Magari non ve ne frega niente, ma facendo un po' ordine tra i miei pensieri ho scritto una mail a quelli di pareti, riprendendo le fila del discorso. Le condivido con voi, che mi avete aiutato a capirmi, ma è tutta roba che avete già letto...
Spett.le Redazione,
mi presento: sono Giacomo Raffa, avvocato, appassionato di arrampicata e montagna, istruttore Cai. Vi scrivo con riferimento all'articolo in oggetto, che mi ha destato più di una perplessità. Magari può interessarvi un parere diverso da quello che avete pubblicato.
I punti focali sul tema "sarà possibile scalare o meno" sono fondamentalmente due, che semplifico:
si potrà prendere la macchina (o altro mezzo) per andare a scalare, all'interno della propria regione?
si potrà arrampicare in falesia in due persone mantenendo le distanze? (il boulder da soli o la scalata in solitaria sono pacificamente attività sportive svolte individualmente)
In merito al primo quesito, le risposte positive da parte degli intervistati si fondano su due ragionamenti: se un'attività è lecita, allora è lecito prendere la macchina per andare a svolgerla; l'attività sportiva sarebbe un valido motivo di spostamento.
Sul fatto che l'attività sportiva sia un valido motivo di spostamento, si tratta di interpretazione. Idem dicasi per il ragionamento in merito alla consequenzialità "posso fare A quindi posso anche spostarmi per andare a fare A".
Interpretazione ragionevole, ma in contrasto sia con un'interpretazione letterale della norma di cui all'art. 1 lett a) (in calce per comodità, che non indica l'attività motoria tra le ragioni valide, ma solo "situazioni di necessità"), sia con la ratio della norma, che è quella di limitare la diffusione del Virus e, quindi, gli spostamenti e le occasioni di contagio. Prendiamo il caso assurdo che ci sia un solo parco in città: se accettassimo la possibilità di spostamento per recarci lì (riconducendolo quindi alle ragioni di necessità), sarebbe consequenziale un affollamento vista la concentrazione di persone, in contrasto con la finalità della norma. E' antipatico, ma allo stato delle cose sembra che sia possibile recarvisi solo per chi sia vicino (parto a correre da casa, continuo a correre a casa e torno a casa correndo).
Pertanto sul primo punto si tratta di una interpretazione possibile, ma non l'unica e forse non reggerebbe la prova del giudizio in caso di contestazione e successiva impugnazione. O magari sì, siamo in un ambito nel quale sarebbero estremamente graditi chiarimenti dal Governo, anche a mezzo delle FAQ (che non sono fonte normativa ma aiuterebbero nell'interpretazione).
Per quanto attiene il secondo profilo, mi desta molte perplessità l'affermazione per cui individualmente non voglia dire da soli, altrimenti non vi sarebbe stata alcuna necessità di specificare le distanze da mantenere: non concordo per i motivi che passo a esporre.
Il dettato della norma "è consentito svolgere individualmente ... attività sportiva ..." (art. 1 lett. f riportato in calce per comodità) non discrimina tra sport individuali e sport di squadra, ma autorizza solo lo svolgimento in forma individuale di attività sportiva. Mi pare chiaro il riferimento al singolo individuo.
Il fatto che vengano indicate le distanze da mantenere è una misura resa necessaria dal fatto che vi è la possibilità di incontrare altre persone nello svolgimento individuale della propria attività sportiva. Ad esempio, qualora io andassi da solo al parco a correre, è evidente che potrei incontrare altre persone: da queste, dovrò mantenere le distanze indicate dalla norma. Ma anche qualora io andassi da solo a scalare sui massi, e trovassi un altro scalatore solitario, dovremmo mantenere tra noi le distanze previste.
L'arrampicata in falesia (al di fuori di solitarie, integrali o autoassicurate), pertanto, se da un lato può essere considerata sport individuale, dall'altro necessita di un compagno che ci faccia sicura (svolgendo un ruolo tutt'altro che passivo o secondario) e, quindi, non mi pare possa essere svolta individualmente.
Sperando di aver fatto cosa gradita,
e con l'augurio e la speranza che presto si possa tutti tornare ad arrampicare,
Vi saluto e vi ringrazio per le vostre pubblicazioni, sempre molto interessanti e stimolanti.
Giacomo Raffa