giorgiolx ha scritto:comunque visto che ne parli apertamente...
http://www.tena.it/uomini/prodotti/hai già cercato qui per delle soluzioni più professionali rispetto a degli scotex?
Beh, questi da quel che capisco sono per l'incontinenza urinaria, non so quanto possano essere adatti anche per il tuo problema.
Per quanto riguarda gli interventi chirurgici, in rete ho trovato questo:
Sfinteroplastica
Molto complesso è il capitolo delle diverse tecniche di ricostruzione degli sfinteri. Nel corso degli anni sono stati proposti molteplici modalità di ricostruzione alcune delle quali completamente abbandonate per gli scadenti risultati. E' possibile individuare tre gruppi diversi di tecniche di riparazione sfinterica che possono essere impiegati in funzione delle caratteristiche della lesione anale :
- le sfinterorrafie cosiddette dirette, eseguite a livello di una determinata zona di rottura sfinteriale di origine traumatica;
- le miorrafie degli elevatori dell'ano, che rimettono in tensione il pavimento pelvico e l'apparato sfinterico, destinate a correggere l'incontinenza anale di origine neurogena, senza rottura sfinterica identificabile;
- le ricostruzioni cutaneo-mucose, eseguibili in caso di incontinenza sensoriale senza lesioni muscolari associate.
Sfinterotomie dirette
Sono tecniche che prevedono la riparazione diretta dello sfintere esterno dell'ano. Sono rivolte alle rotture sfinteriche localizzate, l'identificazione delle quali è facilitata dall'ecografia endoanale con sonda rotante. Le cause di queste rotture sono, in ordine di frequenza, le lacerazioni ostetriche, le conseguenze della chirurgia proctologica, i traumi accidentali (incidenti stradali, impalamenti, sevizie sessuali). La sede della lesione varia in funzione della causa ed è l'elemento-guida per l'intervento.
Sfinterorrafia anteriore diretta per lesione ostetrica
Le lesioni sfinteriche ostetriche possono essere scoperte nell'immediato post-partum, e sono causate da lacerazione perineale di terzo grado. L'intervallo di tempo dopo il quale poter eseguire una riparazione è di almeno 3 mesi. Le lesioni ostetriche dello sfintere possono anche essere scoperte molto più tardivamente : la lesione, inizialmente, viene tollerata ma poi col rilasciamento tessutale della menopausa e l'accentuazione della discesa del perineo con l'età, si possono manifestare alterazioni della continenza.
Sfinterorrafia
La riparazione dello sfintere anale a «doppio petto» (overlapping technic) rappresenta la tecnica più sicura, si mobiIizzano le due estremità muscolari che vengono sovrapposte.
Le conseguenze di un trauma iatrogeno o accidentale possono riguardare qualsiasi quadrante della circonferenza anale. Le lesioni vengono individuate sia clinicamente per l'aspetto del margine anale, per la cicatrice e per l'assenza delle pliche radiate, sia con l'ecografia. La tecnica operatoria è identica, ma le condizioni locali possono variare: la sclerosi, spesso più marcata che in caso di lesioni ostetriche, rende l'individuazione dei margini muscolari più impegnativa
Queste tecniche ripristinano una continenza normale/accettabile nel 60-90 % dei pazienti. I buoni risultati funzionali si accompagnano ad un miglioramento del rilevamento manometrico delle condizioni sfinteriche. Anche l'immagine ecografica postoperatoria e correlata al risultato: in caso di insuccesso, la persistenza del difetto e indice di una riparazione incompleta o insufficiente. Diversi sono i fattori che risultano essere predittivi del risultato postoperatorio. Anatomicamente, il carattere localizzato ed isolato della lesione, diagnosticato clinicamente ma che deve essere confermato dall'ecografia, e essenziale. La zona di interruzione non deve essere maggiore di 160-180° della circonferenza anale per poter sperare in un'efficace riparazione. Una massa muscolare residua sufficiente e funzionale deve essere presente. Inoltre, il significato classicamente peggiorativo assegnato all'invecchiamento, alla durata pregressa dell'incontinenza ed all'esecuzione di una precedente riparazione sfinterica non e stato confermato da diversi studi recenti.
In conclusione i risultati sono globalmente migliori nelle incontinenze post-ostetriche.
Miorrafie dello sfintere anale e del pavimento pelvico
Il principio di queste riparazioni si basa sulla rimessa in tensione, mediante plicatura (reefing technic), dei muscoli sfinterici funzionalmente deficitari. L'obiettivo è quello di ottenere una miglior efficacia dei meccanismi di continenza, grazie alle modificazioni anatomiche create dall'intervento.
Miorrafia retroanale intersfinterica di Parks (post-anal repair)
Questa tecnica realizza, con un originale accesso intersfinterico, una riparazione del pavimento pelvico mediante plicatura muscolare (puborettale e sfintere estemo) posteriormente al canale anale.
Miorrafia preanale
Questo intervento riprende alcuni tempi della sfinterorrafia anteriore diretta. L'incisione viene eseguita a livello della forchetta vulvare, orizzontale, in direzione dell'ischio. Il clivaggio retrovaginale, portato sino allo sfondato peritoneale, lascia lo sfintere esterno indietro. Lateralmente, vengono identificati i muscoli elevatori dell'ano. Con questo accesso può essere corretto un rettocele associato. Si esegue poi la miorrafia pre-anale degli elevatori dell'ano con due-tre punti.
Miorrafia pre- e retro-anale (total pelvic floor repair)
Questo intervento associa nello stesso tempo operatorio, o in tempi successivi, le due tecniche precedenti. Durante la miorrafia retroanale bisognerà controllare con l'esplorazione rettale, di non stringere troppo il canale anale. L'effetto combinato di queste due miorrafie può effettivamenteoccludere completamente il canale anale ed ostacolare meccanicamente la defecazione
Le miorrafie sono state messe a punto per pazienti incontinenti con sfintere anale intatto ma non funzionale. La causa di queste incontinenze, inizialmente misconosciuta (incontinenza idiopatica) e stata attribuita negli anni '80 alla progressiva denervazione del pavimento pelvico e dell'apparato sfinterico (incontinenza neurogena). Il miglioramento della continenza anale dipendeva, in misura diversa a seconda dei diversi autori, dall'allungamento della zona ad alta pressione, dall'accentuazione dell'angolo ano-rettale, dal miglioramento delle pressioni sfinteriche a riposo e/o al momento delle contrazioni volontarie, dal miglioramento della sensibilita del canale anale e del retto distale, che permetterebbe una migliore percezione del bisogno di defecare.
Il ruolo di questi interventi é attualmente oggetto di discussione: sebbene inizialmente siano buoni, i risultati delle miorrafie tendono a deteriorarsi col tempo, a prescindere dal tipo di riparazione eseguita.
Salud
TSdG