25 anni fa sulla via dell'IDEALE

Arrampicata e alpinismo su roccia in montagna

Messaggioda maxkalzone » lun ott 05, 2009 14:52 pm

generazione tepa sport ha scritto:
maxkalzone ha scritto:
generazione tepa sport ha scritto:
fasin ha scritto:Mi sembrava che la prima in giornata fosse di Mariacher e Iovane nel 1978....


Grazie per la dritta, in effetti Mariacher la "variante" d'uscita sulle placche aperta nel 78 la fatta in giornata, la "variante" pero'...sicuramente mi sbaglio :?: :oops:

In quegli anni non si condivideva tutto come adesso.....

Sull'uscita originale di questa via ne sono successe di tutti i colori ...e odori... (ghiaccio, gasolio, olii esausti, filtri e m...a), si diceva che buttavano giu' tutto anche per scoraggiare i ripetirori e perchè gli dava fastidio aiutare, e lo hanno fatto spesso, chi si bloccava a pochi metri dall'uscita e cominciava a gridare....
anche la data di questo Topic però non è molto sicura...Mariacher nella sua guida di quegli anni in tedesco ci dice 1980....mentre Giordani nella sua ultima guida la colloca nel 1981.... :?:

comunque bravi e forti tutti....


80 80 me la spieghi questa??



negli anni dal 1975 al 1982 1983 ca. non c'era la sensilbilità ambientale che è venuta dopo...dietro il bivacco Dal Bianco c'era una vera e propria discarica a cielo aperto.

Sotto l'Ideale c'era di tutto, durante la costruzione e dopo con la gestione hanno buttato giu' tutto, non hanno portato a valle con la funivia quasi niente.

Guardando la parete c'era una vera e propria stricia d'olio e di merda che scendeva giu', gli scarichi erano direttamente il camino/canale originali Aste.

Negli ultimi metri della via era una schifezza, per nulla Mariacher ha aperto la variante. (naturalmente non c'era solo la merda ma anche passaggi difficili, la variante è piu' facile)

(Negli anni seguenti ci sono state azioni di pulizia generale.)

rinviare al buio, come sasso incastrato, un filtro di un motore a gasolio
è un'esperienza irripetibile... :D :D :
D




8O 8O 8O

:)
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Messaggioda alison » mar ott 05, 2010 19:41 pm

IO LA RICORDO ANCORA COME UNA DELLE PIU BELLE E PULITE SALITE SOLITARIE....UNA BELLISSIMA FOTO INCORNICIATA ME LO RICORDA TUTTI I GIORNI.....
ci manca
alison
 

Messaggioda alison » mar ott 05, 2010 21:21 pm

IL CAPOLAVORO DEL ?MASS? SULLA PARETE D'ARGENTO
In un oceano di roccia color argento, non ancora diventato di moda, un uomo solo sta salendo verso la vetta: lassù, con lo zaino in spalla, è una figura minuscola e commovente, immersa nell'azione e nei propri pensieri. Nessuno, prima di lui, aveva mai osato qualcosa del genere; nessuno, prima di lui, si era lanciato senza compagni lungo il capolavoro di Armando Aste, lungo quella via che, in quegli anni, era considerata un simbolo, un punto di riferimento, un capolavoro che per il suo impegno globale, nelle Dolomiti e non solo, non temeva confronti. La Via dell'Ideale sulla parete sud della Marmolada, quando Lorenzo Massarotto la salì in prima solitaria, era semplicemente il massimo. I ?tempi moderni?, con tutte le loro conseguenze, non erano ancora arrivati; il gran cimento di Igor Koller (e del suo giovane compagno) apparteneva al futuro e la via del maestro roveretano ? ottantuno anni compiuti, un grande e qualcosa in più, un personaggio di cui forse non si è ancora detto abbastanza ? contava pochissime e illustri ripetizioni: Messner e compagni nel 1967, i polacchi (tra i quali Jerzy Kukuczka) in invernale nel 1973 e poi, nel 1978, Mariacher e Luisa Iovane e i visionari Schiestl e Rieser (quinta e sesta ripetizione). Quando il ?Mass? mise le mani sulla parete d'argento - era il 4 ottobre 1980 - socchiuse una porta che in due giorni si sarebbe spalancata: decise di guardarsi in quello specchio smisurato per vivere, in solitudine, sensazioni simili a quelle che Aste e Franco Solina provarono dal 24 al 29 luglio 1964. Due amici, una cordata: lontani dal mondo noto e confortante dei diedri e delle fessure e, come nessun altro aveva mai fatto, abbandonati alle mille incognite della solenne uniformità delle placche. Il gran problema fu risolto, magistralmente, e a quel lungo passo avanti seguì il balzo di Lorenzo. Sedici anni dalla prima assoluta alla prima solitaria e ventisette dalla prima solitaria a oggi: il ?Mass? sbucò sulla cresta il 5 ottobre ed è difficile, dopo tanto tempo (e ?quale? tempo...), capire veramente la portata della sua impresa. Se vogliamo sognare, però, basta che la ripensiamo, basta che ricordiamo la fotografia che ci ha ispirato queste parole. Roccia e soltanto roccia, sì, un'immagine dai tanti grigi che, anche nella loro varietà, non sanno scaldare il cuore. L'incandescenza dell'anima è figlia, invece, di quel particolare minuscolo, di quell'uomo solo che è misura dell'universo (di pietra) che lo circonda. «Lo so. Questa via, che a noi è costata tanto, potrà svilirsi, scadere. Essere ripetuta molto più velocemente... ora che l'abbiamo indicata agli altri, diluendone l'ostacolo psichico. Ma non mi curerò molto di quello che avverrà»: così Aste al termine della gran fatica e, ci piace pensarlo, anche Massarotto una volta conclusa la sua odissea. Perché oggi gli obiettivi sono altri, apparentemente più ardui ma, in verità, non più rivoluzionari di quello che seppero realizzare Armando e Lorenzo. La Via dell'Ideale è un monumento alla forza e al coraggio, alla mente e al cuore e, se in quel magico 1980 il ?Mass? volle passare da solo anche sulla Rocchetta Alta di Bosconero, sullo Spiz d'Agner Nord, sullo Spiz de la Lastia e sul Sass dla Crusc, fu sulla Marmolada, non a caso regina, che l'indimenticabile cavaliere sconvolse i limiti della scalata solitaria: aprì una porta, l'abbiamo già detto, e la aprì nel suo stile, in due giorni d'autunno, con il sole ormai stanco di illuminare la grande parete.

scritto da carlo caccia
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Messaggioda ettore » mar ott 05, 2010 23:58 pm

un grande!
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Messaggioda alberto60 » mer ott 06, 2010 8:29 am

quest'estate sulla "parete d'argento" ho ripensato ad Armando ed a Franco che nel loro stile, tranquilli ma decisi , disegnavano un capolavoro d'intuito e realizzazione.
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Messaggioda Mikic72 » gio ott 07, 2010 19:03 pm

alberto60 ha scritto:quest'estate sulla "parete d'argento" ho ripensato ad Armando ed a Franco che nel loro stile, tranquilli ma decisi , disegnavano un capolavoro d'intuito e realizzazione.


e io penso al Mass ogni volta che alzo la testa sulle montagne che ha tanto amato....praticamente tutti i giorni quando mi alzo la mattina quando mi alzo apro le finestre e guardo l'Agner
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Messaggioda ettore » gio dic 02, 2010 19:49 pm

per chi fosse interessato:
VERTICAL di novembre/dicembre 2010 dedica un bell'articolo al "Mass"...

ciao!
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Messaggioda tu » ven dic 03, 2010 9:21 am

alison ha scritto:IL CAPOLAVORO DEL ?MASS? SULLA PARETE D'ARGENTO
In un oceano di roccia color argento, non ancora diventato di moda, un uomo solo sta salendo verso la vetta: lassù, con lo zaino in spalla, è una figura minuscola e commovente, immersa nell'azione e nei propri pensieri. Nessuno, prima di lui, aveva mai osato qualcosa del genere; nessuno, prima di lui, si era lanciato senza compagni lungo il capolavoro di Armando Aste, lungo quella via che, in quegli anni, era considerata un simbolo, un punto di riferimento, un capolavoro che per il suo impegno globale, nelle Dolomiti e non solo, non temeva confronti. La Via dell'Ideale sulla parete sud della Marmolada, quando Lorenzo Massarotto la salì in prima solitaria, era semplicemente il massimo. I ?tempi moderni?, con tutte le loro conseguenze, non erano ancora arrivati; il gran cimento di Igor Koller (e del suo giovane compagno) apparteneva al futuro e la via del maestro roveretano ? ottantuno anni compiuti, un grande e qualcosa in più, un personaggio di cui forse non si è ancora detto abbastanza ? contava pochissime e illustri ripetizioni: Messner e compagni nel 1967, i polacchi (tra i quali Jerzy Kukuczka) in invernale nel 1973 e poi, nel 1978, Mariacher e Luisa Iovane e i visionari Schiestl e Rieser (quinta e sesta ripetizione). Quando il ?Mass? mise le mani sulla parete d'argento - era il 4 ottobre 1980 - socchiuse una porta che in due giorni si sarebbe spalancata: decise di guardarsi in quello specchio smisurato per vivere, in solitudine, sensazioni simili a quelle che Aste e Franco Solina provarono dal 24 al 29 luglio 1964. Due amici, una cordata: lontani dal mondo noto e confortante dei diedri e delle fessure e, come nessun altro aveva mai fatto, abbandonati alle mille incognite della solenne uniformità delle placche. Il gran problema fu risolto, magistralmente, e a quel lungo passo avanti seguì il balzo di Lorenzo. Sedici anni dalla prima assoluta alla prima solitaria e ventisette dalla prima solitaria a oggi: il ?Mass? sbucò sulla cresta il 5 ottobre ed è difficile, dopo tanto tempo (e ?quale? tempo...), capire veramente la portata della sua impresa. Se vogliamo sognare, però, basta che la ripensiamo, basta che ricordiamo la fotografia che ci ha ispirato queste parole. Roccia e soltanto roccia, sì, un'immagine dai tanti grigi che, anche nella loro varietà, non sanno scaldare il cuore. L'incandescenza dell'anima è figlia, invece, di quel particolare minuscolo, di quell'uomo solo che è misura dell'universo (di pietra) che lo circonda. «Lo so. Questa via, che a noi è costata tanto, potrà svilirsi, scadere. Essere ripetuta molto più velocemente... ora che l'abbiamo indicata agli altri, diluendone l'ostacolo psichico. Ma non mi curerò molto di quello che avverrà»: così Aste al termine della gran fatica e, ci piace pensarlo, anche Massarotto una volta conclusa la sua odissea. Perché oggi gli obiettivi sono altri, apparentemente più ardui ma, in verità, non più rivoluzionari di quello che seppero realizzare Armando e Lorenzo. La Via dell'Ideale è un monumento alla forza e al coraggio, alla mente e al cuore e, se in quel magico 1980 il ?Mass? volle passare da solo anche sulla Rocchetta Alta di Bosconero, sullo Spiz d'Agner Nord, sullo Spiz de la Lastia e sul Sass dla Crusc, fu sulla Marmolada, non a caso regina, che l'indimenticabile cavaliere sconvolse i limiti della scalata solitaria: aprì una porta, l'abbiamo già detto, e la aprì nel suo stile, in due giorni d'autunno, con il sole ormai stanco di illuminare la grande parete.

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Messaggioda tu » ven dic 03, 2010 9:21 am

alison ha scritto:IL CAPOLAVORO DEL ?MASS? SULLA PARETE D'ARGENTO
In un oceano di roccia color argento, non ancora diventato di moda, un uomo solo sta salendo verso la vetta: lassù, con lo zaino in spalla, è una figura minuscola e commovente, immersa nell'azione e nei propri pensieri. Nessuno, prima di lui, aveva mai osato qualcosa del genere; nessuno, prima di lui, si era lanciato senza compagni lungo il capolavoro di Armando Aste, lungo quella via che, in quegli anni, era considerata un simbolo, un punto di riferimento, un capolavoro che per il suo impegno globale, nelle Dolomiti e non solo, non temeva confronti. La Via dell'Ideale sulla parete sud della Marmolada, quando Lorenzo Massarotto la salì in prima solitaria, era semplicemente il massimo. I ?tempi moderni?, con tutte le loro conseguenze, non erano ancora arrivati; il gran cimento di Igor Koller (e del suo giovane compagno) apparteneva al futuro e la via del maestro roveretano ? ottantuno anni compiuti, un grande e qualcosa in più, un personaggio di cui forse non si è ancora detto abbastanza ? contava pochissime e illustri ripetizioni: Messner e compagni nel 1967, i polacchi (tra i quali Jerzy Kukuczka) in invernale nel 1973 e poi, nel 1978, Mariacher e Luisa Iovane e i visionari Schiestl e Rieser (quinta e sesta ripetizione). Quando il ?Mass? mise le mani sulla parete d'argento - era il 4 ottobre 1980 - socchiuse una porta che in due giorni si sarebbe spalancata: decise di guardarsi in quello specchio smisurato per vivere, in solitudine, sensazioni simili a quelle che Aste e Franco Solina provarono dal 24 al 29 luglio 1964. Due amici, una cordata: lontani dal mondo noto e confortante dei diedri e delle fessure e, come nessun altro aveva mai fatto, abbandonati alle mille incognite della solenne uniformità delle placche. Il gran problema fu risolto, magistralmente, e a quel lungo passo avanti seguì il balzo di Lorenzo. Sedici anni dalla prima assoluta alla prima solitaria e ventisette dalla prima solitaria a oggi: il ?Mass? sbucò sulla cresta il 5 ottobre ed è difficile, dopo tanto tempo (e ?quale? tempo...), capire veramente la portata della sua impresa. Se vogliamo sognare, però, basta che la ripensiamo, basta che ricordiamo la fotografia che ci ha ispirato queste parole. Roccia e soltanto roccia, sì, un'immagine dai tanti grigi che, anche nella loro varietà, non sanno scaldare il cuore. L'incandescenza dell'anima è figlia, invece, di quel particolare minuscolo, di quell'uomo solo che è misura dell'universo (di pietra) che lo circonda. «Lo so. Questa via, che a noi è costata tanto, potrà svilirsi, scadere. Essere ripetuta molto più velocemente... ora che l'abbiamo indicata agli altri, diluendone l'ostacolo psichico. Ma non mi curerò molto di quello che avverrà»: così Aste al termine della gran fatica e, ci piace pensarlo, anche Massarotto una volta conclusa la sua odissea. Perché oggi gli obiettivi sono altri, apparentemente più ardui ma, in verità, non più rivoluzionari di quello che seppero realizzare Armando e Lorenzo. La Via dell'Ideale è un monumento alla forza e al coraggio, alla mente e al cuore e, se in quel magico 1980 il ?Mass? volle passare da solo anche sulla Rocchetta Alta di Bosconero, sullo Spiz d'Agner Nord, sullo Spiz de la Lastia e sul Sass dla Crusc, fu sulla Marmolada, non a caso regina, che l'indimenticabile cavaliere sconvolse i limiti della scalata solitaria: aprì una porta, l'abbiamo già detto, e la aprì nel suo stile, in due giorni d'autunno, con il sole ormai stanco di illuminare la grande parete.

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Messaggioda fasin » ven dic 03, 2010 12:06 pm

tu ha scritto:
alison ha scritto:IL CAPOLAVORO DEL ?MASS? SULLA PARETE D'ARGENTO
In un oceano di roccia color argento, non ancora diventato di moda, un uomo solo sta salendo verso la vetta: lassù, con lo zaino in spalla, è una figura minuscola e commovente, immersa nell'azione e nei propri pensieri. Nessuno, prima di lui, aveva mai osato qualcosa del genere; nessuno, prima di lui, si era lanciato senza compagni lungo il capolavoro di Armando Aste, lungo quella via che, in quegli anni, era considerata un simbolo, un punto di riferimento, un capolavoro che per il suo impegno globale, nelle Dolomiti e non solo, non temeva confronti. La Via dell'Ideale sulla parete sud della Marmolada, quando Lorenzo Massarotto la salì in prima solitaria, era semplicemente il massimo. I ?tempi moderni?, con tutte le loro conseguenze, non erano ancora arrivati; il gran cimento di Igor Koller (e del suo giovane compagno) apparteneva al futuro e la via del maestro roveretano ? ottantuno anni compiuti, un grande e qualcosa in più, un personaggio di cui forse non si è ancora detto abbastanza ? contava pochissime e illustri ripetizioni: Messner e compagni nel 1967, i polacchi (tra i quali Jerzy Kukuczka) in invernale nel 1973 e poi, nel 1978, Mariacher e Luisa Iovane e i visionari Schiestl e Rieser (quinta e sesta ripetizione). Quando il ?Mass? mise le mani sulla parete d'argento - era il 4 ottobre 1980 - socchiuse una porta che in due giorni si sarebbe spalancata: decise di guardarsi in quello specchio smisurato per vivere, in solitudine, sensazioni simili a quelle che Aste e Franco Solina provarono dal 24 al 29 luglio 1964. Due amici, una cordata: lontani dal mondo noto e confortante dei diedri e delle fessure e, come nessun altro aveva mai fatto, abbandonati alle mille incognite della solenne uniformità delle placche. Il gran problema fu risolto, magistralmente, e a quel lungo passo avanti seguì il balzo di Lorenzo. Sedici anni dalla prima assoluta alla prima solitaria e ventisette dalla prima solitaria a oggi: il ?Mass? sbucò sulla cresta il 5 ottobre ed è difficile, dopo tanto tempo (e ?quale? tempo...), capire veramente la portata della sua impresa. Se vogliamo sognare, però, basta che la ripensiamo, basta che ricordiamo la fotografia che ci ha ispirato queste parole. Roccia e soltanto roccia, sì, un'immagine dai tanti grigi che, anche nella loro varietà, non sanno scaldare il cuore. L'incandescenza dell'anima è figlia, invece, di quel particolare minuscolo, di quell'uomo solo che è misura dell'universo (di pietra) che lo circonda. «Lo so. Questa via, che a noi è costata tanto, potrà svilirsi, scadere. Essere ripetuta molto più velocemente... ora che l'abbiamo indicata agli altri, diluendone l'ostacolo psichico. Ma non mi curerò molto di quello che avverrà»: così Aste al termine della gran fatica e, ci piace pensarlo, anche Massarotto una volta conclusa la sua odissea. Perché oggi gli obiettivi sono altri, apparentemente più ardui ma, in verità, non più rivoluzionari di quello che seppero realizzare Armando e Lorenzo. La Via dell'Ideale è un monumento alla forza e al coraggio, alla mente e al cuore e, se in quel magico 1980 il ?Mass? volle passare da solo anche sulla Rocchetta Alta di Bosconero, sullo Spiz d'Agner Nord, sullo Spiz de la Lastia e sul Sass dla Crusc, fu sulla Marmolada, non a caso regina, che l'indimenticabile cavaliere sconvolse i limiti della scalata solitaria: aprì una porta, l'abbiamo già detto, e la aprì nel suo stile, in due giorni d'autunno, con il sole ormai stanco di illuminare la grande parete.

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Messaggioda schwarz » ven dic 03, 2010 12:21 pm

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Messaggioda alberto60 » sab dic 04, 2010 19:12 pm

la foto alison
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Messaggioda tu » lun dic 06, 2010 9:37 am

non la metterà mai! :D
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Messaggioda popegapon » lun dic 06, 2010 9:54 am

..prima Alison metteva le foto con le zinne poi l'hanno criticato e ora non mette più foto, né con zinne né senza zinne.
Dai Alison metti la foto!!
state buoni se potete
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Messaggioda julius » lun dic 06, 2010 13:36 pm

generazione tepa sport ha scritto:
maxkalzone ha scritto:
generazione tepa sport ha scritto:
fasin ha scritto:Mi sembrava che la prima in giornata fosse di Mariacher e Iovane nel 1978....


Grazie per la dritta, in effetti Mariacher la "variante" d'uscita sulle placche aperta nel 78 la fatta in giornata, la "variante" pero'...sicuramente mi sbaglio :?: :oops:

In quegli anni non si condivideva tutto come adesso.....

Sull'uscita originale di questa via ne sono successe di tutti i colori ...e odori... (ghiaccio, gasolio, olii esausti, filtri e m...a), si diceva che buttavano giu' tutto anche per scoraggiare i ripetirori e perchè gli dava fastidio aiutare, e lo hanno fatto spesso, chi si bloccava a pochi metri dall'uscita e cominciava a gridare....
anche la data di questo Topic però non è molto sicura...Mariacher nella sua guida di quegli anni in tedesco ci dice 1980....mentre Giordani nella sua ultima guida la colloca nel 1981.... :?:

comunque bravi e forti tutti....


80 80 me la spieghi questa??



negli anni dal 1975 al 1982 1983 ca. non c'era la sensilbilità ambientale che è venuta dopo...dietro il bivacco Dal Bianco c'era una vera e propria discarica a cielo aperto.

Sotto l'Ideale c'era di tutto, durante la costruzione e dopo con la gestione hanno buttato giu' tutto, non hanno portato a valle con la funivia quasi niente.

Guardando la parete c'era una vera e propria stricia d'olio e di merda che scendeva giu', gli scarichi erano direttamente il camino/canale originali Aste.

Negli ultimi metri della via era una schifezza, per nulla Mariacher ha aperto la variante. (naturalmente non c'era solo la merda ma anche passaggi difficili, la variante è piu' facile)

(Negli anni seguenti ci sono state azioni di pulizia generale.)

rinviare al buio, come sasso incastrato, un filtro di un motore a gasolio
è un'esperienza irripetibile... :D :D :D


C'è stata anche un'indagine giudiziaria,culminata con la condanna dei responsabili della società della funivia, che per anni ha insozzato la parete sud, i valloni e il ghiacciaio di tonnellate di rifiuti di ogni genere.
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