cialtrone ha scritto:pf ha scritto: non mi considero un grandissimo alpinista
a dir la verità, la via perfetta per etica, probabilmente, non esiste
Ho detto 7b, ed è un numero spartiacque, (più o meno, non prendetelo come assoluto) è una difficoltà su cui IN APERTURA (in falesia è diverso, per un Top il 7b è un sentiero, ma in montagna, in apertura, con davanti un mare di roccia, è un'altra cosa)
vuol dire, su una determinata linea ( sia essa 6a o 8a ), lasciar meno tracce umanamente possibili
l'A1 su cliff è una macchia, questo sicuramente, una macchia che però OGGI sarebbe non giustificabile ma che, secondo me, ALLORA ( nel contesto dell'anno di apertura) ha avuto un senso. ANCHE SE bisogna dire che gente come Manolo e Mariacher non l'avrebbero mai fatto
perchè l'intolleranza deve avere un dato empirico sotto, sennò davvero si dicono sciocchezze.
Sul saggismo...sapete, Grimpeur sta sulle balle a tutti
Buona settimana a tutti.
Vengo in aiuto al caro Aldino, alpinista un pò "radicale" per me, ma molto "astuto"...

Io, delle cose che ho evidenziato, non sono in accordo neppure sulla sintassi, figurarsi sul contenuto.
Però parlo ad uno scrittore, e, quanto meno, grande alpinista, quindi debbo stare attento.
Mi viene in mente, di fronte queste cose scritte dal sapido PF, la vignetta di Terminator, che appose qualche topic fa, intitolata "SEGHE MENTALI".
Ma riassumo il mio penziero dicendo semplicemente che io
vivendo,
vado pure in montagna. Non è vero il contrario, ovvero che
vado in montagna per vivere.
Quindi, tutte queste belle questioni di lana caprina, IMO, sono sempre buffe in quanto perfettamente riconducibili ad una istanza sensibile "personale", assolutamente "personale". E quindi, de facto, per nulla teorizzabile in senso lato ed assoluto.
Nel 2006, una etica alpina è stupida se pensata in assoluto, visto che comunque è un'etica prodotta da una cogitazione umana, e non naturale.
Etica delle pareti, dicevi caro PF, pochi post fa, bisogna studiare ripetere per capire la storia di una parete.
E non ti accorgi che la storia della parete la fai tu. E commetti una violazione culturalmente enorme, appena metti piede su un calcare "intonso". Porti la tua cultura in un luogo che, quanto meno, non se ne accorge neppure, dal punto di vista soggettivo, e, che, invece, dal punto di vista oggettivo, risulta essere una invasione a mano armata fatta da tecnologia, batteri, chimica e quanto altro, ovvero dotata di cultura autonoma. Che non prevede, ad esempio, gomme Stealth C4 sopra di essa...

Etica di apertura, macchia da cliff (cheppoi, il mittttico Mannnolo mi pare ci si sia calato su un cliff, esattamente su quella via... o no?), Mittersteiner (zoppo, ora, imprenditore, e gestore di un indoor in Austria...curioso, no?), numeri spartiacque, settebi, ora, spartiacque, domani frangiflutti, probabilmente...oppure muro invalicabile se solo il settebi fosse seici bulder, a 15 metri da una qualsiasi protezione, seici di quelli che si trovano a Cresciano, intendo, intolleranza che necessita di "dato empirico", come dire, se piglio un marocchino che ruba una mela, cristo, adesso si che posso tagliargli una mano..., Grimpeur che sta sulle balle a tutti (non a me), lasciare meno tracce possibili su di una via (e allora stai a casa, che almeno il calcare resta intonso come è stato per miliardi di anni, sino a che non è comparso il virus umano), ecco, dicevo, tutte belle cose "assolutamente personali" su cui teorizzare può essere un esercizio simile a quello di credere che un grave segua una legge lineare in caduta.
Esercizi da ingegnere che approssima, pensando di risolvere.
Non me ne volere, PF, ma di quello che scrivi non mi piace, come detto, neppure la forma.
E non lo scrivo per invidia, sostantivo che, mi pare, ultimamente tu stia usando parecchio. Sono sufficientemente sveglio da ritenere che, se fossi animato da invidia, potrei emularti, e scrivere anche io le mie "questioni personali assolute", sul mio bel sito web, utilizzando le casse di risonanza che più mi aggraderebbero.
Lo scrivo perchè tu scrivi le tue cose ed è sacrosanto che io argomenti le mie.
Quindi, a te, e a tutti i "convinti" propugnatori di una montagna
assoluta, ovvero la vostra (...), dico semplicemente che i discorsi
assoluti in genere iniziano e finiscono esattamente quando inizia e termina il loro fautore.
Chiacchere pesanti. Che servono a giustificare istanze personali o di corrente, o di intolleranza. A chi ha schiodato la via di quel sempliciotto (...) bresciano, chiederei come si è recato sul posto di "lavoro". Certo del fatto che mi risponderebbe "in auto". E certo del fatto che, se io volessi, potrei mettergli su un pistolotto "assoluto" da "ecoterrorista". Sul fatto che, mediamente, ha fatto più danni lui con la sua fottuta auto, che non il bresciano con i suoi 50 fix, se magari il bresciano avesse scelto di recarsi in Marmolada a piedi.
Discorsi balenghi, appunto. Assolutistici.
Il resto è calcare e granito.
Quando uno sale, pensi a quello che fa. E poi torni a casa, soddisfatto e tranquillo.
Non credo che Cassin avesse un manualetto a casa con scritto :"la mia etica assoluta", neppure il sign. VInatzer (e continuo a citarli, visto che rappresentano nella mia mente, due punti particolarmente luminosi).
Eppure questi due, in barba a tutto, se la sono goduta.

Ed ora mi eclisso, visto che questi topici, dove alla fine si parla di istanze personali assolute, mi infastidiscono un poco. Restando anonimo, ovvero un cialtrone qualsiasi, certo che internet nasce su questo, vive per questo e prospera grazie a questo: sincera anonimità.