A vista vs (super)lavorato

Area di discussione a carattere generale sull'arrampicata.

Re: A vista vs (super)lavorato

Messaggioda funkazzista » mer feb 15, 2017 10:38 am

Fiona Lloyd, assieme a Dave Pegg, e tradotta dal compianto livellozero, ha scritto:... lavorare una via è come una relazione di coppia: ci vuole duro lavoro, curiosità e persino amore per indovinare tutti i dettagli ed i movimenti necessari ad arrivare al successo.
In confronto una salita a vista è come una scopata occasionale, bim-bum-bam arrivederci e grazie.
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Re: A vista vs (super)lavorato

Messaggioda Danilo » mer feb 15, 2017 10:43 am

crodaiolo ha scritto:Fokozzone, vieni al raduno?

non.specifica quale
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Re: A vista vs (super)lavorato

Messaggioda scairanner » mer feb 15, 2017 11:35 am

funkazzista ha scritto:
Fiona Lloyd, assieme a Dave Pegg, e tradotta dal compianto livellozero, ha scritto:... lavorare una via è come una relazione di coppia: ci vuole duro lavoro, curiosità e persino amore per indovinare tutti i dettagli ed i movimenti necessari ad arrivare al successo.
In confronto una salita a vista è come una scopata occasionale, bim-bum-bam arrivederci e grazie.


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Re: A vista vs (super)lavorato

Messaggioda crodaiolo » mer feb 15, 2017 12:09 pm

Danilo ha scritto:
crodaiolo ha scritto:Fokozzone, vieni al raduno?

non.specifica quale

ovviamente quello su cui
così a prima vista
c'è più da lavorare
inciampa piuttosto che tacere
e domanda piuttosto che aspettare
...
alla fine, è solamente un gioco
a cui a volte tendiamo a dare troppa importanza.
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Re: A vista vs (super)lavorato

Messaggioda mikesangui » mer feb 15, 2017 14:48 pm

cmq si fa un po' di confusione mi pare..

scalare a vista non è FARE i tiri a vista, scalare a vista significa che nella giornata in falesia decido che i tiri non li riprovo e tento di chiuderli a vista.
Ma ovviamente posso cadere.
Se cado e non riprovo a fare il tiro...beh.. perdo l'occasione di vedere se ho imparato a scalarlo.
Ci sta , se il mio obiettivo della giornata non è imparare , ma è stimolare la voglia di spingere , la capacità di gestire lo stress psicologico, ecc...

quelle cose che si stimolano a vista.

Ma rinuncio alla possibilità di imparare a fare il movimento che non mi è venuto, nelle condizioni di continuità che richiede il tiro.
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Re: A vista vs (super)lavorato

Messaggioda gug » mar feb 21, 2017 22:57 pm

Fokozzone ha scritto:Interessante discussione.
Provo a proporre alcuni spunti scusandomi se riprenderò parzialmente alcuni concetti già espressi da altri.

Sul a-vista: è la modalità della scalata in montagna, quindi per ragioni storiche (nascita della disciplina arrampicatoria) e di attività (molti falesisti fanno anche vie) resta una prestazione fondamentale. Soprattutto è importante sapere che grado si fa abbastanza bene a vista, per affrontare l'obbligatorio in via. Grave errore sarebbe pensare di saper fare l'obbligatorio e poi scoprire di non essere capaci dopo 200 km di auto, 2,30 ore a piedi etc etc. per non parlare di scoprirlo 5 metri sopra l'ultima protezione, ehm ehm.
Strano che nessuno abbia spolverato l'argomento della "testa". Io trovo che le difficoltà psicologiche a vista siano molto maggiori che nel lavorato, inoltre l'arrampicata on sight richiede più esperienza e bagaglio tecnico acquisito.

Lavorato, non vedo cosa cambi il numero delle ripetizioni: 2, 10 o 20 sempre lavorato è. La vera differenza tra lavorato e superlavorato secondo me la si può stabilire in altri termini: lavorato è una via che posso chiudere adesso se ottimizzo i movimenti (magari la chiudo tra un mese o non la chiudo ma potrei). Superlavorato è una via che richiede un progetto: al momento è sopra il mio limite, però perfezionandola, raggiungendo una altissima velocità di esecuzione, con i piedi che vanno da soli al posto giusto, con una memorizzazione delle sensazioni che mi permette di gestire bene i passi aleatori e con un programma di allenamento, conto di riuscire a chiuderla tra tot tempo.
Da una parte è uno stile che richiede una motivazione altissima e una pazienza di ferro, dall'altra può essere una scusa subdola per non impegnarsi: se infatti qualcuno sta sempre su tiri troppo superiori al proprio livello, sa che tanto oggi non lo chiudo, tanto oggi... e così cazzeggia senza provare veramente.


Molto interessanti entrambe le riflessioni: sulla prima mi ero espresso anch'io in maniera analoga, quindi la condivido pienamente.
Al secondo aspetto non avevo mai pensato, perchè io al contrario (e molti di quelli che avevo letto) entro in un'ansia pazzesca quando sono vicino a liberare la via. Perciò è una situazione a cui non avevo mai pensato, ma mi rendo conto che effettivamente può accadere.....
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

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