sergio63 ha scritto:Mi sembra un problema mal posto.
La differenza, alle origini dell?alpinismo, non era fra cittadini e montanari ma fra ricchi e poveri!
Non mi sembra che gli operai e i proletari in genere siano mai andati in montagna almeno fino agli anni trenta-quaranta del secolo scorso anche se vivevano in città?..
NON AVEVANO TEMPO, COSI COME I MONTANARI , DOVEVANO SOPPRAVVIVERE!
(non avevano il tempo neanche di sapere cos?era l?alpinismo, in montagna si andava per riportare qualche cosa di concreto: fieno, legna, funghi, selvaggina?.figurati che i primi tempi che arrampicavo mio padre mi chiedeva sempre, fra il serio ed il faceto, cosa avevo portato a casa; non esisteva che si andasse a vedere il panorama figurati a far fatica per il panorama?almeno le stelle alpine per la morosa diceva, ma io già allora ero ?ambientalista? altra cosa incomprensibile?.per i montanari la natura è stata creata per usarla, con parsimonia in modo che ci fosse anche l?anno dopo?adesso questo è in gran parte saltato, purtroppo).
Difatti i montanari che lo praticavano lo facevano solo per lavoro, salvo quei pochi che potevano permetterselo?per es. qualche prete (mi viene in mente l?abbe Goret (?) in val d?Aosta (a proposito ma la corsa al Cervino con Whimper chi la fatta?).
Per restare in questa simpatica diatriba (che, per inciso, mi è completamente estranea) potrei anche dirti che noi non saremmo andati oltre il secondo grado per scarse motivazioni ma voi non ci sareste mai andati per scarsa capacità?..
Non è una questione genetica ma ancor oggi, se guardo i bambini del mio paese, dopo la scuola li vedo correre su è giù come forsennati per alberi, muri dossi, boschi ecc. ecc. e quando li porti sul ripido vanno anche lì come le frecce?..
Dopo magari, con la scuola materna, organizziamo una gita a Trento per fargli vedere i semafori e le strisce pedonali, la stazione dei treni ecc. ecc.
Per i cittadini, purtroppo, è tutto il contrario?
Per l?alpinismo però, di base, è meglio la prima situazione?.
Difatti adesso, con meno problemi economici e culturali, chi va in montagna (poco o tanto e oltre gli alpeggi perché fin lì ci vanno tutti) da queste parti è quasi la metà della popolazione (il 5% e iscritto al CAI-SAT).
Forse allora non era l?oppressione del panorama la causa ma l?oppressione della pancia??
Scusate lo sproloquio, ma era più forte di mè?.
tutto sacrosanto,
ma essendo uno figlio di bellunesi e vissuto a roma,
aggiungerei un piccolo punto di vista...
spesso accade che fra la gente nata ai piedi delle montagne una minoranza vada in montagna e lo faccia anche molto bene, potendo sfruttare tempo e modo fin da bambini; il resto sogna il mare o sostanzialmente odia la montagna, o gli è totalmente indifferente.
Tale minoranza fra i cittadini è molto ma molto più ridotta percentualmente. E' vero.
Tuttavia, proprio perchè vissuto in città, spesso chi si approccia alla montagna dalla città lo fa con una passione ed un entusiasmo che sopperisce alla mancanza di tempo e modo.
Ovvero, in parole povere, molti "montanari" la montagna se la sono trovata; per qualche "cittadino" la montagna è una scelta.
Fatto è che fra tutte le decine di parenti sparsi nel bellunese l'unico che va in montagna (pur con scarsi risultati, devo ammetterlo...

) sono io che sono vissuto a roma.
E' vero, il virus da qualche parte l'ho preso... da piccolo passavo le vacanze al rifugio vazzoler, e quello è un ambiente altamente infettivo...
però ho passato anche tante tante domeniche ad ostia (il mare di roma...)
Se avessi avuto la stessa passione e avessi vissuto li sarei stato un migliore alpinista, senza dubbio. ma con i se se se... non si va da nessuna parte...
resta il fatto che fra tutti i miei parenti montanari, l'unico alpinista sono io cittadino... e mi guardano come se fossi un pò "toc"...