Divieto di arrampicata nel Lazio

Area dedicata all'arrampicata sportiva e al bouldering.

Messaggioda quchibu » gio nov 16, 2006 10:10 am

E' facile capire che certi amministratori s'interessano solo di attività in cui possono affondare le mani e riempirsi le tasche e l'arrampicata non è fra queste.

Perchè comporta minimi investimenti e ha una ricaduta "povera" anche se continua, a pioggia, su tutto il territorio, con flussi economici frammentati, e quindi pochissimo tangentabili.

Finanziare il disgaggio e la chiodatura di una parete in realtà costa veramente poco (se confrontato con altro tipo di investimenti) e le spese di mantenimento, negli anni, sono minime.
Per contro generano un afflusso di turismo "povero" però costante nel tempo.
Con ritorno difficilmente quantificabile.

Per questo un amministratore che guarda al proprio portafoglio sarà poco interessato.
E anche quello che guarda alla rielezione. Non la vede una carta da giocare fra i suoi elettori quella di aver portato gli arrampicatori nel paese. Qualche operatore turistico sarà contento; ma gli altri abitanti del posto vedranno solo macchine parcheggiate, gente che caga nei cespugli, schiamazzi ecc.

Ci vorrebbe lungimiranza politica e conoscenza del problema per capire quanto l'arrampicata possa essere un'attività sostanzialmente a basso impatto ambientale e a buoni indici di redditività per le località che la promuovono.

A basso impatto ambientale, certo.
Prendiamo come riferimento una delle tante falesie che frequentiamo...
da anni c'è afflusso di centinaia di persone: si vede un sentiero di accesso, il terreno calpestato sotto le pareti, si vede la magnesite sulle pareti che strapiombano e non vengono lavate dalla pioggia, si vedono (da vicino) gli spit, certo.

E basta.

c***o.
trovatemi un'altra attività che coinvolga lo stesso numero di persone e che non abbia necessitato sbancamenti, colate di cemento, costruzioni, strade, smaltimento rifiuti, manutenzione.... ecc ecc

Gli uccelli?
Da quello che ho visto se ne fregano.
Ci convivono allegramente, con gli arrampicatori.
Ma non sono un esperto... ovviamente vedo solo quelli che sono restati, e non, se ci sono, quelli che se ne sono andati.
Bisognerebbe conoscere la situazione prima e dopo.

Il problema è che per i politici che abbiamo, è molto più comodo elaborare divieti che leggi giuste. E' molto più facile proporre progetti demagogici da dietro una scrivania che esercitarsi in quella che dovrebbe essere la "politica" ovvero l'arte di mediare esigenze diverse in una stessa comunità.

Secondo me questo è un problema nazionale.
Bisognerebbe raccogliere materiale informativo e metterlo a disposizione di chi ha necessità di rapportarsi agli amministratori della zona in cui si trova.
Materiale in cui si dimostra il basso impatto ambientale dell'arrampicata; in cui si dimostra il ritorno economico (esperienze di Arco, Finale, Ferentillo...)

Perchè, si, siamo d'accordo che il CAI se ne possa occupare. Ma è anche vero che poi ogni situazione ha i suoi punti di riferimento con cui dialogare.
E avere a disposizione materiale da produrre a sostegno delle proprie tesi non sarebbe male.

Ecco. Sarebbe necessario che venisse istituita, nel Cai o fuori di esso, (la FASI non ne parliamo ... che sono peggio dei politici) un punto di riferimento che abbia lo scopo di "promuovere l'arrampicata".

Il concetto di promozione magari mi sta sulle palle. Diciamo di "difendere" che forse è meglio.

Un sito web su cui pubblicare documentazione e esperienze, per esempio.
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Messaggioda cuorpiccino » gio nov 16, 2006 10:18 am

Io direi che, se la direttiva è europea, il problema potrebbe essere europeo.
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Messaggioda Roberto » gio nov 16, 2006 11:20 am

Intanto non fasciamoci la testa prima di essersela rotta, la regione Lazio ha incaricato un tecnico di censire tutte le falesie laziali per vedere se effettivamente c'è il bisogno di un divieto oppure è superfluo e questo già mi sembra un passo avanti. Il fatto che si faccia uno studio preventivo mi fa sperare che non si agirà a testa bassa, senza considerare i pro e i contro.
Finchè non c'è un divieto l' unica cosa che possiamo fare e dimostrare che ci siamo e fare le dovute pressini (e per questo c'è, spero, il CAI), poi si passerà all' arma dei ricorsi (sempre se ci saranno evidenti sopprusi) e li ci toccherà intervenire anche con le tasche, visto che costano e non poco.
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Messaggioda biemme » gio nov 16, 2006 11:22 am

cuorpiccino ha scritto:Io direi che, se la direttiva è europea, il problema potrebbe essere europeo.


.... già nei primi anni 90 (16 anni fa) le falesie della val d'adige e della valle del sarca erano letteralmente invase da tedeschi calati in massa in quanto non avevano quasi più un sito, in germania, dove poter arrampicare, proprio a causa dei divieti....


...........Un sito web su cui pubblicare documentazione e esperienze, per esempio.


quchibu, ero d'accordo con te quasi fino in fondo ..... ma alla fine della fiera, mi spieghi che c***o ci fai in una situazione come questa con un sito web ? che peso politico e quale potere contrattuale possiede ? chi rappresenta ? di quali fonti si avvale ? chi ne è il rappresentante ?

piuttosto, oltre al cai (che però dovrebbe agire a livello nazionale), vale molto più di un anonimo sito web (per fare solo degli esempi) l'appoggio di un ministero del turismo e dello sport, oppure di un assessore allo sport regionale, provinciale o comunale che sia, o meglio ancora, il parere tecnico e disinteressato di un esperto ornitologo che non sia il solito integralista che non capisce una mazza, e che perciò ben sa che gheppi e altri rapaci nidificano tranquillamente pure nei buchi del colosseo

ciao
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Messaggioda quchibu » gio nov 16, 2006 11:28 am

biemme ha scritto:
cuorpiccino ha scritto:Io direi che, se la direttiva è europea, il problema potrebbe essere europeo.


.... già nei primi anni 90 (16 anni fa) le falesie della val d'adige e della valle del sarca erano letteralmente invase da tedeschi calati in massa in quanto non avevano quasi più un sito, in germania, dove poter arrampicare, proprio a causa dei divieti....


...........Un sito web su cui pubblicare documentazione e esperienze, per esempio.


quchibu, ero d'accordo con te quasi fino in fondo ..... ma alla fine della fiera, mi spieghi che c***o ci fai in una situazione come questa con un sito web ? che peso politico e quale potere contrattuale possiede ? chi rappresenta ? di quali fonti si avvale ? chi ne è il rappresentante ?

piuttosto, oltre al cai (che però dovrebbe agire a livello nazionale), vale molto più di un anonimo sito web (per fare solo degli esempi) l'appoggio di un ministero del turismo e dello sport, oppure di un assessore allo sport regionale, provinciale o comunale che sia, o meglio ancora, il parere tecnico e disinteressato di un esperto ornitologo che non sia il solito integralista che non capisce una mazza, e che perciò ben sa che gheppi e altri rapaci nidificano tranquillamente pure nei buchi del colosseo

ciao
biemme


no no
mica dico che l'unico riferimento possa essere un sito web! :-D
mi sono espresso male

dico che sarebbe utile avere un punto di riferimento tipo un sito web che dovrebbe essere emanazione di un "qualcosa" che si occupi del problema in termini generali, raccogliendo documentazione, producendo pareri che abbiano un certo peso, tipo che so: ambientalisti, ornitologi, geologi, insomma gente che abbia un "nome" e non un pincopalle chiunque ... e che si possibile avere a disposizione per chiunque stia magari conducendo la sua piccola battaglia locale

e anche un luogo ove afferire con esperienze positive e documentazione in tal senso.

CAI o non CAI

insomma un posto che metta in comune ciò che è utile avere in comune.

Poi certo, ogni situazione ha le sue particolarità e conviene quindi muoversi con le dovute differenze.
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Messaggioda SoR'eMiLiO » gio nov 16, 2006 11:31 am

Ma la F.A.S.I. ?
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Divieti di arrampicata nel Lazio

Messaggioda bruno vitale » gio nov 16, 2006 11:35 am

Purtroppo questa volta il problema sembra essere un pò piu serio del solito. Comunque stiamo cercando di coordinare un'azione che tenda a dar voce alle esigenze del mondo arrampicatorio in una situazione che sembrerebbe non volerne tener conto. Sicuramente non possiamo più permetterci di dormire sonni tranquilli e forse da molto tempo dovevemo essere più vigili e sensibili al cospetto di certe problematiche. Ma sono sicuro che anche questa volta riusciremo ad ottenere buoni risultati. Per ulteriori informazioni potete anche telefonarmi al mio cell. 3402905887.
Ciao a tutti e grazie Bruno Vitale.
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Messaggioda Roberto » gio nov 16, 2006 11:37 am

Bruno Vitale santo subito :D
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Messaggioda cuorpiccino » gio nov 16, 2006 13:34 pm

Finalmente un numero da mettere nei bagni in autostrada.

EEE STO' A SCHERZA', ... STO'

Emilià, la F.A.S.I.? Sicuramente sarà a favore dei divieti.

A proposito, che tutto ciò sia di monito.

La divulgazione non paga.

Che eventuali nuovi siti restino "segreti" ai non addetti.
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Messaggioda SoR'eMiLiO » gio nov 16, 2006 15:14 pm

cuorpiccino ha scritto:
Emilià, la F.A.S.I.? Sicuramente sarà a favore dei divieti.






F.A.S.I: "Fare Arrampicata Senza Imbrago"
...così nun ce possono sequestra' niente.

Faccio schifo ...lo so. :cry:
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Messaggioda gug » gio nov 16, 2006 15:54 pm

quchibu ha scritto:
biemme ha scritto:
cuorpiccino ha scritto:Io direi che, se la direttiva è europea, il problema potrebbe essere europeo.


.... già nei primi anni 90 (16 anni fa) le falesie della val d'adige e della valle del sarca erano letteralmente invase da tedeschi calati in massa in quanto non avevano quasi più un sito, in germania, dove poter arrampicare, proprio a causa dei divieti....


...........Un sito web su cui pubblicare documentazione e esperienze, per esempio.


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piuttosto, oltre al cai (che però dovrebbe agire a livello nazionale), vale molto più di un anonimo sito web (per fare solo degli esempi) l'appoggio di un ministero del turismo e dello sport, oppure di un assessore allo sport regionale, provinciale o comunale che sia, o meglio ancora, il parere tecnico e disinteressato di un esperto ornitologo che non sia il solito integralista che non capisce una mazza, e che perciò ben sa che gheppi e altri rapaci nidificano tranquillamente pure nei buchi del colosseo

ciao
biemme


no no
mica dico che l'unico riferimento possa essere un sito web! :-D
mi sono espresso male

dico che sarebbe utile avere un punto di riferimento tipo un sito web che dovrebbe essere emanazione di un "qualcosa" che si occupi del problema in termini generali, raccogliendo documentazione, producendo pareri che abbiano un certo peso, tipo che so: ambientalisti, ornitologi, geologi, insomma gente che abbia un "nome" e non un pincopalle chiunque ... e che si possibile avere a disposizione per chiunque stia magari conducendo la sua piccola battaglia locale

e anche un luogo ove afferire con esperienze positive e documentazione in tal senso.

CAI o non CAI

insomma un posto che metta in comune ciò che è utile avere in comune.

Poi certo, ogni situazione ha le sue particolarità e conviene quindi muoversi con le dovute differenze.


Da qualche tempo mi sto interessando a questi problemi e penso che occorre che le posizioni degli arrampicatori in questo dibattito debbano essere portate avanti da soggetti che abbiano un grande rappresentatività e questo dalla parte degli arrampicatori non è semplice, dato che spesso nella nostra attività emergono gli individualismi. L'ideale sarebbe una sorta di Federazione per i problemi di accesso, ma so per esperienza diretta che questa non è una cosa semplice da realizzare.

Allora mi sto convincendo che il CAI è l'unica associazione di grande prestigio e rappresentativa degli appassionati di attività in ambiente che possa prendersi questo incarico, che tra l'altro ricade fra i suoi compiti istituzionali. Sarebbe però utile che il Club si strutturasse per farlo nominando degli incaricati per discutere dei problemi dell'accesso che possano parlare come rappresentanti ufficiali in occasioni ufficiali.
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