https://www.planetmountain.com/it/notiz ... troni.htmlRompo il giuramento che avevo fatto a me stesso di scrivere solo alla voce rock, per via dell'articolo comparso tra le news.
Devo dire veramente supponente, irritante, tronfio e di retroguardia, dato che l'accanimento contro il maschio dura da almeno 30 anni e oggi viviamo praticamente in una società matriarcale.
Tralascio i 1000 luoghi comuni a cui si appella (tra l'altro la restrizione genetica di 8000 anni fa sarebbe un'ottima prova del diluvio, presente in tutte le culture) ma voglio dare solo una risposta alla femmina-alpinista o scalatrice in generale.
Questa una citazione significativa dell'articolo
Abbiate comprensione, quando la coppia di alpinisti maschi di turno ferma sul sentiero il vostro compagno di cordata per chiedergli dettagli su una via che presume voi due abbiate appena salito, mentre voi venite totalmente ignorate, sia dai loro sguardi che dalle loro parole, come foste la Susan invisibile dei Fantastici Quattro.Abbiate comprensione, quando la solita coppia di alpinisti maschi chiede al vostro compagno di cordata il nome della via che intendete salire e, nel mentre, dirige verso di voi uno sguardo compassionevole che sottintende: “Poverina, chissà dove la porterà, questo…” e, subito dopo gli domanda: “Non conosco la via, è di V?”, che sottintende: “Se tu, uomo, porti con te una donna, allora difficilmente intendi salire una via che avrà più del V grado”. “Sì, è una via di V!”, rispondetegli voi, anche se scalate sul IX.
Frasi come: “Ah, ma brava, vedo che arrampichi anche da prima!” sono all’ordine del giornoQueste critiche sottintendono che la donna-alpinista vorrebbe essere trattata pariteticamente all'uomo alpinista ed essere considerata, sul terreno, prima alpinista e donna poi.
Solenne c@zzata, pretesa letteraria e totalmente irreale.
La donna vuole SEMPRE essere trattata come un oggetto prezioso solo perché è femmina.
Nell'ambiente alpinistico poi, dove la densità f/m è bassissima, dato che f(emmine) è un numero esiguo rispetto a m(aschio), e per la legge della domanda e dell'offerta f acquisisce un valore molto superiore alla maggior parte degli altri ambiti, la donna perde la testa e si crede chissà chi non perché fa ciò che numerosissimi maschi fanno, ma perché fa ciò che poche altre donne fanno.
In ciò rivela oltre tutto la sua natura competitiva e aggressiva,
verso le altre femmine.
Niente di strano (e qui rendo la pariglia all'autrice appellandomi all'etologia zoologica) dato che tutte le femmine ambiscono all'unico maschio dominante del branco, mentre il maschio è di bocca buona e gli va bene quasi qualunque femmina (in realtà il maggior numero possibile).
Quindi l'attacco al maschio di questo articolo è una pura finzione letteraria (di letteratura scadente, beninteso) e pieno di contraddizioni (i maschi che si precipitano sull'alpinista sola con la bava alla bocca, e poi la ignorano se devono chiedere informazioni... ma insomma vuoi attenzioni o non le vuoi? -domanda retorica-).
Non voglio farla troppo lunga come la lenzuolata pubblicata da PM, ma concludo citando una recente scoperta della biologia, che lascerà l'autrice sbigottita e molto contrariata.
La popolazione mondiale è di 7 milardi, le donne sono circa la metà: 3,5 milardi. Ebbene i biologi hanno scoperto e confermato che tutte, ma proprio tutte sono dotate dell'organo sessuale femminile.
Perciò, anche se sembra sbalorditivo, ci sono altre 3,499.999.999 donne che hanno la fig@ e non solo lei, la dottoressa Silvia Petroni.