Ciao Vecchio,
ti leggo sempre volentieri anche se scrivo poco sul forum, sei un po la mia "cattiva strada"
Però una cosa proprio non mi piace.....
Ogni tanto mi sembra che la nostra cultura dominante sia quella degli anticamente detti "cagasotto".
e se anche fosse?
Ho iniziato a scalare da giovane, a 15 anni e per anni i miei "miti" sono stati i paladini dell'etica, le grandi solitarie invernali, la lotta allo spit...
Crescendo e girando ho avuto anche modo di conoscere molti dei miei "paladini" e il loro incontro mi ha lasciato spiazzato, spesso erano persone con grosse lacune interiori, incapaci di affrontare la vita, con grossi buchi dentro.
In questa affascinante disciplina che è la montagna (in tutte le sue forme) ognuno cerca quello che vuole.
Ho avuto la fortuna di leggere "i falliti" di Motti e mi si è spalancato un mondo:
"Ora è pomeriggio e siamo qui su questo terrazzino a soli duecento metri dalla meta, e attendiamo in silenzio che la natura si plachi. Siamo preoccupati, abbiamo paura di morire? Non lo so. Io personalmente vedo ben da vicino il rischio che ho corso e che sto correndo, ma non ho paura, sono solo molto triste. E’ la fine di luglio, e immagino un bel pomeriggio di sole lassù in Val Grande, e davanti ai miei occhi le immagini si susseguono con chiarezza: cosa avrei fatto oggi? Forse avrei giocato a pallone, o forse avremmo fatto una passeggiata tutti insieme nel prati della Stura, e seduti sul solito pietro ne avremmo iniziato interminabili discussioni sulla religione, sulla politica o sulla vita.."
Se per essere "Alpinisti" bisogna dimenticarsi tutto quello che ci circonda, bisogna essere egoisti, bisogna rischiare sempre e fare sempre di più allora forse è meglio essere cagasotto, almeno per me.
E' sono felice di sapere che a Galbiate o al Machay ci siano 1000 cordate felici e sul Pilastro Bee Tito e Luka, ognuno sta cercando la sua strada senza dover dire agli altri come si fa.
Ma la vita, e me ne sto rendendo conto ogni giorno, non è solo ALPINISMO. Ci sono persone, lavori, amici, doveri da portare a termine e trascurarli o scappare lo vedo come una sconfitta più grossa che preferire una bella via a spit al sole piuttosto che la nord dell'Agner d'inverno...
Perchè pensare a Kirkpatrich che lascia sua moglie e sua figlia e parte la notte per andare a Yosemite, sapendo che sta sbagliando ma incapace di reagire per il suo puro egoismo mi fa pensare che è un grandissimo alpinista... ma come uomo?
Qualche anno per i monti ormai l'ho fatto e ho deciso che preferisco essere uomo prima e alpinista poi, sarò un cagasotto ma non lo vedo così un male!