Paura, bestia nera

Messaggioda funkazzista » gio giu 27, 2013 10:59 am

tacchinosfavillantdgloria ha scritto:... capita di passare delle giornate a smuschiare monotiri in falesia e alla sera chiedersi se non sarebbe stato meglio farsi una bella camminata per boschi e morene...


EvaK ha scritto:... mi chiedo spesso perchè uno passi la domeica a cercare di salire 20 metri di un tiro di salcazzo quando potrebbe essere tra verdi prati e rocciose crode...


E' giusto chiederselo... e già il fatto di farlo è una risposta, no?
:wink:
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Messaggioda Drugo Lebowsky » gio giu 27, 2013 12:22 pm

tacchinosfavillantdgloria ha scritto:
rocciaforever ha scritto:
e poi un volatile non può aver paura di volareeeeee! :wink:


Credo di avere ottimi argomenti per contestare quest'affermazione.

Sperimentali saluti
TSdG


tu sei un volatile da terrario :mrgreen:
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Re: Paura, bestia nera

Messaggioda pablo75 » gio giu 27, 2013 12:39 pm

EvaK ha scritto:Scalo da circa 5 anni ormai.


ormai? forse qui è la risposta.

a te sembrano molti, ma sono pochi.

l'esperienza aiuta anche ad accettare la paura e a conviverci.
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Messaggioda coniglio » gio giu 27, 2013 12:47 pm

PARETI ha scritto:Insomma, ragazzi...se si vola ci si fa male, è assodato no?


no.
ci si fa male solo se:
si vola male
ti fanno sicura male.
(si parla di falesia)
La libertà è tutto ciò che dobbiamo a noi stessi
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Messaggioda ettore » gio giu 27, 2013 13:09 pm

la paura tiene alta la soglia d'attenzione quando in montagna non si può volare, e diventa divertente da gestire quando non è giustificata tipo in falesia.

a volte è predominante sulla bellezza dell'arrampicata, altre volte riusciamo a relegarla in un angolino ...
però non ho ancora capito come e quando succede sta cosa, bisogna continuare a sperimentare... :smt017
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Messaggioda EasyMan » gio giu 27, 2013 13:13 pm

Beh vorrei sapere chi ha detto che la paura di cadere sparisce ... cor caxxo!! S'impara solo a conviverci, questo si con il tempo e con l'esperienza sia nel salire che nel cadere.

e vorrei sapere chi ha detto che non "devi" cascare su un 6a se hai chiuso dei 6c ... balle!!! Si cade, certo molto meno, ma basta solo un'errore. L'importante è accettare, capire, fare spallucce e andare avanti!!!

Io ho visto climber arrampicare con la stessa attenzione sia gradi facili che quelli difficili. Cadere (sui difficili :D:D:D) ma con semplicità senza considerarlo un FALLIMENTO ma semplicemente una cosa che fa parte del gioco.
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Messaggioda Piero26 » gio giu 27, 2013 15:11 pm

da quel poco che la conosco Eva è simpatica, leggerla poi è uno spasso, ma per me ha un carattere del cazzus per competere con la paura di cadere :roll: .. è un limite il tuo, devi conviverci.
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Messaggioda menestrello » gio giu 27, 2013 19:54 pm

http://www.forum.planetmountain.com/php ... ht=codardo

Prova con le martellate sui maroni... Funziona!
Caz.zo non li hai! Mi spiace, allora non posso aiutarti
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Messaggioda EvaK » lun lug 15, 2013 11:17 am

Piero26 ha scritto:da quel poco che la conosco Eva è simpatica, leggerla poi è uno spasso, ma per me ha un carattere del cazzus per competere con la paura di cadere :roll: .. è un limite il tuo, devi conviverci.


qualcuno dice che sono una guerriera, io mi sento più un carro armato che non si dà pace.
Comunque.... ieri ho volato!!!! sono più contenta di essere volata che di aver portato in catena la corda al giro precedente, su un grado per me (per ora) non chiudibile, ma di cui sono riuscita a far bene tutti i singoli.

Al secondo giro su quel tiro (che poi era tutto il giorno che scalavo), runout per arrivare in catena, passi non più tanto duri, ma ormai non hai più le braccia e soprattutto la roccia è un po' melmosetta (per chi conosce: falesia di Onore).
inzomma arrivo a veramente una presa dalla catena, se prendo quella poi branco l'albero e sono a posto, ma non mi muovo più. se stacco una mano non tengo la presa dopo.
da giù incitano.. dai dai dai!!
no.
mi conosco e sono un coniglio, abbozzo una negativa, almeno per rendere un po' meno inquietante il runout. sto ancora lì (a quel punto in catna ci sarei arrivata e stra-arrivata ma vabbè) oh... volo eh!
ok, dai!
aaaaahhhhhh!!!! (urlo stile Ondra Docet)
sono viva integra e vi sto scrivendo....
però che caga (come si dice dalle mie parti). non i ero quasi mai buttata, men che meno con lo spit 50 cm sotto il piede...
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Messaggioda ncianca » lun lug 15, 2013 12:27 pm

Piero26 ha scritto:da quel poco che la conosco Eva è simpatica, leggerla poi è uno spasso, ma per me ha un carattere del cazzus per competere con la paura di cadere :roll: .. è un limite il tuo, devi conviverci.

Sono io a dire che è una guerriera. Elaboro. La ragazza è emotiva, vero, si tira su e si tira giù con estrema facilità, ma non si arrende mai. Neanche quando gli altri (io per esempio) si sono letteralmente sciolti (Notte a Tahiti, Aimonin). Un'ultima carica la lancia sempre (Galante, Foresto). E si butta giù. Ma gli ingredienti ci sono tutti e anche se bisogna insistere un po' (Cuore Alpino, Torrette) è palese che lei (come tanti, quasi tutti) ne ha molto di più di quello che crede. E si tira su :-) Chi è senza peccato scagli la prima pietra. La testa non è tutto, ma è tantissimo. Per il resto ci sono un milione di post da leggere sul thread GRAM. Stiamo parlando di falesia, di vie ben protette, di gesto sportivo e non di eroico alpinismo dove valgono regole diverse. Sono così tante le vie che non riesco a salire a vista per via di un blocco mentale... e poi mi vengono quasi tutte al secondo giro. Allora non è ghisa, è paura dell'ignoto, paura del volo forse (ancora? dopo che ho collezionato più airmiles di una rock star?), è paura della paura. Un paio di voli mi hanno sempre rimesso "in forma" più di un ciclo a secco. Quel volo (leggi blog di EvaK) per me vale quindi più di 1000 trazioni monodito. Chi vola vale. Chi non vola è un vile :lol:
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Messaggioda grizzly » lun lug 15, 2013 13:34 pm

Uff... ma a la fin cos'è il mental? Sinapsi... collegamenti che si creano, oppure no. Qualcuno forse pensa di conoscere la Critica della ragion Pura senza mai leggerla? Credo di no... Certo il volumone di primo acchito potrebbe impaurire. Volando si scala... :lol:
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Messaggioda EasyMan » lun lug 15, 2013 14:23 pm

Mi chiedo dov' è il piacere?
Io non sono mai stato un cuor di leone ma qualche bel voletto l'ho fatto e altre volte ho lottando per raggiungere il mio traguardo con i pitbull attaccati agli avambracci :D.
Ma la domanda che mi sono sempre posto è, dov' è il piacere?

Gareggiare per vincere , lottare per riuscire e necessario ma accettare la sconfitta e imparare dai propri errori trovo che sia molto più importante.

Moltissime volte la mia lotta in falesia la vivevo come una lotta tra la vita e la morte, mentre ho sempre notato che quelli forti lottavano per riuscire e quando questo non succedeva (e non succede anche se sei un big) non c'era nessun problema perchè non era una sconfitta ma un modo per crescere. Alla fine io ero annientato mentre loro erano solo stanchi ;)
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Messaggioda PIEDENERO » lun lug 15, 2013 14:50 pm

EasyMan ha scritto:Mi chiedo dov' è il piacere?
Io non sono mai stato un cuor di leone ma qualche bel voletto l'ho fatto e altre volte ho lottando per raggiungere il mio traguardo con i pitbull attaccati agli avambracci :D.
Ma la domanda che mi sono sempre posto è, dov' è il piacere?

Gareggiare per vincere , lottare per riuscire e necessario ma accettare la sconfitta e imparare dai propri errori trovo che sia molto più importante.

Moltissime volte la mia lotta in falesia la vivevo come una lotta tra la vita e la morte, mentre ho sempre notato che quelli forti lottavano per riuscire e quando questo non succedeva (e non succede anche se sei un big) non c'era nessun problema perchè non era una sconfitta ma un modo per crescere. Alla fine io ero annientato mentre loro erano solo stanchi ;)

quoto.
è prima una questione di approccio mentale. il problema di volare viene dopo.
Ultima modifica di PIEDENERO il lun lug 15, 2013 16:52 pm, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda ncianca » lun lug 15, 2013 15:02 pm

EasyMan ha scritto:Mi chiedo dov' è il piacere?
Io non sono mai stato un cuor di leone ma qualche bel voletto l'ho fatto e altre volte ho lottando per raggiungere il mio traguardo con i pitbull attaccati agli avambracci :D.
Ma la domanda che mi sono sempre posto è, dov' è il piacere?

Gareggiare per vincere , lottare per riuscire e necessario ma accettare la sconfitta e imparare dai propri errori trovo che sia molto più importante.

Moltissime volte la mia lotta in falesia la vivevo come una lotta tra la vita e la morte, mentre ho sempre notato che quelli forti lottavano per riuscire e quando questo non succedeva (e non succede anche se sei un big) non c'era nessun problema perchè non era una sconfitta ma un modo per crescere. Alla fine io ero annientato mentre loro erano solo stanchi ;)

È vero. Infatti EvaK il tiro non l'ha fatto se non erro. Ma ci ha provato. Non puoi accettare una sconfitta ed imparare da essa se non ci hai provato fino in fondo. Quella non è una sconfitta, ma una resa. E a me arrendermi fa peggio di quanto una vittoria non mi faccia bene. Ripeto: stiamo sempre parlando di "arrampicata sportiva" neh... Sono tante le volte che sono andato via da una falesia con un sorriso ebete stampato in faccia anche se non ho chiuso il tiro. Il piacere sta nell'aver imparato qualcosina di più sui miei limiti e nell'essere riuscito a fare ciò che quella stessa mattina pensavo impossibile. Imho.
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Messaggioda EasyMan » lun lug 15, 2013 15:18 pm

giusto!! Preciso che tutto quello che dico è riferito alla mia esperienza in falesia in arrampicata sportiva.

Si a volte è più bello, soddisfacente e importante aver dato il 100% che aver chiuso una via.

Io ho scritto quelle poche righe (mi fa piacere aver visto che tanti hanno condiviso) per dire a Evak che se vola o non vola, se è guerriera o carro armato non è importante ma cercare e seguire il piacere ;)
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Messaggioda gug » mar lug 16, 2013 12:23 pm

Roberto ha scritto:Tutti abbiamo paura di cadere, ma a volte questa paura prende ilsopravvento e non ci permette di scalare con la giustra concentrazione.
Concentrazione, appunto.
La prima cosa è la determinazione ad avere un risultato, la voglia forte e decisa di arrivare in catena senza appendersi. La competizione con se stessi.
Nei periodi in cui mi sentiovo competitivo (sempre con me stesso). Liberavo le vie a vista e lavorate, quando provavo una linea ero talmente concentrato su quello che facevo, sul non sbagliare la via, che mi è capitato di dimenticare di agganciare uno spit. In questi casi non hai paura di volare, pensi ad altro.
La determinazione, più la fiducia di chi ti assicura, fa superare tutte le paure.
La seconda cosa è la vita di tutti i giorni, lo stress, i problemi quotidiani.
Da qualche anno avevo notato in me molte incertezze, timori, reticenze, poca voglia di mettermi alla prova. Parlo ovviamente di montagna, ma il succo del discorso vale anche per la falesia. I motivi sono vari, problemi seri familiari e gli anni che avanzano.
A causa della cefalea quotidiana, deciso che una delle cause era lo stress, sono andato da uno psichiatra. Mi ha dato una cura farmaceutica.
Il mal di testa è soltanto leggerissimanete migliorato, ma in compenso vado come un tempo in montagna.
Ora, non posso dire con certezza che la cura abbia effetto anche sulla determinazione in arrampicata, ma come questo anno erano almeno 7/8 anni che non andavo. Ho di nuovo voglia, vado, azzardo, provo e ho la paura giusta, quella che non ti permette di sbagliare.
Quindi, analizza la tua vera voglia di metterti alla prova, il tuo vero interesse al risultato e, in seconda analisi, chiediti come sta il tuo attuale stato emotivo.
Tutto questo, giustamente, potrebbe essere anche una colossale serie di baggianate 8) :wink:


invece questo e un intervento azzeccatissimo
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Messaggioda EvaK » mar lug 16, 2013 23:59 pm

EasyMan ha scritto:Mi chiedo dov' è il piacere?
Io non sono mai stato un cuor di leone ma qualche bel voletto l'ho fatto e altre volte ho lottando per raggiungere il mio traguardo con i pitbull attaccati agli avambracci :D.
Ma la domanda che mi sono sempre posto è, dov' è il piacere?

Gareggiare per vincere , lottare per riuscire e necessario ma accettare la sconfitta e imparare dai propri errori trovo che sia molto più importante.

Moltissime volte la mia lotta in falesia la vivevo come una lotta tra la vita e la morte, mentre ho sempre notato che quelli forti lottavano per riuscire e quando questo non succedeva (e non succede anche se sei un big) non c'era nessun problema perchè non era una sconfitta ma un modo per crescere. Alla fine io ero annientato mentre loro erano solo stanchi ;)


A volte la falesia è stressante, a volte è divertente, dipende da quel che si cerca.
Almeno per me: a volte mi piace viverla da "turista", se sono stanca o ho bisogno di staccare, scalo tranquilla e serena per divertirmi e passare qualche ora fuori in compagnia. Altre volte invece cerco la compagnia di quelli che "lottano" e allora lotto pure io: non è lotta con l'alpe ma un po' con se stessi.
Forse io sono un po' "lunatica" e disordinata, ma il mio motto è "non ci pagano per scalare", quindi fino a prova contraria scelgo cosa fare in base alla voglia, ai compagni che sono disponibili, al meteo, alla mia condizione.
Non penso di avere il carattere da falesista convinta, a volte mi piace farlo, con le persone giuste, ma se sono con compagnia tranquilla, come oggi pomeriggio, non disdegno una bella carrellata di tiri che so di chiudere, per scalare proprio senza pensieri.
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Messaggioda EasyMan » mer lug 17, 2013 9:29 am

EvaK ha scritto:A volte la falesia è stressante ...

... non è lotta con l'alpe ma un po' con se stessi ....


Soffermati su questi due punti.

Un conto è provare vie impegnative che sono una vera e propria sfida, dure ma stimolanti, vitali ... un'altra cosa è se il duro diventa stressante.

Ma perchè devi lottare con te stessa?? il superamento del limiti non è una lotta ma più un desiderio di scoperta, di mettersi in giocoe, di mettersi alla prova per poi riuscire, ma non penso ci dev'essere una lotta.

Dico questo ma molte volte anche io trovavo stressante arrampicare e lottavo con me stesso, ma non era quello che volevo, non era il modo con cui volevo vivere l'arrampicata.
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Messaggioda gug » mer lug 17, 2013 21:27 pm

EvaK ha scritto:
Piero26 ha scritto:da quel poco che la conosco Eva è simpatica, leggerla poi è uno spasso, ma per me ha un carattere del cazzus per competere con la paura di cadere :roll: .. è un limite il tuo, devi conviverci.


qualcuno dice che sono una guerriera, io mi sento più un carro armato che non si dà pace.
Comunque.... ieri ho volato!!!! sono più contenta di essere volata che di aver portato in catena la corda al giro precedente, su un grado per me (per ora) non chiudibile, ma di cui sono riuscita a far bene tutti i singoli.

Al secondo giro su quel tiro (che poi era tutto il giorno che scalavo), runout per arrivare in catena, passi non più tanto duri, ma ormai non hai più le braccia e soprattutto la roccia è un po' melmosetta (per chi conosce: falesia di Onore).
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Eva, io credo c he il problema possa sicuramente derivare da situazioni esterne all'arrampicata, come dice Roberto.
Però tieni conto anche che non ti toglierai mai la paura del volo praticando il lavorato: io lo pratico e quando sono sui giri da primo per liberare la via mi capita di fare anche dei bei voli e all'inizio pensavo che ciò mi avrebbe fatto passare la paura su vie più facili a vista. Invece addirittura si può peggiorare, perché la paura del volo aumenta quando si va verso l'ignoto con la consapevolezza di non poter tornare indietro senza volare.
E quindi l'unico modo di allenarla è riproporre con piccoli passi questa situazione, dapprima facendo un solo passo in situazioni precarie e obbligandosi a non tornare indietro ad abbrancare il rinvio e lasciarsi semplicemente cadere. Poi man mano potrai aumentare un po' la distanza con altri passetti.
Quindi la strada è di fatto quella che hai provato in questa occasione, ma scordati il lavorato come metro per i voli: il lavorato serve solo al lavorato e semmai per aumentare forza e resistenza.
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Messaggioda paolocar88 » mer lug 17, 2013 21:58 pm

ecco il mio personale trucco per volare senza pensieri in falesia!

parto con l'idea di non volare: "non si vola mai sui primi rinvii altrimenti ci si fa male!"
se arrivo al terzo rinvio indenne (molto probabile se la via non è di quelle proprio incazzate) dico al socio (oppure penso): "sono salvo! d'ora in poi si può volare, tanto non muoio!"
in questo modo l'istinto primordiale della paura è stato placato e per il resto della via si può scalare al limite senza pensieri! 8)
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