Hard grit

Area dedicata all'arrampicata sportiva e al bouldering.

Messaggioda Herman » gio gen 15, 2004 14:04 pm

Enzolino ha scritto:Per il resto mi sa che si sta scoprendo l'acqua calda ma si accende la curiosita' dei "giovani" con nuove etichette ma vecchi stili.


Sono d'accordo 8)

1. La stessa cosa per il sassimo - bouldering attuale. Ricordo che salivamo i sassi di Rovereto o del passo S. Giovanni nel 88/89... e già era una attività riconsciuta.

2. Il mio discorso si riferiva ai due top climber italiani Brenna e Calibani che stanno "tastando" lo stile hard grit facendo da cassa di risonanza per il fenomeno, magari prenendo piede come "novità" tra numerosi climber che non hanno una conoscenza storica del fenomeno arrampicata.
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Messaggioda Enzolino » gio gen 15, 2004 14:26 pm

Acul. Non mi riferivo a te ma alle riviste specializzate.

Herman ha scritto: Il mio discorso si riferiva ai due top climber italiani Brenna e Calibani che stanno "tastando" lo stile hard grit facendo da cassa di risonanza per il fenomeno, magari prenendo piede come "novità" tra numerosi climber che non hanno una conoscenza storica del fenomeno arrampicata.
Forse i loro nomi e le difficolta' delle vie fanno notizia, ma il fenomeno in Italia non l'hanno di sicuro inventato loro. Da anni, sebbene nell'anonimato, io e amici aprivamo monotiri in clean climbing senza ricongizione dall'alto (sino all'VIII-), cio' significa che probabilmente tanti altri come noi l'hanno fatto lontano dai riflettori dei media. E poi credo che sia nota la falesia "Sard Grit" creata da Maurizio Oviglia & C.
Non so se esistono ancora falesie vergini in Italia in cui si possa arrampicare con questo stile, ma spero di si per diversi motivi:

A. La diversita' dell'arrampicata ne guadagnerebbe;
B. Le falesie "clean" potrebbero essere viste come "palestre" per l'arrampicata tradizionale, in cui sperimentare le protezioni mobili prima di avventurarsi in montagna.

Bisognerebbe solo creare la cultura per lasciare un po' di spazio libero a questo stile ...
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Messaggioda Herman » gio gen 15, 2004 14:31 pm

Enzolino ha scritto:Forse i loro nomi e le difficolta' delle vie fanno notizia, ma il fenomeno in Italia non l'hanno di sicuro inventato loro. Da anni, sebbene nell'anonimato, io e amici aprivamo monotiri in clean climbing senza ricongizione dall'alto (sino all'VIII-), cio' significa che probabilmente tanti altri come noi l'hanno fatto lontano dai riflettori dei media. E poi credo che sia nota la falesia "Sard Grit" creata da Maurizio Oviglia & C.
Non so se esistono ancora falesie vergini in Italia in cui si possa arrampicare con questo stile, ma spero di si per diversi motivi:

A. La diversita' dell'arrampicata ne guadagnerebbe;
B. Le falesie "clean" potrebbero essere viste come "palestre" per l'arrampicata tradizionale, in cui sperimentare le protezioni mobili prima di avventurarsi in montagna.

Bisognerebbe solo creare la cultura per lasciare un po' di spazio libero a questo stile ...


Sottoscrivo :) .... è un fenomeno conosciuto agli "storici" dell'arrampicata ma il fatto che viene "medizzato" lo fa apparire ai "nuovi" come una novità.
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Messaggioda aculnaig » gio gen 15, 2004 14:35 pm

Enzolino ha scritto:....io e amici aprivamo monotiri in clean climbing senza ricongizione dall'alto (sino all'VIII-),


Scusa se ti macino le palle Enzolino ma mi hai incuriosito.
Come si poteva arrampicare cn protezioni veloci fino all'VIII- ?
La mia domanda ti sembrerà banale ma se non potevi fare una ricognizione dall'alto come facevi a sapere cosa ti sarebbe aspettato?
Se arrivato a 20-25 metri da terra con una protezione veloce (anche se ben posizionata) parecchio sotto i tuoi piedi ti trovavi un passaggio molto + duro (non rivelatosi dal basso) come facevi?
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Messaggioda Herman » gio gen 15, 2004 15:20 pm

aculnaig ha scritto:
Enzolino ha scritto:....io e amici aprivamo monotiri in clean climbing senza ricongizione dall'alto (sino all'VIII-),


Scusa se ti macino le palle Enzolino ma mi hai incuriosito.
Come si poteva arrampicare cn protezioni veloci fino all'VIII- ?
La mia domanda ti sembrerà banale ma se non potevi fare una ricognizione dall'alto come facevi a sapere cosa ti sarebbe aspettato?
Se arrivato a 20-25 metri da terra con una protezione veloce (anche se ben posizionata) parecchio sotto i tuoi piedi ti trovavi un passaggio molto + duro (non rivelatosi dal basso) come facevi?


"Corda" :wink: tra le gambe e scendere arrampicando, maggiore conoscenza dei propri limiti e delle proprie capacità psicofische...

Ho detto bene?
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Messaggioda Enzolino » gio gen 15, 2004 15:26 pm

aculnaig ha scritto:Scusa se ti macino le palle Enzolino ma mi hai incuriosito.
Come si poteva arrampicare con protezioni veloci fino all'VIII- ?

Ci son diverse possibili risposte. Nella via in questione era possibile proteggersi sotto il passaggio chiave. Ma in un altra via ad esempio, valutata da noi VII+, c'e' un punto di non ritorno. Ovvero superi un tetto, ma se cadi da sopra il tetto dove difficilmente ti puoi proteggere ti spacchi malamente. Insomma, consiglierei di provarla se fai almeno il 7a a vista anche se e' un VII+.
In altre parole quando devi abbandonare la protezione ed affrontare un passaggio difficile, sai che devi superare un punto di non ritorno. E se le difficolta' sono elevate, allora spesso conviene non assicurarsi affatto e raggiungere il prossimo punto di riposo dove poter mettere una protezione oppure riposarsi mentalmente e fisicamente.
aculnaig ha scritto:La mia domanda ti sembrerà banale ma se non potevi fare una ricognizione dall'alto come facevi a sapere cosa ti sarebbe aspettato?
Infatti non lo sapevo. Ovviamente conosciamo la roccia e questo aiuta, e poi man mano che sali, le protezioni che metti ti danno piu' sicurezza. Comunque sia il gusto sta proprio nello salire senza sapere cosa ti aspetta: ignoto, avventura, follia ...
Purtroppo o per fortuna e' cosi' ... poi son sicuro che se avessi fatto una ricognizione avrei perso molto piacere nel fare la via ...
aculnaig ha scritto: Se arrivato a 20-25 metri da terra con una protezione veloce (anche se ben posizionata) parecchio sotto i tuoi piedi ti trovavi un passaggio molto + duro (non rivelatosi dal basso) come facevi?
Tu stai parlando di casi limite. Ovviamente in una falesia capita che prima vai sulle linee piu' facili, e col tempo familiarizzi e scopri che quell'altra linea piu' difficile si puo' fare. Quindi valuti il materiale da portare (troppa roba ti rende pesante e goffo, ma troppo poca e' rischioso), provi a salire e, se il passaggio e' troppo duro e improteggibile e' molto semplice, torni indietro se ce la fai, o cadi! Non e' mica la fine del mondo cadere ... tuttavia tutto si gioca quando abbandoni l'ultima protezione, affini la concentrazione, calibri ogni movimento e cerchi di raggiungere il prossimo punto di riposo dove valutare i passaggi successivi.
Comunque queste regole son le stesse di quando si aprono le vie dal basso in stile tradizionale, niente di piu' e niente di meno.
In conclusione, ad un certo punto acquisisci una mentalita' diversa rispetto a quella sportiva, vai piu' concentrato e l'esperienza ti insegna anche a perdere poco tempo nel selezionare le protezioni e nel metterle in loco.
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Messaggioda il gambero non piace a me » dom gen 18, 2004 1:08 am

Sono in d'accordo con il sommario di Enzolino. Prima che il video è uscito non c'era l'espressione 'hard grit' in inghilterra era solo 'climbing on gritstone'. La video era molto specifico e concentrato della storia e attività su questo tipo di roccia.

Non è vero di dire che non si puo trovare chiodi su gritstone. Storicamente qualche vie (tipo fissure) erano aperti grazie al chiodo; a Millstone per esempio. C'è anche una via abbastanza difficile dove si mette un chiodo di mano (con un po' di carta per fare meglio la sicureza)

Lo stesso stile (visto a hard Grit) di fare le vie di alto difficolta e poco protezione è usato su altri tipi di roccia (granite, gniess etc) anche in 'montagne'. Molte vie famose come 'Indian Face' and 'Breathless' sono stato fatto cosi. Non è corretto di dire fatto in stile hard grit ma solo lavorata su doppia e poi fatta da sotto.

Il modo di arrampicare in inghilterra più frequentata è come ha scritto Enzolino. Con guida in mano si ?scelga? un via, la tua esperienza ti fa sapere se puoi fare E2 5c o E4 5c per esempio e poi da sotto arrampi con nuts e friends. Se sei fortunato forse si trova un chiodo :)

Se qualcuno vicino a Lecco ha voglia di vedere il video io ce l'ho. Lo presto volentieri (la video-registratore non ce l'ho)
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Messaggioda pietrodp » dom gen 18, 2004 22:12 pm

Mitico! Il Gambero e' tornato!
Non penso che nell'intenzione di Turnbull (il regista) e degli altri che hanno partecipato al film ci fosse l'intenzione di proporre una novita', ma solo di mostrare a che livello fosse arrivata l'arrampicata trad in inghilterra dove, giustamente, per preservare la poca roccia che hanno sono riusciti, in tutti questi anni, a impedire la proliferazione di spit.

Brenna o Calibani credo facciano notizia non solo per lo stile, ma per la combinazione di stile+difficolta', e che diamine! E se magari qualche rivista si entusiasma di volta in volta per la riscoperta del sassismo o dell'arrampicata trad, e "finge" sia una novita', lo trovo tutto sommato un peccato veniale: il materiale nuovo si dovra' pur vendere? :P

Che poi infine per molti continentali, giovani arrampicatori sportivi, il modo di arrampicare brit-grit rappresenti una novita', be', mi pare ovvio, visto che la generazione dei vecchi tromboni che sbuffano ad ogni entusiastica riscoperta dell'"acqua calda" ha purtroppo contribuito a spittare serialmente ogni falesia di bassa quota... :twisted:
mandi
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