Una Miniera per distruggere la Valle di Schievenin

Dedicato ai problemi e alle notizie ambientali.

Una Miniera per distruggere la Valle di Schievenin

Messaggioda Tanica » ven ott 26, 2007 14:01 pm

Una Miniera da 8 milioni di metri cubi per distruggere l?unica Valle dolomitica del Massiccio del Grappa. Una galleria di servizio lunga 3.950 mt. che sconvolgerà l?equilibrio idrogeologico e la sorgente del Tegorzo, che fornisce acqua potabile a decine di comuni. Un dramma che durerà 36 anni e che noi tutti pagheremo con danni irreversibili alla salute e con la perdita d?un ambiente montano unico, patrimonio di tutti e per questo intoccabile ed irrinunciabile


Fermarli si può!


Per informazioni http://comitatocolderoro.blogspot.com/
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Messaggioda savsav » ven ott 26, 2007 14:05 pm

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Messaggioda Tanica » ven ott 26, 2007 14:27 pm

Aprire la Miniera di Schievenin vuol dire creare la possibilità, attraverso la galleria,
all?apertura della Miniera di Campo che con
il suo inquinamento coinvolgerebbe totalmente il paese di Quero.

Cosa ci guadagna Quero?

1 - Aumento del traffico pesante e dell?inquinamento lungo la SS Feltrino ( un camion pesante ogni minuto e mezzo);
2 - la perdita per sempre d?un ambiente naturale montano unico;
3 - il rischio di compromettere le sorgenti del Tegorzo e di tutte le falde d?acqua da Schievenin al monte Cornella;
4 - danni irreparabili alla salute degli abitanti della valle di Schievenin, Quero ed Alano;
5 - il pericolo di crollo delle falesie con il rischio per i cittadini, turisti e scolaresche;
6 - Aumento di 4 o 5 posti di lavoro in una realtà, come quella querese, che non solo non ha necessità di nuovi posti di lavoro (massima occupazione) ma che vede molti lavoratori del bellunese e del trevigiano venire a lavorare a Quero, per carenza in loco di lavoratori.
7 - L?introito di circa 200.000 ? nelle casse comunali da parte della miniera che dovranno essere utilizzati per compensare i disagi ed i danni causati ai cittadini di Schievenin, Quero ed Alano.

Assemblea Pubblica
Martedì 30 ottobre ore 20,30
Presso Sala Associazioni di Quero

Quero è con Campo e Schievenin!
Con il Tuo Aiuto la Possiamo Fermare!..
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Messaggioda Tanica » mar nov 06, 2007 12:23 pm

Incontro Tra Sergio Reolon
Presidente della Provincia di Belluno ed i cittadini

Giovedì 8 novembre a Quero - ore 20.30

presso Sala della Casa delle Associazioni

Tema: Cave e viabilità
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Messaggioda Tanica » mar nov 06, 2007 12:37 pm

BASSO FELTRINO Laura Puppato punta il dito contro il progetto Schievenin
«Quella miniera è una vera follia» Critiche dal sindaco di Montebelluna


Basso Feltrino
Quella miniera è una follia».La realizzazione della miniera per l'estrazione di materiali calcarei, progettata nella valle dello Schievenin, a Quero, sta agitando anche il Montebellunese dando il via ad una serie di azione per contrastarne la realizzazione.

Infatti, mentre il presidente dello Schievenin (società patrimoniale con sede proprio a Montebelluna) ha annunciato nell'ultima riunione la nomina di un geologo per approfondire il progetto e le possibili implicazioni con la sorgente dello Schievenin, è arivata anche in alcuni luoghi pubblici e istituti scolastici della città la raccolta di firme promossa dai Comitati del posto contro l'intervento.E non solo per una forma di solidarietà all'insegna dell'ambiente, ma anche perché il problema interessa il Montebellunese e non solo molto più direttamente di quanto si potrebbe pensare.«C'è il rischio - dice il sindaco di Montebelluna Laura Puppato - che quell'intervento possa toccare la sorgente, non senza conseguenze sull'acqua che beviamo, molto migliore di quella in bottiglia. La sorgente dello Schievenin è infatti proprio quella che fornisce la quasi totalità dell'acqua alla nostra zona. Il problema di un possibile intervento estrattivo si era presentato già durante la presidenza di Giovanni Tempesta, ma l'ipotesi era stata allontanata proprio per la reazione dlelo Schievenin e dei sindaci della zona. Ora il problema si ripropone con un nuovo progetto; realizzare la miniera sarebbe un incubo e farci perdere l'acqua dello Schievenin sarebbe da criminali».Per conto del sindaco di Montebelluna, l'assessore all'ambiente Franco Andolfato ha partecipato alcune settimane fa ad un incontro promosso dai Comitati di Quero sulla questione.«È un modo - dice l'assessore Andolfato- per dimostrare il nostro appoggio. Se ci saranno iniziative di protesta senz'altro le sosterremo. Dato che, anche se venisse dimostrato che la miniera non nuoce alla sorgente, essa rappresenta comunque un danno ambientale».









COMITATO COL DE RORO


QUERO - (A.T.) Sulla miniera di Schievenin è lotta dura. Il Comitato Col de Roro convinto va avanti e risponde punto per punto alle giustificazioni avanzate dalla ditta Rech concessionaria per l'escavazione nella valle querese.
«Leggendo le risposte delle ditta, sembra di leggere "Alice nel Paese delle meraviglie". Come il progetto viene descritto - scrivono dal Col de Roro - verrebbe "voglia" di averla già domani mattina una miniera, magari anche sotto casa, così è più comoda. Lasciamo stare le battute e lasciamo lavorare i tecnici che per conto del comitato stanno evidenziando le contro deduzioni al progetto da inviare, ricordiamo alla commissione V.I.A. della Regione entro il 24 Novembre, per quanto riguarda i privati, ed entro il 4 dicembre per quanto riguarda gli enti. A tal proposito informiamo i cittadini che il Comitato "Col del Roro" è a disposizione per fornire tutte le informazioni e istruzioni sulla compilazione delle osservazioni che ognuno volesse inviare individualmente. Informazioni si possono trovare nel sito del comitato: http//comitatocolderoro.blogspot.com.».

«Da quando abbiamo cominciato a leggere le innumerevoli pagine del progetto - continuano - sono balzati gli occhi diversi refusi ed errori da "copia ed incolla". Abbiamo già evidenziato quelli più pacchiani e percepibili anche dall'uomo della strada, altri stanno emergendo in questi giorni. È importante sottolineare, che non mettiamo in dubbio le capacità e l'autorevolezza dei progettisti, ma vorremo ricordare come il progetto sia stato presentato con molta fretta per evitare la scadenza della concessione, che ricordiamo è l'11 marzo 2008. Il concessionario ha ricevuto avviso da parte degli uffici competenti della Regione Veneto già dal Luglio di quest'anno».

«Per quanto riguarda l'apporto occupazionale che la miniera dovrebbe dare, nel progetto è stimato in maniera grossolana, non esiste ad esempio un piano industriale, non si sa dove questo materiale verrà lavorato ed impiegato, non è evidente quindi neanche quanta strada il materiale dovrebbe fare e di conseguenza quante persone nel trasporto si impiegherebbero e tanto meno è evidente quali strade sarebbero intasate dai 164 camion giornalieri previsti, il trasporto ferroviario citato nell'articolo rientra nelle favole di cui sopra». «Ed adesso facciamo due conti. I fratelli Rech ci tengono a precisare che i circa 200 mila euro previsti di introito per il comune è da moltiplicare per 34 anni, giusto, adesso proviamo ad applicare un'altra operazione aritmetica: la divisione. Dividiamo i 200 mila euro all'anno per i quasi 2500 abitanti di Quero e otteniamo circa 80 euro all'anno per cittadino se poi dividiamo quest'importo per i 365 giorni che ci sono nell'anno otteniamo meno di 22centesimi di euro al giorno, cioè un caffè ogni quattro/cinque giorni oppure un pacchetto di figurine per i bambini. Allora ci domandiamo, ammesso che tutto quello che ci dicono i progettisti sia vero, e che, dunque possiamo stare tranquilli per quanto riguarda l'acqua, i rumori, le vibrazioni e le polveri, è giusto rischiare che così non sia, per un caffè ogni quattro/cinque giorni?».









Nella notte in più zone di Quero tracciate con la vernice bianca muri imbrattati contro il Comune e il progetto
Scritte contro sindaco e miniera
Il primo cittadino Bruno Zanolla: «Esperti al lavoro per valutare l?entità dell?impatto»

Quero
(A.V.) Infuoca la protesta contro la miniera di Schievenin, anche sui muri delle strade di Quero che ieri sono stati imbrattati con scritte contro il sindaco e contro il progetto. Scritte di colore bianco apparse in almeno quattro punti differenti del comune, un'azione già oggetto di una denuncia per danneggiamento e diffamazione formalizzata questa mattina dall'Amministrazione, mentre il sindaco di riserva di presentare querela a titolo personale. Gli operai del comune già ieri mattina avevano cancellato le frasi ingiuriose nei confronti del sindaco di Quero. Il primo cittadino Bruno Zanolla si difende: «La nostra linea è chiara non capisco questo gesto che sicuramente non aiuta il dialogo e la soluzione della questione. Molti cittadini mi hanno telefonato per esprimermi la loro solidarietà indignati da questa azione. Mi auguro che il comitato contro la miniera prenda le distanze, perché non ho dubbi che non si tratta di qualcuno di loro. Il comune e il comitato, seppure per strade parallele, guardano allo stesso obiettivo, con queste azioni si rischia di rovinare tutto. E il comune sta lavorando con fatti non con chiacchiere alla soluzione della vicenda.

E i fatti sono i tre super esperti cui l'Amministrazione ha assegnato il compito di smontare, in un certo senso, il progetto presentato per realizzare la miniera in Valle di Schievenin. «Premesso che abbiamo perso il ricorso contro la concessione di scavo - spiega Zanolla - e che il Comune non ha competenze su questo progetto, l'unica nostra arma sono le controdeduzioni al progetto. Abbiamo già incontrato il Consorzio Schievenin che ha annunciato di aver dato incarico ad un idrogeologo di analizzare il progetto con lo scopo di verificare se la sorgente di Schievenin sarà dovutamente tutelata. Ma come Amministrazione ho già incaricato un geologo di analizzare il progetto della galleria Quero-Vas. Per tutelare la salute pubblica, abbiamo incaricato un ingegnere chimico di analizzare il progetto dal punto di vista della produzione delle polveri nell'aria, dei rumori e delle vibrazioni dei mezzi di trasporto che saranno usati per fare una valutazione di come cambierà la qualità della vita degli abitanti di Quero con l'attivazione della miniera. Infine, abbiamo incaricato un esperto in sistemi forestali e ambientali che dovrà verificare il rispetto ambientale delle zone Sic, una volta avviata la miniera. Si tratta di presupposti fondamentali per non intaccare la qualità della vita della nostra gente e su cui ci batteremo con forza». Stiamo gestendo una situazione delicata e difficile, risultato di vent'anni di contenzioso - conclude Zanolla - la mia preoccupazione è per il giorno dopo, per quando il progetto sarà realizzato. La nostra linea è chiara e profonda, vogliamo lottare con dati e fatti alla mano, per questo invito chiunque abbia elementi utili ad attivarsi presentando controdeduzioni. Le scritte non servono a niente e non risolvono la situazione».
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Messaggioda Tanica » lun nov 12, 2007 9:34 am

Attenzione forse qualcuno ci vuole fregare....

la consegna delle controdeduzioni e della raccolta firme non è più entro
il 24 novembre ma entro
il 19 novembre
pertanto si dever consegnare tutte le firme e le controdeduzioni
entro non oltre
venerdì 16
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Messaggioda Tanica » lun nov 12, 2007 16:25 pm

BASSO FELTRINO Incontro l?altra sera tra residenti della Valle al centro del progetto e un gruppo di appassionati di arrampicata
Rocciatori contro la miniera di Schievenin
«Scuole di alpinismo vengono qui da tutto il Veneto per usare la palestra naturale. Sito unico»

Quero
(F.M.) Un gruppo composto da residenti della valle di Schievenin e arrampicatori che usufruiscono abitualmente della locale palestra di roccia si sono incontrati qualche giorno fa per esprimere congiuntamente e pubblicamente la loro contrarietà al progetto minerario Schievenin. «Noi cittadini della valle di Schievenin che qui siamo nati e qui vogliamo continuare a vivere, chiediamo l'aiuto di politici, amministratori e associazioni perché frenino questo progetto minerario così grande e imponente che ci fa tanta paura. Se verrà realizzato, noi tutti ce ne dovremo andare. La tutela della montagna è la tutela anche dei cittadini che ci vivono». Con queste parole Luana Schievenin consigliere di minoranza del Comune di Quero e residente nella frazione ha voluto sintetizzare a nome e per conto dei suoi compaesani la paura che molti di loro nutrono dopo la presentazione della richiesta di apertura di una miniera di sali magnesiaci. «L'importante - ha aggiunto il capogruppo di minoranza Vittorio Alberti, pure lui residente in valle - è comprendere che questo progetto di 8 milioni di metri cubi non è un problema che riguarda solamente i residenti e il Basso Feltrino ma l'intero Massiccio del Grappa e riguarda la problematica dell'escavazione delle miniere nelle zone protette SIC e ZPS. Se questo progetto dovesse passare, sarà l'inizio di un disastro ecologico che riguarderà tutto il bellunese. Cinque anni fa hanno iniziato a scavare a Vas. Quest'anno sono stati presentati due progetti: ad Alano di Piave e questo. Si sta tentando di aggredire l'intera provincia di Belluno con prospettive che costituiranno un dramma ecologico per la salute dei cittadini ma anche un rischio per il rifornimento di acqua potabile verso la pianura. Il nostro appello è rivolto a tutti i consiglieri della Regione Veneto perché solo la politica può bloccare questa triste prospettiva». A nome dei rocciatori hanno parlato due istruttori del Cai. «Noi che usufruiamo abitualmente di queste falesie - ha detto Riccardo Alba della sezione del Cai di Dolo - vogliamo manifestare il nostro dispiacere per il pericolo che sta correndo questa valle che da molti anni viene utilizzata per l'arrampicata sportiva da utenti di tutto il Veneto, da scuole di alpinismo e da alpinisti che hanno trovato in questo ambiente spettacolare che ora è a rischio un luogo più unico che raro».

«La valle di Schievenin - ha aggiunto Roberto Princivalli della sezione Cai di Oderzo - presenta condizioni ottimali della roccia. Credo che l'interesse pubblico dell'attività che svolge il Cai in questo luogo sia ben superiore ad altri interessi pur meritevoli di carattere economico».
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Messaggioda Tanica » mer nov 21, 2007 9:30 am

QUERO Il Consiglio comunale ieri mattina si è espresso sulla miniera che potrebbe sorgere a Schievenin
Contrari ma deciderà la Regione
Il no della minoranza. Presentati gli studi che dimostrano la non congruità del progetto

Quero
Con i 4 rappresentanti di minoranza contrari, il consiglio comunale di Quero, dopo oltre 3 ore di riunione ha detto la sua sulla miniera di Schievenin. L'amministrazione comunale ha recepito e approvato le perizie redatte dai tecnici incaricati, ha posto precise condizioni a salvaguardia della valle e dei suoi abitanti qualora la miniera dovesse essere approvata dalla Regione Veneto ma ha preferito astenersi dall'esprimere una diretta presa di posizione in quanto, come ha ribadito più volte il sindaco Bruno Zanolla e come ha specificato l'assessore Alberto Coppe nella sua dichiarazione di voto «il consiglio comunale può solo presentare le sue osservazioni sul progetto entro i tempi stabiliti dalla legge». Le perizie dei tecnici incaricati dal Comune hanno evidenziato numerose criticità che sono state prima riassunte dal sindaco e poi parzialmente lette al numeroso pubblico dal consigliere di minoranza Ivano Mazzocco. In esse si evidenzia, ad esempio, che il metodo di coltivazione proposto non è adatto al tipo e alla natura del suolo, si riscontrano lacune importanti nel progetto, si sottolinea la mancanza di uno studio scientifico che individui gli effetti delle polveri e la necessità di riferire i dati previsti all'attività e non ai massimi concessi anche in riferimento a rumori e vibrazioni. Il problema che ha percorso l'intero consiglio è stata, comunque, la costante richiesta da parte della minoranza di una chiara presa di posizione del Comune. La delibera è stata integrata da 5 emendamenti: uno presentato dal sindaco nel quale si esplica l'accettazione delle perizie accolto all'unanimità. Degli altri 4, presentati dalla minoranza, solo quello relativo alla richiesta di avviare un'inchiesta pubblica è stato accolto all'unanimità mentre sugli altri 3, fra i quali uno chiedeva di modificare il testo della delibera togliendo tutte le prescrizioni richieste nel caso che i lavori dovessero partire sostenendo, invece, la contrarietà al progetto, la maggioranza si è astenuta. A sostegno dell'importanza di dire no al progetto la minoranza ha elencato numeri significativi come le oltre 8 mila firme di contrarietà raccolte dal comitato col del Roro o i 739mila euro spesi dal 2002 ad oggi per lo sviluppo turistico della valle. Nel motivare il suo no il capogruppo di minoranza Vittorio Alberti ha spiegato fra l'altro che «le relazioni pur critiche rispetto al progetto, danno consigli alla ditta su come migliorare il progetto e la commissione VIA, con una posizione di contrarietà dell'amministrazione, avrebbe avuto un'impressione diversa». Alberti in serata ha diramato un comunicato stampa nel quale si sottolinea che «non avendo espresso parere in favore o contrario, il consiglio comunale di Quero, con la contrarietà della minoranza,demanda la Regione Veneto a scegliere sulla pelle dei cittadini di Schievenin e Quero. I Bellunesi hanno il diritto inalienabile di decidere del loro territorio».





CORRIERE DELLE ALPI - MARTEDÌ, 20 NOVEMBRE 2007



Il comune trova 60 motivi per il no alla cava

Recepito dal consiglio il parere dei tecnici

L?opposizione chiedeva uno stop più netto



QUERO. Una miniera in valle di Schievenin potrebbe snaturare le falde acquifere e provocare frane, compromettere l?atmosfera e il paesaggio. A dirlo con tanto di delibera è stato ieri mattina il consiglio comunale di Quero, riunito d?urgenza per esprimere le controdeduzioni al progetto di estrazione presentato dall?azienda Rech. L?assemblea ha così recepito i pareri negativi epressi dalla commissione tecnica nominata dal sindaco Zanolla. Delusa la minoranza, che ha votato contro: «Con questa delibera l?amministrazione continua a non prendere una posizione netta».


Sessanta buoni motivi per dire di no alla miniera senza per questo entrare nel merito della questione. Il consiglio comunale di Quero, o per lo meno l?esecutivo Zanolla, ha deciso di giocare la sua partita sul piano tecnico. «In questi casi il Comune non è chiamato a esprimere un parere positivo o negativo al progetto, bensì a formulare delle osservazioni che possano essere valutate da una commissione tecnica com?è quella di valutazione d?impatto ambientale», spiega il sindaco Zanolla, stanco delle critiche che in questi giorni gli sono piovute addosso. «Dicevano che il nostro sarebbe stato un sì condizionato e invece la commissione da me nominata ha espresso quattro pareri negativi, pareri che abbiamo appoggiato in pieno». Avrebbe preferito un ?no? politico la minoranza, che nutre più di un dubbio sulla seconda parte della delibera, dove il consiglio mette le mani avanti in caso di via libera all?insediamento, chiedendo determinate garanzie, come un fondo di tutela per i residenti della zona. «E? come dare per scontata la sua realizzazione», tuona l?opposizione, a cominciare da Vittorio Alberti.

I contenuti. Una delibera di dieci pagine corredata da almeno quattro relazioni tecniche. E? questo il malloppo che ieri mattina il consiglio comunale querese ha deciso di inviare a Venezia, al termine dei 45 giorni previsti per la presentazione delle controdeduzioni al progetto della miniera in val Storta.
La delibera dedica ampio spazio alla storia della vicenda, al braccio di ferro davanti al giudice amministrativo e alla nuova fase, aperta con una richiesta di rinnovo di concessione alla Regione risalente al 2005, ma divenuta di stretta attualità nella primavera di quest?anno con l?interessamento della popolazione e dell?amministrazione.

Nel documento si fa riferimento alla recente nomina dei quattro esperti individuati da Zanolla per studiare il progetto e formulare eventuali osservazioni. Osservazioni che sono state depositate sabato in municipio e che i consiglieri hanno potuto studiare per tutta la giornata di domenica con gli uffici comunali aperti in via straordinaria.

«I tecnici hanno sollevato almeno una sessantina di criticità», afferma l?assessore Alberto Coppe, evidenziando «la contrarietà al progetto originale». A emergere prepotentemente è stata la preoccupazione del consorzio idrico Schievenin che ha sottolineato come il sì alla miniera possa mettere a repentaglio l?esistenza dell?intera falda acquifera. Non è stata da meno

la relazione geologica, dove si parla di seri rischi di crolli, dovuti all?eccessiva friabilità della roccia. In pratica, Quero appoggia il no dei tecnici, nella convinzione che una vagonata di pareri negativi valga più di mille no politici: «Avremmo potuto fare a meno di una commissione che ci è costata 20 mila euro e dire un no demagogico ma non avrebbe prodotto alcun risultato. La commissione Via valuta sulla base di dati oggettivi», continua Coppe.

Minoranza contraria. Se da un lato la minoranza non ha contestato i pareri tecnici, dall?altro ha bocciato senza appello la seconda parte della delibera: «Chiedere rassicurazioni alla Regione nel caso di insediamento della miniera significa annullare la portata dei pareri tecnici. Zanolla fa decidere così a Venezia il futuro della Valle di Schievenin, tradendo i bellunesi e non tenendo in considerazione le ottomila firme raccolte dal comitato Col de Roro», afferma Alberti.
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