da VECCHIO » ven giu 30, 2017 20:26 pm
4-Nomi incontrati, ma in un anno recente.
Un 10 luglio "Moneta" mi ha fatto salire partendo dall'auto il diedro a destra, quello di "Renato" e "De Donà". Scrivo il cognome perché non l'ho mai incontrato, invece il suo socio "Giuliano" sì, dopo la loro Patagonia mi aveva regalato bellissime foto della loro via. Ora non le ho più, le ho prestate al "Piero" che se le è tenute, mi han spiegato che fa così perché ha sempre vissuto malamente il fatto di non essere mai stato capace di scalare.
Sul diedro avevamo e seguivamo lo schizzo della variante, che fanno quasi tutti, ma non abbiamo sbagliato nulla della via originale: classico esempio di "genialità" molto confusionaria, ma molto intuitiva degli intenti degli apritori. Noi siamo arrivati da destra al mugo: due tiri mentali proprio duri, il mio socio da allora dice sempre che questi tiri se li ricorderà per tutta la vita e sì che lui ne ha saliti proprio tanti!
Cavoli che forti i due apritori!
Noi eravamo fra i pochi che ci erano ripassati, e mi han detto che la Gloria per un attimo ci ha baciati, senza che ci accorgessimo. Bella ragazza la Gloria, ma noi avevamo le labbra molto secche per la sete e il caldo e senza saperlo non abbiamo approfittato per baciarla a lungo. Il giorno dopo, durante la discesa, abbiamo girato quasi due ore sulla torre giù sotto, per cercare le doppie. Erano nascoste dietro e sotto la cimetta, a sinistra di dove si sale e noi cercavamo sulla cima a destra: sei ore per arrivare all'auto! Abbiamo trovato acqua dentro una baitella, c'era una canna e mettendola bene ci siamo riempiti come otri. La Gloria però ci aveva ormai abbandonati: erano baci persi per sempre, troppo lenti noi, troppo impaziente Lei.
Poco tempo dopo ero al Tissi. Amo moltissimo passare dei giorni lassù con "Valter e Paola" e giocare con la loro bravissima "Peste", magari facendo il cicerone con i turisti e curiosando su chi scala, e poi i veneti mi ubriacano bene.
C'era un mucchio di gente che si godeva il sole. Io ho provato a parlare con "Orietta" che non conoscevo, sapevo che sarebbe andata da "Vittorio e Gigi" là a destra e volevo sapere come, ma non mi dava confidenza. Poi per fortuna è arrivato "Toni", che mi ha spiegato quello che volevo sapere. Lui è per me il più "longevo" invernalista dolomitico, è forte e fa grandi cose da tanti anni (questo penso sia il motivo per cui non è un "acca" degli orientali): anche quest'anno ha fatto due salite con "Stefano", ma in posti dove non batteva il sole e c'era del bianco (ma non posti tipo in fondo al...). Qualche anno dopo sono andato là a destra da "Vittorio e Gigi" anche io, con "Moneta e Tito" e ho preso un bel sasso, forse incrinandomi delle costole, faticavo a respirare e tossire o starnutire erano pura tortura. Tanti, tanti anni prima "Sergio e Alberto" ci erano saliti d'inverno. Ora lì vicino è crollato un bel pezzo ed è meglio non andarci.
Poi in quel giorno d'abbronzatura al Tissi è arrivato "uno" col codino, quasi di corsa, faceva il giro della "Zuita" prima di tornare a lavorare e andava veloce, perché era aperta la caccia ai "Cervi".
La mattina dopo in tanti hanno attaccato la parete, ma è venuto a piovere presto e ovviamente solo "Toni" ha finito la via ed è sceso dall'altra parte. Lui coltiva le mele, e fa i succhi, ha molta pazienza. Comunque quel giorno sono salito da "Venturino" e siamo stati bene, forse perché non c'era nessuno.
Un giorno qualche anno prima, sempre al Tissi, alla croce avevo visto "uno" alto, coi capelli nerissimi (data l'età dovevano essere tinti) e parlando con "Valter ", anche lui l'aveva visto, ci eravamo incuriositi sfogliando una guida e vedendo una foto. Poi gli ho chiesto chi fosse e subito l'ho ringraziato per la sua via. Era il "Walter", quello del "Filippo Flemmatico", era tornato dopo tanti anni a trovare sua madre a Vienna e accompagnava un'amico che scalava ancora. Con il Suo amico, mio coetaneo, per qualche ora ci siamo raccontati felici i particolari e le sensazioni di tante vie sparse un po' dappertutto nelle Alpi, quelle che avevamo ripetuto e tante altre che sognavamo di salire, entrambi spesso scalavamo coi nostri figli.
Il "Walter" non scalava più da parecchi anni.
A settembre "Fulvio" era libero per tre giorni e siamo andati a dormire alla grotta, dove abbiamo riempito una borraccia con lo sgocciolio. Volevamo salire il diedro di sinistra, quello di "Renato e Pietro". Il giorno dopo, guarda i casi della vita, proprio il 10, due mesi esatti dopo il primo diedro, salivamo il bellissimo libro!
Quando eravamo quasi alla placca sono arrivati veloci "Robi e Sonia" e " Angela, Andrea e non ricordo", mentre sul "Piano inclinato" salivano altri quattro. Erano partiti dalla baita del Tita col buio, ma in alto la stanchezza li ha rallentati, o magari li ha fatti rallentare la piccola scheggia acuminata di un sasso che abbiamo fatto cadere e che si è conficcata in un'occhio di "non ricordo". "Robi" è il nome di quello al Tissi col codino, ora ha realizzato il sogno di cui mi parlava, è una brava e felice guida e scala ancora, però dice che è vecchio. Lui nel diedro sentiva degli spari e mi diceva ancora che doveva stare attento, gli ho consigliato di cambiare il cognome.
Quanta gente allo Spitz!
Poi abbiamo dormito in vetta, noi con i sacchi a peli (un pelo solo non tiene caldo) leggeri, loro con guanti, calzettoni e cappelli di lana, da veri dolomitisti, gli altri in "terza" non so con cosa. Noi però non siamo riusciti a dormire bene, pativamo un po' d'insonnia a causa del casino che i cinque facevano per stare un po' caldi. Noi ci eravamo sistemati nei mughi, loro da puri, nel recinto di pietre, che poco proteggeva dal venticello bello fresco e che un po' di bianco la mattina ci ha fatto trovare sopra i sacchi. Al Tissi festeggiavano i 50 anni del "Filippo Flemmatico", ma il "Walter" non c'era più, se ne era andato da poco forse in altri posti.
50 il diedro, 55 io e già 10 anni fa!
Io conoscevo la discesa, ma sui prati loro sono andati avanti, ovvio che accada così fra ginocchia giovani e vecchie, e "Uno" mi è venuto incontro e mi ha offerto una birra. Gli ho detto che se l'avessi bevuta sarei sceso a rotoloni, ma mi ha incitato a berla! Poi ho girato una costa e ho visto 7 persone anziché 5, più il mio socio: allora ero totalmente ubriaco! Per fortuna no, "Lucio" era venuto con una amica dal Tissi per incontrarci e festeggiarci, quindi il sette era giusto! Ora siamo amici e ogni tanto ci raccontiamo e ci ascoltiamo a lungo, però non abbiamo mai salito una via insieme, penso perché lui è molto più bravo di me, frequenta la "Zuita" e ha salito quasi tutte le sue vie, ma lì vicino ha fatto ancora di più e di roba per me con lui non ce ne è. Anche lui ha realizzato il suo sogno, è diventato papà di "Lorenzo", che mi chiama "il mio amico". "Fulvio" anche quella volta mi ha reso felice. Io avevo detto a tutti di aver fatto la sua ruota di scorta e lui aveva subito precisato: si, ma io sapevo che poteva sostituirmi.
Poi da "Mauro" abbiamo bevuto e mangiato bene e siamo rientrati tutti alle nostre case. Che tipo il "Mauro", l'ho visto sempre sbracciato e quando gli ho chiesto dove passasse una via che aveva salito con "Ivo", mi ha detto: "vedi quel Pino là, su quella sporgenza? Se lo raggiungi poi la via è tutta chiara". Piccolo particolare per chi non conoscesse i posti: la parete è alta millecinquecento metri.
E ora ogni tanto ci si incontra, ci si scrive, si scava per attaccare il tubo dell'acqua al Tissi, si rifanno i letti, si tiene compagnia a "Venturino" e chi ha dei figli li vede crescere, e chi non li ha, vede crescere quelli degli altri.
Comunque si continua a scalare e a incontrare "Skizzati", perché, per me, chi fa alpinismo, "la sua mamma non l'ha finito".
....ALPINISTA......NO GUIDA....... questa mi scombussola
Scalare con gli esperti del cai... son sempre dei grossi guai...... questa mi piace