A vista vs (super)lavorato

Area di discussione a carattere generale sull'arrampicata.

A vista vs (super)lavorato

Messaggioda funkazzista » mar dic 15, 2015 14:27 pm

Finalmente un argomento nuovo! :lol:
Parliamone.

Io ovviamente sono una pippa in entrambi gli stili, ma mi piacciono ambedue.

A vista non riesco mai a dare tutto a fondo, perchè non so mai cosa mi aspetta (e soprattutto perché fondamentalmente sono un cagasotto), tanto che anche lo stile di scalata ne risente: "scolastico" e poco dinamico.
Insomma sto talmente attento a risparmiare energie e a fare movimenti "sicuri" che il piacere di arrampicare a volte va un po' sotto l'uscio.
Ovviamente, arrampicare a vista ampiamente sotto il mio livello (GAC: così so' bboni tutti) è il vero godimento... ma così non è Vero A Vista™.
Sul lavorato in un certo senso mi "diverto" di più perché vado più dinamico, oso di più, e so che posso fare certi movimenti che a vista invece non azzarderei quasi mai.
Purtroppo sono anche piuttosto pigro, e quindi faccio molta fatica ad impegnarmi seriamente per lavorare sui miei limiti.

Insomma la consolazione è che in ogni caso son bastoni... :smt086
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Re: A vista vs (super)lavorato

Messaggioda PIEDENERO » mar dic 15, 2015 15:22 pm

funk...
funk....
stai cercando di tenere vivo il forum?

vabbè dai, una precisazione:

lavorato veloce? due tentativi + eventuale chiusura?
lavorato? quattro/cinque? + eventuale chiusura?
super lavorato? oltre il precedente?
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Re: A vista vs (super)lavorato

Messaggioda dang » mar dic 15, 2015 17:20 pm

funkazzista ha scritto:Finalmente un argomento nuovo! :lol:
Parliamone.

Io ovviamente sono una pippa in entrambi gli stili, ma mi piacciono ambedue.

A vista non riesco mai a dare tutto a fondo, perchè non so mai cosa mi aspetta (e soprattutto perché fondamentalmente sono un cagasotto), tanto che anche lo stile di scalata ne risente: "scolastico" e poco dinamico.
Insomma sto talmente attento a risparmiare energie e a fare movimenti "sicuri" che il piacere di arrampicare a volte va un po' sotto l'uscio.
Ovviamente, arrampicare a vista ampiamente sotto il mio livello (GAC: così so' bboni tutti) è il vero godimento... ma così non è Vero A Vista™.
Sul lavorato in un certo senso mi "diverto" di più perché vado più dinamico, oso di più, e so che posso fare certi movimenti che a vista invece non azzarderei quasi mai.
Purtroppo sono anche piuttosto pigro, e quindi faccio molta fatica ad impegnarmi seriamente per lavorare sui miei limiti.

Insomma la consolazione è che in ogni caso son bastoni... :smt086



Datti all'alpinismo. E avrai anche la stima di tutto il forum. 8) :lol:
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Re: A vista vs (super)lavorato

Messaggioda Danilo » mar dic 15, 2015 23:00 pm

funkazzista ha scritto:Finalmente un argomento nuovo! :lol:
Parliamone.

Io ovviamente sono una pippa in entrambi gli stili, ma mi piacciono ambedue.

A vista non riesco mai a dare tutto a fondo, perchè non so mai cosa mi aspetta (e soprattutto perché fondamentalmente sono un cagasotto), tanto che anche lo stile di scalata ne risente: "scolastico" e poco dinamico.
Insomma sto talmente attento a risparmiare energie e a fare movimenti "sicuri" che il piacere di arrampicare a volte va un po' sotto l'uscio.
Ovviamente, arrampicare a vista ampiamente sotto il mio livello (GAC: così so' bboni tutti) è il vero godimento... ma così non è Vero A Vista™.
Sul lavorato in un certo senso mi "diverto" di più perché vado più dinamico, oso di più, e so che posso fare certi movimenti che a vista invece non azzarderei quasi mai.
Purtroppo sono anche piuttosto pigro, e quindi faccio molta fatica ad impegnarmi seriamente per lavorare sui miei limiti.

Insomma la consolazione è che in ogni caso son bastoni... :smt086


ok abbiam capito,sei un vistaiolo,altro che mi piacciono tutt'e due.
non esiste il mi piace tutto,o ti piace di più una cosa o te ne piace di più un'altra,cerchiamo una volta ogni tanto di essere sinceri (almeno con se stessi)

NB- vistaiolo= vecchio (dentro e fuori)

benvenuto a bordo :smt038
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Re: A vista vs (super)lavorato

Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » mer dic 16, 2015 8:45 am

funkazzista ha scritto:Ovviamente, arrampicare a vista ampiamente sotto il mio livello (GAC: così so' bboni tutti) è il vero godimento... ma così non è Vero A Vista™.


Vero o falso, hai detto bene: per quanto mi riguarda è l'unico tipo di arrampicata in cui veramente mi diverto.

Il problema è che, essendo pippa, quando vado in una falesia nuova di vie "sotto il mio livello" ce ne sono talmente poche che la pakkia fernesce subbito :? .

Per questo, volente o nolente, mi tocca cercare di migliorare :cry:

È un mondo difficile (cit.)

Saluti controvoglia
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Re: A vista vs (super)lavorato

Messaggioda MaraMeo » mer dic 16, 2015 10:57 am

Anche io sono del partito a vista. Mi annoio a provare tiri troppo oltre il mio livello e rifare 100 volte gli stessi passaggi.
Ovvio che poi la maggior parte dei tiri che comincio con l'idea di non riposare/volare o non li finisco, o devo riposare e rifare comunque i passaggini ostici, ma l'idea di partenza è scalare convinta che il riposo e il volo siano equivalenti alla morte. Mi dà quello scatto in più quando sono lì lì per dire basta, certe volte.
Se parto già con l'idea che tanto il tiro me lo lavoro, invece, mi scappa un po' la poesia, a meno che non ci siano passaggi particolarmente belli.
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Re: A vista vs (super)lavorato

Messaggioda rf » mer dic 16, 2015 11:52 am

PIEDENERO ha scritto:funk...
funk....
stai cercando di tenere vivo il forum?


mi prenoto per l'anno nuovo un topic dal titolo

"schiodare dove si passa a friend è giusto?"


tornando al topic, "dopo il secondo giro è artif." Cit.
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Re: A vista vs (super)lavorato

Messaggioda coniglio » mer dic 16, 2015 11:59 am

scopro grazie a queste perle dunque che Sharma, Ondra...ma anche lo stesso
Gullich Ben Moon Moffat
sono tutti degli idioti che non si divertivano(cit.) e, ca va sans dir,
non avevavano capito un c***o dell'essenza della scalata.

io faccio entrambi.
e amo entrambi.
ci vogliono le palle per mettersi in gioco
e fallire - continuamente - e davanti a tutti.
domenica ho chiuso due tiri duri (per me) a vista e un lavorato velocissimo. ed è stato bellissimo.
ma, si fidi chi non c'è mai passato, riuscire in un lavorato
ti fa fiorire dentro qualcosa...che può financo esserti d'aiuto nella vita vera.


il grado c'entra poco...o perlomeno in maniera diversa da quello che si sarebbe spinti a credere.
al riguardo quoto come vangelo MaraMeo

MaraMeo ha scritto:... a meno che non ci siano passaggi particolarmente belli.


questo IMHO spiega (quasi)tutto il perchè del lavorato.
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Re: A vista vs (super)lavorato

Messaggioda PIEDENERO » mer dic 16, 2015 12:18 pm

rf ha scritto:
PIEDENERO ha scritto:funk...
funk....
stai cercando di tenere vivo il forum?


mi prenoto per l'anno nuovo un topic dal titolo

"schiodare dove si passa a friend è giusto?"


tornando al topic, "dopo il secondo giro è artif." Cit.

:D
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Re: A vista vs (super)lavorato

Messaggioda menestrello » mer dic 16, 2015 12:22 pm

Ha ragione coniglio. Per il superlavorato servono le palle. Io l'ho fatto in un paio di occasioni, poi mi sono rotto, anche perché ci vuole tempo ed energia che ahimè oggi mi manca...
Quindi anch'io sono per l'a vista. Mi piace un sacco soprattutto in placca verticale dove riesci a fermarti, guardare bene prese e appoggi e ipotizzare il movimento. In strapiombo è tutto più difficile e ci vuole molta esperienza.
Mi capita spesso che a vista faccia una prestazione migliore che al secondo giro, infatti non sapendo quello che mi aspetta mi prendo le giuste pause, rifletto di più, guardo meglio i dettagli, infine do il 100%.
Inoltre la mia sfiga è la memoria corta, non ricordo mai un accidente di niente. Ci sono vie di cui mi vanto di aver fatto a vista 3 volte. :lol:
In effetti in realtà è così !

Saluti
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Re: A vista vs (super)lavorato

Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » mer dic 16, 2015 12:29 pm

Coniglio, il mondo di noi PIPPONS è "totalmente altro" (cit.) dal mondo dei vericlimbertiemme.

Apparteniamo a specie animali diverse, che non si possono mettere sullo stesso piano.

Linneiani (e teologici) saluti
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Re: A vista vs (super)lavorato

Messaggioda coniglio » mer dic 16, 2015 12:33 pm

tacchinosfavillantdgloria ha scritto:Coniglio, il mondo di noi PIPPONS è "totalmente altro" (cit.) dal mondo dei vericlimbertiemme.

Apparteniamo a specie animali diverse, che non si possono mettere sullo stesso piano.

Linneiani (e teologici) saluti
TSdG


a parte che non è che chissaà che differenza ci sia.
il punto poi è un altro. e non è il grado.

conta la portata emotiva dell'esperienza.il percorso.
quanto di Te proietti in quel che fai.
fidati che in quest'ottica anche il lavorato sa essere magico.
in un modo tutto suo.

non so.
categorizzare e catalogare mi fa sempre un po' paura.
La libertà è tutto ciò che dobbiamo a noi stessi
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Re: A vista vs (super)lavorato

Messaggioda Callaghan » mer dic 16, 2015 12:37 pm

chi non lavora i tiri in maniera seria e non come va di moda oggi (scalo da 3 giorni e mi lavoro il 6b in 4500 giri, oppure scalo da anni sul 6b a vista e provo gli 8c in 10000 giri) si giustifica con se stesso per la sua codardia.

ripetere un tiro duro vuol dire andare incontro ad ansia e paura, vuol dire dover controllare con la mente quel che in genere nell'avista controlla (in maniera non del tutto corretta) il cuore.

ripetere un tiro duro è come mettersi sui blocchi dei 200 metri, senza pietà. l'improvvisazione sta a zero, solo tecnica, tattica ed allenamento contano.

se non si lavora seriamente un tiro, difficile poi aumentare in maniera sensibile la propria capacità di scalare avista. e difficilmente ci si allontana dal tabù del grado.

parlo per esperienza: io ho sempre preso scuse, edulcorate con discorsi vetero alpinisti dimmerda: scalare vuol dire arrivare in alto. ed ho fatto progressi nella difficoltà così lenti da essere impercettibili. è la cosa di cui più mi pento della mia vita scalatoria, quella di non aver avuto il coraggio di andare incontro alla fatica della sconfitta ripetendo un tiro.

ripetere un tiro è sport. morte e sport sono due istanze antitetiche, nello sport non esiste l'assoluto, esiste la vittoria: se fai il tuo record personale, ma arrivi secondo, hai perso.

e la poesia è difficile da ricercare nella fatica: lavorare stanca.
ogni uomo dovrebbe conoscere i propri limiti
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Re: A vista vs (super)lavorato

Messaggioda PIEDENERO » mer dic 16, 2015 12:38 pm

per capire meglio bisogna sperimentare.
in questo periodo sto cercando di entrare il più possibile nella mentalità dell'arrampicatore sportivo tiemme.

faccio molta fatica ad abbandonare anni di mentalità di curriculum/fatta/portata a casa/mai ripetere una via soprattutto se al limite delle possibilità ... e via dicendo.
però incomincio ad apprezzare ed avere piacere nel lavorare una via (fino ad ora al massimo tre tentativi in giornata!") è una dimensione nuova che incomincio ad apprezzare e che mi sta stimolando.
l'avvista rimane sempre la scalata prediletta anche perché è svolta in funzione di vie (di più tiri) con il grado obbligatorio, grado che ne determina la potenziale riuscita.

in teoria, ad un certo grado a vista in falesia potrebbe corrispondere un certo grado in via. ovviamente con le dovute considerazioni in termini di proteggibilità e via dicendo
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Re: A vista vs (super)lavorato

Messaggioda coniglio » mer dic 16, 2015 12:46 pm

Splendido Ispettore.
da pelle d'oca.
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Re: A vista vs (super)lavorato

Messaggioda menestrello » mer dic 16, 2015 12:52 pm

Secondo me c'è anche da dire che se hai solamente mezza giornata a settimana per andare a scalare (come capita spesso a chi lavora di giorno e ha famiglia), difficilmente ti metti a lavorare un tiro. Preferisci andare a divertirti provando tante vie nuove. Se passi la giornata a cadere sul solito tiro, a sera ti senti difficilmente soddisfatto. Almeno per me è così.
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Re: A vista vs (super)lavorato

Messaggioda PIEDENERO » mer dic 16, 2015 13:01 pm

dopo gli interventi di menestrello, coniglio e callaghan, che quoto, è difficile aggiungere altro e confermo che è verissimo che:
Callaghan ha scritto:ripetere un tiro duro vuol dire andare incontro ad ansia e paura, vuol dire dover controllare con la mente quel che in genere nell'avista controlla (in maniera non del tutto corretta) il cuore.

ripetere un tiro duro è come mettersi sui blocchi dei 200 metri, senza pietà. l'improvvisazione sta a zero, solo tecnica, tattica ed allenamento contano.

.


la parte più difficile che devo gestire è proprio lo stato di ansia. il timore di fallire!
e questo spiega moltissimo la preferenza mia e di molti nella "a vista", la quale ti fornisce facilmente l'alibi della sconfitta!

un po' tardi ma ci sono arrivato anch'io
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Re: A vista vs (super)lavorato

Messaggioda PIEDENERO » mer dic 16, 2015 13:03 pm

menestrello ha scritto:Secondo me c'è anche da dire che se hai solamente mezza giornata a settimana per andare a scalare (come capita spesso a chi lavora di giorno e ha famiglia), difficilmente ti metti a lavorare un tiro. Preferisci andare a divertirti provando tante vie nuove. Se passi la giornata a cadere sul solito tiro, a sera ti senti difficilmente soddisfatto. Almeno per me è così.

purtroppo devo quotare anche questo.
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Re: A vista vs (super)lavorato

Messaggioda coniglio » mer dic 16, 2015 13:05 pm

PIEDENERO ha scritto:la parte più difficile che devo gestire è proprio lo stato di ansia. il timore di fallire!
e questo spiega moltissimo la preferenza mia e di molti nella "a vista", la quale ti fornisce facilmente l'alibi della sconfitta!

un po' tardi ma ci sono arrivato anch'io


:lol: :lol: :lol:
dai che sei una bestia!!!

poi son belle anche le piccole cose.
il rapporto che instauri con quel pezzo di pietra.
montare il tiro.
spazzolare le tacche e gli appoggi prima dell'assalto.quasi come
a prendertene cura...
fare duemila volte la pipì prima di partire...
a volte anche solo star lì a guardarlo,
e nelle pieghe di quel pezzo di roccia, nelle contrazioni muscolari
ritrovare quella sospensione intellettuale
tipica del sogno...


bah. forse esagero.
:oops:


:D
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Re: A vista vs (super)lavorato

Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » mer dic 16, 2015 13:09 pm

coniglio ha scritto:
tacchinosfavillantdgloria ha scritto:Coniglio, il mondo di noi PIPPONS è "totalmente altro" (cit.) dal mondo dei vericlimbertiemme.

Apparteniamo a specie animali diverse, che non si possono mettere sullo stesso piano.

Linneiani (e teologici) saluti
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a parte che non è che chissaà che differenza ci sia.
il punto poi è un altro. e non è il grado.

conta la portata emotiva dell'esperienza.il percorso.
quanto di Te proietti in quel che fai.
fidati che in quest'ottica anche il lavorato sa essere magico.
in un modo tutto suo.

non so.
categorizzare e catalogare mi fa sempre un po' paura.


Parlando "quasi" seriamente :wink:

Sono d'accordo che non è una questione, in primo luogo, di grado. Il grado, piuttosto, è una conseguenza.

Che cosa differenzia il veropippon dal veroclaimber? Contano, certo, doti innate quali la forza delle dita, la coordinazione eccetera; ma soprattutto la testa.

Il veroclimbertiemme è appunto quello che si diverte ad affrontare le difficoltà, che ha la tigna di sopportare la ghisa, che affronta la paura del volo finché il panico gli passa e riesce ad andare al limite senza (troppi) patemi.

Il pippon invece ama smuschiare viette abbondantemente sotto il suo limite, dove il volo è un'ipotesi puramente teorica; prova soddisfazione nel trovare i movimenti che gli permettono di arrivare in catena senza essersi manco affaticato un po'. Aborrisce la continuità, gli strapiombi, apprezza più di tutto i diedri con possibilità di no hand e i camini da incastro. Non disdegna le placche appoggiate, basta che non siano di aderenza pura e soprattutto non chiodate lunghe. Se è abbastanza allenato, può tollerare il singolo movimento boulderoso, purché ben protetto.

In conclusione, è la forma mentis - quella forma mentis che ti porta rigorosamente a rimanere nella confort zone e quindi a rifuggire tutto ciò che ti porta al miglioramento - a contraddistinguere il vero pippon.

Dopo questa lectio magistralis presidenziale, porgo a tutti

Confortevoli saluti
TSdG
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