Carnitina e prestazioni sportive

Re: Carnetina e prestazioni sportive

Messaggioda Scannagatti » gio mag 12, 2016 18:41 pm

Un luogo comune che è diffusissimo anche nel bodybuilding è che, se si vuole dimagrire, non bisogna consumare i carboidrati alla sera. Alcuni dicono dopo le 18 altri dopo le 14. Non si sa bene da dove provenga questo “dogma”, forse è legato a detti della saggezza popolare quali “a colazione mangia come un re, a pranzo come un principe e a cena come un povero” oppure “fai colazione per due, dividi il pranzo con un amico e dai la cena al tuo nemico”. Queste credenze popolari si riferiscono però alle quantità di cibo, probabilmente mettendole in relazione al rallentamento del metabolismo e quindi alle capacità digestive dell’apparato gastrointestinale che, dopo le 22, tende ad andare in riposo funzionale e quindi non deve essere sovraccaricato per un ottimale recupero organico, ma esse non distinguono i carboidrati dalle proteine. Probabilmente i bodybuilders e le persone wellness oriented, molto attenti alla regolazione della loro glicemia, considerata l’insulina un ormone ingrassogeno, temono che l’eventuale picco insulinico serale secreto da un pasto ricco di carboidrati, possa compromettere il loro sforzo per mettersi in forma. In effetti uno studio di Jacobs e colleghi, comparso su “Cronobiologia” nel 1975, confermava ciò dimostrando che una dieta normocalorica, somministrata a persone normopeso costituita da un unico pasto giornaliero di 2000 Kcal. consumato al mattino, provocava un calo di peso che non avveniva se lo stesso pasto veniva consumato alla sera. D’altro canto, Caviezel e colleghi, in “Obesity: Pathogenesis and treatment”, nel 1981, dimostravano che la somministrazione serale di un monopasto giornaliero di 600 Kcal in soggetti obesi maschi comportava un calo di peso superiore rispetto allo stesso pasto consumato al mattino. Già a questo punto appare evidente un differente risultato nei due studi che però erano stati eseguiti su tipologie di soggetti diverse: il primo su soggetti normopeso, il secondo su soggetti obesi. Forse che gli obesi hanno una risposta crono-metabolica differente? In effetti, a sostegno di questa ultima ipotesi arriva, nell’aprile 2011, un nuovo studio su 78 poliziotti israeliani.
Sofer S. e la sua equipe della Facoltà di Agricoltura, cibo e ambiente dell’Istituto di Biochimica e Scienze della Nutrizione dell’Università di Gerusalemme (Israele), hanno condotto uno studio per determinare gli effetti di una dieta ipocalorica con i carboidrati consumati prevalentemente a cena. Lo studio ha coinvolto 78 poliziotti sovrappeso, con indice di massa corporea superiore a 30 (l’indice di massa corporea è un parametro del rapporto altezza /peso che dà la misura di quanto ci si discosti dal peso ideale). I poliziotti, secondo i parametri sopra citati, risultavano essere obesi con caratteristiche androidi o iperlipogenetiche. I soggetti dello studio sono stati divisi in due gruppi seguendo un criterio di casualità, ciascuno dei quali ha seguito per sei mesi una dieta di circa 1300-1500 Kcal., composta di circa il 20% di proteine, 30-35% di grassi, il 45-50% di carboidrati. Il gruppo sperimentale consumava i carboidrati prevalentemente a cena mentre il gruppo di controllo li consumava in maniera frazionata nei vari pasti della giornata. In pratica il gruppo sperimentale seguiva una dieta low-carb (bassa in carboidrati) durante il giorno consumando i carboidrati prevalentemente a cena. La cena per il gruppo sperimentale consisteva in due possibili alternative:
a) 2-4 fette di pane + 2 cucchiai di formaggio fresco spalmabile oppure una sottiletta, mezza scatoletta di tonno, un’insalata mista, un cucchiaio di olio oppure un quarto di avocado, uno yogurt alla frutta o un gelato dietetico o due biscotti o un dolcetto
b) Una porzione di riso, pasta o legumi oppure 1-2 patate o 1-2 patate dolci un cucchiaio di salsa di carne (intingolo per arrosto), verdura cotta o un’insalata mista, un cucchiaio di olio o un quarto di avocado, uno yogurt alla frutta o un gelato dietetico o due biscotti o un dolcetto.
In ogni caso non esattamente una dieta “salutistica” o da atleta ma occorre considerare che i soggetti dello studio erano individui sovrappeso e che, la dieta globalmente era comunque ipocalorica e perciò dimagrante. I risultati dello studio, scioccanti per i più ma non certo per me, sono i seguenti: una maggior perdita di peso, con conseguente riduzione della circonferenza del girovita e riduzione della massa grassa, furono osservati nel gruppo sperimentale che aveva consumato i carboidrati prevalentemente a cena rispetto al gruppo che aveva consumato i carboidrati suddivisi durante la giornata. È stato inoltre riscontrato un notevole miglioramento della glicemia a digiuno, della resistenza insulinica, del colesterolo totale, LDL e HDL (è cioè diminuito il cosiddetto colesterolo cattivo e aumentato quello buono) e dei markers infiammatori (proteina C – reattiva ( PCR ) , fattore di necrosi tumorale – a ( TNF – a ) e interleuchina -6 (IL -6). (Sofer S. Eliraz A. Kaplan S, Voet H. Fink G, Kima T, Madar Z, Greater Weight Loss and Hormon Changes After 6 Months Diet With Carbohydrates Eaten Mostly at Dinner. Obesity, (Silver Spring), 2011 Apr 7, (E-pub, ahead of print).
Gli autori di questo studio speculano che questi risultati, nel gruppo che assumeva carboidrati a cena, siano dovuti ad una maggior produzione di adiponectina che è un ormone antinfiammatorio, il che spiegherebbe la diminuzione dei markers infiammatori ed il miglioramento della sensibilità insulinica; inoltre lo stimolo della leptina, che è un ormone anoressante, dovuto al picco di insulina causato dal pasto serale ricco di carboidrati, favorirebbe un livello di leptina più elevato durante tutto il giorno che si tradurrebbe con una minor ingestione di cibo.
Spendiamo ora due parole sulla leptina, il cosiddetto ormone della sazietà, secreto dagli adipociti del tessuto adiposo. È stato visto che gli individui che hanno una deficienza di leptina assumono più calorie; coloro che non producono leptina hanno un aumento della fame ed un alterato meccanismo della sazietà e quando a questi individui carenti di leptina viene somministrata la leptina la loro fame diminuisce.
La riduzione della leptina, che avviene durante la dieta ipocalorica, è un segnale di deficit nutrizionale che comporta l’aumento della fame per compensare questo deficit, per questo i bodybuilders sotto gara sono sempre così affamati, soprattutto se seguono diete low carb. Quando la leptina si abbassa avvengono alcuni meccanismi di adattamento finalizzato alla sopravvivenza: il metabolismo si abbassa, diminuisce la vitalità per cui si ha sempre meno energia e viene inibito l’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi, deputato alla riproduzione (diminuita produzione di testosterone ed estrogeni), in quanto in condizioni di carenze alimentari non è opportuno sprecare energie finalizzate per avere figli che troverebbero probabilmente problemi di sussistenza. È l’insulina fondamentalmente l’ormone che stimola la produzione di leptina e, di fatto, consumare ogni tanto un pasto libero ricco di carboidrati può aiutare il dimagrimento favorendo la produzione di leptina e stimolando il metabolismo. Che sia l’insulina lo stimolo della produzione della leptina e non i livelli di glucosio lo dimostra il fatto che negli individui insulino-resistenti che hanno quindi valori alti di insulina nonostante i valori di glicemia ancora nella norma, i valori di leptina sono più alti. Il problema è che in questi soggetti, soprattutto se obesi, esiste anche la leptino-resistenza e quindi l’eventuale aumento di leptina non produce i risultati anoressanti desiderati. Altro ormone implicato nella regolazione dell’appetito è la Ghrelina che è secreto prevalentemente dallo stomaco e dal pancreas ed è complementare ed antagonista alla leptina, essendo essa ad effetto oressizzante, cioè stimola l’appetito. La Ghrelina stimolando l’ipofisi stimola anche la secrezione dell’ormone della crescita ma non solo, anche della prolattina e del ACTH (ormone adrenocorticotropo), inibisce l’asse ipofisi-gonadi ed influenza negativamente il sonno. L’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrenali porta alla maggior produzione di cortisolo, ormone che regola le risposte adattive alla varie fonti di stress anche tramite le scelte alimentari. La Ghrelina è soppressa soprattutto da un pasto ricco di carboidrati in quanto è l’insulina che ne inibisce la produzione, infatti negli individui insulino-resistenti la regolazione della secrezione della Ghrelina, successiva ad un pasto ricco di carboidrati, è alterata. La Ghrelina, tra l’altro, agisce sul metabolismo dei grassi diminuendone l’utilizzo ma questa apparente controindicazione è invece coerente con una situazione di carestia dove l’obiettivo è cercare il cibo tramite la motivazione data dallo stimolo della fame e risparmiare il grasso di deposito inteso come preziosa risorsa energetica. A questo punto è naturale fare una considerazione: se la chiave di lettura di questo studio fosse la stimolazione della leptina, come suppongono gli autori, il cui effetto sarebbe soprattutto sulla modulazione dell’appetito che senz’altro riveste un ruolo molto importante riguardo la possibilità di attenersi ad un protocollo dietetico, però non si giustifica il fatto che gli individui col pasto serale a base di carboidrati a parità di calorie totali giornaliere (1300.1500) siano calati di più rispetto a quelli che avevano i carboidrati frazionati negli altri pasti e lo stesso dicasi per quello studio di Caviezel che comportava l’assunzione di un solo pasto serale di 600 Kcal. Ebbene ci deve essere qualche altro fattore! Qui subentra il cortisolo: questi individui obesi probabilmente appartengono al morfotipo iperlipogenetico caratterizzato da obesità di tipo androide con prevalenza dell’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surreni e quindi maggior produzione di cortisolo. Ebbene diversi studi effettuati su animali e uomini hanno dimostrato un rapporto inverso tra cortisolo e leptina. Cortisolo alto e lepitina bassa sono una caratteristica sia di modelli animali di depressione sia di persone affette da disturbi dell’umore. Inoltre i carboidrati favoriscono la produzione di serotonina e conseguentemente di melatonina che ha anch’essa un effetto inibente sulla produzione di cortisolo. Quindi se il cortisolo ha come effetto acuto quello di promuovere l’ossidazione dei trigliceridi, a lungo termine aumenta l’assunzione di cibo ed essendo iperglicemizzante favorisce la resistenza insulinica provocando così l’aumento di grasso corporeo soprattutto a livello viscerale,centrale e nel dorso. È esperienza comune conoscere qualcuno che dopo terapia protratta con corticosteroidei ( es. cortisone) si è ritrovato ingrassato di svariati chili senza aver modificato le proprie abitudini alimentari. Negli individui iperlipogenetici con prevalenza dell’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surreni, già al mattino esistono dei livelli di cortisolo particolarmente elevati che tendono ad innalzare la glicemia, per cui non è raro trovare una glicemia a digiuno abbastanza elevata. Se si assumono troppi carboidrati al mattino la glicemia si innalza ulteriormente con uno stimolo insulinico particolarmente ingrassogeno perché trova come substrato oltre che il glucosio proveniente dal pasto anche quello prodotto dalla neoglucogenesi prodotta dal cortisolo. Viceversa lo stimolo insulinico di un pasto ricco di carboidrati consumati prevalentemente alla sera preceduto da pasti low carbs trova una situazione di bassi livelli di glicogeno sia a livello epatico che muscolare, soprattutto se la persona durante la giornata ha eseguito anche una discreta attività fisica, e anche un basso livello di glucosio nel sangue e quindi la stimolazione insulinica causata dai carboidrati del pasto serale favorisce la sintesi soprattutto della riserva di glicogeno epatico e attiva tutti quei meccanismi di regolazione ormonale visti precedentemente che riguardano la leptina, la Ghrelina, la serotonina e quindi il cortisolo, che metteranno l’organismo nelle condizioni di dimagrire più facilmente e soffrendo meno la fame. Questo fatto non è irrilevante anche se qualcuno potrebbe dire “a me non interessa soffrire la fame se alla fine ho un risultato” ma il problema è che la “fame” cronica è generatrice di stress cronico e la secrezione di cortisolo indotta dallo stress cronico favorisce l’aumento del grasso viscerale addominale ancora di più rispetto al grasso sottocutaneo. Il grasso viscerale è particolarmente individuabile perché è associato alla resistenza insulinica, all’ipertensione, alle malattie cardiovascolari e al diabete. Quindi lo stress mentale derivante da una restrizione alimentare con una bassa “compliance” induce un aumento della secrezione del cortisolo che aumenta ulteriormente l’appetito e favorisce l’aumento del grasso a livello addominale. Senz’altro nei soggetti iperlipogenetici tendenzialmente cortisolo-responder-stress-correlato, il pasto più a rischio è la cena dove sentono l’esigenza di rilassarsi e di conseguenza assumere i carboidrati in questo pasto aumenta la loro “compliance” nei confronti della dieta anche a parità di calorie assunte quotidianamente, diminuendo così i livelli di stress e cortisolo già tendenzialmente alti. Ma allora che sia da ribaltare l’antico detto “fai una colazione da re, un pranzo da principe e una cena da povero”? Oppure va interpretato in maniera diversa, nel senso che nei tempi passati la carne, la selvaggina, cioè le proteine erano appannaggio soprattutto dei ricchi e dei nobili ed invece i poveri si rimpinzavano di carboidrati ovverosia pane e che quindi “cena come un povero” significhi mangia carboidrati alla sera? Ovviamente questa mia ultima ipotesi è una provocazione ma rimane senz’altro il fatto che non esiste un criterio univoco di alimentazione corretta ma la stessa deve essere personalizzata sulla base del sesso, delle predisposizioni genetiche, dei bioritmi individuali, delle condizioni ambientali e quindi secondo i concetti della cronormorfodieta o Dieta

http://www.massimospattini.com/it/artic ... dimagrire/
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Re: Carnetina e prestazioni sportive

Messaggioda gug » gio mag 12, 2016 19:18 pm

Interessante questo articolo: di fatto sostiene la tesi contraria, ma in ogni caso conferma che ci sono meccanismi molto più complessi, su base ormonale, che fanno si che a parità di calorie si può avere una riduzione o un aumento del peso in funzione di altri fattori.
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

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Re: Carnetina e prestazioni sportive

Messaggioda scairanner » gio mag 12, 2016 21:02 pm

gug ha scritto:
scairanner ha scritto:
C'è poco da fare, indipendentemente dal metabolismo, che varia da persona a persona per molteplici motivi, nel bilancio energetico conta quanto entra e quanto esce.


Un esempio concreto del fatto che secondo me questa affermazione non è vera, o perlomeno non lo è sempre.
Se il controllo del peso si basasse solo sull'aritmetica delle calorie perché è ormai acclarato che i carboidrati complessi mangiati la sera hanno un effetto molto diverso che mangiati a pranzo? Sono le stesse calorie sia la mattina che la sera, eppure tutti i dietologi non li inseriscono mai la sera....


dipende

"Un luogo comune che è diffusissimo anche nel bodybuilding è che, se si vuole dimagrire, non bisogna consumare i carboidrati alla sera. Alcuni dicono dopo le 18 altri dopo le 14. Non si sa bene da dove provenga questo “dogma”, forse è legato a detti della saggezza popolare quali “a colazione mangia come un re, a pranzo come un principe e a cena come un povero” oppure “fai colazione per due, dividi il pranzo con un amico e dai la cena al tuo nemico”. Queste credenze popolari si riferiscono però alle quantità di cibo, probabilmente mettendole in relazione al rallentamento del metabolismo e quindi alle capacità digestive dell’apparato gastrointestinale che, dopo le 22, tende ad andare in riposo funzionale e quindi non deve essere sovraccaricato per un ottimale recupero organico, ma esse non distinguono i carboidrati dalle proteine. Probabilmente i bodybuilders e le persone wellness oriented, molto attenti alla regolazione della loro glicemia, considerata l’insulina un ormone ingrassogeno, temono che l’eventuale picco insulinico serale secreto da un pasto ricco di carboidrati, possa compromettere il loro sforzo per mettersi in forma. In effetti uno studio di Jacobs e colleghi, comparso su “Cronobiologia” nel 1975, confermava ciò dimostrando che una dieta normocalorica, somministrata a persone normopeso costituita da un unico pasto giornaliero di 2000 Kcal. consumato al mattino, provocava un calo di peso che non avveniva se lo stesso pasto veniva consumato alla sera. D’altro canto, Caviezel e colleghi, in “Obesity: Pathogenesis and treatment”, nel 1981, dimostravano che la somministrazione serale di un monopasto giornaliero di 600 Kcal in soggetti obesi maschi comportava un calo di peso superiore rispetto allo stesso pasto consumato al mattino. Già a questo punto appare evidente un differente risultato nei due studi che però erano stati eseguiti su tipologie di soggetti diverse: il primo su soggetti normopeso, il secondo su soggetti obesi. Forse che gli obesi hanno una risposta crono-metabolica differente? In effetti, a sostegno di questa ultima ipotesi arriva, nell’aprile 2011, un nuovo studio su 78 poliziotti israeliani.
Sofer S. e la sua equipe della Facoltà di Agricoltura, cibo e ambiente dell’Istituto di Biochimica e Scienze della Nutrizione dell’Università di Gerusalemme (Israele), hanno condotto uno studio per determinare gli effetti di una dieta ipocalorica con i carboidrati consumati prevalentemente a cena. Lo studio ha coinvolto 78 poliziotti sovrappeso, con indice di massa corporea superiore a 30 (l’indice di massa corporea è un parametro del rapporto altezza /peso che dà la misura di quanto ci si discosti dal peso ideale). I poliziotti, secondo i parametri sopra citati, risultavano essere obesi con caratteristiche androidi o iperlipogenetiche. I soggetti dello studio sono stati divisi in due gruppi seguendo un criterio di casualità, ciascuno dei quali ha seguito per sei mesi una dieta di circa 1300-1500 Kcal., composta di circa il 20% di proteine, 30-35% di grassi, il 45-50% di carboidrati. Il gruppo sperimentale consumava i carboidrati prevalentemente a cena mentre il gruppo di controllo li consumava in maniera frazionata nei vari pasti della giornata. In pratica il gruppo sperimentale seguiva una dieta low-carb (bassa in carboidrati) durante il giorno consumando i carboidrati prevalentemente a cena. La cena per il gruppo sperimentale consisteva in due possibili alternative:
a) 2-4 fette di pane + 2 cucchiai di formaggio fresco spalmabile oppure una sottiletta, mezza scatoletta di tonno, un’insalata mista, un cucchiaio di olio oppure un quarto di avocado, uno yogurt alla frutta o un gelato dietetico o due biscotti o un dolcetto
b) Una porzione di riso, pasta o legumi oppure 1-2 patate o 1-2 patate dolci un cucchiaio di salsa di carne (intingolo per arrosto), verdura cotta o un’insalata mista, un cucchiaio di olio o un quarto di avocado, uno yogurt alla frutta o un gelato dietetico o due biscotti o un dolcetto.
In ogni caso non esattamente una dieta “salutistica” o da atleta ma occorre considerare che i soggetti dello studio erano individui sovrappeso e che, la dieta globalmente era comunque ipocalorica e perciò dimagrante. I risultati dello studio, scioccanti per i più ma non certo per me, sono i seguenti: una maggior perdita di peso, con conseguente riduzione della circonferenza del girovita e riduzione della massa grassa, furono osservati nel gruppo sperimentale che aveva consumato i carboidrati prevalentemente a cena rispetto al gruppo che aveva consumato i carboidrati suddivisi durante la giornata. È stato inoltre riscontrato un notevole miglioramento della glicemia a digiuno, della resistenza insulinica, del colesterolo totale, LDL e HDL (è cioè diminuito il cosiddetto colesterolo cattivo e aumentato quello buono) e dei markers infiammatori (proteina C – reattiva ( PCR ) , fattore di necrosi tumorale – a ( TNF – a ) e interleuchina -6 (IL -6). (Sofer S. Eliraz A. Kaplan S, Voet H. Fink G, Kima T, Madar Z, Greater Weight Loss and Hormon Changes After 6 Months Diet With Carbohydrates Eaten Mostly at Dinner. Obesity, (Silver Spring), 2011 Apr 7, (E-pub, ahead of print).
Gli autori di questo studio speculano che questi risultati, nel gruppo che assumeva carboidrati a cena, siano dovuti ad una maggior produzione di adiponectina che è un ormone antinfiammatorio, il che spiegherebbe la diminuzione dei markers infiammatori ed il miglioramento della sensibilità insulinica; inoltre lo stimolo della leptina, che è un ormone anoressante, dovuto al picco di insulina causato dal pasto serale ricco di carboidrati, favorirebbe un livello di leptina più elevato durante tutto il giorno che si tradurrebbe con una minor ingestione di cibo.
Spendiamo ora due parole sulla leptina, il cosiddetto ormone della sazietà, secreto dagli adipociti del tessuto adiposo. È stato visto che gli individui che hanno una deficienza di leptina assumono più calorie; coloro che non producono leptina hanno un aumento della fame ed un alterato meccanismo della sazietà e quando a questi individui carenti di leptina viene somministrata la leptina la loro fame diminuisce.
La riduzione della leptina, che avviene durante la dieta ipocalorica, è un segnale di deficit nutrizionale che comporta l’aumento della fame per compensare questo deficit, per questo i bodybuilders sotto gara sono sempre così affamati, soprattutto se seguono diete low carb. Quando la leptina si abbassa avvengono alcuni meccanismi di adattamento finalizzato alla sopravvivenza: il metabolismo si abbassa, diminuisce la vitalità per cui si ha sempre meno energia e viene inibito l’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi, deputato alla riproduzione (diminuita produzione di testosterone ed estrogeni), in quanto in condizioni di carenze alimentari non è opportuno sprecare energie finalizzate per avere figli che troverebbero probabilmente problemi di sussistenza. È l’insulina fondamentalmente l’ormone che stimola la produzione di leptina e, di fatto, consumare ogni tanto un pasto libero ricco di carboidrati può aiutare il dimagrimento favorendo la produzione di leptina e stimolando il metabolismo. Che sia l’insulina lo stimolo della produzione della leptina e non i livelli di glucosio lo dimostra il fatto che negli individui insulino-resistenti che hanno quindi valori alti di insulina nonostante i valori di glicemia ancora nella norma, i valori di leptina sono più alti. Il problema è che in questi soggetti, soprattutto se obesi, esiste anche la leptino-resistenza e quindi l’eventuale aumento di leptina non produce i risultati anoressanti desiderati. Altro ormone implicato nella regolazione dell’appetito è la Ghrelina che è secreto prevalentemente dallo stomaco e dal pancreas ed è complementare ed antagonista alla leptina, essendo essa ad effetto oressizzante, cioè stimola l’appetito. La Ghrelina stimolando l’ipofisi stimola anche la secrezione dell’ormone della crescita ma non solo, anche della prolattina e del ACTH (ormone adrenocorticotropo), inibisce l’asse ipofisi-gonadi ed influenza negativamente il sonno. L’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrenali porta alla maggior produzione di cortisolo, ormone che regola le risposte adattive alla varie fonti di stress anche tramite le scelte alimentari. La Ghrelina è soppressa soprattutto da un pasto ricco di carboidrati in quanto è l’insulina che ne inibisce la produzione, infatti negli individui insulino-resistenti la regolazione della secrezione della Ghrelina, successiva ad un pasto ricco di carboidrati, è alterata. La Ghrelina, tra l’altro, agisce sul metabolismo dei grassi diminuendone l’utilizzo ma questa apparente controindicazione è invece coerente con una situazione di carestia dove l’obiettivo è cercare il cibo tramite la motivazione data dallo stimolo della fame e risparmiare il grasso di deposito inteso come preziosa risorsa energetica. A questo punto è naturale fare una considerazione: se la chiave di lettura di questo studio fosse la stimolazione della leptina, come suppongono gli autori, il cui effetto sarebbe soprattutto sulla modulazione dell’appetito che senz’altro riveste un ruolo molto importante riguardo la possibilità di attenersi ad un protocollo dietetico, però non si giustifica il fatto che gli individui col pasto serale a base di carboidrati a parità di calorie totali giornaliere (1300.1500) siano calati di più rispetto a quelli che avevano i carboidrati frazionati negli altri pasti e lo stesso dicasi per quello studio di Caviezel che comportava l’assunzione di un solo pasto serale di 600 Kcal. Ebbene ci deve essere qualche altro fattore! Qui subentra il cortisolo: questi individui obesi probabilmente appartengono al morfotipo iperlipogenetico caratterizzato da obesità di tipo androide con prevalenza dell’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surreni e quindi maggior produzione di cortisolo. Ebbene diversi studi effettuati su animali e uomini hanno dimostrato un rapporto inverso tra cortisolo e leptina. Cortisolo alto e lepitina bassa sono una caratteristica sia di modelli animali di depressione sia di persone affette da disturbi dell’umore. Inoltre i carboidrati favoriscono la produzione di serotonina e conseguentemente di melatonina che ha anch’essa un effetto inibente sulla produzione di cortisolo. Quindi se il cortisolo ha come effetto acuto quello di promuovere l’ossidazione dei trigliceridi, a lungo termine aumenta l’assunzione di cibo ed essendo iperglicemizzante favorisce la resistenza insulinica provocando così l’aumento di grasso corporeo soprattutto a livello viscerale,centrale e nel dorso. È esperienza comune conoscere qualcuno che dopo terapia protratta con corticosteroidei ( es. cortisone) si è ritrovato ingrassato di svariati chili senza aver modificato le proprie abitudini alimentari. Negli individui iperlipogenetici con prevalenza dell’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surreni, già al mattino esistono dei livelli di cortisolo particolarmente elevati che tendono ad innalzare la glicemia, per cui non è raro trovare una glicemia a digiuno abbastanza elevata. Se si assumono troppi carboidrati al mattino la glicemia si innalza ulteriormente con uno stimolo insulinico particolarmente ingrassogeno perché trova come substrato oltre che il glucosio proveniente dal pasto anche quello prodotto dalla neoglucogenesi prodotta dal cortisolo. Viceversa lo stimolo insulinico di un pasto ricco di carboidrati consumati prevalentemente alla sera preceduto da pasti low carbs trova una situazione di bassi livelli di glicogeno sia a livello epatico che muscolare, soprattutto se la persona durante la giornata ha eseguito anche una discreta attività fisica, e anche un basso livello di glucosio nel sangue e quindi la stimolazione insulinica causata dai carboidrati del pasto serale favorisce la sintesi soprattutto della riserva di glicogeno epatico e attiva tutti quei meccanismi di regolazione ormonale visti precedentemente che riguardano la leptina, la Ghrelina, la serotonina e quindi il cortisolo, che metteranno l’organismo nelle condizioni di dimagrire più facilmente e soffrendo meno la fame. Questo fatto non è irrilevante anche se qualcuno potrebbe dire “a me non interessa soffrire la fame se alla fine ho un risultato” ma il problema è che la “fame” cronica è generatrice di stress cronico e la secrezione di cortisolo indotta dallo stress cronico favorisce l’aumento del grasso viscerale addominale ancora di più rispetto al grasso sottocutaneo. Il grasso viscerale è particolarmente individuabile perché è associato alla resistenza insulinica, all’ipertensione, alle malattie cardiovascolari e al diabete. Quindi lo stress mentale derivante da una restrizione alimentare con una bassa “compliance” induce un aumento della secrezione del cortisolo che aumenta ulteriormente l’appetito e favorisce l’aumento del grasso a livello addominale. Senz’altro nei soggetti iperlipogenetici tendenzialmente cortisolo-responder-stress-correlato, il pasto più a rischio è la cena dove sentono l’esigenza di rilassarsi e di conseguenza assumere i carboidrati in questo pasto aumenta la loro “compliance” nei confronti della dieta anche a parità di calorie assunte quotidianamente, diminuendo così i livelli di stress e cortisolo già tendenzialmente alti. Ma allora che sia da ribaltare l’antico detto “fai una colazione da re, un pranzo da principe e una cena da povero”? Oppure va interpretato in maniera diversa, nel senso che nei tempi passati la carne, la selvaggina, cioè le proteine erano appannaggio soprattutto dei ricchi e dei nobili ed invece i poveri si rimpinzavano di carboidrati ovverosia pane e che quindi “cena come un povero” significhi mangia carboidrati alla sera? Ovviamente questa mia ultima ipotesi è una provocazione ma rimane senz’altro il fatto che non esiste un criterio univoco di alimentazione corretta ma la stessa deve essere personalizzata sulla base del sesso, delle predisposizioni genetiche, dei bioritmi individuali, delle condizioni ambientali e quindi secondo i concetti della cronormorfodieta o Dieta COM."

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"Innanzitutto, il principio che sta alla base del dimagrimento è quello del deficit calorico: l’unico modo in cui è possibile dimagrire è quello di ingerire meno calorie di quelle che si consumano (da cui deduco: consumare più di quelle che si ingeriscono). Tale necessità deve essere però realizzata senza fare scendere l’introito calorico al di sotto della soglia del metabolismo basale, ovvero il numero di calorie consumate a riposo: in caso contrario il nostro organismo entrerebbe nella modalità “carestia", abbassando il metabolismo e di conseguenza il consumo calorico al fine di conservare più energia possibile.

vi sono senza dubbio dei motivi per preferire un pasto serale a base di proteine e cereali ricchi di fibre, ma non bisogna cadere nell’errore di demonizzare a ogni costo l’assunzione serale di carboidrati: quello che risulta importante infatti è il bilancio calorico della giornata, tenendo sempre presente la necessità di distribuire l’apporto energetico in base agli impegni e ai consumi della giornata."

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-Come sarà la scalata di Adam Ondra nel 2030?
-Arrampicherò di certo. Spero di non scalare peggio di quanto non faccia ora...


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Re: Carnetina e prestazioni sportive

Messaggioda gug » gio mag 12, 2016 21:24 pm

Infatti, ho già scritto che l'articolo fa ipotesi diverse da quella che ho citato io e che lui sostiene che è una opinione diffusa, ma non è sicuro che sia sempre vera.
Dice anche che l'argomento è dibattuto e che ci sono studi contrastanti.

In effetti uno studio di Jacobs e colleghi, comparso su “Cronobiologia” nel 1975, confermava ciò dimostrando che una dieta normocalorica, somministrata a persone normopeso costituita da un unico pasto giornaliero di 2000 Kcal. consumato al mattino, provocava un calo di peso che non avveniva se lo stesso pasto veniva consumato alla sera. D’altro canto, Caviezel e colleghi, in “Obesity: Pathogenesis and treatment”, nel 1981, dimostravano che la somministrazione serale di un monopasto giornaliero di 600 Kcal in soggetti obesi maschi comportava un calo di peso superiore rispetto allo stesso pasto consumato al mattino. Già a questo punto appare evidente un differente risultato nei due studi che però erano stati eseguiti su tipologie di soggetti diverse: il primo su soggetti normopeso, il secondo su soggetti obesi. Forse che gli obesi hanno una risposta crono-metabolica differente?


In ogni caso, sia che sia vera una tesi, sia che sia vera l'altra, entrambe indicano che ci sono meccanismi più complessi che fanno si che l'aritmetica delle calorie non sia l'unico fattore che influisce sul peso corporeo.
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Re: Carnetina e prestazioni sportive

Messaggioda PIEDENERO » gio mag 12, 2016 21:50 pm

fossi in voi proverei questa che è naturale:

http://www.tantasalute.it/articolo/la-m ... rno/41583/

ma bisogna essere allenati
:mrgreen: :mrgreen:
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Re: Carnetina e prestazioni sportive

Messaggioda pesa » mar mag 17, 2016 16:54 pm

PIEDENERO ha scritto:fossi in voi proverei questa che è naturale:

http://www.tantasalute.it/articolo/la-m ... rno/41583/

ma bisogna essere allenati
:mrgreen: :mrgreen:



ahh, allora c'entra una cippa il metabolismo! ecco perchè a 15 anni non si ingrassa!!
peccato che a questi ritmi dopo i 30 ti venga il mal di testa :mrgreen:
Ultima modifica di pesa il mar mag 17, 2016 17:09 pm, modificato 1 volta in totale.
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Re: Carnetina e prestazioni sportive

Messaggioda pesa » mar mag 17, 2016 17:08 pm

gug ha scritto:
scairanner ha scritto:
C'è poco da fare, indipendentemente dal metabolismo, che varia da persona a persona per molteplici motivi, nel bilancio energetico conta quanto entra e quanto esce.


Un esempio concreto del fatto che secondo me questa affermazione non è vera, o perlomeno non lo è sempre.
Se il controllo del peso si basasse solo sull'aritmetica delle calorie perché è ormai acclarato che i carboidrati complessi mangiati la sera hanno un effetto molto diverso che mangiati a pranzo? Sono le stesse calorie sia la mattina che la sera, eppure tutti i dietologi non li inseriscono mai la sera....


l'affermazione di scairanner, almeno in "una delle 2 direzioni" è inoppugnabile:

se consumi 100 e introduci 50, c'è dimagrimento. e non c'è alternativa!

se consumi 100 e introduci 200, chissà. nel senso che di mezzo c'è l'assimilazione il metabolismo... e tutte le "alchimie" dei dietologi.

inoltre, parlando dei 6 km di corsa che sì, effettivamente non sono gran cosa, non bisogna confondere la fatica con il consumo energetico. se non sei allenato la fatica è di più, ma le calorie consumate no.

e comunque si dice carnitina :mrgreen:
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Re: Carnetina e prestazioni sportive

Messaggioda Kinobi » mar mag 17, 2016 18:13 pm

Ragazzi, fate errori su
Dimagrimento = meno grasso
Perdere peso = spesso cunsumi muscoli.

E' la base dello sportivo.

Mangiare meno spesso porta a perdere peso, ma non a dimagrire.
l dimagrimento è lento. Molto lento e complesso.
E
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Re: Carnetina e prestazioni sportive

Messaggioda gug » gio mag 19, 2016 14:57 pm

pesa ha scritto:
gug ha scritto:
scairanner ha scritto:
C'è poco da fare, indipendentemente dal metabolismo, che varia da persona a persona per molteplici motivi, nel bilancio energetico conta quanto entra e quanto esce.


Un esempio concreto del fatto che secondo me questa affermazione non è vera, o perlomeno non lo è sempre.
Se il controllo del peso si basasse solo sull'aritmetica delle calorie perché è ormai acclarato che i carboidrati complessi mangiati la sera hanno un effetto molto diverso che mangiati a pranzo? Sono le stesse calorie sia la mattina che la sera, eppure tutti i dietologi non li inseriscono mai la sera....


l'affermazione di scairanner, almeno in "una delle 2 direzioni" è inoppugnabile:

se consumi 100 e introduci 50, c'è dimagrimento. e non c'è alternativa!

se consumi 100 e introduci 200, chissà. nel senso che di mezzo c'è l'assimilazione il metabolismo... e tutte le "alchimie" dei dietologi.

inoltre, parlando dei 6 km di corsa che sì, effettivamente non sono gran cosa, non bisogna confondere la fatica con il consumo energetico. se non sei allenato la fatica è di più, ma le calorie consumate no.

e comunque si dice carnitina :mrgreen:


Ma io non ho detto che 6 km di corsa siano gran cosa, ma che per me che non sono un gran corridore erano comunque un'attività nella quale avevo consumato più delle 300 kcal che diceva scai: ero arrivato circa 600 kcal. E questo non l'ho ricavato da sensazioni, ma dai dati del cardiofrequenzimetro che aveva misurato le pulsazioni mentre mi allenavo.
Lo stesso con le altre attività che erano abbinate a una dieta in cui mangiavo molto poco eppure alla fine della settimana non avevo perso nulla, probabilmente per i motivi che sono spiegati anche nell'interessante sito di spattini che è stato citato.

P.S. Ho corretto il titolo :wink:
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Re: Carnetina e prestazioni sportive

Messaggioda scairanner » gio mag 19, 2016 20:45 pm

gug ha scritto:
Ma io non ho detto che 6 km di corsa siano gran cosa, ma che per me che non sono un gran corridore erano comunque un'attività nella quale avevo consumato più delle 300 kcal che diceva scai: ero arrivato circa 600 kcal. E questo non l'ho ricavato da sensazioni, ma dai dati del cardiofrequenzimetro che aveva misurato le pulsazioni mentre mi allenavo.
Lo stesso con le altre attività che erano abbinate a una dieta in cui mangiavo molto poco eppure alla fine della settimana non avevo perso nulla, probabilmente per i motivi che sono spiegati anche nell'interessante sito di spattini che è stato citato.

P.S. Ho corretto il titolo :wink:


gug, intanto avevo scritto 380, ma, come ripeto, non sono calcoli che ho inventato io, poi se tu ti fidi del tuo cardiofrequenzimetro che ti da un consumo maggiorato rispetto alla realtà, va benissimo :D per tua conoscenza, eccoti un modo serio di calcolare il consumo effettivo:

CORSA
Spesa energetica (KCal) = 0.9 x km percorsi x kg di peso corporeo
CAMMINATA
Spesa energetica (KCal) = 0.45 -0.50 per km percorsi x kg di peso corporeo

qui o qui hai quello che ti serve sapere

fossi in te lascerei perdere i consumi del cardio, a meno che tu non pesi 100 kg... :mrgreen:
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Re: Carnetina e prestazioni sportive

Messaggioda gug » ven mag 20, 2016 10:13 am

scairanner ha scritto:
gug ha scritto:
Ma io non ho detto che 6 km di corsa siano gran cosa, ma che per me che non sono un gran corridore erano comunque un'attività nella quale avevo consumato più delle 300 kcal che diceva scai: ero arrivato circa 600 kcal. E questo non l'ho ricavato da sensazioni, ma dai dati del cardiofrequenzimetro che aveva misurato le pulsazioni mentre mi allenavo.
Lo stesso con le altre attività che erano abbinate a una dieta in cui mangiavo molto poco eppure alla fine della settimana non avevo perso nulla, probabilmente per i motivi che sono spiegati anche nell'interessante sito di spattini che è stato citato.

P.S. Ho corretto il titolo :wink:


gug, intanto avevo scritto 380, ma, come ripeto, non sono calcoli che ho inventato io, poi se tu ti fidi del tuo cardiofrequenzimetro che ti da un consumo maggiorato rispetto alla realtà, va benissimo :D per tua conoscenza, eccoti un modo serio di calcolare il consumo effettivo:

CORSA
Spesa energetica (KCal) = 0.9 x km percorsi x kg di peso corporeo
CAMMINATA
Spesa energetica (KCal) = 0.45 -0.50 per km percorsi x kg di peso corporeo

qui o qui hai quello che ti serve sapere

fossi in te lascerei perdere i consumi del cardio, a meno che tu non pesi 100 kg... :mrgreen:


Io invece credo che siano valori tutto sommato plausibili, anche perché lo conferma proprio l'articolo sul primo link che hai riportato.

Le famose 0,9 Kcal per kg di peso corporeo consumate ogni km di corsa, da molti approssimate ad 1 kcal, rappresentano soltanto un dato indicativo. In realtà tale valore è influenzato da numerosi fattori, come la pendenza ed il tipo di terreno, il grado di allenamento del soggetto, il vento e gli indumenti indossati.
Il grado di allenamento e soprattutto il grado di efficienza del gesto atletico mediamente influiscono per circa il 5-10% sul dispendio calorico totale. Se prendiamo i due estremi, cioè un atleta di altissimo livello ed una persona sedentaria, tale differenza può arrivare sino al 30-40%
Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/consum ... corsa.html


Quindi 6 km moltiplicati per 85 kg (il mio peso in quel momento di massima emergenza :wink: ) fanno 510 kcal, aumentato del 20 % (a causa del mio grado di allenamento basso) fanno proprio 612 kcal: CVD :wink:

Comunque il succo del discorso non era quello, era la differenza che avevo rilevato fra due periodi: a Novembre un'attività più blanda e la stessa dieta mi aveva fatto perdere 3 kg, a Febbraio un'attività molto maggiore e la stessa dieta non aveva avuto nessun effetto.
Facendo una dieta diversa, aggiungendo degli integratori e con un'attività fisica minore (rispetto a quella di quella settimana tipo) sono riuscito a perdere 4 kg: il mio interrogativo era se questo risultato potesse essere dovuto alla carnitina oppure ad altro.
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Re: Carnitina e prestazioni sportive

Messaggioda @Colapesce » sab mag 21, 2016 21:50 pm

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Re: Carnetina e prestazioni sportive

Messaggioda x3me » lun set 12, 2016 13:54 pm

bustomail ha scritto:siccome mi hai incuriosito, ho fatto una breve ricerca in rete.
C'e chi dice che fa dimagrire, chi dice che e' utile nello sport, ma ovviamente c'e anche chi nega tutto questo.
Una cosa e' sicura: al posto delle pillole chimiche, puoi mangiarti carne di pecora o di manzo, molto ricche di carnitina e sicuramnte piu buone degli integratori...


siamo sicuri? Per ottenere una dose di carnitina che faccia effetto (che si senta un minimo...) bisognerebbe affidarsi a molta molta carne probabilmente proveniente da allevamenti intensivi dove volano antibiotici e conservanti.
(la carnitina non è sintetica ma è presente già in natura come la creatina,proteine e vitamine (ovviamente bisogna stare attenti anche li sulla provenienza).

Drugo Lebowsky ha scritto:
Vigorone ha scritto:ps: aminoacidi ramifiocati, carnitina, creatina non sono sostanze dopanti ???ma scherziamo?)
(a prescindere che abbia o meno senso assumerli)


Proteine, creatina, carnitina, bcaa, amminoacidi, zma, arginina, tribulus, beta alanina, melatonina, zinco, destrosio, maltodestrine, vitargo, vitamine varie, non sono considerate dopanti: tutti gli atleti di alto livello ne fanno uso e state sicuri che non passi magicamente da 6c al 7b...i benefici sono sempre e comunque insignificanti rispetto ad una vera sostanza dopante.
Ma poi voglio dire....li vendono al supermercato...arrestiamo la vecchietta che compra la barretta enervit #-o


Comunque....secondo il mio parere,nell'arrampicata soprattutto amatoriale, si può fare a meno di tutte ste cose. Il doping a maggior ragione non ha senso...
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Re: Carnetina e prestazioni sportive

Messaggioda gug » mer set 14, 2016 18:31 pm

scairanner ha scritto:C'è poco da fare, indipendentemente dal metabolismo, che varia da persona a persona per molteplici motivi, nel bilancio energetico conta quanto entra e quanto esce. Negli ultimi due mesi, grazie alla corsa e senza modificare la mia alimentazione, ho perso 5 kg, passando dagli 81 kg di pasqua ai 76 attuali. Ma corro tanto, non 6 km, e ti assicuro che quando escono più calorie di quelle che entrano non puoi far altro che calare di peso, e senza patire la fame perchè mangio tanto come ho sempre fatto. Poi possiamo parlare di alimentazione e mille altre cose che possono aiutare, ma alla fine di aritmetica si tratta.


Ho letto il libro che consigliava Kinobi, mi è sembrato davvero molto interessante e con un atteggiamento poco "talebano".
Tra l'altro, in una delle prime pagine smentisce completamente l'affermazione di scai, e anzi, sostiene che questa "non linearità" sia proprio il problema principale nella riduzione del peso. Il resto del libro cerca proprio di spiegare quali siano gli altri fattori che influiscono sulla mancata perdita di peso, oltre al mero bilancio delle calorie.

Filippo Ongaro ha scritto:Se fosse vero che basta mangiare meno e consumare di più, come predicano in tanti, sarebbe facile invertire la tendenza. Ma così non è. Se aumentare di peso è così facile da sembrare un processo naturale e inevitabile, buttar giù chili al contrario è terribilmente difficile.
Le entrate e le uscite del famoso bilancio calorico non sono in grado di spiegare completamente il problema.
Che ci sia qualcosa di sbagliato nel modo in cui affrontiamo il problema, visto che la "legge" più invocata della scienza della nutrizione ci dice proprio che per perdere grasso è sufficiente mangiare di meno e consumare di più?
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Re: Carnitina e prestazioni sportive

Messaggioda Rattodimontagna » mer set 14, 2016 19:37 pm

e' vero gug, e' una semplice reazione del corpo che e' progettato per la sopravvivenza, quindi fa scorta di calorie appena se ne presenta l'opportunita', mentre il deficit calorico viene riconosciuto come carestia, il metabolismo rallenta subito e cerca di limitare, nei limiti del possibile, la perdita di peso :D
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Re: Carnetina e prestazioni sportive

Messaggioda Kinobi » mer set 14, 2016 20:48 pm

gug ha scritto:Ho letto il libro che consigliava Kinobi...


Io ho perso due kg casualmente: il mio dottore mi ha prescritto vitamine del Gruppo B per l'erpes in bocca.
E magnesio.
Onestamente mi sento meglio.
Se è effetto placebo non lo so, ma la bilancia non mente.

E
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Re: Carnetina e prestazioni sportive

Messaggioda Q » mer set 14, 2016 21:06 pm

x3me ha scritto:
bustomail ha scritto:siccome mi hai incuriosito, ho fatto una breve ricerca in rete.
C'e chi dice che fa dimagrire, chi dice che e' utile nello sport, ma ovviamente c'e anche chi nega tutto questo.
Una cosa e' sicura: al posto delle pillole chimiche, puoi mangiarti carne di pecora o di manzo, molto ricche di carnitina e sicuramnte piu buone degli integratori...


siamo sicuri? Per ottenere una dose di carnitina che faccia effetto (che si senta un minimo...) bisognerebbe affidarsi a molta molta carne probabilmente proveniente da allevamenti intensivi dove volano antibiotici e conservanti.
(la carnitina non è sintetica ma è presente già in natura come la creatina,proteine e vitamine (ovviamente bisogna stare attenti anche li sulla provenienza).

Drugo Lebowsky ha scritto:
Vigorone ha scritto:ps: aminoacidi ramifiocati, carnitina, creatina non sono sostanze dopanti ???ma scherziamo?)
(a prescindere che abbia o meno senso assumerli)


Proteine, creatina, carnitina, bcaa, amminoacidi, zma, arginina, tribulus, beta alanina, melatonina, zinco, destrosio, maltodestrine, vitargo, vitamine varie, non sono considerate dopanti: tutti gli atleti di alto livello ne fanno uso e state sicuri che non passi magicamente da 6c al 7b...i benefici sono sempre e comunque insignificanti rispetto ad una vera sostanza dopante.
Ma poi voglio dire....li vendono al supermercato...arrestiamo la vecchietta che compra la barretta enervit #-o


Comunque....secondo il mio parere,nell'arrampicata soprattutto amatoriale, si può fare a meno di tutte ste cose. Il doping a maggior ragione non ha senso...

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Re: Carnitina e prestazioni sportive

Messaggioda elcanlapo » mer set 14, 2016 21:10 pm

La carnicitina ecco il segreto del grado carnico!!!! 8O
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Re: Carnetina e prestazioni sportive

Messaggioda x3me » mer set 14, 2016 21:32 pm

Q ha scritto:
x3me ha scritto:
bustomail ha scritto:siccome mi hai incuriosito, ho fatto una breve ricerca in rete.
C'e chi dice che fa dimagrire, chi dice che e' utile nello sport, ma ovviamente c'e anche chi nega tutto questo.
Una cosa e' sicura: al posto delle pillole chimiche, puoi mangiarti carne di pecora o di manzo, molto ricche di carnitina e sicuramnte piu buone degli integratori...


siamo sicuri? Per ottenere una dose di carnitina che faccia effetto (che si senta un minimo...) bisognerebbe affidarsi a molta molta carne probabilmente proveniente da allevamenti intensivi dove volano antibiotici e conservanti.
(la carnitina non è sintetica ma è presente già in natura come la creatina,proteine e vitamine (ovviamente bisogna stare attenti anche li sulla provenienza).

Drugo Lebowsky ha scritto:
Vigorone ha scritto:ps: aminoacidi ramifiocati, carnitina, creatina non sono sostanze dopanti ???ma scherziamo?)
(a prescindere che abbia o meno senso assumerli)


Proteine, creatina, carnitina, bcaa, amminoacidi, zma, arginina, tribulus, beta alanina, melatonina, zinco, destrosio, maltodestrine, vitargo, vitamine varie, non sono considerate dopanti: tutti gli atleti di alto livello ne fanno uso e state sicuri che non passi magicamente da 6c al 7b...i benefici sono sempre e comunque insignificanti rispetto ad una vera sostanza dopante.
Ma poi voglio dire....li vendono al supermercato...arrestiamo la vecchietta che compra la barretta enervit #-o


Comunque....secondo il mio parere,nell'arrampicata soprattutto amatoriale, si può fare a meno di tutte ste cose. Il doping a maggior ragione non ha senso...

Avessi detto 8b...
Per passare dal 6c al 7b basta arrampicare o allenarsi un po' a secco


Uguale, non velocizzano la progressione del grado, un piccolissimo aiuto magari...
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Re: Carnetina e prestazioni sportive

Messaggioda scairanner » mer set 14, 2016 21:50 pm

gug ha scritto:
scairanner ha scritto:C'è poco da fare, indipendentemente dal metabolismo, che varia da persona a persona per molteplici motivi, nel bilancio energetico conta quanto entra e quanto esce. Negli ultimi due mesi, grazie alla corsa e senza modificare la mia alimentazione, ho perso 5 kg, passando dagli 81 kg di pasqua ai 76 attuali. Ma corro tanto, non 6 km, e ti assicuro che quando escono più calorie di quelle che entrano non puoi far altro che calare di peso, e senza patire la fame perchè mangio tanto come ho sempre fatto. Poi possiamo parlare di alimentazione e mille altre cose che possono aiutare, ma alla fine di aritmetica si tratta.


Ho letto il libro che consigliava Kinobi, mi è sembrato davvero molto interessante e con un atteggiamento poco "talebano".
Tra l'altro, in una delle prime pagine smentisce completamente l'affermazione di scai, e anzi, sostiene che questa "non linearità" sia proprio il problema principale nella riduzione del peso. Il resto del libro cerca proprio di spiegare quali siano gli altri fattori che influiscono sulla mancata perdita di peso, oltre al mero bilancio delle calorie.

Filippo Ongaro ha scritto:Se fosse vero che basta mangiare meno e consumare di più, come predicano in tanti, sarebbe facile invertire la tendenza. Ma così non è. Se aumentare di peso è così facile da sembrare un processo naturale e inevitabile, buttar giù chili al contrario è terribilmente difficile.
Le entrate e le uscite del famoso bilancio calorico non sono in grado di spiegare completamente il problema.
Che ci sia qualcosa di sbagliato nel modo in cui affrontiamo il problema, visto che la "legge" più invocata della scienza della nutrizione ci dice proprio che per perdere grasso è sufficiente mangiare di meno e consumare di più?


Non ho dubbi sul fatto che tu possa trovare delle risposte attinenti alle tue domande in questo libro che citi; d'altronde basta dare un'occhiata alle etichette degli alimenti al supermercato per capire che quello che tolgono da una parte (scritto a caratteri cubitali) te lo infilano dall'altra e spesso con caratteristiche ben peggiori dei vantaggi che vorrebbero venderti, quindi ricercare un tipo di alimentazione che sia la più salutare possibile non può fare che bene per il fisico.
Da qui a dire che introducendo meno di quanto consumi puoi ingrassare ce ne vuole, non ricordo di avere visto foto di internati che scoppiassero di salute.
Comunque, nel concreto, tralasciando quello che scrivono nei libri e nei siti, ho perso altri due chili, sempre correndo molto e mangiando alla grande (rispetto ad alcuni amici non corro poi neanche molto, come parametro cmq i miei 10000 di dislivello mensili me li faccio, oltre a quelli in linea), credo che alla fine come in molte altre cose conti molto la testa e più si trova difficoltà nel realizzare quello che si vorrebbe, più la testa diventa determinante nell'ottenere il risultato; non so se ti può essere d'aiuto, questa è la mia esperienza :wink:
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