Contro la meritocrazia

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Contro la meritocrazia

Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » ven ott 20, 2017 20:54 pm

L’inventore del termine meritocrazia è verosimilmente stato il sociologo inglese Michael Young (1915-2002) che nel 1958 lo usa in un suo libro di impronta satirico-futuristica nel quale descrive l’avvento al potere di una nuova classe che fonda il proprio dominio sul merito [L’avvento della meritocrazia 1870-2033, 1962]. Il testo di Young proietta in un futuro immaginario la teoria delle pari op- portunità, che si traduce in un aspro scontro tra due principi diversi di legittimazione del potere: quello della stirpe e quello del merito. Alla fine quello del merito ha il sopravvento (grazie al perfeziona- mento dei test d’intelligenza e di una selezione sempre più precoce) e si forma quindi una élite non ereditaria, composta «dal 5 per cento della popolazione che sa che cosa vuol dire 5 per cento».

I posti di lavoro più ambìti sono occupati dai migliori cervelli, pro- ducendo così un solco sempre più marcato e irreversibile tra chi sta in alto e chi sta in basso di questa nuova gerarchia. Ciò determina non solo che i perdenti sono ritenuti inferiori, ma che essi stessi sono convinti di esserlo. Tuttavia, questa esclusione dei più fa sor- gere nuove tensioni sociali. I dissidenti danno vita a un movimento rivoluzionario e redigono il Manifesto di Chelsea in cui si legge: società senza classi sarà quella che avrà in sé e agirà secondo una plu- ralità di valori.

Giacché, se valutassimo le persone non solo per la loro intelligenza e cultura, per l’occupazione e il potere, ma anche per la bontà e il coraggio, per la fantasia e la sensibilità, per l’amorevolezza e la gene- rosità, le classi non potrebbero più esistere. Chi si sentirebbe più di soste- nere che lo scienziato è superiore al facchino che ha ammirevoli qualità di padre, che il funzionario statale straordinariamente capace a guadagnar premi è superiore al camionista straordinariamente capace a far crescere rose?

La società senza classi sarà anche la società tollerante, in cui le diffe- renze individuali verranno attivamente incoraggiate e non solo passiva- mente tollerate, in cui finalmente verrà dato il suo pieno significato alla dignità dell’uomo. Ogni essere umano avrà quindi eguali opportunità non di salire nel mondo alla luce di una qualche misura matematica, ma di sviluppare le sue particolari capacità per vivere una vita ricca.

Young è vissuto abbastanza a lungo per vedere le sue previsioni divenire realtà, nel senso che «governo dei migliori» o «meritocra- zia» sono divenuti slogan e dichiarazioni di intenti di schieramenti politici trasversali, a destra come a sinistra. A testimoniare l’av- vento di una società fondata sull’ideologia meritocratica è oggi, tra gli altri, uno tra i più famosi economisti mondiali di impronta li- berale, John K. Galbraith (1908-2006) [L’economia della truffa, 2004]. Egli infatti descrive l’opulenta società occidentale come l’e- sempio più pertinente di un mondo che distorce a suo piacimento la realtà, dando fiato ad alcuni miti: la speculazione come forma d’ingegno, l’economia di libero mercato come antidoto ai mali del mondo, la guerra come strumento di democrazia. Questa società si fonda proprio su quella che Bakunin (insieme a Proudhon e Kro- potkin), più di un secolo fa, intuiva essere la nuova forma di discri- minazione classista che si sarebbe imposta: la meritocrazia. La classe dominante non trova più la sua legittimazione nel possesso del capitale e della proprietà, ma nel possesso di quelle conoscenze niche e scientifiche in grado di gestire e amministrare le società mul- tinazionali e le grandi organizzazioni di massa [cfr. AA.VV., I nuovi padroni, 1978]. Ecco allora che la ricerca dei talenti, misurati se- condo parametri e valori prettamente meritocratici (come Young descriveva e immaginava), è divenuta la principale modalità di sele- zione della nuova classe dirigente e concorre a delineare una diversa e più sofisticata stratificazione sociale, cioè una nuova gerarchia. Meritocrazia e uguaglianza sono quindi termini tra loro inconcilia- bili, mentre è del tutto compatibile valorizzare la diversità genetica (condizione biologica indiscutibile) e al contempo promuovere l’u- guaglianza sociale (condizione socio-politica auspicabile).
Alla luce di queste considerazioni, nel Manifesto di Chelsea si cerca di definire in che cosa consistano queste uguali opportunità: non è tanto offrire pari opportunità per salire lungo la scala so- ciale, quanto permettere a tutte le persone, a prescindere dalla loro «intelligenza», di sviluppare le virtù e i talenti di cui sono dotate, di liberare tutte le loro capacità di apprezzare la bellezza e la profon- dità dell’esperienza umana, tutte le loro facoltà di vivere una vita piena. La meritocrazia, dunque, diviene la nuova forma ideologica del dominio contemporaneo, che finisce solo per perpetuare la vec- chia divisione in classi dell’intera società. Proprio dalle parole di Bakunin, pronunciate nel lontano 1869, possiamo trarre il mo- nito più pertinente rispetto ai guasti che l’avvento della meritocra- zia produce nella società umana:
Chi sa di più dominerà naturalmente chi sa di meno; e quand’anche inizialmente non esistesse fra due classi che questa sola differenza d’istru- zione e d’educazione, questa differenza produrrebbe in poco tempo tutte le altre, il mondo umano si ritroverebbe nelle condizioni attuali, sarebbe cioè diviso nuovamente in una massa di schiavi e in un piccolo numero di dominatori, e i primi lavorerebbero, come oggi, per gli ultimi [Michail Bakunin, L’istruzione integrale, 1869]. http://ita.anarchopedia.org/Anarchismo_ ... di_Berneri
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Re: Contro la meritocrazia

Messaggioda Keith » ven ott 20, 2017 22:05 pm

=D>
E siamo messi ancora peggio, perché non comandano i "meritevoli" ma i i raccomandati, i mediocri, gli incapaci. E "meritocrazia" è un termine addirittura abusato.
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Re: Contro la meritocrazia

Messaggioda Sbob » lun ott 23, 2017 13:46 pm

Il discorso va bene, ma non si puo' dimenticare che nella societa' ci sono ruoli con impatto diverso e che richiedono competenze diverse.
Se il panettiere e' scarso, qualcuno mangera' il pane cattivo, se il presidente degli Stati Uniti e' scarso siamo nella merda tutti quanti.

Ergo, una societa' funziona bene se riesce a selezionare le persone piu' adatte per i vari ruoli, con una particolare attenzione per quelli di maggiore impatto.
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Re: Contro la meritocrazia

Messaggioda al » lun ott 23, 2017 17:18 pm

tacchinosfavillantdgloria ha scritto: http://ita.anarchopedia.org/Anarchismo_ ... di_Berneri
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pagina scritta in una sorta di anarcolingua sicuramente oscura ai meritocraticisti.

una società di eguali è una figata.

ma uguali a chi?
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Re: Contro la meritocrazia

Messaggioda Sbob » lun ott 23, 2017 17:19 pm

Non a te :P
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Re: Contro la meritocrazia

Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » lun ott 23, 2017 17:36 pm

al ha scritto:
tacchinosfavillantdgloria ha scritto: http://ita.anarchopedia.org/Anarchismo_ ... di_Berneri
(Di Barbara Collevecchio)
Egualitari saluti
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pagina scritta in una sorta di anarcolingua sicuramente oscura ai meritocraticisti.



Evidentemente i "meritocraticisti" sono all'oscuro dell'origine stessa del termine cui si ispirano... =D>

fa.niente.capita dai :wink:

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