Raggiungo il biv. Menegazzi (1737 m.) col sole, mi fermo solo una decina di minuti e riparto.
![Immagine](http://img99.imageshack.us/img99/8348/menegazzilf8.jpg)
Il bivacco Menegazzi
Il vallone è caldo e assolato, sudo come due bestie ma non mollo.
![Immagine](http://img99.imageshack.us/img99/4166/salitaqn2.jpg)
Il vallone che sale dal biv. Menegazzi ai Vani Alti
Sono diretto in alto a destra, verso i Vani Alti.
Arrivo alle consuete roccette, la cosiddetta ?Scaletta?, monto infine sulla soglia dei Vani Alti .
![Immagine](http://img176.imageshack.us/img176/6090/salita1mz9.jpg)
Le roccette della ?scaletta?
![Immagine](http://img99.imageshack.us/img99/9708/ortigaez3.jpg)
Vista sul Sass Ortiga
Il posto è bellissimo e pianeggiante, per campeggiare il terreno sarebbe un po? troppo accidentato ma a scanso di tentativi in merito un apposito cartello diffida dal farlo.
![Immagine](http://img391.imageshack.us/img391/1655/vanialtijr5.jpg)
Alla soglia dei Vani Alti ecco a sinistra il canalone che scoscende verso il rif. Treviso
![Immagine](http://img92.imageshack.us/img92/1940/vanialti1pt3.jpg)
I Vani Alti visti dal culmine del vallone
Rimonto la bella conca sassosa e il sentiero mi porta ancora più su fino a oltre 2700 m. Compare maestosa la Croda Granda, cima ovest, la maggiore.
![Immagine](http://img99.imageshack.us/img99/4575/grandado8.jpg)
La Croda Granda finalmente compare, maestosa
Il sentiero adesso cala per circa 100 m fino al biv. Reali, q. 2650 m.
![Immagine](http://img176.imageshack.us/img176/4602/realisk9.jpg)
Il biv. Reali
Intanto i vapori della valle mi hanno inseguito e raggiunto. Sono talmente fradicio che devo spogliarmi e stendere tutto al pallido sole. Mi avvolgo in una pesantissima coperta e aspetto un dissiparsi delle nebbie che però non avviene mai del tutto. Pranzo anticipatamente con il consueto luculliano pasto compagno di ogni avventura: crackers e cotognata. Da bere integratore salino, magnesio e potassio.
Visto che le nebbie non si decidono a togliersi del tutto di mezzo decido di rivestirmi e salire senza indugi alla Croda. Prima però devo scendere di un centinaio di metri fino alla f.lla Spirit. Da qui segni rossi e verdi (non si capisce il perché di questa dicromia) inducono a salire per un franoso sentiero fino al Passo delle Miniere. Da qui per cresta rocciosa guadagno la cima ovest (2849 m.) Il panorama è molto velato dalle nuvole, sullo sfondo delle quali prega instancabile
la madonnina di vetta.
![Immagine](http://img99.imageshack.us/img99/830/madonnaaj0.jpg)
![Immagine](http://img99.imageshack.us/img99/3291/grandaovestex0.jpg)
Sulla vetta principale della Croda Granda (cima ovest)
Guardandomi attorno avverto un irresistibile desiderio di esplorare l?altopiano sassoso che unisce le tre cime principali della Croda: la ovest (sulla quale mi trovo), la est e la nord, quest?ultima la minore e più lontana, sulla lunga cresta della quale si stagliano alcuni ometti. Saluto alcune occasionali compagne di ascensione e imbocco una traccia che scende al pianoro sul quale resistono alcune chiazze di neve. Da tutte le parti si inabissano profondissime gole, al fondo delle quali appare tra le nebbie a volte il fondo del vallone di Angheraz da un lato, altre la valle del Mis dall?altro.
![Immagine](http://img93.imageshack.us/img93/8733/grandaovest1zt4.jpg)
![Immagine](http://img93.imageshack.us/img93/6650/grandaestwc6.jpg)
Valloni nebbiosi sprofondano verso abissi insondabili
Il posto è solitario: fatti 100 i salitori della cima principale, ritengo che forse uno solo si avventuri da queste parti, anche se la distanza dalla frequentata vetta è davvero poca e il terreno non troppo scorbutico.
![Immagine](http://img355.imageshack.us/img355/8369/altopianoer4.jpg)
Il sassoso altopiano che collega le tre cime della Croda Granda: sulla destra la biforcuta cima est e dietro di essa la cima nord
Trovo una traccia segnalata con bolli rossi, che mi conduce verso la cima nord. Raggiungo una bella forcella fra la cima est e la nord, rimonto un gradino di roccia infida in lieve esposizione, poi salgo un canalino di roccia solida e appigliata, e sono in cresta. Ometti evidenti testimoniano sul fatto che agli occhi degli abitanti di Gosaldo questa cima deve svolgere una funzione ben più importante della maggiore cima ovest. Sarà forse perché la nord sovrasta direttamente il paese sul quale veglia come una buona madre, con scoscendimenti che data la nebbia oggi non appaiono ma che si intuisce debbano essere imponenti. Un vuoto insondabile emana in continuazione aliti inquietanti che salgono dal profondo della vallata e dalle gole che vi si inabissano.
![Immagine](http://img186.imageshack.us/img186/700/grandanordhv7.jpg)
La cresta della cima nord segnata da ometti
Il tempo per qualche foto e torno indietro, puntando direttamente al passo delle Miniere verso il quale vedo dirigersi una traccia non segnata.
Abbandono infine con qualche rimpianto questo teatro di roccia, ruvido ma tanto ospitale quanto inatteso. Mi aspetta un lungo ritorno ma non è tardi, guardando l?orologio vedo che sono appena le dodici e mezza: nelle case la gente si siede appena adesso a tavola. E io invece, nel tempo che loro cucinavano, ho vissuto una stupenda avventura.
Alla fine dell?escursione facendo i conti mi accorgo che ho macinato qualcosa come 2000 metri di dislivello in salita (e ovviamente altrettanti in discesa), ma sono soltanto i miei piedi e la mia schiena a confermarmelo; la mia mente è invece fresca come non mai, e già si chiede dove andremo la prossima volta.