apertura di vie sportive e sicure esistono gia' da tempo. Quello che lui giustifica e' la loro omologazione su tutti i terreni.
L'esperienza collettiva ed individuale in montagna (che eventualmente si puo' chiamare per brevita' "alpinismo"), per quanto riguarda i paradigmi, e' ben diversa rispetto alla scienza.
I paradigmi in alpinismo non vengono sostituiti, ma integrati.
Preuss predicava l'arrampicata senza corda, ma il chiodo ha permesso di vivere l'arrampicata in maniera piu' creativa, seppur rischiando di ridurne la ricchezza esperienziale attraverso l'addomesticamento eccessivo della roccia. Ma lo stile in free solo predicato da Preuss non e' scomparso e convive con altri stili ed etiche.
Lo stesso dicasi per l'artificiale, il clean, le vie sportive, ecc.
Tutti questi stili vengono esperiti e diverse porzioni del popolo verticale li fruisce. Credo che quello che bisogna salvaguardare, alla fine, e' la loro diversita'. Allora se trovo giusto che gli sportivi abbiano il loro spazio, trovo sacrosanto che i "tradizionalisti" possano salvaguardare il loro.

Sulla valutazione delle vie credo che il metodo migliore sia provarle. Non credo che la Spada sia una cagata per il numero di spit o per dove passa, ma perche' lo dice chi l'ha ripetuta ed e salito anche su altre vie storiche della zona.

Lo stesso dicasi su vie aperte in stile diverso. Un confronto e' possibile solo attraverso la ripetizione e non un calcolo numerico a tavolino.

OT.
E adesso un po' di cazzate pure io.
Anch'io ho avuto a che fare col caos, e devo dire che mi ha affascinato parecchio. Il famoso numeretto citato da altri e' uno dei tanti e credo riguardi uno dei numerosi percorsi dalla periodicita' al caos (il raddoppiamento del periodo). Quindi niente di mistico.
Una delle cose che mi colpi' di piu' e' stato scoprire che anche nel caos c'e' un ordine, visibile e controllabile ad un livello superiore (le mappe di Poincare'). Il gusto, quindi, sta nell'individuare l'ordine dietro al caos.

Un'altra e' stata scoprire che un sistema puo' avere diversi attrattori, e la destinazione della traiettoria dipende dal punto di partenza. Quindi se parti da A, invece che da B, rischi di finire in un regime X completamente diverso rispetto al regime Y.
Un'altra e' stata scoprire che esistono sistemi aperiodici, ma non caotici (come i quasicristalli).

Una parte di me e' ancora affascinata ... come la bellezza del caos, presente nei sistemi viventi ... quella tendenza ad esplorare lo spazio delle fasi (adattivita') ... la sensibilita' dalle condizioni iniziali (effetto farfalla) ...
Un'altra parte di me mi lascia un po' perplesso ... non capisco cosa c'entri con l'alpinismo e l'arrampicata e parlarne in questo contesto mi sembra un po' voler fare gli intellettuali ... :idea: :? :roll:
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Messaggioda VYGER » gio set 14, 2006 14:10 pm

Enzolino ha scritto:Non capisco cosa c'entri con l'alpinismo e l'arrampicata e parlarne in questo contesto mi sembra un po' voler fare gli intellettuali ... :idea: :? :roll:

Secondo me c'entra.
A far prevalere alcuni modi di fare su altri sono, secondo me, processi di tipo selezionistico.
La faccio più breve possibile.
Leggendo questo ricchissimo thread, si possono individuare almeno 6 maniere diverse di fare roccia (elimino la variante "in artif", per semplificare):

* Alla Preuss - Da soli e senza protezioni;
* In cordata e con protezioni mobili (friend, nut, cordini, ecc.);
* In cordata e con protezioni mobili e chiodi;
* In cordata, con protezioni mobili, chiodi e spit solo dove necessario;
* In cordata, con spittatura seriale.

Più si scende nella scala, più la chiodatura richiede tecnologia ed energia.
Facciamo finta che - scenario non è del tutto impossibile - ci sia una crisi energetica. Le scorte accessibiili di petrolio si esauriscono.

Niente più scarpette (almeno le attuali) e corde di nylon, e difficoltà a spostare nel mondo materie prime e manufatti: spit, chiodi e friend sempre meno disponibili.
Quale di queste forme di fare roccia sopravvivrà?
Nella variante più estrema dell'ipotesi, solo l'alpinismo dei cacciatori di camosci.

Oggi viviamo in un periodo di grandi opportunità.
E le molte opportunità generano molte varianti degli stessi organismi (o degli stessi modi di fare).
Questo fa sì che, con ambiente mutato, qualche forma degli esseri viventi o dei "programmi" esistenti possa sopravvivere ("quale" è dovuto a fattori casuali).

Per questo sono per il rispetto e la salvaguardia di modi diversi di fare le cose.
Non solo è più bello.
Ma... Non si sa mai :wink: !

E ora mi chiudo nel mio studiolo da "Che-sta-pensando-quiz" e taccio :roll: .
Non cesseremo di esplorare - E alla fine dell'esplorazione - Saremo al punto di partenza - Sapremo il luogo per la prima volta. T.S. Eliot
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Messaggioda Enzolino » gio set 14, 2006 15:02 pm

VYGER ha scritto:
Enzolino ha scritto:Non capisco cosa c'entri con l'alpinismo e l'arrampicata e parlarne in questo contesto mi sembra un po' voler fare gli intellettuali ... :idea: :? :roll:

Secondo me c'entra ...
Si ... vabbe' ... detta cosi' c'entra. Ma allora c'entrano anche le equazioni differenziali, la meccanica quantistica, la teoria della relativita', e cosi' via ... ma alla fine a me sembrano solo sterili intellettualismi ... :roll: :wink:
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Messaggioda superpjimmy » gio set 14, 2006 15:30 pm

Enzolino ha scritto:Anche a me e' capitato di fare vie a spit senza storia, ma ad esempio, la scorsa domenica sono andato a fare una via al Klausenpass (a sinistra di Nirvana, senza nome, perche' non e' stata pubblicata e, ahime', non e' neanche finita) con due tiri di roccia marcissima ed altri in cui una caduta nei runout lunghi poteva portare a conseguenze spiacevoli (rottura certa di qualche osso). L'ho guardata bene, perche' ho sempre la mentalita' dell'apritore tradizionale. Nei primi cento metri non c'era fessura o buco proteggibile e dopo, dove c'erano, dovevamo usare i friend per stare meglio psicologicamente ed evitare pericolosi incidenti.
Al contrario, vie classicissime come la Schubert o la Micheluzzi al Ciavacez, pur se fatte in inverno, mi son sembrate ben piu' plaisir e scontate, seppur bellissime, di vie fatte al Klausen o al Blockmattli (in Svizzera).
Quindi direi che il tuo discorso, a me non quadra.
Sulle vie che mi suggerisci, prendo nota, perche' le vie mito e classicissime, per quanto mi riguarda, stanno perdendo molto dell'avventura e sono troppo trafficate.

Ciao :wink:

Lorenzo


Ed ecco Lorenzo che ormai si è ben ambientato in Svizzera e cita posti bellissimi ma poco frequentati dagli italiani...
Jimmy :)
Però ti consiglio una sciarpa di seta ed un cielo rosso con le nuvole verdi ed i pesci blu.
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Messaggioda Fokozzone » gio set 14, 2006 16:03 pm

Mortimer ha scritto: forse non mi sono spiegato molto bene, e risulterò sicuramente logorroico e palloso.

Quoto
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Messaggioda grimpeur » gio set 14, 2006 16:24 pm

Enzolino ha scritto:Dopo tante parole non saprei come rispondere ai tanti interventi. Quindi scrivo un po' come capita.

Mi piace il discorso sui paradigmi di Vyger, preso da Khun. Ma non credo che Grimpeur proponga nuovi paradigmi. I suoi, quelli dell'apertura di vie sportive e sicure esistono gia' da tempo. Quello che lui giustifica e' la loro omologazione su tutti i terreni.
L'esperienza collettiva ed individuale in montagna (che eventualmente si puo' chiamare per brevita' "alpinismo"), per quanto riguarda i paradigmi, e' ben diversa rispetto alla scienza.
I paradigmi in alpinismo non vengono sostituiti, ma integrati.
Preuss predicava l'arrampicata senza corda, ma il chiodo ha permesso di vivere l'arrampicata in maniera piu' creativa, seppur rischiando di ridurne la ricchezza esperienziale attraverso l'addomesticamento eccessivo della roccia. Ma lo stile in free solo predicato da Preuss non e' scomparso e convive con altri stili ed etiche.
Lo stesso dicasi per l'artificiale, il clean, le vie sportive, ecc.
Tutti questi stili vengono esperiti e diverse porzioni del popolo verticale li fruisce. Credo che quello che bisogna salvaguardare, alla fine, e' la loro diversita'. Allora se trovo giusto che gli sportivi abbiano il loro spazio, trovo sacrosanto che i "tradizionalisti" possano salvaguardare il loro.

Sulla valutazione delle vie credo che il metodo migliore sia provarle. Non credo che la Spada sia una cagata per il numero di spit o per dove passa, ma perche' lo dice chi l'ha ripetuta ed e salito anche su altre vie storiche della zona.

Lo stesso dicasi su vie aperte in stile diverso. Un confronto e' possibile solo attraverso la ripetizione e non un calcolo numerico a tavolino.

OT.
E adesso un po' di cazzate pure io.
Anch'io ho avuto a che fare col caos, e devo dire che mi ha affascinato parecchio. Il famoso numeretto citato da altri e' uno dei tanti e credo riguardi uno dei numerosi percorsi dalla periodicita' al caos (il raddoppiamento del periodo). Quindi niente di mistico.
Una delle cose che mi colpi' di piu' e' stato scoprire che anche nel caos c'e' un ordine, visibile e controllabile ad un livello superiore (le mappe di Poincare'). Il gusto, quindi, sta nell'individuare l'ordine dietro al caos.

Un'altra e' stata scoprire che un sistema puo' avere diversi attrattori, e la destinazione della traiettoria dipende dal punto di partenza. Quindi se parti da A, invece che da B, rischi di finire in un regime X completamente diverso rispetto al regime Y.
Un'altra e' stata scoprire che esistono sistemi aperiodici, ma non caotici (come i quasicristalli).

Una parte di me e' ancora affascinata ... come la bellezza del caos, presente nei sistemi viventi ... quella tendenza ad esplorare lo spazio delle fasi (adattivita') ... la sensibilita' dalle condizioni iniziali (effetto farfalla) ...
Un'altra parte di me mi lascia un po' perplesso ... non capisco cosa c'entri con l'alpinismo e l'arrampicata e parlarne in questo contesto mi sembra un po' voler fare gli intellettuali ... :idea: :? :roll:



dicendo che il chiodo ha permesso di vivere l'arrampicata in maniera più creativa (leggi sicura) mi dai indirettamente ragione, e dimostra in modo chiaro i tuoi preconcetti ed i tuoi (anzi di quasi tutti in questo forum) paradossi..voler tenere in gioco parte di un'epoca alpinistica che non c'è più e non si può più vivere, è semplicemente assurdo..ogni epoca ha un suo stile, il romanticismo è molto bello ma spesso senza senso..mi spiego, l'alpinismo eroico di comici, gervasutti, castiglioni era identificato in un preciso contesto, quello degli anni settanta idem, i ruggenti anni '80 con le sue ventate di novità, pure..mi sembra che nel 2006 il cercare di vivere l'alpinismo e l'arrampicata come 70 anni fa sia, oltre che privo di senso, anche impossibile (guarda soltanto l'abbigliamento ed il materiale che hai quando vai in montagna)..sarebbe come costruire, nel 2000, un monumento del '700..
sull'omologazione, ti sbagli..lo spit per me va messo alle soste, e nei posti dove non puoi proteggerti..prendi vie nel bianco come vojage al capucin o etoiles filantes alla tour des jorasses..sono chiodate bene (con fessure clean) eppure non troverai mai la coda..con spit a 3 o 4 metri sei già obbligato a passare, e se ciò lo fai anche solo sul 6b+ "elimini" il 60% dei possibili ripetitori..e non rischi di ammazzarti..
un'ultima domanda: se tu, tuo figlio, un tuo caro amico si facesse seriamente male (spero di no!) su una via solo perchè chiodata lunga o perchè è venuta via la sosta, mi parleresti ancora di etica??
tutti gli scalatori dovrebbero smettere di vedere la roccia il terreno esclusivo in cui realizzarsi..
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Messaggioda MarcoS » gio set 14, 2006 16:31 pm

A Fokke!
e ce l'hai si la maledizione di Alex Drastico addosso!
Se sei mona e credi in Dio, crederai nel Dio dei mona
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Messaggioda Fokozzone » gio set 14, 2006 16:31 pm

Mi sembra che il concetto di via "alpinistica" in queste pagine sia troppo legato al concetto di ingaggio o di impresa.
Per quanto riguarda queste definizioni sono in totale disaccordo: alpinismo= andar per alpi. E non necessariamente in modo estremo: "sport" originariamente era un termine simile a Hobby e non indicava necessariamente un impegno muscolare o competitivo.
Quindi il coefficente di "alpinisticità" deve tener conto di elementi inerenti l' andar per alpi, come:
-l' oggetto in questione, si può chiamar "montagna"?
-avvicinamento (si cammina?)
-raggiungimento di una cima
-percorrimento di linee naturali (caratteristica meno vincolante, anche se la naturalezza del percorso inerisce all' oggetto, cioè la montagna) , a questo parametro si collega il tipo di chiodatura, che dunque, come parametro di alpinisticità è secondario.
-discesa per vie naturali

Infine dovrei rammentare che queste sono questioni che riguardano noi che arrampichiamo e che non possono fregare niente a nessun altro. Quando ho raccontato a mia nipote dodicenne cosa facevo, si è messa a ridere e ha detto "non capisco perché fai tutta quella fatica per salire su una montagna quando ci sono le funivie"
Dunque ricordiamoci che siamo tutti un po' malati e qualcuno (come mortimer e drugo) anche rincoglionito.
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Messaggioda Enzolino » gio set 14, 2006 16:52 pm

grimpeur ha scritto: dicendo che il chiodo ha permesso di vivere l'arrampicata in maniera più creativa (leggi sicura) mi dai indirettamente ragione, e dimostra in modo chiaro i tuoi preconcetti ed i tuoi (anzi di quasi tutti in questo forum) paradossi..voler tenere in gioco parte di un'epoca alpinistica che non c'è più e non si può più vivere, è semplicemente assurdo..ogni epoca ha un suo stile, il romanticismo è molto bello ma spesso senza senso..mi spiego, l'alpinismo eroico di comici, gervasutti, castiglioni era identificato in un preciso contesto, quello degli anni settanta idem, i ruggenti anni '80 con le sue ventate di novità, pure..mi sembra che nel 2006 il cercare di vivere l'alpinismo e l'arrampicata come 70 anni fa sia, oltre che privo di senso, anche impossibile (guarda soltanto l'abbigliamento ed il materiale che hai quando vai in montagna)..sarebbe come costruire, nel 2000, un monumento del '700..
sull'omologazione, ti sbagli..lo spit per me va messo alle soste, e nei posti dove non puoi proteggerti..prendi vie nel bianco come vojage al capucin o etoiles filantes alla tour des jorasses..sono chiodate bene (con fessure clean) eppure non troverai mai la coda..con spit a 3 o 4 metri sei già obbligato a passare, e se ciò lo fai anche solo sul 6b+ "elimini" il 60% dei possibili ripetitori..e non rischi di ammazzarti..
un'ultima domanda: se tu, tuo figlio, un tuo caro amico si facesse seriamente male (spero di no!) su una via solo perchè chiodata lunga o perchè è venuta via la sosta, mi parleresti ancora di etica??
tutti gli scalatori dovrebbero smettere di vedere la roccia il terreno esclusivo in cui realizzarsi..
Forse non ci siamo capiti.
Ti faccio un'esempio personale.
Ogni tanto mi piace arrampicare slegato, come proponeva Preuss.
A volte mi piace salire su vie coi chiodi.
Altre volte provo gusto salire su vie in cui non c'e' traccia di passaggio.
Altre volte amo salire senza preoccupazioni e col solo piacere del movimento in vie sportive con chiodatura ascellare.
Altre volte voglio mettermi in gioco in vie rischiose (spit o non spit).
Ogni stile propone esperienze diverse.

Quello che dici tu invece consiste nel dichiarare che tutte le esperienze da me raccontate (eccetto una), sono obsolete e superate e solo una e' sopravvissuta: la tua. Quella della sicurezza assoluta.
Ma c'e' chi questa sicurezza assoluta non la vuole ovunque e vuole preservare aree in cui il rischio puo' ancora permettere certi tipi di esperienze. Perche' dal rischio, al contrario di quello che tu vuoi intendere, si puo' imparare molto. Ogni rischio superato permette di conoscere noi stessi in maniera diversa rispetto a quella ordinaria.
Gli spit alle soste? Puo' darsi. Ma dipende dai luoghi e dalle tradizioni.

Il chiodo ha rotto un tabu' ha aumentato le possibilita' creative, ma sempre seguendo il principio del fare di piu' col meno. E' questa filosofia che lega il bolt al chiodo, ma si contrappone alla spittatura seriale.

Se tu non sei un romantico, lascia almeno la liberta' agli altri di esserlo.
Saltare uno spit e' come pretendere di fare un trekking affianco all'autostrada, ma senza calpestare l'asfalto ... insomma, da idioti ...

Se mio figlio, il mio migliore amico (che, appunto, arrampica, ed apre vie col mio stesso stile) muoiono per la fuoriuscita di una sosta, dovro' accettare il fatto che hanno affrontato dei rischi assumendosene le loro responsabilita'. Arrampicare non e' obbligatorio e bisogna assumersi le responsabilita' delle proprie scelte. Altrimenti dovremmo ricoprire le montagne di funivie per evitare che gli alpinisti si facciano male.
Non solo.
La vera irresponsabilita' e' portare in montagna, che espone spesso l'inesperto a rischi oggettivi e soggettivi, uno stile che attira le masse di arrampicatori senza adeguata esperienza. Paradossalmente, quindi, quello che suggerisci tu e' ancora piu' pericoloso ed irresponsabile rispetto alle vie tradizionali o ingaggiose ben piu' selettive.

Ciao :wink:

Lorenzo

PS. OT.
Sempre riallacciandosi alla matematica, io vedo l'arrampicata come un'equazione differenziale in cui le diverse restrizioni (condizioni al contorno) portano a soluzioni/esperienze diverse ...
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