Non sono Gug...
Bel topic...
Tra le motivazioni che mi porta(va)no ad andare in montagna, di sicuro sottoscriverei il sensation seeking cui fa cenno Tac.
A questo proposito in questi giorni ho dovuto leggere per lavoro un report della Commissione Europea sull'uso di sostanze psicotrope e ho scoperto che tutte le droghe (tutte...) sono usate al 80% da maschi. Non sono andato a cercare. Ma credo che i dati sul consumo di alcool siano simili.
Però secondo me c'è anche altro...
Quest'anno sono andato a ri-ri-ripetere una via che avevo contribuito a richiodare anni annorum fa.
Una via a spit, ma con chiodatura non proprio ascellare, una di quelle che ti fanno oltrepassare verso l'esterno quel confine della comfort zone di cui parla Funk.
Riporto dal mio sito:
Oltre la soglia
Avviene sempre.
Si supera un limite (di fatica, di fame o sete, di dolore)…
E il linguaggio si indebolisce, lasciando spazio a un pensiero più primitivo, istintivo, immaginifico.
Credo che la barriera, qui, su Soldato Blu, sia tra sesto e settimo tiro.
Oltre, Kaos e Hylé hanno ampio possesso del territorio e fanno valere le proprie prerogative.
[...]
Durante le ultime calate di tanto in tanto scorgiamo nei posti più impensati ombre di stambecchi stagliarsi di profilo tra parete e cielo indaco.
E scesi a terra, sul sentiero di rientro li sentiamo bisbigliare nel buio appena alla nostra sinistra, con ronzii, borbottii e fischi che quasi si confondono nel fragore del torrente di fondovalle, carico delle acque di fusione.
Si muovono al nostro fianco, quasi a volerci scortare e a porre un argine a nostra difesa tra noi e Nux (Notte), figlia di Kaos.
Noi ci lasciamo scortare e rotoliamo, chi veloce chi zoppicante, giù come le pietre del ghiaione verso i rassicuranti confini che proteggono l’illusorio ordine del mondo degli umani.
L'esperienza che traggo - io - dall'andare oltre la soglia è un'esperienza visionaria.
E, contrariamente a quello che sperimenta Sbob, per me si tratta di un ritorno all'autentico.
Nella vita di tutti i giorni lo schermo delle convenzioni sociali ci nasconde costantemente il fatto che siamo sempre sull'orlo dell'abisso. E che il nostro mondo - caotico, spesso crudele e brutto - è comunque di una bellezza abbagliante.
Cielo indaco, poi blu scuro, qualche stria rossa a ovest; noi che camminiamo a fatica, il rumore dei sassi che rotolano e a sinistra; nel buio, sospesi nell'aria i fischi degli stambecchi...
Neanche con 2 litri di amarone in corpo...
Vuoi paragonarlo con un pomeriggio all'Ikea?
O - di sicuro meglio - con una pedalata a Serle passando per il Tesio?
Basta anche un rumego di IV, eh?
E si va fuori (senza droghe -
)
E ci si ritrova con la propria vita nelle proprie mani.
Quindi non riesco proprio a considerare l'arrampicata come un'illusione.
Poi, quanto alle considerazioni di GigiDR, ho avuto 1 incidente (serio), ho fatto - in aggiunta - una planata potenzialmente mortale e ho tenuto il volo di un amico che si è fatto molto male.
Io ho ripreso ad arrampicare - a fatica e con molta paura.
È che faccio onestamente fatica ad abbandonare del tutto - nonostante acciacchi e dolori - le mie sempre più occasionali calate nel mondo dillà.
È più forte di me.
Mi serve per resistere quando vado all'Ikea...
Non cesseremo di esplorare - E alla fine dell'esplorazione - Saremo al punto di partenza - Sapremo il luogo per la prima volta. T.S. Eliot