da lamontagnadiluce » ven apr 24, 2009 7:58 am
COMUNICATO UFFICIALE DI CESARE MAESTRI
riguardante la via ?Egger-Maestri? dell'anno 1959
di Cesare Maestri
Io sottoscritto Cesare Maestri, preso atto della valanga di polemiche, dubbi, calunnie, incertezze e accuse, mi vedo -mio malgrado- obbligato a ribadire quello che più volte ho già detto, scritto e riscritto, per l'ennesima e spero ultima volta, nel modo più conciso possibile, circa la spedizione con Toni Egger e Cesarino Fava.
Tralasciando tutte le vicissitudini preliminari di quella indimenticabile ascensione e ricordando che sono ormai trascorsi 47 anni dalla conquista del Cerro Torre (le imprecisioni e le umane dimenticanze che negli ultimi anni hanno fomentato polemiche e dubbi non tengono conto di questo particolare non certo insignificante)
dichiaro e torno a ribadire
di avere salito il Cerro Torre con Toni Egger, percorrendo la parete Est fino al Colle della Conquista anche con Cesarino Fava, il quale ci ha fornito fino a qui il suo prezioso appoggio logistico; dal Colle siamo proseguiti in due, Toni Egger ed io, seguendo a tratti lo spigolo innevato di Nord-Ovest e la parete Nord fino a giungere sulla cresta dei funghi sommitali e da questo punto, seguendo le conformazioni ghiacchiate, siamo arrivati in vetta al Cerro Torre il 31 gennaio 1959.
Ritengo pertanto ingiusto, e provocatoriamente scorretto, che la recente ascensione effettuata dalla cordata Salvaterra-Garibotti-Beltrami venga proposta e considerata una prima salita, quando in realtà ripercorre per gran parte la linea e le pareti da me salite con Toni Egger; insomma, a quanto è dato di capire, la cordata in questione ha effettuato una parziale ripetizione della nostra via del 1959, collegandola con una breve variante nella parte bassa e ripetendo alcune lunghezze di un'altra via esistente sulla parete Ovest.
Non è più ammissibile che il mio silenzio, dovuto alla memoria della tragica scomparsa del mio compagno di cordata e a ragioni che ho spiegato mille volte, venga ancora una volta interpretato con scetticismo e addirittura inteso come conferma alle tesi denigratorie succedutesi nel tempo.
Rivendico ancora una volta il diritto ad essere rispettato e, quanto alle dichiarazioni tendenziose e lesive verso la mia persona, denigratorie della mia immagine di alpinista e offensive della memoria di Toni Egger, colgo l'occasione per diffidare chiunque cerchi di screditare la mia parola e, speculando per opportunismo o per motivi di interesse, diffonda intenzionalmente falsità, calunnie e versione difformi da quanto da me detto, ribadito e scritto più volte.
La storia dell'alpinismo è e deve rimanere ?pulita? in tutti i sensi, primo fra tutti quello di attribuire la buona fede a chiunque: altrimenti il rischio di ?sporcare? qualsiasi impresa diviene inevitabile, con la conseguenza che viene posta in dubbio tutta la storia dell'alpinismo.
Madonna di Campiglio, 30 gennaio 2006
Guida Alpina
Socio Onorario del Club Alpino Italiano
Membro del G.H.M. Francese
Cesare Maestri
DICHIARAZIONE UFFICIALE DI CESARINO FAVA
riguardante la via ?Egger-Maestri? dell'anno 1959
di Cesarino Fava
Io sottoscritto Cesarino Fava, per quanto mi compete riguardo alla salita al Cerro Torre dell'anno 1958-59, di fronte alla valanga di polemiche, dubbi, incertezze e accuse, mi vedo obbligato a ribadire quello che più volte ho già detto, scritto e riscritto, per l'ennesima e spero ultima volta, nel modo più conciso possibile, circa quella spedizione con Toni Egger e Cesare Maestri.
Tralasciando tutte le vicissitudini preliminari di quella indimenticabile ascensione e ricordando che sono ormai trascorsi 47 anni dalla conquista del Cerro Torre (le imprecisioni e le umane dimenticanze che negli ultimi anni hanno fomentato polemiche e dubbi non tengono conto di questo particolare non certo insignificante)
dichiaro e torno a ribadire
che lasciata la truna a notte inoltrata, Toni Egger, Cesare Maestri ed io abbiamo risalito rapidamente per le corde fisse il primo grande diedro fino alla base del ghiacciaio pensile.
Qui giunti mi è stato chiesto dai miei due compagni di proseguire con carico fin dove mi fosse stato possibile; così, passo dietro passo, verso sera abbiamo raggiunto il Colle della Conquista; qui giunto, l'imponenza della parete Nord e dello spigolo Nord-Ovest, rappresentavano per me difficoltà che mi sovrastavano.
Toni Egger e Cesare Maestri mi hanno aiutato a superare il grande traverso in discesa, da dove ho proseguito da solo e sfruttando le soste infisse nella salita, fino a raggiungere le corde fisse del gran diedro e da lì la truna.
Sei giorni dopo, indipendentemente dalle mia intenzioni, ho trovato Cesare Maestri prono e semisommerso nella neve.
Che Toni Egger e Cesare Maestri abbiano raggiunto la vetta del Cerro Torre io non ho dubbio alcuno. In quel preciso momento il Cerro Torre era come un gigantesco ?iceberg? di neve e ghiaccio smaltato dai venti umidi dell'Ovest e indurito dal freddo. E Toni Egger aveva anticipato di almeno dieci anni l'arrampicata su ghiaccio.
Si è trattato della cordata più forte e più completa che al tempo si poteva immaginare.
A distanza di anni ho tuttora la ferma e precisa convinzione, neppure sfiorata da un ragionevole dubbio, che la cordata Egger-Maestri, data la capacità tecnica e le favorevoli condizioni meteo e ambientali riscontrate i primi giorni della loro permanenza in parete, ha portato a termine la salita lungo lo spigolo Nord-Ovest, la parete Nord e la cresta di funghi di ghiaccio sommitali del Cerro Torre.
Sono convinto che l'ultima, se pur notevole, ascensione operata dalla cordata Beltrami-Garibotti-Salvaterra sulle pareti Est, Ovest e Nord del Cerro Torre, non sia una prima salita (e nemmeno in puro stile alpino perchè sono state fissate delle corde per risalire poi veloci alcune lunghezze) bensì una parziale ripetizione della via originale Egger-Maestri del 1959, collegata con alcune lunghezze di altra via esistente sulla parete ovest e combinata con brevi varianti.
Ribadisco che l'esperienza del 1958-59 è stata una salita molto bella e importante, fatta e portata a termine in silenzio, con pochi mezzi, con profonda passione e gran spirito di sacrificio. Peccato che sia finita in tragedia e soprattutto in polemica.
Trento, 30 gennaio 2006
Cesarino Fava