Kurt Diemberger
Vincitore nel 2013 del Piolet d'Or alla carriera, massima onorificenza internazionale nel mondo della montagna, primo uomo a scalare il Dhaulagiri, settima vetta più alta al mondo, e unico alpinista ancora in vita ad aver scalato due ottomila in prima assoluta
Nel settembre del 1956 effettuò la sua prima grande impresa, salendo la parete nord del Gran Zebrù, una montagna nel gruppo dell'Ortles. L'impresa suscitò scalpore nel mondo alpinistico perché Diemberger fu il primo uomo a riuscire a superare la famosa meringa di ghiaccio, un'enorme cornice di neve e ghiaccio che sporgeva dalla vetta. Sempre nello stesso anno, apre una variante di notevole interesse alla via dei Francesi sulla famosa parete est del Monte Rosa a Macugnaga.
Il 9 giugno 1957, con una spedizione del Club Alpino Austriaco effettuò la prima salita al Broad Peak in Karakoram. La salita al Broad Peak fu portata a termine in stile alpino, senza bombole d'ossigeno e senza portatori d'alta quota. Arrivato in vetta, iniziò il ritorno, ma subito dopo tornò in vetta una seconda volta con il compagno Hermann Buhl, che era rimasto attardato.
Pochi giorni dopo, con Buhl, tentò di salire il vicino Chogolisa, dovendo però ritirarsi per il maltempo. Durante il ritorno, Buhl precipitò per il crollo di una cornice nevosa, e Diemberger riuscì a fatica a riguadagnare il campo base da solo.[1][4] Nel seguito, gli altri compagni di spedizione, Marcus Schmuck e Fritz Wintersteller, accusarono Diemberger di essere stato la causa della morte di Buhl, accusa che Diemberger ha sempre respinto.[4]
Nel 1960, con un'altra spedizione del Club Alpino Austriaco, compì la prima ascensione del Dhaulagiri.
All'inizio degli anni sessanta, Kurt Diemberger divenne una guida alpina, ed esercitò quest'attività sul Monte Bianco.
Nell'agosto del 1963, insieme alla moglie Tona Sironi, Diemberger rimase bloccato da una violenta tempesta per 4 giorni sulla cresta sud dell'Aiguille Noire. Tona fu colpita da un fulmine e riportò diverse ustioni. Alla fine vennero salvati da Walter Bonatti, Gigi Panei, Cosimo Zappelli, Roberto Gallieni e Giorgio Bertone.
Diemberger partecipò poi ad altre spedizioni alpinistiche ed esplorative in Himalaya, come la spedizione del 1967 nella regione dell'Hindukush, durante la quale raggiunse la vetta del Tirich Mir (7708 m), e la spedizione allo Shartse nel 1974.